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PIÙ O MENO UGUALI S-BULLONIAMO LA SCUOLA A cura delle Associazioni Verba, Volonwrite e ConTatto

Nel documento PER LA SCUOLA CE.SE.DI. (pagine 126-129)

Il progetto nasce nell’ambito del Progetto Prisma - per le Relazioni di Aiuto del Comune di Torino (www.prismatorino.org) per diffondere la cultura delle relazioni di aiuto in tutte le sue espressioni più consolidate.

Si rivolge agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado con l’obiettivo di contrastare e prevenire episodi di bullismo ai danni dei compagni con disabilità.

Il termine generico bullismo definisce un comportamento aggressivo ripetuto nei con-fronti di chi non è in grado di difendersi. Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben defi-niti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamen-ti.

La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate di sovente da bambini che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima subendo ripetute umilia-zioni da coloro che invece ricoprono il ruolo di bullo.

Secondo l’ultimo studio pubblicato dall’Istat (anno 2014) sui comportamenti offensivi e violenti tra i giovani e i giovanissimi, più del 50% degli alunni tra gli 11 e i 17 anni è stata vittima di un episodio offensivo, irrispettoso e/o violento da parte di coetanei.

Nel caso della vittima con disabilità però, oltre al danno personale, si deve considerare an-che un particolare danno sociale an-che deriva dalla distruzione di un investimento costituito dal lavoro abilitativo delle famiglie e riabilitativo dei professionisti di cui ogni alunno con disabilità è portatore e di cui spesso nemmeno gli insegnanti sono consapevoli.

Un atto di bullismo subito da un bimbo/ragazzo disabile, vanifica, inoltre, tutto il lavoro svolto dai docenti che hanno preceduto quelli attuali e di tutti coloro che hanno fatto buona scuola, buona riabilitazione, buona sanità e riduce ulteriormente nelle vittime la fiducia negli altri rendendo ancora più pesanti e faticosi i limiti. Sta ad una corretta poli-tica ed epoli-tica delle diversità segnare il passo. La società e la scuola inclusive non si otten-gono semplicemente ponendo una pedana davanti a un gradino o attrezzando il bagno a norma. Ciascuno è parte protagonista e responsabile del medesimo ambiente e sta a noi cominciare ad istruirci su ciò che non sappiamo, ad accettare le correzioni sul linguaggio, a conoscere direttamente, e non per sentito dire, le persone con disabilità ed ogni forma di diversità, cioè quella parte del nostro stesso ambiente che troppo spesso è relegata in un angolo.

Sulla base di queste esperienze si è pensato di andare là dove tutto ha inizio, per conoscere e raccontarci agli adulti di domani.

DESTINATARI

Alunni delle scuole elementari, medie e superiori. Classi con bambini e adolescenti con disabilità

METODOLOGIA

A seguito di segnalazione da parte degli insegnanti, ci proponiamo nelle classi come un gruppo composto da persone – disabili e non – per essere noi stessi rappresentazione di ciò che andiamo dicendo ai ragazzi: ognuno di noi è diverso e sono proprio le singole peculiarità che apportano elementi preziosi e garantiscono il completamento del puzzle. I percorsi proposti si articolano in 3 - 5 incontri studiati ad hoc sul singolo gruppo classe in relazione alla disabilità dell’alunno coinvolto negli episodi di bullismo e alla tipologia degli stessi.

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Gli strumenti utilizzati sono i più diversificati e le attività vengono tutte create ex novo di volta in volta dai nostri volontari e collaboratori.

La metodologia adottata sarà multidimensionale e integrata.

In parte si rifarà all’ educazione socio-affettiva: è importante promuovere oltre al sapere anche la dimensione affettiva, emotiva e socio-relazionale degli allievi, attraverso tecniche come il circletime, la peer education e cooperative learning.

