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Migrantour, intercultural urban routes: storia, attori coinvolti e obiettivi Migrantour nacque nel 2010 a Torino da un gruppo di lavoro creatosi tra le Università d

Partecipazione I poveri devono poter partecipare nel processo decisionale così da poter far sentire la propria voce e indicare le proprie

ETHNIC SLUMMING O TURISMO URBANO INTERCULTURALE?

IV.4. Migrantour, intercultural urban routes: storia, attori coinvolti e obiettivi Migrantour nacque nel 2010 a Torino da un gruppo di lavoro creatosi tra le Università d

Torino e di Genova e il Centro Interculturale della Città di Torino. Al gruppo si unì in seguito anche Viaggi Solidali, un tour operator con una pluriennale esperienza nel campo dei viaggi responsabili. L’idea di base era quella di riunire un gruppo di immigrati di vecchia e nuova generazione risiedenti nel quartiere multietnico di Porta Palazzo e di lanciare, dopo un apposito corso di formazione, una serie di passeggiate urbane inserite in una forma di turismo alternativo e responsabile, “a chilometro zero”. Si trattava quanto mai di una sfida interessante poiché bisognava bilanciare, da un lato, il rischio di folklorizzare le diversità culturali, riducendo la questione migratoria ad un mero prodotto di consumo e rievocando i presupposti che avevano portato allo slumming etnico e agli zoo umani, e, dall’altro lato, le potenzialità di un nuovo tipo di turismo volto a decostruire l’immagine dominate dei quartieri multietnici come zone malfamate e pericolose. In quell’anno, grazie anche alla collaborazione con le ONG Oxfam Italia e ACRA-CSS, venne avviato il primo corso formativo per “accompagnatori interculturali” al quale hanno partecipato 20 immigrati di prima e seconda generazione della città. Il contributo delle due ONG fu fondamentale in quanto ACRA-CSS e Oxfam Italia misero a disposizione dei partecipanti al corso le loro conoscenze e competenze nell’ambito della formazione e dell’integrazione di cittadini stranieri, della coesione sociale e della diffusione di buone pratiche per costruire una cittadinanza globale. Vennero così create le prime due passeggiate urbane nei quartieri di San Salvario e di Porta Palazzo. Le tre organizzazioni, che non a caso sono anche soci di AITR-Associazione Italiana Turismo Responsabile, presentarono in seguito il progetto “MyGrantour: a European network of migrant driven intercultural routes to understand cultural diversity” e ottennero dalla Commissione europea un finanziamento per implementare il progetto non solo in Italia ma anche in altri Paesi dell’Unione Europea. ACRA-CSS, Oxfam e Viaggi Solidali si presero quindi l’incarico di cercare in varie città europee nuovi partner, attivi nel campo della promozione dell’interculturalità, dell’integrazione e del turismo responsabile, che volessero unirsi al progetto. Grazie all’impegno delle tre organizzazioni e grazie al successo e all’interesse suscitato dagli itinerari urbani, si riuscì a dar vita ad una rete europea che oggi si compone di nove grandi città: Torino, Milano, Genova, Firenze, Roma, Marsiglia, Parigi, Valencia e Lisbona.

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Il progetto europeo, della durata di 18 mesi, permise di formare 180 accompagnatori interculturali, mentre 900 studenti e circa 2.700 cittadini e turisti poterono partecipare in modo gratuito agli itinerari. Tuttavia, con la fine del progetto e del finanziamento, la rete Migrantour dovette fare i conti con il problema della sostenibilità economica. Senza finanziamenti europei, le varie organizzazioni dovettero sviluppare strategie che garantissero la sopravvivenza ma anche l’implementazione continua dell’iniziativa. Attualmente a Torino il progetto è gestito da Viaggi Solidali, a Milano e Genova da ACRA-CCS, a Roma e Firenze da Oxfam Italia. In Francia le organizzazioni coinvolte sono Marco Polo Échanger Autrement a Marsiglia e il tour-operator Baština Voyages a Parigi, mentre in Spagna a Valencia è attiva l’associazione Perifèries del Mon. A Lisbona Migrantour è gestito dall’associazione Renovar a Mouraria e dall’ONG Instituto Marquês de Valle Flôr (IMVF). Infine, Migrantour ha trovato un importante partner in EARTH, European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, a Bruxelles, in Belgio. Ogni città della rete Migrantour vive in un contesto migratorio passato e presente diverso e complesso. In città come Genova e Firenze le migrazioni hanno un rapporto secolare con la storia dei viaggi, e delle esplorazioni. In altre città, come per esempio a Lisbona e a Marsiglia, i flussi migratori sono visti come la conseguenza di una complessa esperienza coloniale e post-coloniale. Infine, città come Parigi, Bruxelles e Valencia vivono a proprio modo le problematiche delle migrazioni e dell’incontro tra comunità straniere tipiche del mondo contemporaneo, le prime due a causa del terrorismo che ha colpito proprio nei mesi di sviluppo del progetto, l’ultima per il crescente numero di popolazione immigrata a seguito della crisi economica e finanziaria. Si capisce dunque che, per le persone, l’essere straniero ha effetti diversi a seconda del luogo in cui vivono. Ne consegue che il dialogo interculturale che Migrantour cerca di instaurare deve svilupparsi tenendo in considerazione i vari presupposti politici, sociali e culturali, e deve avvenire attraverso tecniche, approcci e metodologie differente per ogni contesto.

Gli obiettivi della rete Migrantour, oggi come in passato, sono molteplici. Riconoscendo la mancanza di informazioni corrette e veritiere circa il fenomeno migratorio, Migrantour vuole decostruire alcuni stereotipi generali relativi alle migrazioni, lavorando sulle nuove generazioni in collaborazione con le scuole e i gruppi giovanili. In secondo luogo, si propone di eliminare l’idea secondo la quale le migrazioni sono un fenomeno eccezionale dell’epoca in cui viviamo e, al contrario, vuole far capire che si tratta di un fenomeno

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comune nella storia dell’umanità, che è sempre esistito e che sempre esisterà. Infine, Migrantour si impegna a diffondere la consapevolezza che i flussi migratori non sono una minaccia per le comunità che li accolgono ma possono rivelarsi una grande risorsa e opportunità di scambio, di incontro e di conoscenza tra culture. Tutto questo, al fine di rafforzare la coesione e l’integrazione sociale delle comunità straniere delle città coinvolte e favorire la comprensione ed il rispetto reciproco tra immigrati e residenti, oltre che a dare la possibilità agli accompagnatori interculturali di ottenere un reddito aggiuntivo.

Il progetto Migrantour è riuscito negli anni ad ottenere un significativo successo. Dal 2010 al 2019 la rete è riuscita ad ottenere circa un milione e mezzo di euro in finanziamenti che ne hanno garantito e supportato le attività, dai corsi di formazione per accompagnatori interculturali alle passeggiate gratuite offerte a studenti e alla cittadinanza. Sono stati coinvolti circa 600 immigrati e raggiunte più di 30.000 persone in tutti i Paesi coinvolti nella rete. Attualmente, sono circa 150 i collaboratori e i formatori che collaborano nel progetto e circa 200 sono le persone coinvolte nel ruolo di accompagnatore interculturale.