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Capitolo 2: Il caso Mastercard

2.4 Le MIF del circuito Mastercard

2.4.1 Il funzionamento del circuito

Il circuito Mastercard ha adottato il cosiddetto sistema a 4 parti (anche detto circuito non proprietario). Come già spiegato nel dettaglio nel primo capitolo, tale sistema si caratterizza essenzialmente per la separazione tra il soggetto proprietario del marchio (Mastecard) ed i soggetti issuer e acquirer. Il funzionamento del circuito prevede che Mastecard rilasci dei contratti di licenza attraverso i quali i licenziatari del marchio possono emettere carte di pagamento (nel ruolo di issuer) e/o contrattualizzare gli esercenti (nel ruolo di acquirer) con tale circuito.

Inoltre il funzionamento del circuito Mastercard prevede che per ogni transazione conclusa in circolarità (dove per circolarità si intende una diversità tra il soggetto issuer e acquirer) il soggetto acquirer deve corrispondere all’issuer che ha emesso la carta con la quale è stata conclusa la transazione, una commissione interbancaria meglio nota come MIF. La quantificazione e le modalità di applicazione di tali commissioni sono contenute nel regolamento del circuito Mastecard e vengono applicate tramite i contratti di licenza che ogni banca deve necessariamente sottoscrivere e rispettare per poter diventare licenziatari del circuito stesso. Inoltre i soggetti licenziatari sono anche responsabili nei confronti di Mastecard di eventuali trasgressioni delle regole del circuito da parte dei propri affiliati.

Il soggetto che gestisce il circuito

L’attività del soggetto che gestisce il circuito si sostanzia nella definizione delle regole (network

rules) volte a garantire la circolarità del sistema. Infatti, oltre a promuovere la diffusione del

marchio o a dettare le regole tecniche di funzionamento, il circuito stabilisce anche gli oneri di adesione allo stesso (costo della licenza), nonché altre variabili economiche che regolano i rapporti onerosi tra i diversi soggetti aderenti (tra cui la più importante ai nostri fini è la MIF). È importante precisare come quest’ultima commissione era espressamente prevista all’interno delle network rules e definita nel suo ammontare dal circuito stesso.

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I soggetti licenziatari

I servizi offerti dai licenziatari del circuito Mastecard possono essere erogati secondo diversi modelli. Il modello in cui il soggetto licenziatario effettua sia l’attività di issuer (noto anche come modello integrato) che di acquirer è spesso utilizzato dalle banche di grandi dimensioni, mentre le banche di medio/piccole dimensioni si avvalgono della collaborazione di un distributore per l’emissione delle carte alla clientela o la contrattualizzazione degli esercenti. Quest’ultimo caso (noto come modello del mero distributore) può essere attuato sia per scelta strategica ma anche per il mancato raggiungimento di volumi di scala tale da rendere conveniente economicamente l’attiva di issuer e/o acquirer in modo autonomo, preferendo affidare a terzi tale attività. Da notare, come ICBPI, attraverso Key Client e CartaSì, fosse

l’unico operatore a svolgere tale attività per conto terzi. Da precisare, come anche nel modello del mero distributore, sono i licenziatari a detenere il

rapporto contrattuale con i titolari delle carte e/o gli esercenti convenzionati.

2.4.2 La metodologia per la definizione delle MIF nazionali da parte del circuito MasterCard

In base alle regole generali del circuito Mastercard, l’ammontare di MIF applicabile ad ogni transazione con carta di pagamento può essere definita secondo una delle seguenti modalità (AGCM 2010):

1. MIF bilaterali: i soggetti issuer e acquirer stabiliscono tra di loro un livello di MIF da applicare alle transazioni effettuate da i loro clienti.

2. MIF Intracountry: le MIF vengono definite direttamente dal circuito Mastecard, e vengono applicate nel caso in cui non siano previste MIF bilaterali.

3. MIF Cross border: Si applicano anche a livello nazionale, nel caso in cui il circuito non abbia previsto delle MIF nazionali (intracountry).

Nel caso italiano, solo raramente sono state applicate MIF bilaterali, in virtù della quale il circuito ha applicato alle transazioni nazionali un livello di MIF uguali a quelle crossborder, per poi dirottare a favore di MIF nazionali definite però da Mastecard stessa.