In parte si rifarà al modello bio-psico-sociale e alla psicologia culturale: in una prospet-tiva sistemico–relazionale consideriamo ogni individuo come mutuamente influenzato e influenzante del contesto che lo circonda. Di ogni ragazzo viene riconosciuta e rispettata l’appartenenza culturale e sociale, in quanto determina l’identità dell’individuo e contri-buisce al suo modo di presentarsi e vivere le relazioni con i pari. Tale concezione motiva l’importanza di agire non solo sul singolo ma anche su tutte le altre componenti del siste-ma.

Il percorso da svolgere in ogni classe viene studiato ad hoc a seguito di un approfondi-to colloquio con gli insegnanti che richiedono il nostro intervenapprofondi-to. La macro aree entro le quali vengono strutturate le attività sono quelle della disabilità e del bullismo. Entro questa cornice, gli obiettivi che si vogliono raggiungere - nei tempi e nei modi adeguati alle età e alle specifiche situazioni sono: discriminare comportamenti adeguati da quelli inadeguati; riconoscere e discriminare le proprie emozioni; esprimere in modo costrut-tivo i propri stati d’animo; immaginare le conseguenze delle proprie azioni; conoscere e ascoltare se stessi e gli altri; imparare a chiedere aiuto; attivare la funzione protettiva – e non distruttiva - del gruppo sul singolo più fragile (in questo caso, disabile).

OBIETTIVI

· Favorire la conoscenza del concetto di “diversità”

· Incoraggiare il confronto e lo scambio tra i ragazzi offrendo nuovi e diversi spunti di riflessione

· Promuovere l’integrazione favorendo il reciproco rispetto, l’ascolto e la condivisione delle esperienze di vita

· Sensibilizzare i partecipanti rispetto alla disabilità, o in generale alle categorie etichettate come “diverse”.

· Riconoscere e promuovere fattori di protezione del singolo e del gruppo chiamando in causa l’intelligenza emotiva, la capacità di interagire socialmente e gli stereotipi che circo-lano nella società.

FASI E TAPPE

Proponiamo per ogni classe un primo colloquio con il dirigente scolastico e gli insegnanti e 3 incontri con gli allievi.

Il primo sarà dedicato al confronto con gli insegnanti per poter meglio adattare la forma del nostro intervento alle caratteristiche e i bisogni più sentiti dal gruppo classe.

Abbiamo previsto tre fasi dell’intervento:

1) INFORMATIVA/CONOSCITIVA. in cui si utilizzeranno giochi e strumenti audio- vi-sivi attraverso i quali ci presenteremo e daremo spazio ai ragazzi per fare lo stesso.

2) OPERATIVA: dedicata prevalentemente al confronto e alla messa in gioco delle proprie abilità attraverso momenti più giocosi e altri più seri. In un contesto protetto ed educati-vo nel suo significato etimologico di “condurre fuori” - si cercherà di stimolare la libera espressione dei ragazzi, le loro emozioni e i pensieri su tematiche specifiche

3) VALUTATIVA. Il percorso prevede dei momenti di riflessione in itinere e un feedback finale da parte dei ragazzi, sotto forma di tema scritto, per valutare l’efficacia dell’interven-to proposdell’interven-to ed eventuali suggerimenti per migliorarlo.

EQUIPE

Educatori, psicologi e peer educators delle tre organizzazioni coinvolte

COSTI

È richiesto un contributo libero per l’intero percorso da parte di ogni bambino che pren-derà parte al progetto

ADESIONI

I docenti interessati sono pregati di inviare al CE.SE.DI. l’apposita scheda entro il 22 otto-bre 2018

Per ulteriori informazioni sulle associazioni e sull’ iniziativa:

• Associazione Verba: www.associazioneverba.org – verbatorino@gmail.com

• Associazione Volonwrite: www.volonwrite.org - associazionwvolonwrite@gmail.com • Progetto Prisma: www.prismatorino.org - progettoprismatorino@gmail.con

REFERENTE CE.SE.DI.

Emanuela CELEGHIN

Tel. 011.8613691 – fax 011.8614494

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Nel documento PER LA SCUOLA CE.SE.DI. (pagine 126-129)