relazione: il caso Mazara del Vallo
IV.8 Le relazioni di tipo civile e professionale .1 La fiducia nella vita quotidiana
La prima delle dimensioni su si è concentrata l’attenzione durante la fase di analisi del rilevamento svolto è stata l’approfondimento interpretativo delle dinamiche fiduciarie nella vita quotidiana.
Come si osserva infatti dalla tabella seguente (tab. 1)66 che mette in relazione il livello di fiducia generalizzata nella vita quotidiana con il sesso dei rispondenti il campione ha evidenziato una generale “prudenza”, peraltro confermando quanto osservato nell’analisi monovariata, circa la considerazione critica della propria personale esprienza di conoscenze e relazioni. Osservando infatti la stratificazione per sesso si è notato come gli uomini abbiano relativamente maggiore fiducia generalizzata rispetto alle donne che hanno invece evidenziato una tendenziale maggiore prudenza rispetto alla controparte rappresentata dalla quota proporzionale del 37,1% per la categoria “bisogna fare attenzione”. In parziale controtendeza rispetto a quanto detto si riscontra infatti come la quota di coloro che invece ritengono che generalmente ci si possa fidare degli altri è maggiore fra le donne che non fra gli uomini (20% contro 15,9%).
Tab. 1 - Sesso per opinione generalizzata fiducia
Generalmente, come vede gli altri?
Total Ci si può fidare degli altri Dipende Bisogna fare attenzione Non so Sesso Maschio 15,9% 53,6% 27,5% 2,9% 100,0% Femmina 20,0% 28,6% 37,1% 14,3% 100,0% Total 17,3% 45,2% 30,8% 6,7% 100,0%
Le riflessioni riportate in precedenza sono rilevabili anche dalla disamina delle frequenze incrociate fra paese di provenienza e gradi di fiducia generalizzata. Infatti sia fra i tunisini che fra i marocchini e gli est europei l’opzione di risposta
66 La numerazione delle tabelle e dei grafici dei paragrafi a venire è ripartita dal numero 1 per consentire una più rapida individuazione dei riferimenti.
Inoltre per comodità e sinteticità dei prospetti tabulari presentati si rimanda all’allegato relativo ai singoli output per la presentazione delle tabelle in forma completa (che presentano cioè le frequenze relative ed i rispettivi totali di riga e di colonna).
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prevalente é costituita dalla categoria “dipende” (62,5% marocchini; 44,3% tunisini; 41,2% gli est europei).
Tab.2 - Paese di provenienza per Generalmente, come vede gli altri?
Generalmente, come vede gli altri?
Total Ci si può
fidare
degli altri Dipende
Bisogna fare attenzione Non so Paese di provenienza (REC) Est Europa 17,6% 41,2% 35,3% 5,9% 100,0% Marocco 25,0% 62,5% 12,5% 100,0% Tunisia 16,5% 44,3% 31,6% 7,6% 100,0% Total 17,3% 45,2% 30,8% 6,7% 100,0%
Per quel che concerne invece il profilo professionale (tab.3) i maggiori livelli di fiducia generalizzata si riscontrano in corrispondenza della categoria delle casalinghe (31,3%) che però, contemporaneamente, mostrano uno dei maggiori livelli di diffidenza generalizzata (“bisogna fare attenzione” 37,5% anche se a notevole distanza percentuale dalla categoria dei lavoratori autonomi ed i liberi professionisti con il 60% dei rispondenti nella stessa categoria). I livelli più bassi relativi ad elevati gradi di fiducia generalizzata si sono riscontrati in corrispondenza degli studenti (5,3% “mi fido molto”) e dei marinai (16,1%) che quindi, rispetto al campione, vivono una situazione di generale diffidenza nei confronti dell’altro. (tab.3)
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Tab.3 Professione per Generalmente, ci si può fidare degli gli altri? (% su totale)
Generalmente, ci si può fidare degli altri?
