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IV. MOVIMENTO DEL 20 FEBBRAIO IN FRANCIA: I CASI STUDIO DELLE CITTÀ DI MONTPELLIER, PARIGI E LILLE

IV.1. Metodologia della ricerca empirica

progressivamente cessato l’attività militante in sostegno al M20F per dedicarsi all’impegno nelle strutture parallele (abeyance structures)5 dalle quali riemergeranno quando e se il

movimento marocchino tornerà in fase ascendente.

IV.1. Metodologia della ricerca empirica

La ricerca svolta sul campo si è avvalsa delle tecniche del metodo qualitativo quali l’osservazione partecipante e l’intervista semistrutturata. A Montpellier e, in misura minore a Parigi, ho applicato entrambe le modalità d’indagine, mentre per il comitato di Lille sono state condotte solamente le interviste semistrutturate durante la mia presenza in seno al gruppo. Secondo la teorizzazione di P. Corbetta: «Il ricercatore qualitativo non segue un criterio di rappresentatività statistica ma piuttosto di rappresentatività sostantiva, con l’obiettivo di coprire tutte le situazioni sociali di precipuo interesse della ricerca, piuttosto che di riprodurre in toto le caratteristiche della popolazione»6. L’assenza di un campione

rappresentativo, ovvero che riproduca in piccolo le caratteristiche della popolazione, sembra comunque non compromettere una certa emblematicità della popolazione interessata in quanto composta da un numero ristretto di persone (il nocciolo duro dei militanti di Montpellier è di circa cinque persone, quello di Parigi di una quindicina, e quello di Lille di una mezza dozzina).

Per identificare il campione iniziale di Montpellier ho ritenuto necessario realizzare un questionario aperto ai membri e sostenitori del Comité de soutien au M20F al fine di individuare le persone fra di essi più attive e quelle potenzialmente indicate a collaborare al lavoro di ricerca. Infatti, inizialmente la composizione del Comité de soutien au M20F di Montpellier era difficilmente definibile in quanto il coordinamento funziona attraverso una

mailing‐list. Molte più persone scrivevano al gruppo di quante fisicamente si presentavano

agli eventi, rendendo difficoltosa l’identificazione dei membri più attivi e dei sostenitori saltuari. Attraverso le risposte al questionario (avute da cinque persone)7, ho potuto

confermare l’identità dei membri più attivi. Chi ha risposto, dimostrando un’implicazione sentita, corrisponde al nocciolo duro del comitato di sostegno più presente alle riunioni e con messaggi alla mailing‐list di Google groups. 5 Cfr. FILLIEULE, Olivier, MATHIEU, Lilian, PÉCHU, Cécile, (sous la direction de), op. cit., pp. 17‐23. 6 Cfr. CORBETTA, Piergiorgio, op. cit., p. 75. 7 Vedi allegati Risposta n°1‐2‐3‐4‐5, pp. 432‐436.

Una volta individuati i membri del comitato di Montpellier, il criterio adottato per proseguire la ricerca sul campo è stato quello della “rilevanza”, vale a dire che i casi da indagare sono scelti «non per la loro diffusione nella popolazione, ma per l’interesse che gli [al ricercatore] sembrano esprimere»8. Nel campione di Montpellier è stato dunque incluso Larbi. Sebbene

egli non partecipi più alle iniziative del Comité de soutien au M20F, in quanto “vecchio” militante, possiede una visione a lungo termine dei movimenti sociali sia della città del sud che di quelli marocchini in Francia (quale membro dell’associazione marocchina ATMF) interessante ai fini dello studio. I testimoni più “rilevanti” di Parigi sono stati invece individuati grazie a Lounis, dato che all’epoca della ricerca era dottorando all’università Paris

VIII e dunque in relazione con i membri del M20F della capitale. Una volta ottenuti i due

contatti principali da Lounis, ossia Layla e Mehdi, sul campo ho potuto raccogliere gli altri consensi per continuare con le interviste (sei in totale) partecipando alle riunioni del coordinamento di Parigi. Seguendo la tecnica definita del campionamento “a valanga”9, ho

chiesto di volta in volta ai soggetti incontrati i nominativi di altri militanti del M20F in Francia. Ho potuto in tale modo confermare l’attività del gruppo di Lille così come ottenere i tre nominativi per la conduzione delle interviste semistrutturate. Per lo studio dei casi del sostegno al M20F sviluppatisi in Francia, la tecnica delle interviste semistrutturate si è rivelata particolarmente adatta in quanto ha lasciato una certa libertà sia all’intervistato che all’intervistatore pur tuttavia garantendo la raccolta di tutti i dati ritenuti necessari ai fini della ricerca10. La libertà di espressione accordata al soggetto ha permesso di indagare in profondità le motivazioni che hanno spinto all’impegno militante per il M20F così come il vissuto militante e il progetto migratorio delle persone intervistate. Allo stesso modo la flessibilità concessa dall’intervista semistrutturata mi ha permesso di adattare di volta in volta la discussione a seconda dell’interlocutore e della situazione.

