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I modelli culturali

Nel documento (Settore scientifico-disciplinare: SPS/10) (pagine 171-175)

relazione: il caso Mazara del Vallo

IV.9 I modelli culturali

IV.9.1 La religiosità degli stranieri: la dimensione esteriore dell’interiorità

Come ricordato nei paragrafi precedenti [cfr.§ IV.6.2] le domande del questionario che indagavano la dimensione religiosa degli intervistati inerivano una componente molto importante non soltanto ai fini della nostra ricerca ma per comprendere un fenomeno che ormai coinvolge direttamente l’intero panorama culturale a livello globale. L’appartenenza religiosa degli stranieri per quanto assodato nella letteratura specifica sul tema «secondo la metodologia di stima del

Dossier Caritas/Migrantes, su una presenza regolare straniera, stimata pari a

3.690.000 persone, i cristiani restano quasi la metà e i musulmani ammontano a circa un terzo, mentre le grandi religioni orientali coprono quasi il 5%. Gli altri gruppi religiosi e i non credenti superano un decimo del totale» [Caritas Migrantes 2007]. Oltre a questa evidenza quantitativa che conferma peraltro come le migrazioni interagiscano tanto a livello ecologico quanto a livello culturale la disamina dettagliata delle informazioni relative alla religiosità del nostro campione saranno riportate tenendo conto di quanto precedentemente indicato nell’analisi monovariata.

Come ricordato, il 57,5% degli intervistati dichiara di essere membro praticante di una comunità religiosa (65/113) anche se associando ciò ad una frequenza relativamente bassa (tab. 15) della partecipazione a momenti di preghiera comune o manifestazioni religiose (il 38,9% del campione dichiara infatti di non partecipare mai ad alcun momento di preghiera o manifestazione).

Tab. 16 – Frequenza partecipazione a momenti di preghiera o manifestazioni religiose

Frequency Percent Valid Percent

Cumulative Percent Valid Ogni settimana 17 15,0 15,3 15,3

Una volta al mese 5 4,4 4,5 19,8 Quasi ogni settimana 12 10,6 10,8 30,6 Poche volte l'anno 33 29,2 29,7 60,4 Mai 44 38,9 39,6 100,0 Total 111 98,2 100,0

Missing N.R. 2 1,8

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Domanda: «Non considerando i matrimoni ed i funerali, partecipa spesso a momenti di preghiera o manifestazioni religiose?»

L’omogeneità religiosa degli intervistati (praticamente tutti di fede musulmana) ha influito probabilmente sulla modalità di risposta alla domanda sulla fiducia nei confronti delle persone che frequentano il luogo di preghiera. In questo caso le due categorie positive registrano una decisa prevalenza assestandosi rispettivamente al 37,17% e 38,05%. I livelli di fiducia più bassi hanno evidenziato una quota pari al 22,12% per coloro che si fidano solo un po’ e soltanto il 2,65% degli intervistati non si fida. Inoltre il dato sulla religiosità del nostro campione (pur vivendo magari nel privato un’assiduità rituale notevole) interagisce direttamente con il rapporto che il soggetto instaura rispetto alla rappresentazione tipica dell’uomo “retto e giusto” identificato da coloro che frequentano – e rappresentano a livello simbolico – la dimensione religiosa. Questa affermazione è corroborata dal fatto che le categorie di risposta “mi fido molto” e “mi fido abbastanza” dell’item 2C (scala Likert su fiducia verso persone nel luogo di preghiera) sono sempre quelle di maggior concentrazione qualunque sia la variabile incrociata.

Tab.17 - Paese di provenienza per fiducia verso le persone nel luogo di preghiera (% su totale)

Le persone nel luogo di preghiera

Total Mi fido molto Mi fido abbastanz a Mi fido solo un Non mi fido Paese di provenienza (REC) Est Europa 17,6% 70,6% 11,8% 100,0% Marocco 62,5% 25,0% 12,5% 100,0% Tunisia 38,6% 33,0% 25,0% 3,4% 100,0% Total 37,2% 38,1% 22,1% 2,7% 100,0%

In particolare considerando la variabile paese di provenienza del rispondente (tab.17 e graf. 15) si nota come mentre i tunisini si distribuiscano in maniera progressivamente crescente verso la più completa fiducia che si attesta al 38,6% dei rispondenti. Una distribuzione maggiormente sbilanciata ma orientata allo stesso modo è quella dei marocchini che insieme agli est-europei non hanno risposto in nessun caso “non mi fido”; la distribuzione degli est europei appare

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però contraddistinta dalla concentrazione prevalente intorno alla categoria “mi fido abbastanza” (70,6%).

