III. TRANSNAZIONALISMO DEI MIGRANTI E DEI FENOMENI ASSOCIATIVI E CONTESTATARI MAROCCHIN
III.4. Transnazionalismo del Movimento del 20 febbraio e dei militanti dei coordinamenti francesi dei casi studio
Parallelamente allo studio del processo di globalizzazione, negli anni ’90, alcuni degli specialisti nelle migrazioni cominciano a riflettere su altre teorizzazioni più adatte al contesto internazionale per i concetti di “immigrante” o “migrante” ritenuti non più sufficienti112. «La
parola immigrante evoca immagini di rottura permanente, dello sradicamento, l’abbandono dei vecchi schemi e il difficoltoso apprendimento di una nuova lingua e cultura. Ora, un nuovo tipo di popolazione migrante sta emergendo, composto da quelle reti, attività e percorsi di vita che includono sia la società d’accoglienza che quella di origine»113. In effetti i due
fenomeni (migrazioni e globalizzazione) sembrerebbero legati, in particolare per quanto riguarda il mantenimento dei contatti con la terra d’origine profondamente modificati dall’uso crescente delle TIC114.
Per quanto riguarda la contestualizzazione della militanza in seno al M20F, volendo prendere in conto il vissuto e il progetto migratorio dei militanti intervistati durante il lavoro sul campo, sia in Francia che in Marocco, il concetto di transnazionalismo dei movimenti sociali e dei “trasmigranti” si è rivelato particolarmente adatto: «Abbiamo definito transnazionalismo il processo attraverso il quale i migranti costruiscono campi sociali che mettono in relazione il paese d’origine con quello di accoglienza. Gli immigranti che costruiscono tali campi sociali sono definiti “transmigranti.” I transmigranti sviluppano e intrattengono relazioni multiple – familiari, economiche, sociali, organizzative, religiose e politiche che attraversano i confini»115.
La definizione “migrante” infatti sembrerebbe inappropriata in quanto alcuni dei militanti del M20F intervistati si sono stabiliti in Francia da diversi decenni (Larbi, Omar, Mohammed, Rachid, Jamil, Mounir) e hanno acquisito addirittura la nazionalità francese (Omar) o la doppia nazionalità (Rachid e Mohammed). Come i loro compagni che si sono poi stabiliti 112 Cfr. GLICK SCHILLER, Nina, BASCH, Linda, SZANTON BLANC, Cristina, op. cit., pp. 1‐24 e VERTOVEC, Steven, Conceiving and researching transnationalism, «Ethnic and racial studies», Vol. 22, n° 2, march 1999, pp. 447‐462. 113 Cfr. GLICK SCHILLER, Nina, BASCH, Linda, SZANTON BLANC, Cristina, op. cit., p. 1. Originale in inglese: «The word immigrant evokes images of permanent rupture, of the uprooted, the abandonment of old patterns and the painful learning of a new language and culture. Now, a new kind of migrating population is emerging, composed of those whose networks, activities and patterns of life encompass both their host and home societies». 114 Cfr. KISSAU, Kathrin, HUNGER, Uwe, The internet as a means of studying transnationalism and diaspora, in BAUBÖCK, Rainer, FAIST, Thomas (eds.), op. cit., p. 246: «Discussion of these concepts [diaspora e transnazionalismo] began (anew) simultaneously with the globalization debate, which suggests the ideas are closely interwined. The globalisation process is driven by, among other things, new information and communicationt technologies (ICT), which indicates that ongoing developments of ICT, globalisation and migrant activities are interwined».
115 GLICK SCHILLER, Nina, BASCH, Linda, SZANTON BLANC, Cristina, op. cit., p. 1. Originale in inglese: «We have defined transnationalism as the processes by which immigrants build social fields that link together their country of origin and their country of settlement. Immigrants who build such social fields are designated “transmigrants.” Transmigrants develop and maintain multiple relations – familial, economic, social, organizational, religious, and political that span borders».
definitivamente, anche i testimoni più giovani dei casi studio sono partiti per la Francia per motivi di studio. La categoria identificata da B. Laffort nel suo lavoro sugli intellettuali marocchini in Francia116, lo “studente‐migrante”, parrebbe dunque più adeguata per
identificare le persone intervistate piuttosto che quella di “migrante” spesso associato al lavoratore migrante anche definito, con connotazione negativa, “immigrato”117. Tuttavia da
tale concettualizzazione sembrerebbe escluso il ruolo di «“passeur” tra società e culture» dello “studente‐migrante” sebbene tale aspetto venga fatto risaltare nella ricerca dell'autore118.