La traccia seguita per la conduzione delle interviste è stata costruita attorno a quattro tematiche principali: il M20F, la politicizzazione e l’attivismo del soggetto, i suoi legami con il Marocco e le eventuali differenze dell’azione militante in Marocco e in Francia. Tali argomenti sono stati affrontati nel corso delle interviste attraverso delle domande dette primarie, che annunciano l’argomento da affrontare nella discussione, e altre secondarie, che mirano invece

8 Cfr. CORBETTA, Piergiorgio, op. cit., p. 76. 9 Ibidem.

ad approfondirlo11. L'intevista è stata impostata come una conversazione informale e, dove la

differenza d'età o la confidenzialità lo hanno permesso, mi sono rivolta alla seconda persona altrimenti mi sono adeguata all'iniziativa dell’intervistato utilizzando la forma di cortesia. Nella tabella sottostante sono riassunti in un ipotetico schema gli interrogativi e i temi affrontati durante le interviste semistrutturate allo scopo di illustrare visualmente la traccia seguita durante la ricerca qualitativa. Tuttavia, nella pratica, alcune delle tematiche indagate sono emerse nella discussione senza che le domande siano state poste nel modo proposto di seguito.

Argomento Domande primarie Domande secondarie

M20F

Come sei venuto/a a conoscenza del M20F? Cosa ti ha spinto a militare per tale causa dalla Francia?

Hai seguito la nascita del M20F? Te lo aspettavi? In che modo segui gli sviluppi? Cosa pensi della situazione attuale del M20F? Cosa pensi dell’eterogeneità del M20F? Come t’immagini l’avvenire della lotta democratica in Marocco? Quali sono le novità del M20F rispetto alle contestazioni passate? In che modo è nato il coordinamento in questa città? Come hai saputo che c’era una manifestazione anche qui? Che rapporti avete con gli altri comitati esteri? Qual è il vostro rapporto con il M20F in Marocco? Qual è il vostro ruolo dalla Francia? Come interagite con le strutture o istituzioni francesi? All’interno del vostro gruppo ci sono persone di età diversa? Tale differenza influenza l’attività militante? In che modo? Ci sono state tensioni dovute a tali differenze?

Politicizzazione e attivismo

Hai già fatto parte di un’organizzazione o di un’associazione? Hai già partecipato a delle manifestazioni prima del M20F?

Hai mai fatto parte di qualche organizzazione politica? In famiglia si parlava di politica? Partecipi alla vita politica marocchina? E in Francia? Fai parte di qualche associazione? Prima del M20F sei già stato impegnato/a altrove? Com’era l'atteggiamento della tua famiglia rispetto all’impegno militante? Lo ha favorito o inibito? In Marocco l’AMDH ha giocato un ruolo importante nel M20F, cosa ne pensi? Fai parte dell’AMDH? Vedi un rapporto tra il M20F e i movimenti sociali passati? Vissuto personale e migratorio legato al Marocco

Per quale motivo hai lasciato il Marocco? Quali sono i tuoi progetti futuri?/Quali erano i tuoi progetti una volta finiti gli studi?

In che modo sei arrivato/a in Francia? Pensi, pensavi di ritornare in Marocco finiti gli studi? Conoscevi già la Francia prima di arrivarci? Da quanto tempo sei in questa città? Perché sei venuto/a in questa città? Che occupazione svolgi qui? Hai altri parenti emigrati? Hai membri della tua famiglia in Marocco? Quante volte torni in Marocco? Segui l’attualità marocchina? Attraverso internet o hai dei contatti regolari con qualcuno? Conoscevi qualcuno quando sei venuto/a in Francia? Conoscevi già gli altri membri del M20F? In

11 Cfr. CORBETTA, Piergiorgio, op. cit., pp. 94‐95. L'autore menziona anche le “domande‐sonda” che piuttosto che essere delle domande vere e proprie sono degli stimoli volti a incoraggiare la persona intervista a proseguire o approfondire quanto detto.

che modo? Hai una rete di conoscenze in Francia? Differenze dell’azione militante in Francia e in Marocco Pensi che in Francia ci sia più margine d’azione in quanto militante? In che modo il contesto europeo influenza l’azione militante?

