L’alimentazione dell’acquedotto comunale di Azzate, come detto precedentemente, avviene attraverso pozzi situati nel comune di Mornago (pozzo Montonate nel bacino idrogeologico di “Cimbro-Daverio”) e di Castronno (pozzo Prell nel bacino idrogeologico della
“Valle del T.te Arno”) e tramite interconnessioni acquedottistiche con altri comuni limitrofi gestiti da ASPEM.
Entrambi questi bacini idrogeologici sono caratterizzati da una limitata disponibilità idrica, dovuta:
- alle condizioni geologiche: il bacino di “Cimbro-Daverio” presenta un substrato roccioso gonfolitico a debole profondità e depositi superficiali prevalentemente poco permeabili; il bacino della “Valle del T.te Arno” presenta una forma stretta e allungata di modeste dimensioni;
- alle condizioni di sovrasfruttamento: sono presenti infatti numerosi pozzi, sia idropotabili che industriali (soprattutto nel bacino della “Valle del T.te Arno”), che interessano in modo consistente la falda idrica; in particolare nella piana di Montonate il pozzo di Azzate si trova a valle rispetto ad altri tre pozzi idropotabili.
Dai dati a disposizione sui volumi idrici emunti dai due pozzi comunali (Tab. n. 7.8 e Fig. n. 7.5) si può osservare un trend di diminuzione dei prelievi fino al 2007, seguito da due anni di aumento della produzione (2008 e 2009), soprattutto dal pozzo di Montonate; questo fenomeno è causato presumibilmente dalla riduzione della produttività delle falde in seguito al decremento registrato negli anni 2003 – 2006 delle precipitazioni ed in particolare delle precipitazioni efficaci alla ricarica delle falde.
Pozzo Anno Volume emunto (m3)
2001 337.073
2002 273.762
2003 282.298
2004 368.794
2005 279.518
2006 167.545
2007 131.823
2008 291.554
Montonate
2009 494.212
2001 111.029
2002 139.258
2003 132.287
2004 89.829
2005 107.774
2006 81.278
2007 81.441
2008 36.249
Prell
2009 31.259
Tab. n. 7.8 – Volumi idrici emunti dai pozzi comunali.
In base ai dati forniti da ASPEM riguardanti i volumi idrici immessi nell’acquedotto comunale (Tab. n. 7.9 e Fig. n. 7.5) si osserva l’andamento inverso rispetto alla produzione dai pozzi comunali:
costante aumento degli apporti immessi da interconnessioni “extra-comunali” (da Varese e talvolta da Gazzada) tra il 1999 ed il 2007 e diminuzione negli anni 2008 e 2009 (in quest’ultimo anno è addirittura stata fornita una certa quantità d’acqua al Comune di Daverio).
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40 VOLUMI EMUNTI
-100.000 0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
anno
mc
Montonate Prell
Interconnessioni Produzione totale
Fig. n. 7.5 – Volumi idrici emunti tra il 1999 e il 2009 dai pozzi comunali e volumi idrici da interconnessioni.
Anno Volume prelevato (m3)
1999 0
2000 63.088
2001 19.142
2002 53.817
2003 62.408
2004 54.442
2005 133.906
2006 238.216
2007 266.512
2008 122.654
2009 -17.810
Tab. n. 7.9 – Volumi idrici da interconnessioni extra comunali.
Per quanto riguarda l’elevato valore delle perdite (25 - 30%), ricavabili dalla differenza tra “immesso in rete” e “consumi ai contatori”, si sottolinea che questo deve essere ridotto per gli errori di rilevazione dei contatori (valutabili attorno al 6-7% del distribuito), per i prelievi dagli idranti (valutabili attorno al 4-5% del distribuito) e per il mancata considerazione nei volumi fatturati dei minimi contrattuali.
Il consumo idrico pro-capite, desunto dai dati a disposizione (Tab. n.
7.10), è di c.ca 90 m3 annui, corrispondenti a 245 l al giorno (11,6 l/s).
