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5.2. Il modello di sviluppo socio-economico

5.2.1. Il modello del Tappeto Volante del Castello di Rivoli e la riqualificazione urbana di un quartiere

Nel 1996, a causa di forti flussi migratori, la Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay” del quartiere San Salvario di Torino è stata al centro di un acceso dibattito relativo al “cambio di pelle”

48 del quartiere, infatti, il 70% dei bambini iscritti, con disagi comunicativi evidenti a tutti, era di provenienza extraeuropea: Marocco, Egitto, Africa e Cina. Questo aspetto costituiva un motivo di forte disagio per le insegnanti le quali, sentendosi prive di strumenti educativi e culturali adeguati ma convinte della propria missione civica, si sono rivolte ad Anna Pironti al Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli69 per l’avvio di quella che è poi stata un’esperienza pedagogica unica in Italia, ancora oggi innovativa sia nei contenuti sia nell’impianto metodologico ed operativo.

Originata dalla riflessione attorno ai linguaggi artistici contemporanei e finalizzata alla ricerca di inedite modalità comunicative e relazionali, la sperimentazione immetteva nella scuola elementi di forte innovazione e la pedagogia del patrimonio al servizio della comunità e del ben- essere globale delle persone. Per la prima volta la più grande realtà museale italiana dedicata all’arte contemporanea si calatava in una realtà dura e complessa, con gli strumenti della creatività learning by doing (imparare facendo, imparare attraverso il fare) e del pensiero learning by thinking (imparare pensando) per affermare il primato dell’arte e della cultura contemporanea come fattore d’integrazione e crescita per tutti.

Gli spazi delle scuole del quartiere, allora in gran parte fatiscenti, sono stati ripuliti e ora sono colorati e seducenti, accoglienti per piccoli e grandi. Oggi, nella scuola Bay, nel cortile interno buoi e angusto, c’è un magnifico spazio/gioco, nell’anonima terrazzaun bellissimo giardino pensile, sulla grigia facciata un tripudio di colori. La riquailficazione degli spazi della vita quotidiana è uno dei caratteri fondamentali nell’articolazione del progetto: i wall drawings realizzati dal Dipartimento Educazione alimentano il senso di appartenenza dei bambini ma anche quello dei tanti genitori coinvolti oltre ad evidenziare una tendenza specifica dell’arte contemporanea ovvero quella di invadere l’ambiente urbano e agire nello spazio reale della vita.

Oltre a comprendere gli interventi di riqualificazione degli spazi comuni delle scuole, il progetto ha contribuito a valorizzare il tessuto sociale di un intero quartiere attraverso numerose attività e percorsi di ricerca che hanno coinvolto - attorno alla metafora del tappeto volante - i gentiori italiani, impauriti e pronti a proteggere i loro figli trasferendoli nelle scuole di altre zone della città, i diffidenti e spauriti genitori stranieri tacitati dall’ostilità e fragili nel loro bisogno di

69 http://patrimonioeintercultura.ismu.org/index.php?page=esperienze-show.php&id=10

49 assicurarsi la soppravvivenza quotidiana, ed infine un nucleo di genitori stranieri, si, ma provenienti da paesi del nord del mondo. In particolare, quella del Tappeto Volante, è un’idea portante che ha preso la forma di un’opera collettiva costruita intorno al concetto dell’internazionalità, nella convinzione che essa sia in grado di fornire una visione, la più ampia possibile, attraverso cui riconoscere il valore delle singole individualità. Il tappeto è un oggetto d’uso comune, ma è anche il protagonista della fiaba orientale più popolare in Occidente, è uno strumento di preghiera, ma anche di relax domenstico. Inoltre rappresneta valori simbolici di lato profilo, come la convivenza umana e lo scambio. “Realizzare un tappeto significa intrecciare tra loro una serie di fili, forme e colori diverse, dotati dello stesso valore e che, nella loro riconoscibile individualità, concorrono a realizzare un prodotto artistico collettivo”.70 In questa opera, l’incontro con l’arte, o meglio, l’incontro con l’entusiasmo di chi è profondo conoscitore dello spirito che muove gli artisti contemporanei, ha riportato il sorriso, la leggerezza e la soddisfazione di rapporti positivi, fuori dall’isolamento scolastico.