Total Ci si può
fidare
degli altri Dipende
Bisogna fare attenzione Non so Professione EGO Marinaio 16,1% 51,6% 29,0% 3,2% 100,0% Commerciante 29,4% 52,9% 11,8% 5,9% 100,0% Operaio 20,0% 60,0% 20,0% 100,0% Lav Aut, Lib
Prof 20,0% 20,0% 60,0% 100,0% Casalinga 31,3% 12,5% 37,5% 18,8% 100,0% Studente 5,3% 52,6% 31,6% 10,5% 100,0% Disocc 62,5% 37,5% 100,0% Altro (agr,imp) 33,3% 66,7% 100,0% Total 17,3% 45,2% 30,8% 6,7% 100,0%
Per quanto riguarda infine una lettura “generazionale” di questa variabile (tab.4) appare utile evidenziare come rispetto alle tre fasce d’età in cui si è ri-categorizzato il campione i maggiori gradienti di prudenza nei confronti dell’altro si riscontrino in corrispondenza degli ultra-quarantacinquenni (45% “bisogna fare attenzione”) mentre i livelli relativi maggiori di fiducia generalizzata si riscontrano rispetto alla coorte “25-44 anni”(17,1%). Purtuttavia l’opzione di risposta maggiormente scelta risulta ancora “dipende”.
Tab.4 - Classi d'età intervistato (in 3 coorti) per Generalmente, ci si può fidare degli altri? (% su totale)
Generalmente, come vede gli altri?
Total Ci si può
fidare
degli altri Dipende
Bisogna fare attenzione Non so Classi d'età intervistato 3 coorti Fino a 24 anni 16,3% 46,5% 30,2% 7,0% 100,0% 25-44 anni 17,1% 51,2% 24,4% 7,3% 100,0% Da 45 anni in su 20,0% 30,0% 45,0% 5,0% 100,0% Total 17,3% 45,2% 30,8% 6,7% 100,0%
Considerando invece il primo fra gli indici calcolati (fiducia nei confronti dei vicini di casa e dei compagni di lavoro) la distribuzione percentuale dei rispondenti maschi (tab.5) evidenzia una generale equidistribuzione delle frequenze percentuali osservate fra i maschi mentre le femmine del campione si
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distribuiscono prevalentemente intorno alla categoria “mi fido abbastanza” (32,4%).
Tab. 6 - Sesso per Fiducia verso vicini di casa/compagni di lavoro (% su totale)
Fiducia verso vicini di casa/compagni di lavoro
Total Mi fido molto Mi fido abbastanza Mi fido solo un pò Non mi fido Sesso Maschio 28,6% 29,9% 22,1% 19,5% 100,0% Femmina 23,5% 32,4% 14,7% 29,4% 100,0% Total 27,0% 30,6% 19,8% 22,5% 100,0%
Una distribuzione delle frequenze radicalmente differente rispetto allo stesso indice è invece mostrata dalla tabella di contingenza che incrocia Paese di provenienza e la fiducia verso i vicini di casa e compagni di lavoro (tab.7). In questo caso infatti, come chiaramente riscontrabile dalla disamina del seguente prospetto tabulare, i marocchini mostrano il maggior livello di fiducia verso i propri vicini di casa ed i compagni di lavoro (75% “mi fido molto”) mentre il livello di fiducia più basso si osserva da parte degli est-europei (41,2% “non mi fido”). Inoltre, per quel che riguarda la componente tunisina, la quota percentuale di chi si fida abbastanza, con il 38,4%, concentra la maggior quota percentuale rispetto ai rispondenti.