Disponibilità Consumi
Anno
m3 l/s m3 l/s
1999 492.344 15,6 - -
2000 491.872 15,6 - -
2001 467.244 14,8 - -
2002 466.837 14,8 335.542 10,6
2003 476.993 15,1 383.759 12,2
2004 513.065 16,3 374.335 11,9
2005 521.197 16,5 359.127 11,4
2006 487.039 15,4 389.444 12,3
2007 479.776 15,2 354.365 11,2
2008 450.457 14,3 - -
2009 507.661 16,1 - -
Tab. n. 7.10 – Confronto tra volumi idrici disponibili (immesso in rete) e consumi (fatturato).
Considerando la differenza tra immesso in rete e perdite reali stimate, si può valutare in media una disponibilità idrica reale pari a c.ca 13 l/s che quindi appaiono sufficienti a garantire i fabbisogni medi della popolazione esistente (c.ca 4.300 abitanti). Esistono però margini piuttosto esigui (1,4 l/s) per l’approvvigionamento in condizioni di massima richiesta idrica e per un futuro aumento della domanda.
Secondo le previsioni di Piano nel prossimo decennio si attende un incremento di popolazione di c.ca 300 unità (30 abitanti l’anno) con
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42 conseguente incremento di domanda di risorsa idrica di c.ca 2.700 m3 l’anno, che solo in parte risultano coperti dalle attuali disponibilità.
In conclusione il Comune di Azzate presenta uno stato critico riguardo l’approvvigionamento idrico, completamente dipendente da risorse presenti in altri ambiti comunali (Mornago, Castronno ed altri comuni limitrofi); il gestore dell’acquedotto non ha comunque evidenziato per il 2008 fenomeni di crisi idrica.
Quali misure di mitigazione in prima analisi si può sottolineare l’adozione di politiche per il risparmio della risorsa idrica e la sistemazione della rete acquedottistica al fine di ridurre le perdite. In merito a queste ultime si fa presente che ASPEM si propone nel prossimo triennio di operare diversi interventi di potenziamento ed estensione della rete (sostituzione della rete idrica di via I Maggio, collegamenti idrici con gli acquedotti di Daverio, Bodio Lomnago, Castronno, Galliate Lombardo, potenziamento della rete, etc.) per un totale di c.ca € 440.000 (importo dipendente dalla disponibilità di risorse economiche per investimenti).
8 ELEMENTI DI PRIMA CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA
Descritte le caratteristiche litologiche, stratigrafiche, geomorfologiche ed idrogeologiche del territorio è possibile effettuare una prima caratterizzazione dei terreni e delle rocce presenti in modo da fornire una preliminare suddivisione in “unità” a comportamento geologico-tecnico omogeneo: si tratta di una prima definizione delle proprietà fisiche dei terreni e delle rocce in relazione ad interventi di modificazione del suolo e sottosuolo ai fini costruttivi.
Data la natura delle coperture quaternarie, solitamente costituite da materiali con caratteristiche litologiche estremamente variabili, sia in seguito alla variabilità degli ambienti deposizionali, sia alla varietà dei processi genetici di origine glaciale e fluviale i depositi sedimentari hanno caratteristiche geotecniche differenti anche nell'ambito della stessa unità litologica, soprattutto in funzione della diversa granulometria dei materiali, del grado di addensamento e del contenuto d’acqua. Anche per questo motivo il limite tra le diverse
“unità” è da intendersi in senso orientativo.
Sulla base dei caratteri litologici delle Unità geologiche a seguito dei rilevamenti in sito e delle indagini geognostiche (prove penetrometriche dinamiche, sondaggi, trincee esplorative, etc.) eseguite in passato, è stata effettuata una caratterizzazione geotecnica del territorio che ha fornito una suddivisione in unità a comportamento geologico–tecnico omogeneo (Tav. n. 4).
Si pone l’attenzione sul fatto che le indicazioni riportate sono da considerarsi di primo inquadramento e non sufficienti per il dimensionamento di singoli interventi che dovranno essere analizzati puntualmente mediante indagini geognostiche specifiche programmate secondo le indicazioni del D. M. 14\01\08.
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