• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3. LA FORMAZIONE ESPERIENZIALE DAL CONCETTO DI FORMAZIONE ALLA CAPACITY BUILDING

3.3 I modelli teorici di riferimento

3.3.1 Il modello dell’ Experiential Learning

L’Experiential Learning o Apprendimento Esperienziale si differenzia dalle tradizionali metodologie di formazione addestrativa d’aula29 per la sua forte componente esperienziale. Questo modello elaborato e teorizzato dallo studioso americano David A. Kolb negli anni ottanta ha avuto un gran riscontro pratico e teorico nell’educazione degli 29 La Direttiva sulla formazione e la valorizzazione del Personale delle Pubbliche Amministrazioni

evidenzia che "I mutamenti organizzativi in atto, l’introduzione di nuove tecnologie, l'esistenza di una rete nazionale e il diffondersi del telelavoro debbono portare a ripensare i luoghi e le tecniche della formazione. La progettazione delle attività formative, quindi, deve considerare anche le diverse metodologie di formazione a distanza (videoconferenza, e-learning) che permettono di assicurare l’efficienza e l’efficacia della formazione. […] L’adozione di tali tecnologie comporta notevoli investimenti iniziali e, al pari di altri progetti di automazione, richiede un'attenta pianificazione, soprattutto al fine di tenere conto degli obiettivi della formazione, dei destinatari e dell'integrazione con le tradizionali metodologie d'aula." Direttiva del

adulti, l’educazione informale e l’apprendimento continuo. Professore di Comportamento Organizzativo alla Weatheread School of Management, Kolb oltre al suo lavoro sull’ Experiential Learning, è anche conosciuto per aver contribuito al pensiero sul comportamento organizzativo (1995)30. Inoltre si è occupato di tematiche inerenti alla natura dell’individuo e al cambiamento sociale, allo sviluppo di carriere e alla formazione tecnica e professionale.

L’Experiential Learning, è un processo dove la costruzione della conoscenza, avviene passando attraverso l’osservazione e la trasformazione dell’esperienza, nasce infatti sulla scia delle situated learning, teorie secondo cui l’apprendimento avviene normalmente in funzione dell’attività, del contesto sociale e della cultura in cui si manifesta.

Si utilizzano metodologie e strumenti tradizionali di formazione per rafforzare e sistematizzare l’apprendimento, facilitando la trasferibilità dei comportamenti appresi nella propria realtà lavorativa. Sono da escludere, quindi, la passiva acquisizione di nozioni, concetti e relazioni, poiché si tratta di un processo dove la costruzione della conoscenza avviene passando attraverso l’osservazione e la trasformazione dell’esperienza.

Nella maggior parte delle discipline insegnate in modo tradizionale ci si basa non tanto su un apprendimento esperienziale, ma prevale un apprendimento di tipo simbolico- ricostruttivo, basato sul linguaggio e sul testo scritto: il docente o il libro trasmettono l’informazione che viene decodificata nella mente dell’allievo per ricostruire gli oggetti e le situazioni. L’apprendimento dipenderà, quindi, da due fattori essenziali: dalla capacità dell’insegnante di saper trasmettere l’informazione in modo adeguato e dalla capacità che ha l’allievo di saper ricostruire i messaggi che riceve. Non c’è nessun contatto diretto con oggetti, ma tutto avviene nella mente di chi apprende.

Nell’Experiential Learning, invece, si apprende facendo esperienza, in un continuo scambio di input e output con l'ambiente esterno. Il metodo di apprendimento è un processo non consapevole e - a differenza dello studio usuale - non si compie una particolare fatica né si richiede un sforzo particolare da parte di chi apprende.

È un modello che si basa concretamente sul fare, il learning by doing 31 e la formazione esperienziale. Si progetta una logica formativa nella quale si impara e si 30

Kolb, D. A., Osland J., Rubin I.(1995a), Organizational Behavior: An Experiential Approach to Human Behavior in Organizations 6e, Englewood Cliffs NJ, Prentice-Hall; Kolb, D. A., Osland J., Rubin I. (1995b), The Organizational Behavior Reader 6e, Englewood Cliffs, Prentice-Hall.

insegna “a partire da”, vivendo e rielaborando esperienze reali ed entrando in relazione con gli altri e se stessi, ma non solo, anche con oggetti, contesti e problemi. È un processo olistico di creazione del sapere che ha bisogno di scambi continui tra la persona è l’ambiente.

I diversi stili di apprendimento sono stati oggetto di numerosi studi32che affermano che ognuno di noi possiede un suo personale modo di rielaborare specifiche situazioni sperimentate ripetutamente in modo tale da modificare in modo relativamente stabile il proprio comportamento.33 Questo sottolinea come l’apprendimento è il risultato di un’esperienza dove si esplora la realtà circostante e si interviene su di essa con la nostra azione, osservandone gli effetti prodotti. È il tipo di apprendimento più naturale per l’uomo, avviene attraverso la percezione e l'azione motoria sulla realtà. Il processo è naturalmente accrescitivo: in base al risultato ottenuto, agisco ancora, il che produce un nuovo effetto che guiderà la prossima azione, e così via.

