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Osservando l’organizzazione delle forme di stanziamento umano si pu`o no- tare come i centri, presi singolarmente, presentino diverse forme e dimensioni. Viaggiando in macchina per le campagne si possono attraversare villaggi di diversa consistenza, vedere in lontananza gruppi o case rurali sparse. Guar- dando le carte si pu`o notare che le localit`a piccole e grandi sono distribuite in sequenze alternate, a volte regolari, lungo gli assi stradali44.

L’insediamento umano si articola in una complessa struttura composta da una serie di gerarchie insediative che sembrano lasciare intuire una qual- che forma di ordine spaziale. Uno dei primi studiosi a formulare un modello sulla formazione e sulle funzioni delle gerarchie e sull’organizzazione spaziale dell’insediamento `e stato il geografo tedesco Walter Christaller che nel 1933 pubblicava la sua tesi di dottorato Die zentralen Orte in S¨uddeutschland45 – titolo dal quale deriva il nome del modello – nella quale egli esponeva in modo dettagliato i principi alla base della sua teoria.

La figura di Walter Christaller `e fra le pi`u controverse della disciplina geo- grafica. La sua teoria era ben nota negli Stati Uniti prima di ricevere qualche forma di riconoscimento in patria. Nessun altro contributo `e stato cos`ı critica- to, ma allo stesso tempo cos`ı influente nelle diverse scuole geografiche durante il XX secolo46. Lo dimostra l’esteso numero di saggi e articoli aventi come

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Christaller 1980, pp. 25-26. 45

Christaller 1968. Traduzione in italiano: Christaller 1980. 46

Per cenni biografici su Walter Christaller consultare Hottes 1983, pp. 81-82; Berry, Harris 1970, pp. 116-119;

soggetto, questo modello. Il lavoro di Christaller arriv`o a godere di una certa popolarit`a molto tardi rispetto alla prima pubblicazione della sua tesi.

I punti che il suo modello vuole trattare sono descritti con chiarezza dal- l’autore stesso quando afferma: «Ma come possiamo trovare una spiegazione generale per le dimensioni, il numero e la distribuzione delle citt`a? E come pos- siamo scoprire le leggi che le regolano? Pu`o forse la ricerca geografica fornire una spiegazione?»47. Lo scopo del suo lavoro era sostanzialmente identificare i meccanismi attraverso i quali, all’interno di un processo storico, certi centri acquisissero un’importanza maggiore di altri48.

Allievo di Alfred Weber, il suo modello era costruito e impregnato della logica e dei fattori delle variabili tipiche della geografia funzionalista: distanza, costo, beni, offerta, profitto ecc49.

Al di l`a dei contributi empirici che pu`o avere realizzato Christaller (soprat- tutto aprendo la strada a discendenti intellettuali) forse l’apporto pi`u impor- tante `e stato quello di avere fornito al dibattito sul pensiero geografico il senso stesso e le chiavi interpretative sullo spazio; soprattutto se analizzate sotto l’ottica degli studi regionali. Nella volont`a di identificare delle spiegazioni alle maglie di stanziamento, lo studioso attribuisce allo spazio e alle sue dinamiche un ruolo chiave nei processi di definizione delle maglie di stanziamento: «So- lo pochi autori di trattati economici sono ben consapevoli del fatto che tutti i rapporti ed i processi economici sono condizionati, senza alcuna eccezione, dallo spazio e che quindi non possono nemmeno essere concepiti senza il riferi- mento spaziale, che `e un loro elemento costitutivo»50. Sia ben chiaro: le chiavi interpretative di cui si diceva sopra, per quanto elementari, sono efficaci. Tanto che permetteranno ad altri studiosi di ampliarle e strutturarle all’interno di modelli pi`u complessi.

Nel tracciare la sua tesi, Christaller non si affida al concetto di popolazione, ma introduce l’idea di “importanza della localit`a” intesa come centralit`a geo- grafica51. Il ruolo di un centro abitato non dipende (quantomeno direttamente)

dal numero di residenti, bens`ı dalla portata delle dinamiche che scaturicono al suo interno: «L’“importanza” non `e una grandezza matematica o la semplice somma degli abitanti, [. . . ] bens`ı il prodotto dell’azione comune della popola- zione. A questa azione comune da noi detta “importanza”, ci si richiama ogni qualvolta si definisce una citt`a “viva”, “fiorente”, o “importante”.»52

47 Christaller 1980, p. 27. 48 Merlin 1983, p. 189. 49 Tinacci Mossello 1990, p. 152. 50 Christaller 1980, p. 33. 51

Un’analisi sul ruolo della centralit`a nell’opera di Christaller si trova in Preston 1971, pp. 136-138; Dacey 1965, pp. 111-115; Kenyon 1967, pp. 736-739.