Tab. 7 - Paese di provenienza per Fiducia verso vicini di casa/compagni di lavoro (% su totale)
Fiducia verso vicini di casa/compagni di lavoro
Total Mi fido molto Mi fido abbastanz a Mi fido solo un pò Non mi fido Paese di provenienza Est Europa 17,6% 5,9% 35,3% 41,2% 100,0% Marocco 75,0% 12,5% 12,5% 100,0% Tunisia 24,4% 38,4% 17,4% 19,8% 100,0% Total 27,0% 30,6% 19,8% 22,5% 100,0%
Rispetto allo status lavorativo (tab.8) i gradienti maggiori di fiducia verso il vicinato e le categorie professionali si riscontrano fra i commercianti (44,4%) e le casalinghe (56,3%) seguite nella categoria “mi fido abbastanza” dai lavoratori
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autonomi e dai liberi professionisti (60%). Sul versante opposto si segnalano invece, come categorie professionali meno inclini a fidarsi dei propri omologhi ed i vicini di casa, gli operai (60% “mi fido solo un pò” e 40% “non mi fido”) ed i disoccupati (55,6%“mi fido solo un pò”). Inoltre, altro elemento degno di nota è costituito dagli studenti rispetto alla categoria “non mi fido” che con il 33,3% evidenziano quanto precedentemente ricordato a proposito del difficile cammino di inserimento nel percorso formativo e di interazione con il vicinato per i più giovani. In questa direzione può risultare utile ricordare come, specie fra gli studenti, si sia riscontrato un generale disappunto per il “controllo sociale” esercitato dal vicinato sulla loro vita quotidiana. Molti di questi infatti, rispetto a questo tema, dichiaravano subitamente durante la somministrazione del questionario la volontà di volersi “emancipare” rispetto ad un contesto che, a parer loro, appariva troppo oppressivo rispetto alla propria condotta di vita.
Tab.8 - Professione per Fiducia verso amici/colleghi (% su totale)
Fiducia verso vicini di casa/compagni di lavoro
Total Mi fido molto Mi fido abbastanza Mi fido solo un pò Non mi fido Professione EGO Marinaio 23,5% 38,2% 20,6% 17,6% 100,0% Commerciante 44,4% 22,2% 5,6% 27,8% 100,0% Operaio 60,0% 40,0% 100,0% Lav Aut, Lib
Prof 20,0% 60,0% 20,0% 100,0% Casalinga 56,3% 12,5% 12,5% 18,8% 100,0% Studente 14,3% 38,1% 14,3% 33,3% 100,0% Disocc 11,1% 22,2% 55,6% 11,1% 100,0% Altro (agr,imp) 66,7% 33,3% 100,0% Total 27,0% 30,6% 19,8% 22,5% 100,0%
Il primo elemento che colpisce rispetto all’indice di fiducia verso le istituzioni è che la categoria “mi fido molto” ha frequenza pari a zero. Questa riflessione evidenzia dunque un generale clima di sfiducia diffusa nei confronti delle istituzioni che, a parere dei rispondenti, non meritano neppure in una quota percentuale minimale la fiducia incondizionata. Da questo primo e parziale aspetto formale, comunque significativo di un rapporto certamente non facile fra la componente istituzionale e la popolazione straniera del campione, si
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riscontrano, nell’analisi dettagliata delle tavole di contingenza rispetto ai dati socioanagrafici delle ricorrenze sicuramente interessanti per comprendere la natura, la forma e le frizioni esistenti nel campione.
Se si considera infatti la stratificazione che l’indice assume rispetto al sesso dei rispondenti (tab.9) si segnala come, in percentuale, il maggior livello di fiducia nelle istituzioni sia riconducibile alla componente femminile (26,5%) mentre gli uomini (17,1%) appaiono più cauti in questa direzione concentrandosi (50%) sulla categoria “mi fido solo un pò” mentre la quota dei maschi che non si fidano si attesta al 32,9% contro il 38,2% delle donne la cui distribuzione non appare caratterizzata da discontinuità percentuali evidenti per quanto asimmetrica rispetto alle categorie negative.