La nozione di “transnazionalismo” concepita da N. Glick Schiller, L. Basch e C. Zanton Blanc e riportata poco sopra si potrebbe dunque applicare ai casi studiati in quanto il campo sociale nel quale i migranti intervistati esercitano il legame fra paese di provenienza e paese di accoglienza sarebbe quello della militanza. Nei casi studio è stato possibile riconoscere lo spazio dei movimenti sociali come campo in cui i migranti attingono, negoziano e ricostruiscono la propria identità e cultura sia per quanto riguarda il M20F che i movimenti associativi nei quali sono parallelamente impegnati (abeyance structures119).
Il transnazionalismo è stato dunque applicato nel presente lavoro al M20F in quanto movimento sociale transnazionale, ai soggetti intervistati come migranti transnazionali (o trasmigranti) e alla militanza delle persone intervistate in quanto attivismo transnazionale.
Per quanto riguarda la prima ipotesi, vale a dire la considerazione del M20F come movimento transnazionale, è stato già stato messo in risalto in ruolo delle TIC e del Web 2.0 come mezzi attraverso i quali il M20F si è costruito fin dall’inizio in uno spazio transnazionale (o sopranazionale) virtuale: Facebook, Mamfakinch, Twitter, blog, YouTube, ecc. Allo stesso modo, è stato già evocato come il giorno 20 febbraio 2011 siano state organizzate, in maniera spontanea e senza coordinazione centrale, diverse manifestazioni di solidarietà con il popolo marocchino in diverse parti del mondo120, in particolare Paesi Bassi, Spagna, Germania, in
116 LAFFORT, Bruno, op. cit., pp. 13‐15.
117 Vedi la ricerca sulla percezione dell’immigrazione e dell’asilo nei media italiani condotta nel 2009 dalla facoltà di scienze della comunicazione dell’università La Sapienza di Roma nella quale emerge una connotazione negativa, statica e riduttiva per un fenomeno al contrario vario e in constante mutazione. http://www.unhcr.it/news/dir/91/view/733/ricerca‐nazionale‐su‐immigrazione‐e‐asilo‐nei‐media‐italiani‐ 73300.html, (consultato il 26 novembre 2013).
118 LAFFORT, Bruno, op. cit., p. 11. Nella prefazione di A. Kadri si legge: «Ces étudiants qui sont devenus pleinement français sans se renier comme marocains, qui se sentent franco‐marocains comme les italo‐ américains peuvent l’être aux États‐Unis, sont – et Bruno Laffort reprend une formule consacrée à ceux qui sont dans l’entre‐deux – les “passeurs” entre sociétés et cultures».
119 Cfr. FILLIEULE, Olivier, MATHIEU, Lilian, PÉCHU, Cécile, (sous la direction de), op. cit., pp. 17‐23 e paragrafo II.2 del presente lavoro, pp. 55‐56.
120 Vedi l’articolo del giornale on‐line Lakome https://fr.lakome.info/archives/politique/42‐actualites‐ politique/634‐les‐20‐febreristes‐de‐la‐diaspora‐sorganisent.html così come gli appelli video del coordinamento italiano di Milano del M20F su YouTube (20febbraioitaly), http://www.youtube.com/watch?v=EvIZTqUsE2Y; il 20 febbraio 2011, in Spagna, furono organizzate delle manifestazioni di sostegno a Barcellona e Madrid, vedi la
Canada (e in particolar modo nella città di Montreal121), Francia e Italia, dato che in questi
paesi la presenza diasporica marocchina è particolarmente significativa122. Tale supporto, in
seguito, si è trasformato nell’espressione transnazionale del M20F dando vita a comitati di sostegno, collettivi o coordinamenti esteri del M20F stesso che persistono nella propria azione militante sia indipendentemente dal M20F presente in Marocco (dato che le attività sono in qualche modo adattate al contesto nazionale) sia congiuntamente ad esso (dando eco a quanto accade all’interno del regno attraverso l’organizzazione di eventi simultanei123).
