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OBIETTIVI E METODO DELLA RICERCA

5.4 Metodo della ricerca

Dal momento che non sono stati trovati in letteratura lavori specifici dedicati a questa tematica, la ricerca ha carattere esplorativo. Si tratterà pertanto di realizzare un lavoro che non lascia spazio alla formulazione aprioristica di rigide ipotesi e categorie: è indispensabile mantenere una certa apertura per settori, interrogativi e sviluppi non prevedibili274. Alla luce delle riflessioni metodologiche fin qui effettuate, la metodologia impiegata è stata di tipo qualitativo utilizzando l’intervista come metodo d’indagine. Per l’individuazione dei soggetti per l’intervista, nella fase preliminare è stata somministrata una scheda informativa al campione di riferimento.

Tenendo conto della letteratura specifica e della situazione attuale nel settore di indagine, la ricerca si è sviluppata partendo dalla definizione della popolazione e individuazione del campione; in seguito si è proceduto con l’elaborazione, la somministrazione e la raccolta delle schede informative per poi compiere un’analisi approfondita di tali schede. In base ai risultati di questa analisi, si è proceduto con l’individuazione degli enti per la successiva fase di ricerca; la seconda fase dei lavori ha previsto l’elaborazione della griglia delle interviste; una volta realizzate, le interviste sono state trascritte ed infine analizzate.

5.4.1 Campione

Ogni ricerca sociale ha un campo di riferimento, individuabile anche se si tratta di una ricerca teorica, indiretta o secondaria. Il campo è costituito dalla popolazione, o meglio dall’insieme di casi concreti, su cui si concentra la ricerca per trarre dati o informazioni275. Per poter effettuare un campionamento, è necessario definire la popolazione di interesse, e

      

273 E. Campelli, Metodi qualitativi e teoria sociale, in C. Cipolla e A. De Lillo (a cura di), Il sociologo e le

sirene, Franco Angeli, Milano, 1996, p.25.

274 L’approccio esplorativo permette di giungere alla conoscenza delle diverse realtà senza imbattersi in

categorizzazioni aprioristiche eccessive, A. Portera, Tesori Sommersi, op. cit., p.74.

139 dunque i criteri di inclusione ed esclusione dei casi nella popolazione276. La presente ricerca è stata condotta su una popolazione composta da Comuni capoluogo di provincia. Tale scelta è stata effettuata dal momento che il Comune è il principale ente di riferimento a cui gli stranieri si rivolgono per le pratiche amministrative quotidiane.

Comuni Capoluogo di provincia

Presenza straniere al

31.12.2007

Roma 218.426 Cremona 7.290 Caserta 2.543

Milano 175.997 Reggio Calabria 7.210 Ragusa 2.496

Torino 102.921 Livorno 7.116 Verbania 2.123

Firenze 37.634 Messina 6.991 Aosta 2.089

Genova 37.160 Ferrara 6.938 Belluno 2.065

Bologna 33.602 Pordenone 6.914 Frosinone 2.065

Verona 30.970 Catania 6.686 Teramo 2.022

Brescia 29.139 Asti 6.618 Chieti 2.015

Prato 23.658 La Spezia 6.545 Ascoli Piceno 2.010

Padova 22.000 Pistoia 6.494 Sassari 1.675

Napoli 21.484 Bari 6.172 Agrigento 1.654

Reggio Emilia 21.394 Pesaro 6.160 Catanzaro 1.619

Modena 20.070 Latina 5.521 Rieti 1.579

Venezia 19.933 Lucca 5.481 Cosenza 1.426

Parma 18.146 Pavia 5.008 Matera 1.415

Perugia 16.628 Grosseto 4.527 Crotone 1.380

Palermo 15.880 Mantova 4.524 Sondrio 1.335

Vicenza 14.953 Lecce 4.416 Caltanissetta 1.328

Trieste 14.098 Savona 4.105 Brindisi 1.309

Ravenna 13.420 Lodi 3.984 Trapani 1.058

Bergamo 12.215 Cuneo 3.817 Avellino 1.054

Piacenza 12.162 Vercelli 3.806 Benevento 782

Rimini 11.281 Siracusa 3.723 Vibo Valentia 708

Udine 10.478 Macerata 3.661 Campobasso 700

Bolzano 9.963 Cagliari 3.656 Taranto 695

Forlì 9.627 Pescara 3.492 Potenza 665

Trento 9.362 Lecco 3.366 Nuoro 479

Alessandria 9.133 Siena 3.359 Carbonia-Iglesias 422

Arezzo 8.969 L'Aquila 3.243 Enna 413

Novara 8.874 Olbia-Tempio Pausania 3.208 Isernia 401

Treviso 8.686 Rovigo 3.199 Oristano 364

Ancona 8.245 Imperia 3.163 Tortolì, Lanusei 200

Como 8.168 Massa 3.071 Sanluri, Villacidro 150

Terni 8.165 Biella 3.010

Pisa 7.667 Salerno 2.983

Varese 7.637 Viterbo 2.749 Fig.5.2

Cremona 7.290 Foggia 2.732

Reggio Calabria 7.210 Gorizia 2.610       

140 Per la definizione del campione sono stati considerati i Comuni capoluogo di provincia con una presenza straniera superiore alle 3.000 unità individuati sulla base di dati di tipo quantitativo forniti dall’Istat sulle presenze straniere in Italia al 31 dicembre 2007277 per un totale di 70 enti.