43 È importante notare, come Mastecard avesse l’obbligo, nel caso applicasse MIF crossborder a livello domestico, di effettuare delle analisi sui costi derivanti dall’utilizzo delle carte di pagamento, per poi poter definire un livello di MIF nazionale coerente con i costi del sistema. Però Mastecard ha affermato di non avere mai svolto analisi specifiche di costo per l’Italia, e di basare il suo livello di MIF cross-border su un’analisi effettuata nel 2005 relativa ai costi inerenti le carte di credito, basata su un campione di 15 paesi, tra cui era compresa anche l’Italia, ma le cui transazioni pesavano solamente per un 3% del campione. Mentre per quanto riguarda i costi relativi le carte di debito, l’Italia non era neanche stata inserita all’interno del campione. In queste due analisi, il circuito Mastecard ha preso in esame tre differenti voci di costo per quanto riguarda le carte di credito lato issuing (dilazione di pagamento, processing, rischio frodi), mentre per quanto riguarda le carte di debito ha considerato tutti i costi lato issuing. Imputando per quest’ultima tipologia di carta i 2/3 dei costi calcolati alle banche acquirer attraverso le MIF, mentre il restante 1/3 lo ha imputato alla banca issuer. Questa allocazione dei costi derivava da uno studio che la stessa Mastecard aveva effettuato nel 2005 secondo la quale i 2/3 della domanda dei servizi di carte di pagamento sono attribuibili agli esercenti mentre solo 1/3 ai titolari carta.

Anche se è stata la stessa Mastecard ad ammettere di non aver mai effettuato nessun studio di costi per lo specifico caso italiano, le banche destinatarie di tale procedimento hanno confermato di non aver mai collaborato con il circuito Mastecard alla fornitura di dati di costo (per la fornitura del servizio di issuing o acquiring, indispensabili per una corretta quantificazione di MIF a livello nazionale) e di non conoscere nemmeno le modalità di determinazione delle MIF stesse da parte del circuito.

2.4.3 L’evoluzione e le motivazioni delle modifiche alle MIF apportate da MasterCard

Il circuito Mastecard ha applicato fino all’aprile 2007 alle transazioni nazionali il livello di MIF

cross-border14, successivamente il circuito ha introdotto delle MIF specifiche applicabili alle

14 Infatti le MIF Crossborder si assestavano ad un livello maggiore rispetto alle MIF Intracountry; ricordando che

la MIF è un ricavo per le banche issuer, il circuito Mastercard è riuscito applicando le MIF Crossborder anche alle transazioni nazionali ad aumentare la propria quota di mercato, in quanto le banche issuer trovavano più conveniente emettere le carte aderenti al circuito Mastecard.

44 transazioni realizzate in Italia. Ma nonostante avesse previsto finalmente delle MIF nazionali, quest’ultime ammontavano allo stesso identico valore previsto per le MIF cross border,

solamente per le carte di debito Maestro fu previsto un livello di MIF minore. Infatti tale variazione, non derivava da nuove analisi economiche o di mercato, ma solamente

dall’aspettativa negativa che il circuito aveva sul caso comunitario del 2007 (Commissione Europea, 19 dicembre 2007, Mastecard, Comp/36.518), il cui esito negativo avrebbe potuto comportare una forte riduzione del livello di MIF cross border (addirittura fino a 0). Tale evento avrebbe potuto provocare una forte riduzione delle MIF applicate (ricordiamo che in Italia venivano applicate le MIF cross-border) se non fossero state previste delle MIF a livello nazionale. Per questo motivo, il circuito vide bene di inserire delle MIF nazionali per l’Italia, ma di mantenerle uguali al livello precedente di MIF cross-border15.

Per una analisi più quantitativa delle diverse MIF applicate da parte del circuito, possiamo analizzare l’evoluzione del livello di MIF applicate da Mastercard sia alle carte di credito che di debito.

Per quanto riguarda il livello di MIF relative alle carte di credito, possiamo apprezzarle in maggior dettaglio nella Tabella 2, distinte in base alle diverse tipologie di carte (le MIF sono state calcolate come rapporto tra l’ammontare delle MIF pagate per transazioni nazionali e il corrispondente valore delle transazioni in circolarità).