Graf.15 - Paese di provenienza per fiducia verso le persone nel luogo di preghiera (% su totale)

Il dato concernente la centralità dei valori religiosi nella vita quotidiana appare anche confermato da altri due elementi: il rapporto con il sostegno diretto alle attività religiose e la beneficienza non religiosa. Per quel che riguarda il primo punto – con rispettivamente l’86,7% di affermazioni positive68 – si chiarisce quanto evidenziato in precedenza a proposito dal valore simbolico di giustezza che contraddistingue la sfera religiosa ed i corrispondenti, anche se non troppo frequenti, precetti comportamentali a cui ogni buon musulmano deve sottostare. A proposito invece del secondo punto il 65,5% dei rispondenti del campione ha indicato di sostenere economicamente i membri della propria comunità che si trovano in difficoltà. In questo dato si scorgono però degli elementi problematici

68

I dati sono stati precedentemente riportati nell’analisi monovariata [cfr § 4.6.2].

Tunisia Marocco

Est Europa

Paese di provenienza (REC)

40 30 20 10 0 Count Non mi fido Mi fido solo un pò Mi fido abbastanza Mi fido molto Le persone nel luogo di preghiera

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di cui si discuteva altrove. Infatti pur se il dato esprime da un punto di vista meramente quantitativo una predisposizione del soggetto a contribuire economicamente al bene della comunità confrontando questo con la personale esperienza di somministrazione e con i commenti a latere delle interviste face to

face si percepiva che il fare beneficenza non religiosa fosse peculiarmente esperito

rispetto agli stessi appartenenti alla comunità straniera che, in questo senso, rappresentava l’intero orizzonte interazionale del soggetto intervistato.

IV.9.2 L’altro mi guarda e mi riguarda: il consenso verso l’altro generalizzato

Come si ricordava nella sezione dedicata all’analisi monovariata, la disamina dei vettori di frequenza relativi ai gradienti di fiducia rispetto ai diversi gruppi etnici passa attraverso una lettura dei fattori culturali. La comprensione di questi ultimi che fanno da catalizzatore interazionale garantisce una chiave di lettura efficace al fine di trarre qualche considerazione ulteriore. Rispetto al primo gruppo, infatti, identificato dalla comunità italiana69 si osservava una distribuzione delle frequenze percentuali che assegna alle categorie centrali – “mi fido abbastanza” (35,4%) e “mi fido solo un pò” (34,51%) – la maggior concentrazione dei rispondenti; coloro che si fidano molto degli appartenenti alla comunità ospitante superano di poco la percentuale di coloro che non si fidano per nulla (16,81% contro 13,27). Risultati decisamente diversi si ottengono osservando i livelli di fiducia in relazione agli est-europei e agli asiatici che detengono la maggior concentrazione assoluta di preferenze dichiaratamente negative rispetto alla fiducia (42,48%). Per queste due etnie, infatti, il numero dei soggetti che hanno scelto l’opzione “mi fido molto” oscilla fra il 5,31% verso gli asiatici e quasi l’8% degli Est-europei. Questo dato se letto contemporaneamente ai risultati ottenuti dai colloqui con i testimoni qualificati mostra una profonda diversità di approccio nei confronti della componente asiatica (ed in particolare quella cinese)

69 In questo caso gli intervistati facevano automaticamente corrispondere il livello di fiducia verso gli italiani con quella relativa agli italiani che conoscevano direttamente. In questo modo si è fugata la trappola della “normatività” della risposta. Lo stesso ragionamento può essere esteso anche agli altri gruppi etnici inseriti di seguito.[Delli Zotti 2000].

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evidenziando un atteggiamento “favorevole” dei mazaresi nei confronti di questi ultimi laddove tutte le etnie di immigrati ammettono diffidenza nei loro confronti. Le etnie maghrebina e tunisina mostrano invece distribuzioni completamente differenti: per la prima prevale infatti una certa tendenza alle categorie negative 32,74% e 26,55% rispettivamente “mi fido solo un po’ e “ non mi fido” mentre la distribuzione del livello di fiducia per i tunisini evidenzia la maggior concentrazione percentuale delle preferenze intorno alle categorie “mi fido abbastanza” (34,51%) e “mi fido solo un po’” (38,94%) anche se la quota percentuale di coloro che non si fidano ha la minor concentrazione assoluta (7,08%).

Poste queste premesse in base ai dati ottenuti rispetto all’analisi campionaria si può concludere che, non senza qualche livello di approssimazione, l’atteggiamento verso l’altro sia mediato dalla componente etnica e dalle pregiudiziali stereotipiche ed esse collegate. L’altro generalizzato non sembra essere una dimensione che incide sensibilmente sulla quotidianità e sulla struttura delle relazioni che ancora una volta sono contraddistinte da una generale chiusura e “cultura del sospetto”.

Nel documento (Settore scientifico-disciplinare: SPS/10) (pagine 171-175)