Tab. 9 - Sesso per Fiducia verso le istituzioni (% su totale)
Fiducia verso le istituzioni
Total Mi fido abbastanza Mi fido solo un pò Non mi fido Sesso Maschio 17,1% 50,0% 32,9% 100,0% Femmina 26,5% 35,3% 38,2% 100,0% Total 20,0% 45,5% 34,5% 100,0%
Le cose non cambiano di molto se invece consideriamo lo stesso indice posto in relazione con lo stato civile dei rispondenti e con la condizione di convivenza. Come si nota infatti dalle tabelle (tab.10 e 11) riportate di seguito si riscontra chiaramente come la condizione maritale67 rappresenti una discriminante negativa rispetto alla fiducia nelle istituzioni (37,9% “non mi fido”) mentre la proporzione dei non sposati attesta la massima concentrazione delle preferenze intorno alla quota percentuale del 59,6% in corrispondenza della categoria “mi fido solo un pò”. Inoltre se, per comprendere in modo più puntuale i dati sopra elencati si sono affiancati a questi le frequenze sulla situazione di convivenza rispetto allo stesso indice. Come si vede, per gli sposati in condizione di convivenza con il partner viene pressoché confermata l’asimmetria negativa mentre per i soggetti che pur da sposati non vivono con il partner la frequenza di maggiore concentrazione è
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In questo caso non si è ritenuto opportuno considerare la quota relativa ai separati o ai vedovi in quanto troppo poco rappresentati nel campione.
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costituita da “mi fido solo un pò” con il 53,3%. In questo senso i dati sembrano indicare una certa tendenza dei soggetti non conviventi a “doversi” fidare di qualcuno e nel caso specifico anche dei soggetti istituzionali.
Tab.10 - Stato civile per Fiducia verso le istituzioni (% su totale)
Fiducia verso le istituzioni
Total Mi fido
abbastanza
Mi fido
solo un pò Non mi fido Vorrei che mi descrivesse la sua famiglia. Lei è: Attualmente sposato/a 25,9% 36,2% 37,9% 100,0% Separato/a 33,3% 66,7% 100,0% Vedovo/a 100,0% 100,0% Mai sposato 14,9% 59,6% 25,5% 100,0% Total 20,0% 45,5% 34,5% 100,0%
Tab.11 - Convivenza con il partner per Fiducia verso le istituzioni (% su totale)
Fiducia verso le istituzioni
Total Mi fido abbastanza Mi fido solo un pò Non mi fido Vive attualmente
con il suo partner?
Si 27,5% 35,0% 37,5% 100,0% No 26,7% 53,3% 20,0% 100,0% n.a. 12,7% 50,9% 36,4% 100,0% Total 20,0% 45,5% 34,5% 100,0%
IV.8.2 Il complesso rapporto fra stranieri e contesto di relazione
Per quel che riguarda la seconda sezione del primo asse del questionario somministrato la disamina ragionata dell’indice di marginalità (che comprende gli
item problemi di lingua, mancanza di informazione, mancanza di tempo) consente
di ottenere qualche informazione in più rispetto al modo in cui gli stranieri interagiscono con il contesto delle relazioni civili e professionali nella città di Mazara del Vallo. Osservando in questo senso la stratificazione per coorti d’età non è difficile sottolineare che le percentuali più alte si concentrano rispetto alla categoria “abbastanza rilevante” per le fasce estreme (rispettivamente 37% “fino a
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24 anni” e 42,1% “da 45 anni in su”) mentre la fascia intermedia ha la massima concentrazione in corrispondenza della categoria “non molto rilevante”. Risulta comunque interessante notare che la maggior frequenza di coloro che hanno risposto “poco rilevante” sia espressa da una percentuale sorprendentemente alta in corrispondenza dell’ultima coorte considerata (36,8%). Questo dato, a prima vista contraddittorio, può essere interpretato considerando che gli immigrati residenti da più tempo sul territorio cittadino avvertono in misura minore le difficoltà scelte per comporre l’indice di marginalità grazie alla rete di relazioni che hanno avuto la possibilità di costruire durante la propria storia migratoria. Ovviamente si rimanda la disamina dettagliata di questi elementi alla sezione dedicata in questo capitolo.