Gli eventi tunisino ed egiziano hanno ugualmente favorito la dimensione transnazionale del M20F per almeno tre aspetti. In primo luogo, relativamente alla formazione di un sentimento comunitario “arabo” (o perlomeno arabofono) dimostrato nella creazione dei collettivi o intercollettivi di sostegno alle lotte democratiche della regione MENA che hanno preceduto la creazione dei coordinamenti del M20F124. In secondo luogo, rispetto alla mobilitazione
attorno a parole d’ordine universali: libertà, dignità e giustizia sociale, non solo dei collettivi o intercollettivi appena citati, ma dimostrata anche attraverso manifestazioni spontanee di solidarietà125. Infine, rispetto alla mobilità fisica di militanti o specialisti invitati ad intervenire
negli eventi organizzati attorno alle lotte in corso nel “mondo arabo”126.
pagina Facebook del M20F di Barcellona https://www.facebook.com/pages/Movimiento‐20‐Febrero‐en‐ barcelona‐DA7/274877882560334 e il canale YouTube del M20F di Madrid http://www.youtube.com/user/m20fmadrid; vedi il blog del M20F tedesco http://marokkokratie.wordpress.com e i siti internet delle due coordinazioni belga del M20F formatesi in seguito ai dissensi interni http://democratesmarocainsenbelgique.blogspot.fr/ e https://fr‐ fr.facebook.com/pages/Mouvement‐Jeunes‐20‐F%C3%A9vrier‐Belgique‐20‐Februari‐Jeugd‐beweging‐
Belgi%C3%AB/211513062224098, (siti consultati il 25 gennaio 2014).
121 Vedi i video risultanti dalla ricerca “mouvement 20 février montreal” caricati su YouTube da diversi gruppi militanti:
http://www.youtube.com/results?search_query=mouvement%2020%20f%C3%A9vrier%202011%20montreal &sm=3, (consultato il 25 gennaio 2014).
122 Vedi i dati della presenza marocchina all’estero disponibili sul sito del ministero dedicato ai cittadini marocchini residenti all’estero (Ministère Chargé des Marocains Résidants à l’Etranger et des Affaires de la Migration) http://www.marocainsdumonde.gov.ma/le‐minist%C3%A8re/mre‐en‐chiffres.aspx (consultato l’11 novembre 2013).
123 Vedi per esempio la mobilitazione per la liberazione del giornalista del giornale arabofono on‐line Lakome, A. Anouzla, del 28 settembre 2013 organizzata dal comitato per la liberazione di A. Anouzla nel quali si ritrovano anche alcuni militanti fevrieristi di Montreal (https://www.facebook.com/events/483612851746372/, consultato il 28 dicembre 2013) e la conferenza stampa organizzata il 15 ottobre 2013 a Bruxelles dal comitato per la liberazione di A. Anouzla nel quale presenziano ugualmente dei militnati del M20F, http://www.youtube.com/watch?v=HsNFa7ccBJ8, (consultato il 28 dicembre 2013).
124 Vedi paragrafo II.1, pp. 46‐47.
125 Cfr. De Tunis à Tokyo, la solidarité avec le peuple égyptien, 29 janvier 2011, Le Monde. http://www.lemonde.fr/proche‐orient/portfolio/2011/01/29/de‐tunis‐a‐tokyo‐la‐solidarite‐avec‐le‐peuple‐ egyptien_1472663_3218.html, (consultato il 26 novembre 2013).
126 Vedi per esempio gli eventi organizzati dal M20F di Parigi il 22 gennaio 2012 (20 février, un an de lutte:
enjeux et perspectives) a cui ha partecipato A. Assid (intellettuale marocchino) e dal Comité de soutien au M20F di Montpellier il 18 marzo 2013 (Où en est le processus révolutionnaire en Tunisie et au Maroc?) conferenza animata del giornalista militante marocchino O. Radi.
