1. Apprendimento come scoperta 110
1.4 Motivazione intrinseca e interesse 124
Stimolare la curiosità nel contesto di apprendimento è quindi di fondamentale importanza, in quanto consente di attivare il sistema di RICERCA, funzione vitale per ogni essere umano e motivazione intrinseca per l’apprendimento. Come afferma Panksepp, «tutti i buoni insegnanti stimolano il sistema della RICERCA quando rendono l’apprendimento un’esperienza avvincente piuttosto che un mero esercizio mnemonico».144
Se la curiosità può essere considerata punto di partenza per l’attivazione del comportamento esplorativo, l’interesse può costituire il passaggio successivo. Esso scaturisce quando l’individuo incontra oggetti che si presentano come nuovi, piacevoli, stimolanti, ossia in presenza di compiti che sfidano l’individuo nel suo bisogno di competenza ed è alimentato dalla possibilità di esplicare una determinata attività. Le preferenze personali sono perciò influenzate dall’ambiente e dalle relazioni interpersonali.
Il concetto di interesse risulta essere piuttosto complesso proprio in quanto prende in considerazione aspetti di varia natura: da quelli individuali, a quelli
144 J. Panksepp, L. Biven, op. cit., p. XIX.
ambientali, a quelli sociali. I primi sono relativi alle preferenze e ai gusti del singolo; i secondi riguardano gli stimoli offerti e quindi quanto sono interessanti l’oggetto, il compito o l’attività; gli ultimi si riferiscono al grado in cui la situazione e l’interazione riescono a stimolare la motivazione in un dato contesto socioculturale.
I ricercatori Krapp, Hidi e Renninger145 sostengono che l’interesse sia il risultato di un’applicazione ripetuta, da parte dell’individuo, in un determinato contesto verso oggetti o attività con particolari caratteristiche. Questa applicazione ripetuta ha effetti sia cognitivi sia emotivo-‐affettivi. Per quanto riguarda gli aspetti cognitivi l’interesse influisce sull’impegno, sulle aspettative, sulla persistenza e sulla scelta del compito; per quanto riguarda gli aspetti emotivo-‐affettivi l’interesse si riferisce alla soddisfazione e al piacere che si provano nello svolgere quel compito. Provare interesse porta a una motivazione intrinseca che produce emozioni positive. L’interesse in sé non è assimilabile al piacere e non dipende dalla facilità del compito, ma va associato alla rilevanza personale di una determinata azione in uno specifico contesto. L’interesse tende quindi a essere stabile nel tempo e a mantenersi per effetto di ripetute applicazioni. La differenza fondamentale fra curiosità epistemica e interesse è che la prima si riferisce a un’attivazione derivante da un bisogno, che è quello di conoscere l’ambiente attraverso l’esplorazione, mentre il secondo si sviluppa dall’interazione fra l’individuo e il materiale-‐stimolo in specifici contesti. Perché si possa parlare di una reale condizione di interesse è necessario che la situazione abbia un valore (cioè un significato personale) e dia luogo a sensazioni piacevoli (cioè a stati emotivo-‐affettivi positivi). La caratteristica dell’interesse è l’applicazione protratta nel tempo e, una volta sviluppato, ha la tendenza alla stabilità; per questo motivo si collega con l’apprendimento. Inoltre, un maggiore interesse personale conduce direttamente a prestazioni migliori, così come la possibilità di capire e di ricordare meglio possono costituire un’ulteriore fonte di motivazione e quindi di apprendimento.
145 A. Krapp, S. Hidi, K. A. Renninger, The role of interest in learning and development, Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum Associates, 1992.
Hidi distingue tra interesse situazionale e interesse individuale: il primo si riferisce alla risposta breve, occasionale e contingente suscitata da una situazione con carattere stimolante; il secondo indica una preferenza piuttosto stabile e duratura per certe attività o problemi, investe la conoscenza e i valori di un individuo e riflette la sua storia di conoscenza.146 L'interesse individuale è ciò che riscuote l'interesse di una persona durante un prolungato periodo della sua vita. Per esempio la passione per la poesia, per la musica, per le automobili, per la moda, per la danza, per il cinema … Gli interessi possono anche essere molto specifici. L'interesse situazionale, invece, è legato al contesto. Se definiamo l'interesse in termini di attenzione, l'interesse situazionale ha luogo se qualche cosa, nel contesto, attira la nostra attenzione. L'interesse individuale invece porta un individuo a riportare ripetutamente la propria attenzione verso l'oggetto di interesse.