Regione Comuni capoluogo selezionati per il campione numero

Piemonte Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli 7 Lombardia Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia, Varese 10 Veneto Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza 6

Trentino Bolzano, Trento 2

Friuli Venezia Giulia Pordenone,Trieste, Udine 3

Liguria Genova, Imperia, La Spezia, Savona 4

Emilia Romagna Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, 9 Toscana Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena 10

Lazio Latina, Roma 2

Campania Napoli 1

Marche Ancona, Macerata, Pesaro 3

Umbria Perugia, Terni 2

Abruzzo L’Aquila, Pescara 2

Puglia Bari, Lecce 2

Calabria Reggio Calabria 1

Sicilia Catania, Messina, Palermo, Siracusa 4

Sardegna Cagliari, Olbia 2

Totale 70

Fig. 5.3

In base alla collocazione geografica del campione si può osservare che oltre la metà degli enti considerati nell’indagine sono localizzati nell’Italia centro settentrionale, in particolare nelle seguenti Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e Toscana [Fig. 5.4].

      

277 I dati sono stati ricavati effettuando le estrazioni dal database online dell’Istat, disponibile on line

141

Fig.5. 4

Questo dato trova riscontro se si considerano i dati Istat sulle presenze straniere considerati su base regionale [Fig.5.5].

142 5.4.2 Scheda informativa

Al fine di ricostruire un quadro generale della situazione, conoscere i presupposti dai quali partire ed individuare il campione, nella fase preliminare della presente ricerca è stata elaborata una scheda informativa a domande aperte278.

Secondo Bailey279, le domande aperte sono particolarmente utili nelle ricerche preliminari, quando cioè il ricercatore non ha ancora stabilito quali siano le caratteristiche rilevanti del fenomeno e ha bisogno di una descrizione dettagliata di tutte le caratteristiche potenzialmente rilevanti. I vantaggi di questo tipo di scheda sono inoltre particolarmente utili quando non si conoscono a priori le possibili modalità di risposta e quando le modalità di risposta possibili sono troppo numerose per poterle elencare in un questionario a domande chiuse; consentono all’intervistato di rispondere in modo appropriato e dettagliato e di aggiungere tutte le precisazioni e i chiarimenti che desidera; lasciano libero spazio alla creatività e alla espressione autonoma dell’intervistato; le domande aperte sono utilizzate per formulare domande intorno ad argomenti complessi, per le quali una risposta schematica sarebbe limitante, e che richiedono invece risposte più dettagliate e articolate.

Se usiamo domande aperte dobbiamo poter presumere non solo che il soggetto sia sufficientemente motivato a rispondere, ma anche che sia in grado di verbalizzare adeguatamente ciò che pensa, soprattutto se risponde ad un questionario auto compilato. Il formato aperto ha dunque il grande vantaggio di non essere associato ad alcuni effetti distorcenti potenzialmente suscitati dal formato chiuso. L’insieme delle categorie di risposta può infatti da un lato non comprendere la vera opinione del soggetto, dall’altro suggerire all’intervistato opzioni di risposta che egli altrimenti non avrebbe considerato, con la conseguenza che le risposte così raccolte non ne riflettono il reale pensiero o comportamento280.

Le domande della scheda informativa della presente ricerca sono le seguenti:

      

278 V..L. Zammuner, Tecniche dell’intervista e del questionario, op.cit., p.63.

279 Se il soggetto risponde con le proprie parole alla domanda, diciamo che il formato della domanda è aperto,

mentre se sono previste delle categorie o alternative di risposta definite a priori dal ricercatore, entro le quali il soggetto deve scegliere la propria risposta – quali “sì” e “no”, “d’accordo” e “contrario”, “vero” e “falso” – diciamo che il formato della domanda è chiuso. In K. Bailey, Metodi della ricerca sociale, vol.II, op.cit., p.53-54.

143 1. Sono attivi nel vostro ente uno o più uffici che si occupano di Comunicazione Istituzionale, eventi, pubblicità rivolta ai cittadini stranieri? 2. Vi è un centro, un ente o un soggetto (vostro o in convenzione col vostro Comune) che si occupa di attività culturali rivolte ai cittadini stranieri?

3. Esiste un Piano di Comunicazione del vostro ente? Se sì, sono inserite