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104 SPAZIO E MISURA

Fig. 3.18. I “territori complementari” di Christaller sono definiti dal prezzo mas- simo che pu`o essere pagato per un servizio. In effetti, al costo del servizio si deve aggiungere il costo del trasporto della persona fino alla localit`a centrale. Il territorio complementare rappresenta l’area geografica compresa entro i limiti determinati dal prezzo massimo per un determinato servizio. All’interno della logica della domanda e dell’offerta, l`ı dove finisce il territorio complementare massimo per un certo servizio esiste spazio per una nuova localit`a centrale.

Secondo Christaller non sono le localit`a ad essere importanti quanto i “ser- vizi” prestati al loro interno. Con il concetto di servizio egli introduce un con- cetto amplio: un barbiere, un dentista, un cinema, un ospedale, una scuola media, un’universit`a, la piazza del mercato ecc. Attivit`a che possono essere svolte all’interno di insediamenti di una certa consistenza e non sparse nel ter- ritorio. Sempre secondo Christaller, l’importanza, o quello che normalmente si considera importanza, deriva dal servizio (o dai servizi) e non dalla dimensione della localit`a e dal numero dei suoi abitanti. Ad esempio, una citt`a piccola pu`o essere di grande importanza perch`e sede di una universit`a.

Riallacciandosi ad una visione weberiana della geografia, egli introduce il concetto di “territorio complementare” o “portata” del servizio. Si tratta sem- plicemente del limite spaziale, espresso sotto forma di distanza, entro il quale lo sfruttamento di un servizio `e praticabile53. Occorre ricordare che l’abitante delle aree rurali, al costo del servizio, per esempio un dentista, deve sommare anche quello del trasporto per giungere alla localit`a centrale. Si tratta di un equilibrio tra convenienza, concorrenza e profitto, mediati dai costi di traspor-

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Il concetto di territorio complementare verr`a ampliato successivamente da L¨osch (paragrafo 3.4).

Fig. 3.19. La maglia dei territori complementari relativa ad un servizio specifico acquista una forma ad alveare. Le localit`a di rango inferiore (punti bianchi) sono poste ai vertici dei poligoni di Thiessen delle localit`a di rango superiore (punti neri). I vertici sono caratterizzati da propriet`a particolari dato che le localit`a inferiori in questi luoghi possono usufruire dei territori di pertinenza e dunque dei servizi di tre localit`a di rango superiore. Inoltre si osservi come i punti di gerarchie inferiori e superiori facciano parte di un’unica trama triangolare. In altre parole, la geometria christalleriana fa s`ı che insediamenti di gerarchia superiore siano anch’essi di gerarchia inferiore.

to. In questo senso, Christaller si riallaccia alle basi dello spazio economico di von Th¨unen.

Dato che la popolazione costituisce un bacino potenziale per ogni tipo di servizio, e questi devono essere sostanzialmente garantiti all’interno di una logica di mercato, le localit`a centrali (cio`e quelle che forniscono il servizio) devono essere distribuite in modo omogeneo sull’intero territorio. Non vi pos- sono e non vi devono essere aree non coperte da offerte di servizio accessibili e praticabili in termini di costo; ovvero il prezzo del servizio pi`u il costo di percorrenza dalla residenza alla localit`a centrale. Nella strutturazione naturale dello spazio sociale, tale processo avviene grazie a “territori complementari” che per la loro conformazione finiscono per sovrapporsi, come illustrato nella figura 3.18. I loro confini vengono tracciati seguendo la logica dei poligoni di Thiessen. Per questo motivo, pi`u localit`a centrali sorgono ad intervalli regola-

106 SPAZIO E MISURA

Fig. 3.20. Le localit`a di rango inferiore (cerchi bianchi) replicano, a livello gerarchico, lo schema descritto nella figura 3.19. Infatti, sui vertici di questo livello si trovano insediamenti appartenenti ad un rango ancora inferiore (quadrati piccoli bianchi). Un altro aspetto degno di nota `e che nel grafico sono ben visibili tre ranghi insediativi, inseriti all’interno di un’unica griglia triangolare regolare.

ri nello spazio. L’intero modello christalleriano `e basato su una distribuzione degli insediamenti su di una maglia a triangoli equilateri, che costituisce l’or- ganizzazione ideale nello spazio. I poligoni di Thiessen dei punti che formano questa trama presentano dunque la caratteristica forma ad esagoni. Natural- mente questa organizzazione regolare risponde a requisiti tipici di uno spazio astratto di tipo euclideo ed isotropico.

La struttura fisica del modello di Christaller `e legata infatti allo schema dei poligoni di Thiessen (vedi paragrafo 3.1). Nella parte destra della figura 3.19 si possono osservare una serie di localit`a centrali e la distribuzione delle aree di pertinenza. Ai vertici di queste aree si trovano altri insediamenti che, come si pu`o osservare, appaiono di rango inferiore. Va sottolineato, per maggiore chiarezza, che tale rango deriva sempre del concetto di servizio offerto.