Ci sono delle differenze tra le modalità d’azione in Francia rispetto al Marocco? Come funziona il vostro gruppo? La comunicazione fra voi avviene attraverso

mailing‐list, social networks, cellulare? Cosa pensavi

della Francia prima di venirci? Come ti senti qui? Senti che in Francia hai più margine di manovra come militante? In Francia senti comunque la presenza del regime marocchino? Nel M20F c’è qualche membro francese di origine marocchina? La cosiddetta “seconda generazione” è sensibile alla vostra causa? Avete fatto qualche azione nelle banlieue? Con quale risultato? Cosa pensi dell’immagine del Marocco in Francia? Pensi che il rapporto passato tra Francia e Marocco abbia delle ripercussioni sul presente? In quanto marocchino/a come ti senti in Francia?

Le domande primarie sono state poste indicativamente nella stessa forma a tutti i soggetti, sebbene in ordine diverso, mentre le domande secondarie hanno di volta in volta variato a seconda della situazione e dell’interazione con la persona intervistata.

L’osservazione paricipante è stata effettuata in diversa misura all’interno dei gruppi militanti di Montpellier e di Parigi. Nella prima città francese, la raccolta dei dati empirici è avventua prendendo parte alle riunioni organizzative, al maggior numero di eventi possibile, agli incontri interni conviviali e alla preparazione di alcune delle azioni sul campo. Nel coordinamento parigino, invece, il coinvolgimento personale è stato più ridotto. Ho infatti partecipato ad alcune delle assemblee settimanali così come ad alcune riunioni organizzative di certi eventi in particolare (che il gruppo chiama riunioni dei “gruppi di lavoro”) senza invece partecipare attivamente all’organizzazione di azioni sul campo o altri eventi militanti. Sebbene esistano delle differenze tra la mia esperienza personale e il percorso delle persone del gruppo nel quale ho tentato di integrarmi, tale “particolarismo culturale” non ha ostacolato la percezione di pratiche e di sistemi di riferimento diversi. Come sostiene l’antropologo C. Geertz: «...resoconti della soggettività di altre persone possono essere costruiti senza ricorrere a pretese di capacità straordinarie di annullare il proprio sé e cose simili. [...] Ma qualsiasi opinione più o meno accurata ci si formi sui propri informatori essa non deriva dall’esperienza di come si è accettati, che fa parte della propria biografia e non della loro. Essa deriva dall’abilità di tradurre i loro modi di espressione [...] che la possibilità di

essere accettati dà la possibilità di analizzare»12. È solamente analizzando i dati empirici nelle conclusioni che tali differenze devono essere prese in conto se non addirittura superate13. IV.2. Le diverse forme del Movimento del 20 febbraio in Francia Sebbene il M20F abbia le caratteristiche di un movimento transnazionale (coordinazione delle azioni militanti, adattamento delle rivendicazioni al contesto locale, mobilitazione attorno a valori universali e attivismo di militanti transnazionali) in Francia, le forme che ha assunto nelle tre città dei casi studiati differiscono per l’idea costitutiva di fondo. Nei dibattiti, fra i militanti che hanno preso parte alle manifestazioni del 20 febbraio 2011 organizzate a Montpellier o, per i militanti di Lille, a Parigi o a Bruxelles, emerge da subito la questione delle modalità di partecipazione al movimento marocchino. Tutti i testimoni ricordano di aver avuto, fin dall’inizio, delle discussioni attorno al fatto di segnare o meno una netta distinzione con il M20F in Marocco. Per esempio Yacine, a Lille, racconta:

«C’era, per l’appunto, il 20 febbraio a Lille, c’era qualcuno che è sceso in piazza, io non c’ero quel giorno, ma c’era qualcuno che è sceso il 20 febbraio qua a Lille. Non molti, ma è stato là che, è stato là che... che è cominciato... “Ah, sei sceso il 20?”, che abbiamo cominciato a riunire tutti quanti, a fare un comitato. Un sacco di dibattiti, un sacco di discussioni su come potevamo lavorare anche noi, cosa possiamo portare alla lotta per il Marocco, qual è il nostro ruolo, anche sul nome c’erano un sacco di... Quali azioni potremmo fare qui? Perché c’è... il consolato del Marocco qui, c’è anche l’ambasciata a Parigi, anche se un po’ lontana. La nostra situazione qui a Lille è un po’ diversa da… Cosa possiamo fare se vogliamo avere un impatto reale, perché il consolato qui è un consolato piccolo, non c’è un gran che. C’è Parigi, c’è Bruxelles...»14. 12 GEERTZ, Clifford, op. cit., p. 90. 13 Vedi le considerazioni sviluppate a proposito dell’“universalismo” e del “relativismo” in KILANI, Mondher, op. cit., p. 305: «Autrement dit, pour être intelligibles, les pratiques et les valeurs des peuples doivent être placées dans leur contexte. Ce n’est là que la manifestation d’une lucidité sociologique, d’un nécessaire réalisme empirique. Le savoir de l’anthropologue ne peut toutefois se suffire de ce seul niveau. Il ne peut se conteter de “valider le fait que des populations différentes agissent différemment”. Il s’agit dans un deuxième temps d’aller au‐delà et d’explique pourquoi elles agissent différemment en rapportant ces différences à une explication générale, par dévoilement des raisons, voire de la raison qui les sous‐tendent». 14 Allegato n° 10, p. 348. Originale in francese: «Il y avait, justement, le 20 février à Lille, il y avait quelques gens qui sont sortis, moi je n'étais pas là ce jour‐là, mais il y avait quelques gens qui sont sortis le 20 février ici à Lille. Pas beaucoup, mais c'est là que, c'est là que... ça a commencé... “Ah, t'es sorti le 20?”, qu'on a commencé à réunir tout le monde, à faire un comité. Pas mal de débat, pas mal de discussions sur comment on pouvait travailler nous aussi, qu'est‐ce qu'on pouvait amener à ce combat pour le Maroc, quel est notre rôle, même sur le nom il y avait beaucoup de... Quelles actions on pourrait faire ici? Parce qu'il y a... le consulat du Maroc ici, il y a l'ambassade aussi à Paris, après c'est un petit peu loin. Notre situation à Lille c’est un peu différente de...

Tali questioni hanno portato, nel mese di aprile 2011, alla formazione di un comitato di sostegno al M20F della regione Nord, il Comité de suivi du M20F du Nord.

Come Yacine e Layla, anche i militanti di Parigi si sono interrogati a proposito dello “statuto” dell’azione militante dalla Francia, Nassim riferisce:

«È stato, per un certo periodo, nel Movimento di qui: seguiamo quello che succede in Marocco? Siamo autonomi nelle nostre decisioni o no? Ed è stato, effettivamente, in relazione al dibattito sul... sul... sul fatto: siamo un movimento? Siamo un comitato di sostegno? Sosteniamo e basta le azioni che sono fatte in Marocco? O visto che siamo un movimento che è autonomo, che può prendere delle iniziative, delle decisioni? E così via»15. L’esito del dibattito nella capitale francese è stato la scelta di mantenere un legame evidente con il M20F che, secondo Mehdi per esempio, andrebbe perso nel caso della formazione di un comitato di sostegno, il quale, a suo avviso, deve essere formato da diverse organizzazioni e non da militanti senza appartenenza politica:

«Ecco, perché effettivamente quando, quando, quando, guardi, in effetti, non siamo un comitato di sostegno. Perché ci cono, ci sono, ci sono dei militanti che non hanno alcuna appartenenza. Quindi, se c’è un comitato di sostegno deve sostenere il Movimento per esempio a Parigi, mentre noi non abbiamo questa... una tappa... siamo un movimento, dopo ci sono diversi, diversi... ruoli, come chiamiamo questo movimento... c’è qualcuno che dice “coordinamento”... un altro che, fra l’altro, difendeva il fatto di lasciare il nome “comitato”, ma insomma, la maggioranza c’eravamo detti: “Mettiamo semplicemente il M20F”, dopo se un’organizzazione vuole creare un comitato di sostegno non abbiamo alcun problema, al contrario...»16. comment on peut faire si on veut avoir un impact réel, parce que le consulat ici c'est un petit consulat, il y a pas grand chose. Il y a Paris, il y a Bruxelles...». 15 Allegato n° 8, p. 321. Originale in francese: «Ça a été, pendant un certain moment, dans le Mouvement ici: est‐ ce qu'on suit se qui se passe au Maroc? Est‐ce qu'on est autonomes dans nos décisions ou pas? Et ça a été, en fait, en relation avec le débat aussi sur le... sur le... sur le fait est‐ce qu'on est un mouvement? Est‐ce qu'on est un comité de soutien? Est‐ce qu'on soutien juste les actions qui sont faite au Maroc? Ou vu qu'on est un mouvement qui est autonome qui peut prendre des initiatives, des décisions? Et tout ça».