Sebbene ci siano stati vari contributi all’argomento, è il lavoro di David A. Kolb (1976; 1981; 1984)34 e del suo socio Roger Fry (Kolb e Fry 1975)35 che ancora oggi fornisce il punto di riferimento centrale per il dibattito. In seguito al lavoro di Kolb c’è stata una crescente produzione di scritti intorno all’argomento, segnale indicativo di una maggiore attenzione verso queste teorie e ai diversi stili di apprendimento da parte di professionisti.

Kolb spiega la sua teoria attraverso il famoso circolo dell’apprendimento esperienziale, dove è possibile notare che gli stadi dell’apprendimento sono quattro:

1. Stadio delle esperienze concrete, dove l’apprendimento deriva prevalentemente dalle percezioni e dalle reazioni alle esperienze. Questo stadio si focalizza sull’esperienza personale, enfatizza i sentimenti, la complessità e l’approccio intuitivo. 2. Stadio dell’osservazione riflessiva, dove l’apprendimento deriva prevalentemente dall’ascolto e dall’osservazione. Di fondamentale importanza è la comprensione dei significati attraverso l’osservazione imparziale e la descrizione. Si

32Montgomery S. (1996), Addressing Diverse Learning Styles through the Use of Multimedia, University

of Michigan; Mumford A., Honey P. (1996), Using your learning styles, Maidenhead, Peter Honey publications.

33

Cicogna P. C., Occhionero M. (2007), Psicologia generale, Roma, Carocci Editore.

34

Kolb, D. A. (1976), The Learning Style Inventory: Technical Manual, Boston, Ma.: McBer; Kolb, D. A (1981), Learning styles and disciplinary differences, in Chickering A. W. (ed.), The Modern American College, San Francisco, Jossey-Bass; Kolb D. A. (1984), Experiential Learning: Experience as the source of learning and development, Englewood Cliffs NJ, Prentice-Hall.

35

cerca di porre l’accento sulla comprensione, la riflessione, la profondità di analisi e la sua veridicità (piuttosto che la concreta applicabilità).

3. Stadio della concettualizzazione astratta, dove l’apprendimento prende la forma soprattutto del pensiero e dell’analisi dei problemi in modo sistematico. L’apprendimento si focalizza sulla logica, la generalizzazione, la concettualizzazione. Il pensiero, l’elaborazione teorica e l’approccio scientifico sono i punti essenziali su cui far forza.

4. Stadio della sperimentazione attiva, dove l’apprendimento deriva soprattutto dall’agire, dallo sperimentare, osservando i risultati. Ci si focalizza sul cambiamento e sull’evoluzione, si prediligono le applicazioni, il pragmatismo e il fare pratico usando

strumenti come: simulazioni, casi, project work, laboratori, compiti concreti.

Kolb e Fry sostengono che il ciclo dell’apprendimento può avere inizio da uno qualsiasi dei quattro punti e che l’apprendimento efficace implica il possesso delle quattro capacità descritte sopra. Questi quattro stadi si sostengono a vicenda, nessuno, preso singolarmente, è efficace per il processo di apprendimento, perché ogni stadio alimenta quello successivo. Ciascuno degli stadi ha la medesima importanza all’interno del processo globale e richiede differenti abilità e competenze che gli studenti devono saper applicare a seconda della situazione.

Poiché pochi di noi sono in grado di possedere il modello ”ideale” di riferimento, Kolb e Fry misero a punto un questionario sullo stile di apprendimento (Kolb 1976) che fu designato per posizionare le persone su una linea che corre tra l’esperienza concreta e la concettualizzazione astratta e tra la sperimentazione attiva e l’osservazione riflessiva. Usando questo questionario i due teorici procedettero nell’identificazione di quattro stili di apprendimento di base.

La teoria dell’ Experiential Learning ha evidenziato l’importanza dell’esperienza concreta nel processo di apprendimento degli individui adulti. “Apprendere dall’esperienza” mediante momenti di riflessione critica è diventata un’importante modalità di sviluppo personale e psicologico.

Nello sviluppo di questo modello Kolb e Fry hanno contribuito, in compagnia di Witkin, a mettere in dubbio quei modelli di apprendimento che cercano di ridurre il potenziale ad una sola dimensione come l’intelligenza (Tennant 1997)36. Essi riconoscono anche che ci sono punti di forza e punti di debolezza associati a

ciascuno stile e che l’essere rinchiuso in uno stile può porre in serio svantaggio colui che apprende.