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Consumer Standard 0,96% 0,96% 0,92% 0,87% 0,92% 0,83%

Commercial Corporate 1,62% 1,64% 1,60% 1,48% 1,67% 1,70%

Commercial Business 1,40% 1,39% 1,36% 1,25% 1,36% 1,39%

MIF media nazionale 0,99% 0,99% 0,96% 0,91% 0,98% 0,90

Tabella 2:Evoluzione delle MIF medie nazionali relative alle carte di credito Mastercard in Italia (fonte dati: AGCM)

Inoltre, come è possibile apprezzare sempre nella Tabella 2, la MIF media annua sulle carte

consumer standard è diminuita, mentre abbiamo avuto un aumento del livello di MIF sulle carte

di credito commercial corporate, di contro le commissioni interbancarie inerenti le commercial

business sono rimaste pressoché costanti. Ma come è possibile notare nella Tabella 4, la

15 Tale previsione si è poi realizzata, in quanto la Commissione Europea nel 2007 vietò la MIF transfrontaliera di

Mastercard perché violava la concorrenza ai sensi dell’articolo 101.3 del TFUE, impegnando il circuito ad applicare un livello di MIF fortemente ridotto alle proprie carte di debito (0,2%) e di credito (0,3%).

45 riduzione di MIF sulle carte consumer standard non ha comportato una riduzione del valore assoluto delle commissioni interbancarie pagate dagli acquirer che sono aumentate di circa il 23% annuo tra per il periodo che va dal 2004 al 2009. Stesso risultato si ottiene, se analizziamo l’ammontare assoluto di MIF pagate riguardo a tutte le tipologie di carte di credito, che ha visto quasi una triplicazione dell’ammontare nel periodo di riferimento.

Discorso parzialmente diverso invece, per quanto riguarda le carte di debito (Maestro) emesse dal circuito Mastercard. Analizzando il livello di MIF medie applicate dal circuito sulle carte di debito emesse ne emerge una costante riduzione nel livello di MIF:

2004 2005 2006 2007 2008 2009 MIF media transazioni

nazionali Maestro

0,68% 0,67% 0,63% 0,48% 0,44% 0,43%

Tabella 3: Evoluzione delle MIF medie nazionali relative alle carte di debito Maestro in Italia (fonte dati: AGCM)

Ma anche in questo caso, l’evoluzione dell’ammontare assoluto di MIF pagate dalle banche

acquirer è fortemente aumentato, nonostante il livello di MIF fosse costantemente diminuito

nel corso degli anni (si veda Tabella 4).

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Consumer Standard 100 133 170 205 250 244

Totale carte di credito 100 135 175 217 273 281

Maestro 100 125 150 143 175 208

Tabella 4: Evoluzione dell’ammontare assoluto di MIF pagate dalle banche acquirer (fonte dati: AGCM)

Questi risultati sono una conseguenza del fatto che anche se il livello di MIF applicato alle transazioni era diminuito (come nel caso delle carte di debito Maestro), nello stesso periodo sono aumentate il numero delle transazioni effettuate in circolarità. Quest’ultimo valore è cresciuto negli anni di riferimento ad un tasso medio di circa il 23% per le carte di credito e del 27% per le carte di credito di debito; ed è importante ricordare che proprio su quest’ultimo valore veniva calcolato il valore di MIF medie applicate.

46 Possiamo analizzare il caso delle carte Maestro, più esplicativo a questo fine, visto la riduzione del livello di MIF applicate alle transazioni, ma che ha comportato lo stesso un forte aumento dell’ammontare di MIF pagato da parte delle banche acquirer:

2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2009 Tasso di riduzione MIF 1,49% 6,35% 31,25% 9,10% 2,33% Tasso di crescita transazioni 28% 26,56% 24,69% 35,64 19,70%

Tabella 5: Confronto tra il tasso di riduzione della MIF e il tasso di crescita delle transazioni per le carte Maestro (propria elaborazione)

Infatti, se il tasso di riduzione medio del livello di MIF corrispondeva al 10,10% (anche se tale media non è esaustiva, in quanto è fortemente influenzata dal forte calo avvenuto nel 2007), il tasso di crescita medio delle transazioni è cresciuto del 27%. Nel corso degli anni, il calo del livello di MIF non è riuscito a diminuire l’ammontare di MIF pagate alle banche issuer (che tra l’altro hanno visto quasi triplicare il loro ammontare dal 2004 al 2009) in quanto il numero delle transazioni effettuate con carte di debito Maestro è cresciuto costantemente e in modo sostenuto nel corso degli anni (27%), grazie alla quale le banche issuer sono riuscite a ottenere profitti crescenti nonostante la riduzione della commissione MIF.