16 Allegato n° 6, p. 281. Originale in francese: «Voilà, parce que en fait quand on, on, on, tu regardes, en fait, on n'est pas un comité de soutien. Parce que il y a, il y a, il y a des militants qui n'ont aucune appartenance. Donc, si il y a un comité de soutien il doit soutenir le Mouvement, par exemple, à Paris, alors que nous on n’a pas ce... une étape... on est un mouvement, après il y a eu plusieurs, différents... rôles, comment on va nommer ce mouvement... il y en a qui disent “coordination”... il y en a qui défendait, d'ailleurs, le fait qu'on laisse le nom “comité”, mais bon, la majorité on s'était dit: “On va simplement mettre le M20F”, après si une organisation veut créer un comité de soutien nous on n’a pas de problème, au contraire...».

Allo stesso modo, all’interno del caso studio di Montpellier, Larbi riferisce riguardo alla scelta di creare un comitato di sostegno: «Dopo... […] ci siamo interrogati sul fatto di formare un comitato di sostegno. Eravamo tutti d’accordo su questo, era evidente. Invece, io mi dicevo, avevo un’immagine di ciò che era un comitato di sostegno, perché nei nostri propositi sentivo qualcosa di un po’ vago insomma, del tipo... delle persone che vedevano in nostro gruppetto come una continuazione del M20F in Marocco... no. È stato sempre così: nell’esilio, sono le persone che sono all’interno che decidono delle parole d’ordine, del modo di funzionamento. Noi, o siamo d’accordo con loro e possiamo solamente, di tanto in tanto, fare una manifestazione dove diciamo: “Sì, li sosteniamo” o facciamo un vero comitato di sostegno, ma con una missione che non ha niente a che vedere con la direzione, la definizione, il lancio delle parole d’ordine, non imponiamo loro cosa fare»17.

Nel seguito dell’intervista, Larbi continua l’esposizione della propria immagine di un «vero comitato di sostegno», vale a dire la creazione di un collettivo di giuristi e avvocati che possa dare un aiuto concreto ai prigionieri politici e alle loro famiglie. L’obiettivo principale di un comitato di sostegno, secondo Larbi, militante marxista‐leninista della vecchia guardia, è il supporto giuridico e pratico ai militanti che lottano per la causa del M20F in Marocco, mentre lo scopo secondario è quello dell’informazione e della sensibilizzazione sulla situazione del Marocco.

Sia a Lille che a Montpellier, sebbene i comitati di sostegno abbiano gli elementi distintivi di un movimento transnazionale, i militanti hanno optato per una dissociazione con il movimento marocchino, mentre, a Parigi, dove la componente giovane è più importante (alle riunioni alle quali ho assistito, i militanti di più di quarant’anni erano in netta minoranza), tale assimilazione non sembra essere un problema, anzi il fatto di considerarsi parte integrante del M20F sembra possa lasciare un più ampio margine di manovra.

Sebbene l’assenza di standardizzazione della metodologia scelta per condurre lo studio dei casi sul campo non permetta una generalizzazione dei fenomeni osservati18, sembra che la

variabile dell’età sia in relazione con il fatto di prendere o meno una posizione decisiva

17 Allegato n° 2, p. 210. Originale in francese: «Après... […] on s'est posé la question de former un comité de soutien. On était tous chauds pour ça, c'était évident. Par contre, moi je me disais, j'avais une vision sur ce qui était un comité de soutien, parce que dans nos propos je sentais des choses un peu floues quoi, du genre... des gens qui voient notre petit groupe comme un pendant du M20F au Maroc... non. Ça a toujours été comme ça: dans l'exile, c'est les gens qui sont à l'intérieur qui décident des mots d'ordre, du mode de fonctionnement. Nous, ou