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SOGGETTI PRINCIPAL

3.5. Il marketing del turismo del vino

3.5.1. Il marketing mix: il prodotto

3.5.4.4. I musei del vino in Italia

I musei del vino e della vite costituiscono uno strumento fondamentale per la promozione e comunicazione del vino. Costituiscono un‟ottima sintesi della cultura e delle risorse del territorio, oltre ad essere una grande fonte di un patrimonio culturale sia pubblico che privato (etichette, bottiglie, vetri, macchine enologiche e tanti altri strumenti e documenti sul mondo del vino). Offrono, inoltre, la conoscenza delle diverse fasi e dei processi di vinificazione: uno strumento in più per rendere più consapevole ed intenso il consumo delle risorse enologiche ed enoturistiche della zona122.

È invece importante sfruttare tutte le possibilità offerte dal web, per cui oggi si parla di web 2.0 e social. Web 2.0 costituito da applicazioni interattive, open-sourced, che danno la possibilità di ampliare la conoscenza, l‟esperienza e la forza d‟acquisto dei potenziali clienti. Il Web 2.0 opera anche attraverso blogs, social network e l‟e-commerce. La maggiore interazione che ne deriva potrebbe, senza dubbio, mettere in relazione le cantine e i consumatori o i consumatori attuali e potenziali123.

Non sono state avviate, nonostante tutto, delle ricerche sul valore reale e indotto che questi musei apportano al comparto, a causa degli ingenti costi sia in denaro che in tempo che la ricerca porterebbe via, dato il numero enorme di strutture presenti in tutto il Paese.

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www.terredelvino.net (consultato il 21/08/2015).

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I musei del vino in Italia: viaggio alla ricerca della storia, 3 Maggio 2000 in http://www.winenews.it/ viaggio-nella-italia-del-vino/00205/i-musei-del-vino-in-italia-viaggio-alla-ricerca-della-storia

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A. D. Alonso, A. Bressan, Website and Social Media Usage: Implications for the Further

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Ma data l‟indubbia importanza di tali strutture, la rivista inglese “The drink Business”, ha stilato la classifica dei 10 musei più belli al mondo124

: 1. Museo del vino e del commercio (Bordeaux);

2. Koutsayannopoulos (Santorini);

3. Santa Rosa Wine Museum (California);

4. Desmond Castle and International Museum of Wine Exhibition (Irlanda); 5. Muvit (Italia);

6. Museu do Vinho (Macao); 7. Wimu (Italia);

8. Museu do Vinho do Porto (Portogallo); 9. Museo della città di Pleven (Bulgaria); 10. Cité des Civilisations du Vin (Francia).

Nella classifica si posizionano ben due musei italiani: il Muvit e il Wimu. Ci soffermeremo ad analizzare le principali caratteristiche di entrambi i musei.

3.5.4.4.1. Il Muvit

Il Muvit, il Museo del vino di Torgiano (Perugia), è situato nel palazzo seicentesco Graziani Baglioni nel centro del piccolo paese umbro. È stato inaugurato nel 1974 grazie ad un‟idea di Giorgio e Maria Grazia Lungarotti. Il filo conduttore del museo è, a detta dei suoi curatori, «il fascino misterioso del mito dionisiaco e l‟articolato sistema di simboli e significati che il vino riveste nel corso dei secoli». Fra le collezioni del Muvit si trovano, infatti, reperti archeologici, manufatti d‟arte e corredi etnografici per un vero e proprio viaggio nel tempo, nella cultura e nell‟arte alla scoperta delle molteplici funzioni che il vino ha ricoperto nella storia125.

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B. Mennitti, Top Ten vacanze. I 10 musei del vino più belli del mondo più uno a furor di popolo, 20 Luglio 2015 in http://www.scattidigusto.it/2015/07/20/10-migliori-musei-vino-mondo/ (consultato il 24/08/2015).

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Le opere del MUVIT consentono di conoscere e rivivere la storia del vino attraverso l‟arte, la letteratura, la religione e l‟iconografia: sono racchiusi 5.000 anni di storia, raccontati da vasi, coppe, giare, ceramiche, utensili. Oggetti di pregiata raffinatezza, che parlano di una cultura aristocratica, come “il Kylix”, in ceramica di fine VI secolo, utilizzato nelle occasioni conviviali in epoca romana e greca; il “Busto di Bacco”, XVI secolo, che richiama al consumo moderato di vino; “Bevi se puoi”, Flamino Fontana del 1575; o la “Bocca di Canale”, un condotto di epoca romana dal quale il succo dell‟uva pigiata fluiva verso il recipiente di raccolta sottostante. E poi ceramiche medievali, rinascimentali e barocche fino all'età contemporanea, ferri da cialda, grafica ed editoria antiquaria, attrezzi per la coltivazione della vite e di cantina e monumentali torchi del XVII-XVIII secolo. Il museo è suddiviso in più sezioni e mostra il vino come medicamento, come alimento, come elemento vicino alla divinità greca Dioniso, protagonista di varie ceramiche conservate nella sala espositiva; nella biblioteca sono conservati i libri interamente dedicati al vino e alla vite, con volumi di agronomia, poesie, almanacchi e proverbi. Data l‟importanza delle opere, ben 27 sono oggi esposte all‟EXPO126

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3.5.4.4.2. Il WIMU127

Il WiMu, il Wine Museum di Barolo. Aperto nel 2010, il museo è ospitato nel suggestivo Castello comunale Falletti di Barolo (Cuneo), la cui prima costruzione risale addirittura al X secolo, quando re Berengario I concesse a un feudatario locale di costruire una fortificazione per difendersi dagli attacchi degli Ungari e, poi, dei Saraceni. In questo scenario, il curatore del museo François Confino ha studiato un percorso che va dalla terrazza panoramica fino alle antiche cantine, dove a metà dell‟Ottocento nacque il vino barolo. «Un percorso – si legge nel sito del museo – che di sala in sala si snoda fra luce e buio, suoni e colori, video e meccanismi che il visitatore stesso deve

126 http://www.pressitalia.net/2015/08/musei-del-vino-piu-belli-del-mondo-muvit-museo-del-vino- torgiano.html (consultato il 24/08/2015). 127 http://www.wimubarolo.it/ (consultato il 24/08/2015).

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azionare per permettere all‟allestimento di “raccontargli” il vino. Un‟autentica immersione nella cultura di questo prodotto».

Il museo propone un viaggio interattivo ed emozionale attraverso la cultura e la tradizione del vino, prodotto culturale capace di scandire l'evoluzione di civiltà intere, influenzare l'espressione artistica e plasmare il volto di territori e popoli. Il percorso è strutturato come una discesa in profondità nella cultura del vino. Il percorso di visita procede dal terzo piano fino ai livelli seminterrati, dentro il cuore del castello. All'inizio del percorso è la natura ad essere protagonista, per poi proseguire alla scoperta del vino nella storia e nell'arte, in cucina e nel cinema, nella musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali. Ma il WiMu è anche un omaggio al castello e ai personaggi illustri che lo hanno abitato, come gli ultimi marchesi Falletti di Barolo, Carlo Tancredi e sua moglie Juliette Colbert, più nota come Giulia di Barolo, e Silvio Pellico, uno dei protagonisti del Risorgimento italiano che portò all'unificazione dell'Italia negli stessi anni in cui su queste colline nasceva il barolo.

Numerosi sono poi gli eventi organizzati all‟interno del museo, sia per le famiglie che per privati o gruppi: da convegni a tema ai giochi interattivi e multimediali.

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