Tab. 12 - Classi d'età intervistato 3 coorti per Problemi di marginalità (% su totale)
Problemi di marginalità Total Molto rilevante Abb. rilevante Non molto rilevante Poco rilevante Classi d'età intervistato 3 coorti Fino a 24 anni 17,4% 37,0% 26,1% 19,6% 100,0% 25-44 anni 8,7% 30,4% 37,0% 23,9% 100,0% Da 45 anni in su 10,5% 42,1% 10,5% 36,8% 100,0% Total 12,6% 35,1% 27,9% 24,3% 100,0%
Nella considerazione delle interazioni fra l’indice di marginalità ed il livello di istruzione degli intervistati possono essere colte alcune coordinate di riflessione interessanti. Come prevedibile il livello di istruzione influenza negativamente la percezione della propria marginalità: più nel dettaglio (tab.13) al livello d’istruzione più basso corrisponde una concentrazione intorno alla categoria “abbastanza rilevante” in ordine al 53,6% mentre nel caso in cui si considerino i soggetti con un livello d’istruzione più elevato praticamente la stessa proporzione (53,8%) si concentra sulla categoria poco rilevante. Per quel che riguarda il livello di istruzione medio (che costituisce in v.a. la maggioranza del campione) si osserva come la categoria “abbastanza rilevante” sia comunque quella di maggior concentrazione (35,1%) tuttavia i differenziali fra le diverse categorie appaiono più attenuati.
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Tab. 13 - Livello di istruzione intervistato per Problemi di marginalità (% su totale)
Problemi di marginalità Total Molto rilevante Abb. rilevante Non molto rilevante Poco rilevante Livello di istruzione Intervistat o
Basso (analf., elem.) 3,6% 53,6% 25,0% 17,9% 100,0% Medio (ins. prof.,
media inf.) 21,1% 35,1% 29,8% 14,0% 100,0% Alto (media sup.,
laurea) 3,8% 15,4% 26,9% 53,8% 100,0% Total 12,6% 35,1% 27,9% 24,3% 100,0%
In ultimo, da una lettura che consideri la marginalità dei soggetti posta in relazione con lo stato civile e con quello di convivenza con il partner (tab. 14 e 15) si osserva chiaramente come la distribuzione delle preferenze fra gli sposati sia sorprendentemente equidistribuita rispetto alle quattro categorie fatta esclusione per quella “molto rilevante” con una quota percentuale del 28,1%.
Tab. 14 - Stato civile intervistato per Problemi di marginalità (% su totale)
Problemi di marginalità Total Molto rilevante Abb. rilevante Non molto rilevante Poco rilevante Vorrei che mi descrivesse la sua famiglia. Lei è: Attualmente sposato/a 15,8% 28,1% 28,1% 28,1% 100,0% Separato/a 100,0% 100,0% Vedovo/a 100,0% 100,0% Mai sposato 10,2% 38,8% 30,6% 20,4% 100,0% Total 12,6% 35,1% 27,9% 24,3% 100,0%
Tuttavia coloro che non convivono con il proprio partner si trovano in una situazione relativamente peggiore rispetto a coloro che hanno vivono in famiglia.
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Tab. 16 - Convivenza con il partner per Problemi di marginalità
Problemi di marginalità Total Molto rilevante Abb. rilevante Non molto rilevante Poco rilevante Vive attualmente con il suo partner? Si 12,5% 32,5% 22,5% 32,5% 100,0% No 21,4% 42,9% 21,4% 14,3% 100,0% n.a. 10,5% 35,1% 33,3% 21,1% 100,0% Total 12,6% 35,1% 27,9% 24,3% 100,0%
IV.8.3 Il gruppo di appartenenza e le relazioni con il contesto
Al fine di analizzare le relazioni che la popolazione straniera di Mazara del Vallo intesse con il contesto territoriale di riferimento, come citato nella sezione relativa alla costruzione degli indici, si è calcolato l’indice di “integrazione nel contesto urbano”. Attraverso la disamina di questo indice si possono infatti cogliere le coordinate attraverso cui la vita quotidiana viene vissuta dai diversi gruppi presenti nel contesto definito territorialmente e, come vedremo tra poco, anche culturalmente. Il territorio e le sue articolazioni infatti si configurano come il diaframma attivo su cui gli attori sociali agiscono e si confrontano attraverso una serie di strategie interattive che disegnano quella che potremmo definire, non senza qualche forzatura, la scacchiera relazionale della città di Mazara del Vallo. La stratificazione per genere del campione (tab.17 e graf. 13) rispetto all’indice di integrazione nel contesto urbano mostra, ad una prima analisi, che le donne sembrano stabilire un livello di integrazione più elevato rispetto territorio urbano.