Altro aspetto che porterebbe a considerare il M20F come movimento transnazionale è l’organizzazione che i vari coordinamenti francesi hanno dato ad alcune loro manifestazioni. Come la manifestazione transnazionale del primo maggio è organizzata simultaneamente in diversi stati, così in corrispondenza delle “giornate militanti nazionali” indette in Marocco dallo CNAM20 (Comité National d’Appui au M20F) attorno al 20 di ogni mese127, i
coordinamenti francesi del M20F organizzano in concomitanza, nelle rispettive città, raduni o manifestazioni128 oppure diffondono un comunicato di sostegno all’iniziativa intrapresa in
Marocco. Le due diverse modalità di sostegno messe in atto riflettono il ciclo di mobilitazione129 del M20F stesso: durante la cosiddetta fase ascendente (intensificazione del
conflitto, diffusione geografica e apparizione di azioni spontanee) i coordinamenti francesi organizzano azioni sul campo (manifestazioni o raduni), mentre nella cosiddetta fase discendente (creazione di nuove organizzazioni, “routinizzazione” delle attività e impegno parallelo nelle abeyance structures) il sostegno si manifesta solamente con la diffusione di un comunicato di solidarietà130 inviato alle liste di contatti che tutti e tre i coordinamenti hanno
realizzato con le associazioni francesi o marocchine presenti sul territorio francese.
Per quanto riguarda la seconda ipotesi, piuttosto che parlare di migranti o soggetti multiculturali, è sembrato possibile potersi riferire alle persone dei casi studio come migranti transnazionali o transmigranti. Innanzitutto tale concettualizzazione permetterebbe di affrancare lo studio delle migrazioni dal «nazionalismo metodologico», vale a dire quella tendenza della ricerca a far coincidere stato‐nazione con società131. Accostando il concetto di transnazionalismo alla caratterizzazione dei migranti si trascenderebbe il limite dello stato‐ nazione, pur prendendolo in considerazione (trans‐nazionalismo)132, mentre considerando le 127 Cfr. allegato n° 12, p. 378: «Donc il y a eu au moins une fois par mois, une sortie une fois par mois, c’est le premier dimanche après le 20 de chaque mois, si ça tombe un 20 c’est tant mieux, si ça tombe un 21 un 22 un 23 un 24 ou un 25, c’est pas un problème, donc c’est le premier dimanche après le 20, il y a ce que nous appelons une Journée Militante Nationale. Nous en sommes à la 21ème Journée Militante Nationale, qui aura lieu le dimanche prochain». Vedi ugualmente i comunicati di sostegno alle “giornate militanti nazionali” dell’AMDH di Rabat: http://www.amdh.org.ma/fr/communiques/appel‐succes‐24‐novembre‐13‐f, (consultato il 26 novembre 2013).
128 Cfr. Intervista a Nassim del M20F di Parigi, allegato n° 8, p. 321: «Par souci d'unité en fait on s'attachait toujours à la plate‐forme du départ, et à chaque fois il y a des dérapages ou des gens qui veulent... partir dans un sens ou dans un autre on revient à... aux revendications du départ. Et pour dire un peu le lien avec le Maroc il y a ça et il y a également le fait que quand il y a des manifestations nationales on les faisait ici, c'est ça, c'est ce lien‐là. À chaque fois il y a un appel... le 20 février, le 20 mars, le 20 avril et cetera c'est pareil ici... d'ailleurs un peu partout, à Bruxelles, à Lille plus ou moins et tout ça».
129 Cfr. FILLIEULE, Olivier, MATHIEU, Lilian, PÉCHU, Cécile, (sous la direction de), op. cit., pp. 173‐174. 130 Vedi il comunicato nella cartella stampa del M20F di Parigi, allegato n°19, p. 450.
131 Cfr. GLICK SCHILLER, Nina, A global perspective on transnational migration: Theorising migration without
methodological nationalism, in BAUBÖCK, Rainer, FAIST, Thomas, (eds.), op. cit., p. 110.
