5. Front-end evaluation Quale scienza al futuro MUSE
5.1. Motivazioni e aspettative del visitatore
5.1.3. Mostre, laboratori, gite, esperienze: cosa attira i visitatori al MTSN
È utile definire meglio quali sono le attività che interessano di più, quali attività i visitatori vorrebbero e perché queste esperienze appaiono così importanti per loro, una volta capito che le proposte del Museo sono una spinta importante per attrarre i visitatori. Da un parte vi sono le attività didattiche pensate appositamente per la scuola e per i docenti, dall‟altra quelle di carattere scientifico che attirano i visitatori al Museo, come mostre o incontri o le nuove sale permanenti del MTSN. Tra le esperienze citate ci sono attività più propriamente artistiche che scientifiche, che .il Museo già porta avanti e che continueranno anche in futuro con il MUSE (si veda a questo proposito il capitolo 2). Queste iniziative, come la silent disco, sembrano attirare un pubblico diverso del Museo, soprattutto giovanile, e quindi hanno il pregio di allargare il target invogliando a venire persone altrimenti irraggiungibili. Il potere di questo tipo di attività è solo accennato nel presente lavoro di tesi, ma risulta comunque importante sottolinearlo.
Professoressa di scienze – scuola superiore:
Io vengo perché il museo organizza corsi di aggiornamento molto interessanti e incontri con altri insegnanti e quindi approfitto di tutte le occasioni che il museo offre di incontro. […] (Mi aspetto) forse un po‟ più di interattività. Noto comunque che adesso il museo si sta attrezzando, c‟è qualche sala un po‟ più interattiva e, compatibilmente con gli spazi, qualcosa di un po‟ più creativo/coinvolgente, anche – che ne so – organismi viventi. […]
Trento, grazie alle varie diramazioni del museo come ad esempio il Giardino delle Viotte ecc., offre la possibilità di avere veri e propri laboratori all‟aperto, cosa che secondo me è eccezionale. Questi
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laboratori si raggiungono in pochissimo tempo, per cui le esperienze all‟aperto con gli studenti si possono svolgere in maniera molto facile. Io ho fatto percorsi sui licheni in Bondone, ho fatto studi sulla biodiversità, ho fatto campionamenti di macroinvertebrati nei torrenti vicino a Trento. Insomma, quello che non c‟è proprio qui in Museo lo si va a trovare all‟aperto, sempre con l‟aiuto dei tecnici del Museo. (Appendice, intervista 1).
Professore di scienze – scuola media:
Negli anni ‟90 è cominciata questa grossissima proposta alle scuola sia di laboratori per gli studenti di tutti i livelli, sia per aggiornamento e didattica proprio per gli insegnanti per alzare il livello della nostra conoscenza, della nostra preparazione su certi profili didattici, anche su certi contenuti. […]
Abbiamo imparato delle cose che potevamo fare a scuola. Naturalmente richiedendo la strumentazione, i materiali, cose che non sempre è stato possibile avere. […] Da quel momento in poi, da quando abbiamo capito che alcune cose potevamo farcele da soli […] io personalmente ho preferito mirare su progetti più lunghi, più impegnativi: l‟allevamento del baco da seta in classe che è una proposta didattica del Museo molto interessante che ho fatto tre volte, ho partecipato con una classe al progetto Orso, tutti gli anni vado al lago di Tovel a fare l‟esperienza sulla storia del lago che è un‟esperienza magnifica, sono quattro anni che la faccio sempre con grandissima soddisfazione, sempre con risultati ottimi.
Esperienza bellissima che faccio quasi tutti gli anni è la giornata all‟arboreto di Arco, inserita in un contesto di didattica sulla botanica, conoscenza delle piante, classificazione ecc… Una giornata mattino, pomeriggio, con un gruppo classe. Un‟esperienza validissima, molto molto positiva. Poi io fra l‟altro non sono uno che se fa un‟esperienza che non funziona la ripeto, io non ripeto più la lascio perdere, non funziona, sono i ragazzi o l‟operatore, per cui l‟accantono. Se le ripeto è perché per me sono valide. […]
Io (sarei incuriosito) da giornate a tema […] Perché gli spazi museali hanno bisogno di essere aggiornati continuamente. Magari ogni tanto un po‟ di conferenze, di incontri di dibattiti con professori, esperti, ecc. Non sarebbe male. (Appendice, intervista 4).
Visitatore adulto:
Hanno delle sale molto grandi, con delle presentazioni molto grandi, molto colorate, e anche la zona degli animali è molto bella, per i vetri (n.r. i diorami) hanno molta cura, per esempio non l‟animale imbalsamato, ma anche i territori, le rocce. Insomma c‟è gente che si vede che è molto creativa. Questo, questo a me piace. […]Mi sono piaciuti molto i laboratori, tutte le piccole attività, ci hanno fatto fare delle spille per esempio. Oppure, una volta, c‟era quella vasca piena di terra, tu scavavi e trovavi le ossa, mio figlio è tornato a casa con l‟argilla, con le mani piene di argilla, sporco. Ecco tutte queste cose qua sono cose interessanti. (Appendice, intervista 5).