Tab.17 - Sesso per Integrazione nel Contesto Urbano (% su totale)
Integrazione nel CONTESTO URBANO
Total BASSA MEDIO-BASSA MEDIO-ALTA ALTA
Sesso Maschio 10,4% 37,7% 24,7% 27,3% 100,0% Femmina 14,3% 25,7% 48,6% 11,4% 100,0% Total 11,6% 33,9% 32,1% 22,3% 100,0%
Infatti sebbene degli uomini dichiarino, relativamente alla fiducia nella vita quotidiana [cfr.§ IV.8.1] un atteggiamento ben più cauto, rispetto all’indice in oggetto la quota percentuale di coloro che si situano ad un livello di integrazione
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medio-alta risulta essere la categoria di maggior concentrazione (48,6%) mentre gli uomini si addensano intorno alla categoria “medio-bassa” con una quota percentuale pari al 37,7% del totale. Questo dato però non può essere considerato da solo: infatti rispetto al genere maschile il 27,3% dei rispondenti si distribuisce sulla categoria di alta integrazione rispetto al contesto urbano. Per comprendere meglio la natura di questa distribuzione ed i differenziali di significato che contiene si rende necessario osservare lo stesso indice in relazione alle altre caratteristiche socio demografiche del campione. Analizzando infatti la stratificazione per paese di provenienza (tab. 13 e graf. 13) si nota come mentre per i rispondenti provenienti dall’est-europa le categorie di maggior concentrazione rispetto all’indice siano la categoria medio bassa (37,5%) e medio-alta (37,5%); infine gli intervistati che mostrano un livello di integrazione bassa rispetto al contesto siano costituiti dal 6,3% (bassa) mentre il rimanente 18,8% evidenziano un livello alto rispetto allo stesso indice. L’etnia marocchina evidenzia invece un livello di integrazione che si distribuisce in maniera fortemente sbilanciata rispetto alle categorie considerate. Le categoria centrale relativa ad un livello di integrazione “medio-bassa” (37,5%) trova infatti un contraltare in coloro che invece hanno un livello di integrazione decisamente basso (37,5%). Una distribuzione ancora differente si osserva infine fra i tunisini che, come gli est-europei, si distribuiscono intorno alle categorie centrali (medio-bassa 34,1% e medio-alta 30,7%).
Tab. 13 - Paese di provenienza per Integrazione nel CONTESTO URBANO (% su totale)
IND8_Integrazione nel CONTESTO URBANO
Total BASSA MEDIO-BASSA MEDIO-ALTA ALTA Paese di provenienza Est Europa 6,3% 37,5% 37,5% 18,8% 100,0% Marocco 37,5% 25,0% 37,5% 100,0% Tunisia 10,2% 34,1% 30,7% 25,0% 100,0% Total 11,6% 33,9% 32,1% 22,3% 100,0%
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Graf. 13 Paese di provenienza per Integrazione nel CONTESTO URBANO (% su totale)
Se invece, nell’analisi ragionata dell’indice, prendiamo in considerazione la stratificazione che questo assume rispetto al livello di istruzione dell’intervistato (tab.14) si segnala come coloro che hanno un livello di istruzione medio si distribuiscano prevalentemente intorno alle categorie centrali (36,8% “medio-bassa” e “medio-alta”) mentre le categorie polari appaiano contraddistinte dalle quote minoritarie del campione (rispettivamente 8,8% “bassa” e 17,5% “alta”). Una distribuzione delle frequenze molto similari si osserva ancora tra coloro che hanno un livello di istruzione basso e coloro che hanno un livello alto. Questa stratificazione delle risposte rispetto all’indice sembra indicare una sostanziale “zona grigia” rispetto all’integrazione nel contesto urbano da parte del campione.
