Dopo aver presentato le scelte riguardanti le linee guida della traduzione, occorre scendere nello specifico ed indagare gli aspetti che hanno sollevato problematiche o spunti interessanti sia a livello lessicale che grammaticale e culturale.
47 C. Delfrati, R. Ferri, Il libro della teoria, la nuova scuola di teoria e lettura musicale, Edizioni Curci, Milano, 1983 48
101 Organizzazione del testo
Tra i fattori da tener conto nella traduzione di un testo vengono inserite anche tutte le regole estetiche riconosciute o in voga all’interno di una specifica cultura, pertanto nel metatesto si dovrà provvedere non solo ad una coerenza semantica e stilistica ma anche estetica.
Spostando l’attenzione sul libretto tradotto, la prima cosa da chiarire è che rispetto al libretto originale sono state inserite delle sezioni aggiuntive tratte dalla rappresentazione del libretto stesso. Confrontando quest’ultimo con il video dello spettacolo ufficiale del dramma eseguito dalla Lianoning Opera House nel 1996,49 ho notato che la presentazione del preludio e lo sviluppo di alcune scene all’interno dello spettacolo teatrale erano molto più esaustivi rispetto a ciò che si legge nel libretto cartaceo. Di conseguenza ho ritenuto fondamentale inserire all’interno del metatesto questi elementi, al fine di spiegare sin da subito l’ambientazione del dramma, dare al pubblico alcune informazioni importanti per la comprensione della trama ed infine conferire completezza al testo. Nello specifico, durante il prologo ho aggiunto questa sezione:
乾隆三十五年间 公元 1771 年一月五日在伏尔加河下游寄居了一百四十年的土尔扈特蒙古 族部落不堪忍受沙皇的暴虐统治决定举族东归,返回中国故土
Durante il trentacinquesimo anno di regno dell’imperatore Qianlong, il 5 gennaio 1771, il popolo mongolo dei Turgut risiedeva ormai da 140 anni sulla riva meridionale del Volga. Non potendo più sopportare il dominio tirannico della zarina, decisero di intraprendere un viaggio verso est per tornare alla loro terra natale
Alla fine dell’ultimo atto ho posto la seguente descrizione:
乾隆 36 年, 公元 1771 年 7 月, 土尔扈特蒙古族部落历时七个月, 行程万余里, 回到了中国天 山. 自伏尔加河下游启程时, 人口约 17 万, 返回了中国故土的, 仅剩下万余人.
Nel trentaseiesimo anno di regno dell’imperatore Qianlong, nel luglio del 1771, la tribù mongola dei Turgut intraprese un lungo viaggio di ritorno verso Tien Shan, in Cina. Il percorso era lungo più di cinquemila chilometri, durò sette mesi.
49L’opera è stata messa in scena per la prima volta nel gennaio 1996 dalla Liaoning Opera House e sono state eseguite
numerose repliche sia in Cina che ad Hong Kong, Taiwan e Macao. Il video, pubblicato dalla “Peninsula Audio-Visual Publishing House” nel 2004, può essere acquistato nel web; esiste un altro video della rappresentazione consultabile al sito http://v.youku.com/v_show/id_XNDkwMTUwNzI=.html
102
Alla partenza dal fiume Volga, la popolazione contava circa centosettantamila persone; una volta tornati nella terra natale, erano rimasti poco più di diecimila uomini”.
All’interno del layout del testo, queste due sezioni vengono presentate in modo abbastanza indipendente rispetto al corpus dell’opera, in quanto sono pensate per essere proiettate sul palco o recitate da una voce fuoricampo rispettivamente all’inizio e alla fine dello spettacolo.
Partendo dalla pagina iniziale, salta all’occhio come gli spazi del metatesto siano stati ampliati rispetto a quelli del prototesto. Se la composizione spaziale fosse rimasta inalterata, sarebbe risultata troppo compatta, opprimente e poco chiara. Ho pertanto optato per una scomposizione delle scene semplice ed ordinata che rendesse fluida la lettura dell’opera. Al fine di agevolare la comprensione del testo, nella seconda pagina del libretto ho previsto la presenza di un glossario supplementare che fosse di ausilio ad un possibile lettore modello poco pratico delle realtà e dei nomi cinesi; trovo che questo escamotage sia molto utile poiché lo spettatore, leggendolo a inizio rappresentazione, ha la possibilità di farsi subito un’idea degli elementi a lui estranei che appariranno durante lo spettacolo, evitando così di perdere l’attenzione qualora comparissero in scena.