Da progetto pluriennale esteso a tutte le scuole del quartiere, il tappeto volante è passato dalla fase “sperimentale” a quella di consolidamento con la firma di un Patto territoriale di quartiere si p del progetto: re

L’esperienza di San Salvario è stata innanzitutto un’ esplosione positiva di emozioni che hanno spinto alla relazione, portando la volontà verso la sfida ancichè verso l’impotenza, ma è stata anche un metodo. In quanto metodo, ovvero cone delle caratteristiche principali riproducibili in un altro contesto ove la composizione degli alunni e dei genitori risulti mista, con una forte presenza di alunni proveniente da paesi lontani tra loro e di recente immigrazione, è possibile ed utile individuare quegli aspetti tecnici per poterlo applicare in altri contesti:

a) Per dare l’avvio ad un esperienza di integrazione socio-culturale è necessario puntare l’attenzione su un polo culturale esterno, al di sopra di specifiche funzioni scolastiche;

b) E’ necessario anche che l’istituzione esterna voglia condividere la scelta di aprirsi e voglia instaurare un rapporto privilegiato e sperimentale anche con i più lontani che, in questo caso, sono i figli degli ultimi, per lasciare che la soddisfazione dei loro genitori, onorati e orgogliosi che i loro figli la frequentino, contagi anche le famiglie più abbienti o più acculturate;

70 Intorno al Tappeto Volante, Bimbi ed arte contemporanea nella Scuola dell’infanzia di san salvario, a cura dei Servizi Educativi

50 c) la pedagogia del patrimonio, se messa al servizio della comunità e del ben-essere globale delle persone, può aiutare l’incontro tra culture diverse perché capace di utlizzare linguaggi diversi e di uscire dagli spazi chiusi della fruizione per entrare in relazione con i cittadini al di klà del confine tracciato da studiosi ed esperti;

d) Punto di forza è anche l’incontro e il lavoro, fianco a fianco, tra gli operatori del museo ( in questo caso, anche con gli artisti) e gli insegnanti, i quali non dovranno mai essere sostituiti nella loro relazione e nel loro lavoro con i bambini: essi proseguiranno, rielaborerranno, reinterpreteranno e ripeteranno quanto è avventuo nell’incontro al museo.

e) Sono essenziali alcune visite periodiche al museo affinchè esso divenga per i bambini un luogo da scoprire un poco per volta. Un luogo da far diventare familiare e un elemento del proprio vissuto, un giacimento del proprio immaginario personale, da riutilizzare nella quotidianità dell’agire espressivo e da riportare come racconto ai propri genitori.

f) Infine è utile che ci sia una festa o un avvenimento collettivo, possibilmente anche fuori dalle mura della scuola, in una città o in una strada che accoglie e non ti fa paura. Un momento in cui i genitori possano stare con i figli, ove si incontrino con gli insegnanti mentre lavorano con i propri figli, ove si scambino cibi e, anche se poche, parole conviviali.

g) Per quanto riguarda l’edificio scolastico, è necessario che un’aula si trasformi in un laboratorio permanente per la creazione espressiva e che la scuola intera conservi le tracce della memoria dei lavori fatti collettivamente

h) Al termine di ogni incontro con gli esperti del Museo è utile soffermarsi a parlare con i bambini per ascoltare e annotare che cosa hanno scoperto in sé e attorno a sé.

51 Il tappeto volante è un simbolo, una metafora per rappresentare il desiderio di

volare, accorciare le distanze, rendere più piccolo il mondo, guardare la terra da un’altra prospettiva: la vista dall’alto, una conquista del Novecento che realizza il sogno di Icaro. […] Il tappeto allude alla necessità di creare un dispositivo leggere per affrontare questioni pesanti. Il tappeto volante rimanda al tappeto reale, frutto del paziente lavoro del tessitore, risultato dell’intreccio di fili, uniti e legati da un destino comune. 71

L’esperienza del Tappeto Volante ha messo in evidenza come il linguaggio della pedagogia del patrimonio possa costituire una chiave di accesso e uno strumento per una politica culturale orientata allo sviluppo sociale.