132 A questo proposito vedi le considerazioni sviluppate da R. Bauböck sul transnazionalismo da intendersi in quanto varietà specifica di un nazionalismo oltrepassante i confini nazionali o come un nazionalismo i cui riferimenti “identitari” trascendono le frontiere statali. Cfr. BAUBÖCK, Rainer, Cold constellations and hot
persone dei casi studiati come migranti multiculturali, il riferimento alla nazione verrebbe perso. Ciononostante il multiculturalismo resta un aspetto importante riscontrato nelle persone incontrate durante il lavoro sul campo. Samir a Parigi ne è particolarmente consapevole: «Cioè quando ti dico militante berbero non è qualcosa... no, semplicemente difendo la mia identità... allora, io sono berbero, sono marocchino, sono mediterraneo, sono parigino, dato che abito in Francia e sono... non so, il modo in cui mi vesto non è berbero, sei d’accordo? Quello che stiamo bevendo non è berbero, cioè, l’identità è qualcosa che mi... che cambia, che, che... che si muove...»133. Altro aspetto transnazionale riscontrabile nei militanti incontrati è la mobilità geografica che hanno manifestato sia per quanto riguarda il trasferimento in Francia per gli studi, che per la mobilità nel quadro militante: interventi a conferenze, partecipazione a eventi internazionali (per esempio il Forum Mondiale Sociale), animazione di dibattiti o conferenze, ecc. I militanti di Lille data la prossimità di Bruxelles (poco più di cento chilometri) hanno assistito alle prime manifestazioni del 2011 nella città belga134. Allo stesso modo qualcuno dei militanti di
Montpellier ha dimostrato una mobilità abbastanza frequente tra la capitale francese e la città costiera. Lounis, militante di Montpellier che ha partecipato alla creazione della piattaforma on‐line Mamfakinch, ha soggiornato al suo arrivo in Francia a Parigi, in quanto iscritto ad un dottorato all’università Paris VIII. Quando sua moglie Hanane lo ha raggiunto, i due si sono trasferiti nel sud dove quest’ultima ha cominciato ugualmente un dottorato. Lounis che conosceva qualche membro del M20F prima del 20 febbraio attraverso l’AMDH, effettua dunque periodicamente degli spostamenti a Parigi.
Omar R., Amine, Abdellatif e Naïma incontrati a Rabat, hanno dimostrato anch’essi una certa possibilità di spostamento verso l’estero nel quadro nell’attivismo in seno all’AMDH e al M20F. Omar R., per esempio, venuto in Francia per animare delle conferenze nella regione di Lione, essendo conoscente di Lounis a Montpellier, l’ha avvisato al momento dell’ottenimento del visto così che il Comité de soutien au M20F di Montpellier ha organizzato, nell’arco di
identities: Political theory questions about transnationalism and diaspora, in BAUBÖCK, Rainer, FAIST, Thomas, (eds.), op. cit., pp. 309‐313.
133 Allegato n°7, p. 296. Originale in francese: «C'est‐à‐dire moi quand je dis: “militant berbère”, c'est pas quelque chose... non, simplement je défends mon identité... si tu veux, moi je suis berbère, je suis marocain, je suis méditerranéen, je suis parisien, étant donné que j'habite en France et je suis... je ne sais pas moi, la façon dans laquelle je m'habille ce n'est pas berbère, t'es d'accord? Ce qu'on est en train de boire ce n'est pas berbère, fin, l’identité c'est quelque chose qui me... qui change, qui, qui... qui bouge...».
tredici giorni, una conferenza‐dibattito sul tema delle “rivoluzioni” del “mondo arabo”135.
Amine, invece, in qualità di ex‐detenuto politico, militante di Ila‐l‐Amam e vice‐presidente dell’AMDH ha all’attivo diversi viaggi internazionali.