Tab. 14 - Livello di istruzione intervistato per Integrazione nel Contesto urbano
IND8_Integrazione nel CONTESTO URBANO
Total BASSA MEDIO-BASSA MEDIO-ALTA ALTA Livello di istruzion e intervista to
Basso (analf., elem.) 13,8% 24,1% 27,6% 34,5% 100,0% Medio (ins. prof.,
media inf.) 8,8% 36,8% 36,8% 17,5% 100,0% Alto (media sup.,
laurea) 15,4% 38,5% 26,9% 19,2% 100,0% Total 11,6% 33,9% 32,1% 22,3% 100,0% Tunisia Marocco Est Europa Paese di provenienza 30 25 20 15 10 5 0 ALTA MEDIO-ALTA MEDIO-BASSA BASSA IND8_Integrazione nel CONTESTO URBANO
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Un’ultima necessaria disamina dei valori assunti che corrobora quanto finora evidenziato rispetto all’indice dal campione si segnala nella precipua considerazione delle categorie professionali.
Tab.15 – Professione per Integrazione nel Contesto urbano (% su totale)
IND8_Integrazione nel CONTESTO URBANO
Total BASSA MEDIO-BASSA MEDIO-ALTA ALTA Professione EGO Marinaio 8,8% 50,0% 14,7% 26,5% 100,0% Commerciante 22,2% 16,7% 27,8% 33,3% 100,0% Operaio 40,0% 40,0% 20,0% 100,0% Lav Aut, Lib
Prof 40,0% 40,0% 20,0% 100,0% Casalinga 12,5% 25,0% 50,0% 12,5% 100,0% Studente 18,2% 31,8% 31,8% 18,2% 100,0% Disocc 33,3% 44,4% 22,2% 100,0% Altro (agr,imp) 100,0% 100,0% Total 11,6% 33,9% 32,1% 22,3% 100,0%
Graf.14 – Professione Intervistato per Integrazione nel Contesto urbano (% su totale)
Altro (agr, imp) Disocc Studente Casalinga Lav Aut, Lib Prof Operaio Commerci ante Marinaio Professione 20 15 10 5 0 Count ALTA MEDIO-ALTA MEDIO-BASSA BASSA IND8_Integrazione nel CONTESTO URBANO
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In questo caso infatti la distribuzione dei marinai appare contraddistinto da un livello genericamente basso di integrazione rispetto al contesto; dato peraltro inquadrabile attraverso la considerazione delle caratteristiche specifiche della categoria. Infatti l’elevata turnazione del lavoro associata ad i lunghi periodi passati in mare durante le battute di pesca rappresentano una chiave interpretativa che sembra riuscire a sciogliere il nodo di una distribuzione così arroccata sui valori medio bassi (50%). Una distribuzione altamente sbilanciata si segnala inoltre in relazione ai commercianti che distribuiscono la propria quota percentuale fra le due categorie estreme (22,2% bassa e 33,3% alta) sottolineando come ci sia una notevole sproporzione esistente fra chi tiene un atteggiamento di sostanziale distanza rispetto alla vita della città e chi, strumentalmente e a fini pragmatici, intesse una serie più fitta di relazioni rispetto al contesto della vita quotidiana. Come del resto già anticipato in precedenza la conclusione a cui si giunge dall’analisi dei dati relativi a questo indice è infatti un’immagine della popolazione straniera che si integra con il territorio in due modalità contrastanti ed antitetiche che rispecchiano una generale problematicità rispetto a questi temi.
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