Gli insediamenti di rango inferiore non sono prodotto dei centri superiori. I centri dei diversi ranghi appartengono ad un’unica rete originaria. Va chiarito per`o che livello inferiore e superiore non si trovano in assoluto su due dimen-

sioni spaziali diverse. Nella figura 3.19 si pu`o osservare come localit`a di rango superiore e rango inferiore si alternino all’interno di un’unica trama di terri- tori complementari pi`u piccoli, rilevate da una maglia di poligoni di Thiessen girata di 90 gradi. A differenza di quanto si potrebbe pensare, dunque, ranghi inferiori non sono il prodotto della scelta di luoghi strategici, ma ranghi supe- riori ed inferiori si integrano all’interno di una maglia estesa e primordiale che nel tempo determina, attraverso processi di evoluzione dei servizi, la nascita di una gerarchicamente superiore. Ed `e perci`o importante ricordare sempre che la matrice del modello parte dal basso e non dall’alto. Se si osserva la figura 3.19 da sinistra verso destra, si pu`o notare come i centri di rango superiore condividano le posizioni di centri appartenenti anche ai ranghi inferiori.

Sempre secondo Christaller, certi tipi di servizio andranno a concentrarsi su certe localit`a. Questo finir`a per assegnare a quelle localit`a un peso ancora maggiore e di conseguenza un territorio complementare pi`u vasto. Nello stesso tempo, il fatto che due tipi di servizio siano concomitanti in un determinato territorio, non significa che le aree dei suoi territori complementari coincida- no. Prendiamo l’esempio del sistema scolastico. Traducendolo alla logica del modello delle localit`a centrali, possiamo contare almeno quattro tipi di servizi: scuole materne, elementari, medie-superiori e universit`a. Prendendo in consi- derazione la funzione della scuola materna, e le necessit`a proprie dei bambini, la attenzioni specifiche per il singolo, ed in particolare la vicinanza ai propri genitori, la loro distribuzione deve essere capillare. Avanzando nella scala di servizi, e soprattutto superando il limite delle scuole dell’obbligo, se da una parte si assiste alla diminuzione progressiva della popolazione, parallelamente, man mano che crescono, gli studenti diventano pi`u indipendenti. Inoltre, il servizio, crescendo il suo livello in relazione all’et`a degli utenti, diventa pi`u specializzato. Non sarebbe fattibile in termini economici una rete fitta di uni- versit`a. La matrice del modello viene definita dall’acquisizione progressiva e ordinata nel tempo di funzione di servizi su scale sempre maggiori da parte di insediamenti particolari.

Occorre sottolineare per`o che non esistono localit`a specializzate esclusiva- mente nel servizio universitario. Le citt`a con universit`a possiedono anche scuo- le superiori, elementari ecc. Dunque non `e il centro a determinare la portata della propria area complementare, bens`ı il servizio offerto.

La sequenza e gli intervalli secondo la maglia gerarchica dei servizi, per Christaller costituiscono la chiave per capire le motivazioni della distinzione dei paesaggi insediativi.

Come `e stato gi`a affermato prima, la teoria del luogo centrale fu ogget- to di molte critiche. La principale era quella sulla natura statica della trama christalleriana. Bench´e l’opera di Christaller presentasse diversi esempi di ap-

108 SPAZIO E MISURA

Fig. 3.21. Lo schema descritto dalla figura 3.20 si ripete su una struttura gerarchi- ca organizzata su pi`u livelli. Questo processo comporta un progressivo ampliamento delle aree complementari. Servizi appartenenti a ranghi superiori vanno cos`ı a coprire territori pi`u vasti.

plicazione e verifica del suo modello con la realt`a distributiva di diverse regio- ni della Germania meridionale (Monaco, Norimberga, Stoccarda, Strasburgo e Francoforte), il suo modello non permetteva di raggiungere interpretazioni soddisfacenti della complessit`a distributiva.

Inoltre, pur avendo Christaller stesso introdotto la distinzione dei servizi, e la diversit`a della logica spaziale delle trame, la teoria del luogo centrale appare troppo rigida per l’interpretazione di realt`a al di fuori dei contesti propri nei quali la sua teoria si `e originata.

Fu lo stesso Christaller a definire la distinzione degli effetti a seconda del- la tipologia dei servizi. In particolare identificava tre categorie fondamentali di servizio: mercati (o scambi commerciali), comunicazione (o trasporto) e amministrazione. Secondo Christaller, questi tre principi, che rappresentano categorie specifiche dei beni e servizi, nella realt`a diventano incompatibili in termini spaziali o topologici. Ovvero, l’organizzazione dello spazio con una so- vrapposizione delle tre tipologie di reti fa s`ı che i centri dei poligoni su una sequenza gerarchica non andassero poi effettivamente a coincidere54.

La logica delle distinzioni sar`a la chiave attraverso la quale alcuni dei suoi successori potranno sviluppare modelli pi`u complessi per colmare le lacune ancora presenti nella teoria del luogo centrale.