«All’interno della loro rete complessa di relazioni sociali, i transmigranti attingono e creano delle identità fluide e multiple ancorate sia nella società d’origine che in quelle d’accoglienza»136. Diversi esempi di tale «rete complessa di relazioni sociali» sono stati
riscontrati durante la ricerca sul campo. Quasi tutti i membri del comitato di sostegno di Montpellier (Omar, Mohammed, Larbi e Lounis e Hanane) essendo militanti in altre organizzazioni e strutture hanno sviluppato a Montpellier una rete di conoscenze abbastanza vasta. Lounis, al momento del lavoro sul campo dottorando all’università di Parigi, ha ugualmente integrato il Collectif des étudiants étrangers dell’università di Montpellier, così come altri membri del M20F che dopo la fase di ascesa della mobilitazione hanno abbandonando le attività militanti. La sua presenza nel Collectif des étudiants étrangers mette in risalto una sfaccettatura della propria identità (nello specifico marocchina in quanto studente straniero). O ancora Mohammed, fin dal suo arrivo in Francia ha cominciato a militare per delle questioni locali francesi (diritti dei rom, dei sans‐papier, contro lo sfruttamento del gas di scisto…) e, insieme ad Omar, fa parte della sezione di Montpellier del collettivo D’ailleurs nous sommes d’ici che si occupa di sensibilizzare sulle condizioni di vita dei sans‐papier così come a fornire un aiuto diretto ai migranti al momento delle procedure amministrative e burocratiche (per esempio la distribuzione di bevande calde ai migranti in coda diverse ore davanti alla prefettura) e in collaborazione con il quale sono stati organizzati alcuni eventi del M20F di Montpellier137. In questo caso l’identità espressa dai due “vecchi”
militanti (durante la ricerca sul campo Mohammed ha cinquantartré anni e Omar cinquantasette) è quella duplice di migrante regolarizzato (Mohammed ha la doppia nazionalità e Omar ha acquisito la nazionalità francese), assimilato e memore delle difficoltà attraversate che presta sostegno ai migranti che a loro volta si trovano in bisogno138. Le
135 Titolo dell’incontro Où en est le processus révolutionnaire en Tunisie et au Maroc? La conferenza è stata animata da O. Radi e da F. Sellaouti della sezione di Montpellier del partito socialista tunisino Front Populaire. La disponibilità dell’anfiteatro dell’università come luogo dell’evento è stata ottenuta grazie ai contatti di Lounis con il sindacato studentesco Sud Solidaires Etudiant‐es dell’università di Montpellier. https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.623675700980524&type=1. (consultato il 26 novembre.) 136 GLICK SCHILLER, Nina, BASCH, Linda, SZANTON BLANC, Cristina, op. cit., p. 11. Originale in inglese: «Within their complex web of social relations, transmigrants draw upon and create fluid and multiple identities grounded both in their society of origin and in the host societies».
137 Vedi la marcia e il dibattito contro il colonialismo organizzato fra le altre organizzazioni dal collettivo
D’ailleurs nous sommes d’ici e dal Comité de soutien au M20F di Montpellier. http://dailleursnoussommesdici.org/2012/03/montpellier‐collectif‐local‐dailleurs‐nous‐sommes‐dici/,
(consultato il 26 novembre 2013).
138 L’e‐mail che Omar ha inviato il 12 settembre 2011 alla lista google groups del Comité de soutien au M20F a seguito del rifiuto da parte di un altro membro di far parte del collettivo in quanto M20F illustra le motivazioni
conoscenze dei due militanti spaziano ulteriormente da strutture francesi (Omar è militante della formazione politica Front de Gauche e del sindacato CGT) all’ambito dell’attivismo (per esempio le associazioni pro‐Palestina di Montpellier: CCIPP, France‐Palestine Solidarité, e la sezione di Montpellier del partito tunisino Front Populaire). In questo cerchio di conoscenze, l’identità viene negoziata tra quella marocchina (per esempio quando i presenti sono a maggioranza arabofona si esprimono in arabo) e quella francese, in quanto sia Omar che Mohammed conoscono in modo approfondito e sono ben conosciuti nell’ambiente militante locale di Montpellier.
Infine, riguardo al transnazionalismo applicato alla militanza in seno al M20F, il lavoro di S. Tarrow sull’attivismo transnazionale si è rivelato fondamentale139. L’autore ha infatti
teorizzato il ruolo giocato dagli attivisti transnazionali, sottogruppo della categoria che egli chiama “cosmopoliti con radici” (rooted cosmopolitans), all’interno del transnazionalismo dei movimenti sociali. Tale teorizzazione sembrerebbe applicabile alle persone incontrate durante il lavoro sul campo di questa tesi. «Attraverso l’uso di risorse e opportunità sia locali che internazionali, gli attivisti basati localmente – cittadini e altri – si muovono verso l’esterno