Nella tradizione operistica, non esistono dei criteri editoriali ufficiali per quanto riguarda la stesura dei libretti; facendo un’analisi comparativa con altri testi, si intuisce che ogni autore segua le norme che egli ritiene più pratiche e semplici per gli attori: c’è chi predilige il maiuscolo e chi il maiuscoletto, c’è chi numera i versi, chi li spezza, chi nella riga centra il nome dell’attore e chi lo allinea a sinistra. Personalmente ho cercato di servirmi delle modalità più semplici e maggiormente adottate dagli editori: ho deciso di mantenere in maiuscolo i nomi dei personaggi e di applicare il corsivo alle didascalie di movimento e di scena, poste entrambe sempre tra parentesi. Per quanto riguarda le indicazioni dei versi non musicati, ho dovuto scegliere tra due soluzioni che all’apparenza sembravano ugualmente efficaci: la prima consiste nel porre le virgolette alte all’inizio di ogni verso per indicare che il suddetto non è musicato; la seconda strategia impone l’uso delle formule “parlato” e “cantato” poste tra parentesi all’inizio di ogni battuta. Da un lato trovo che la prima soluzione sia esteticamente meno invasiva della seconda, ma bisogna anche considerare che in alcuni punti vengono riportati tra virgolette i monologhi interiori dei personaggi o alcune loro riflessioni; un esempio a riguardo lo si trova nei ragionamenti di Nuranqoa all’interno del secondo atto:
103 娜仁高娃(唱)我心中有两个声音, 我心中有两个声音. 一个声音在说: 握巴锡是阴险狡诈的小人 而另一个声音却告诉我, 却告诉我, 却告诉我 : 握巴锡说得对, 坚强不屈是我们的天性!
NURANQOA (cantato) Nel mio cor vi sono due voci nel mio cor vi sono due voci.
Una a me sussurra:
“Obasi è un perfido malvagio”,
l'altra voce eppur mi dice, eppur mi dice, eppur mi dice: “Obasi ha ragion, ha ragion,
inflessibile è la nostra natura”
Nella grammatica italiana le virgolette sono necessarie ogniqualvolta si presenti un dialogo diretto, pertanto ho dovuto applicarle ed evitare di ricorrere alla prima soluzione illustrata. Ho considerato la possibilità di segnalare solo le parti cantate, ma ci sarebbe stata una situazione di poca chiarezza nelle sezioni in cui i versi non musicati intervallavano quelli cantati. La soluzione più chiara e semplice (seppur esteticamente più invasiva) è risultata quella che si rifà all’uso esplicito delle formule “parlato” e “cantato”.
Infine, ci sono stati dei casi in cui l’ultimo verso di una strofa veniva ripetuto più di due volte; anche per quanto riguarda il fenomeno della ripetizione, non c’è una formula ufficiale da adottare: alcuni librettisti e gestori di siti contenenti testi musicali preferiscono riportare tutti i versi, altri segnalano che un verso è ripetuto tre volte ponendo di fianco ad esso la formula “x3”, altri ancora riportano la scritta “ripetuto tre volte”. Dopo una lunga riflessione, ho deciso di utilizzare l’ultima modalità; ho quindi riportato nel libretto la formula “ripetuto 3 volte” qualora questo accadesse all’interno dell’opera. Ad indirizzarmi verso questa scelta è stata la constatazione che la prima proposta avrebbe allungato inutilmente il metatesto, creando ripetitività e pesantezza; la seconda trascrizione dal canto suo mi sembrava troppo moderna e quindi dissonante rispetto allo stile dell’opera.
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Identificazione e categorizzazione dei fattori di specificità del prototesto
Qui di seguito verranno esaminate nel dettaglio le problematiche lessicali, culturali e grammaticali riscontrate all’interno del testo.
Fattori linguistici: il livello della parola
I fattori linguistici rivestono un ruolo di grande importanza nel processo traduttivo. Essi si suddividono in categorie diverse che identificano i fattori fonologici, lessicali, sintattici e testuali.