Le motivazioni delle modifiche apportare alle MIF da parte di Mastercard

Come già accennato precedentemente, il circuito Mastecard applicava in Italia le MIF cross

border alle transazioni nazionali. Successivamente, dopo il mese di aprile 2007, il circuito,

temendo che la sentenza della Commissione Europea sul caso comunitario potesse incidere sul livello di MIF nazionali se non fossero state esplicitamente distinte da quelle cross border, è intervenuta introducendo per alcuni paesi, incluso il nostro paese, delle specifiche MIF nazionali. Quest’ultime affermazioni sono state precisate direttamente dalla stessa Mastecard, che a proposito ha affermato: “alle transazioni nazionali in Italia, come in altri paesi, si applicavano di default le MIF cross-border essendo, prima della quotazione in borsa, solo il

47 in un solo caso in via eccezionale, quando nel dicembre 2004 il Global Board di Mastercard ha introdotto delle MIF specifiche nazionali nel Regno Unito. Dopo la quotazione in borsa, il management di Mastercard ha esercitato il suo nuovo potere di introdurre MIF nazionali in Italia diverse da quelle cross-border, mantenendole a quest’ultimo livello. Mastercard aveva informato la Commissione Europea di tale nuova MIF aspettandosi un esito negativo sul caso comunitario del dicembre 2007.”16

Infatti come Mastecard aveva perfettamente previsto, dopo la decisione della Commissione Europea del 17 dicembre 2007, le MIF cross border sono state in primo momento azzerate (a partire dal 21 giugno 2008), mentre successivamente (dal luglio 2009) sono state portate a una media ponderata massima dello 0,30% e dello 0,20% rispettivamente per le carte di credito e per le carte di debito. Se consideriamo che le transazioni nazionali sulle transazioni totali in circolarità effettuate in Italia avevano un peso del 80-85% per le carte di credito e del 90-95% per le carte di debito, è immediato constatare come una mancata definizione di MIF nazionali in Italia, dopo la decisione della Commissione Europea, stabilendo un tetto massimo al livello di MIF cross border, avrebbe comportato un forte impatto in termini negativi sulle commissioni assolute incassate dalle banche acquirer.

È importante precisare, come Mastercard applicasse delle MIF superiori di circa 20-30 basis

point rispetto al circuito Visa, con una media del 30%-40% superiore a quella stimata da Visa.

Questo livello di MIF superiore, però non trovava riscontro in nessuna analisi economica di costi inerenti ne nella fase issuing che acquiring, anzi le banche oggetto di tale procedimento, che oltre ad essere licenziatarie di Mastecard erano anche licenziatarie del circuito Visa, hanno affermato che i costi che loro stessi sopportavano nella fase di emissione (issuing) erano gli stessi sia per Mastecard che per Visa ( da precisare che sia Mastecard che Visa operano tramite un sistema a 4 parti).

Anzi, Deutsche Bank si è spinta oltre affermando che: “i costi di emissione carta, fatte salve le

scheme fee dei circuiti, prescindono dal circuito di riferimento, essendo del tutto uguali nel caso

dell’emissione di una carta Mastercard o di emissione di una carta Visa. La differenza tra i circuiti non sono i costi di emissione bensì le MIF applicate dai circuiti stessi agli issuer”17.

16 Cfr. verbale di audizione di Mastecard del 15 aprile 2010, doc. n. 644 17 Cfr. verbale di audizione di Deutsche Bank del 14 aprile 2010, doc. n. 640

48 Quindi tale livello superiore di MIF rispetto al circuito Visa, derivava (secondo l’AGCM) dalla mera condivisione di una commissione comune per le tutte le banche acquirer al fine di ottenere un vantaggio competitivo con Visa.