Visitatrice giovane:
Mi piace soprattutto la mostra permanente sulla fauna trentina. Si tratta di animali che so esistenti, ma che sfuggono il contatto con l‟uomo, quindi se sei a passeggio non vedi se passa quell‟animale piuttosto che quell‟altro… lo senti però. E‟ bello vedere che c‟è, insomma… perché cacciare gli animali non trovo sia
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una cosa condivisibile, quindi se lo posso vedere è meglio. […]Onestamente qualche volta vengo perché c‟è qualche mostra temporanea annuale specifica. Mi attrae la varia struttura, nel senso proprio di come è predisposto l‟argomento. […] tutta la descrizione completa di un argomento. Viene esposta la primissima cosa più semplice fino a crescere di difficoltà, chiamiamola così, e si arriva a capire fino in fondo quello che è, insomma, più o meno esposto, quindi con tutti i vari passaggi, le varie spiegazioni estremamente dettagliate, cioè che ci sia una logica in quello che è l‟esposizione della mostra al momento. (Appendice, intervista 6).
Visitatrice adulta:
(Vado a vedere)i giardini botanici proprio per la bellezza della natura […] A me piacciono anche quelle rappresentazioni che a volte fanno sui viaggi che può fare l‟uomo, e poi anche sul rapporto tra natura e cultura, ad esempio parlando degli effetti collegati alle eclissi. Non è proprio scienza, questa cosa qua, questi sono aspetti diciamo molto più divulgativi. Molto divulgativi, però allo stesso tempo che tendono ad avvicinare le persone, che tendono a far conoscere, tramite certamente fotografie e diapositive, per cui sempre in un modo che è filtrato dalla mente di chi fotografa, noi vediamo ciò che ha colpito la persona che fotografa, però comunque resta la sensazione di bello. (Appendice, intervista 8).
Visitatore giovane:
La cosa che mi stupito di più al museo qua era stato l‟esperimento della musica silenziosa, la discoteca… quella sorta di discoteca che tu dovevi metterti le cuffie e poi… E‟ una cosa che lì per lì ti spiazza perché ti metti là ad ascoltare questa musica e poi ti vedi questa gente intorno a te che continua a ballare, a schiamazzare e ti sembrano dei cretini, poi la cosa ti prende e cinque minuti dopo sei anche tu lì a ballare, far schiamazzi, fare il cretino. […]Unire il museo a una attività mondana, ti permette di divertirti e poi ti permette soprattutto di conoscere il museo, perché secondo me a quella serata che avevano organizzato era venuta tantissima gente e secondo me molto era dovuto al fatto che c‟era questo esperimento che hanno voluto fare, quindi la curiosità e le aspettative di molti erano alle stelle. […]
(Incentivare questo tipo di attività) secondo me potrebbe essere una cosa molto utile. Non farlo diciamo periodicamente perché se no cadrebbe anche il senso del museo, insomma, però per promuoverlo alcune volte si potrebbe fare una cosa di questo tipo e unire il museo a qualcosa che effettivamente non c‟entra molto con il museo. (Appendice, intervista 10).
5.1.4 “Interattività”, la vogliono tutti
Se si chiede ai visitatori quale tipologia di exhibit vorrebbero all‟interno delle sale, tutti concordano sull‟efficacia delle postazioni interattive e sulla necessità di attività pratiche (non necessariamente guidate da operatori), di oggetti da toccare, da manipolare, di giochi. A raccogliere il favore dei visitatori sono dunque soprattutto i programmi multimediali e gli exhibit hands-on, elogiati da tutti gli intervistati e considerati essenziali all‟interno del Museo. Qui di seguito qualche esempio delle richieste dei visitatori.
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Professoressa di scienze – scuola superiore:
Vorrei un po‟ più di interattività. Noto comunque che adesso il museo si sta attrezzando, c‟è qualche sala un po‟ più interattiva e, compatibilmente con gli spazi, qualcosa di un po‟ più creativo/coinvolgente, anche – che ne so – organismi viventi. (Appendice, intervista 1).
Studente – scuole superiori:
Ci sono molti esperimentini da fare e la mano pratica aiuta un sacco l‟intelletto a capire l‟argomento. Poi mi viene da dire, è il metodo Piero Angela. Far vedere e far provare anche. […] Ad esempio per far vedere le distorsioni spazio-temporali che ci sono nello spazio è stato allestito un bellissimo aggeggino di forma ovale con cui si possono abbassare tre diversi spazi, e poi farci muovere delle biglie dentro, per vedere così attraverso questi “centri di gravità” come si muovono le biglie, insomma come se fossero pianeti o asteroidi o altra roba. (Appendice, intervista 2).
Visitatore adulto:
I filmati, quelli erano veramente interessanti. Quelli che si poteva schiacciare e vedere cosa c‟era era interessante anche per i bambini, perché quando lo hanno visto volevano scoprire un po‟ di tutto del bosco. (Appendice, intervista 7).
Visitatrice adulta:
A Londra ero andata in museo che parlava di Churchill, era molto interattivo come tipologia di museo e questa cosa io veramente l‟ho apprezzata tantissimo, c‟erano dei filmati oppure alcune “simulazioni” oppure c‟erano delle cose che tu potevi selezionare, delle informazioni sulla base della tua curiosità. Quindi già il fatto che uno poteva anche scegliere era un qualcosa che poteva far dire “questa cosa mi interessa, sì o no”, “su questo tema voglio focalizzarmi, su quest‟altro no”, penso che questo sia anche bello, ecco. (Appendice, intervista 8).