La maggior parte delle ricerche sugli interessi situazionali si è concentrata sulle caratteristiche dei compiti che creano interesse.147 Quelle che si sono rivelate in grado di suscitare l’interesse situazionale e promuovere la comprensione dei testi e il ricordo sono: l’interesse personale, la novità, il livello di attività e la comprensibilità. Quando gli alunni leggono testi che risultano loro interessanti, essi hanno una comprensione più profonda rispetto a quando il materiale non risulta interessante e questa valutazione intrinseca può migliorare le credenze di competenza del soggetto.
Secondo Krapp, Hidi e Renninger, l’interesse influenza non solo l'attenzione, ma anche gli scopi e l'apprendimento. L'interesse è la risultante dell'interazione di una persona con un particolare contenuto (o contesto). Dunque, mentre la curiosità è una predisposizione generale, l'interesse è specifico rispetto al contenuto. Un aspetto che accomuna curiosità e interesse è che entrambi sono motivanti: la curiosità e l'interesse portano un individuo a
146 S. Hidi, Interest and its contribution as a mental resource for learning, Review of Educational
Research, Winter 1990, vol. 60, N. 4, pp. 549-‐571.
147 S. Hidi, W. Baird, Interestingness-A Neglected Variable in Disourse Processing, Cognitive Science 10, 1986, pp. 179-‐194.
focalizzare la sua attenzione, anche in maniera sostenuta, per il piacere di farlo. Curiosità e interesse sono dunque motivazioni intrinseche.
Krapp, Hidi e Renninger propongono l'esistenza di quattro fasi legate all'interesse: l'interesse innescato dal contesto e l'interesse sostenuto, che costituiscono le due fasi dell'interesse situazionale. Se un contenuto innesca ripetutamente l'interesse situazionale sostenuto, si sviluppa la terza fase: l'interesse personale emergente. L'interesse personale, se sostenuto per un sufficiente periodo di tempo, si trasforma da emergente in interesse personale sviluppato (quarta fase).
Ainley, Hidi e Berndorff,148 hanno evidenziato una catena causale che lega la curiosità intellettuale e l'interesse personale allo stato affettivo (interessato, neutrale o annoiato); lo stato affettivo all'impegno e l'impegno al risultato scolastico: l'interesse e la curiosità dispongono positivamente l'individuo nei confronti di un argomento. Questa disposizione positiva (che si esprime nella polarità interessato vs. annoiato) porta ad un maggior coinvolgimento della persona, che si focalizza più a lungo sull'argomento (attenzione sostenuta). L'interesse, infatti, può innescare un meccanismo di “flow” o “flusso di coscienza”, uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività.
È stato lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi,149 a focalizzare la sua attenzione sul “flusso di coscienza” e lo ha definito come il vivere l'atto in sé nello scorrere piacevole delle emozioni che l'azione suscita, completamente immersi nella situazione. Riuscire a entrare nello stato di “flow” permette di sfruttare al meglio le emozioni e di realizzare così un migliore apprendimento. L’attenzione appare particolarmente focalizzata nello svolgimento del compito, piuttosto che sui possibili risultati e la motivazione si mantiene per effetto del piacere provato nel controllo e nella realizzazione del compito. Alcune caratteristiche tipiche che accompagnano il flusso sono il feedback circa
148 A. Mary, S. Hidi, D. Berndorff, Interest, learning and the psychological processes that mediate
their relationship, in Journal of Educational Psychology, Vol. 94, 2002, pp. 545-‐561.
149 Csikszentmihalyi, Mihaly, Flow: The Psychology of Optimal Experience, Harper & Row, New York 1990.
l’efficacia delle proprie azioni, la concentrazione elevata, la sensazione di controllo personale e una percezione alterata del tempo. La probabilità di sperimentare un’esperienza di flusso deriva da un’intersezione ottimale fra la percezione del proprio livello di abilità e la percezione del grado di facilità o difficoltà del compito. Questo significa che l’esperienza si verifica se gli individui percepiscono di avere un alto grado di abilità e se allo stesso tempo sentono di affrontare un compito adeguatamente impegnativo, come abbiamo già evidenziato nel paragrafo precedente relativamente alla “motivazione per competenza”. Queste condizioni ottimali tendono a realizzarsi soprattutto durante le attività laboratoriali, sulle quali torneremo in seguito.