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 Eccellente e vasto patrimonio naturalistico, artistico, archeologico, culturale e vitivinicolo, di indiscusso rilievo in ambito internazionale

 Siti archeologici, bagli agricoli e centri storici inseriti in una programmazione integrata del territorio

 Qualità del vino

 Distribuzione disomogenea nei flussi turistici e nella qualità dell’offerta, oltre che del rapporto/prezzo

 Alcune Strade offrono un’offerta integrata con siti istituzionali ben elaborati

 Contatto con i produttori e i proprietari della cantine

 Degustazioni guidate e visite in cantine, manifestazioni ed eventi legati al mondo del vino

PUNTI DI DEBOLEZZA

 Mancanza di professionalità specializzate

 Infrastrutture e intermobilità carenti

 Spesso mancano centri di accoglienza adatti ai turisti lungo le Strade del vino

 Alcune Strade del vino sono poco pubblicizzate e fruibili, con assenza di siti istituzionali

 Vendita del vino perlopiù sfuso, con assenza, nella maggior parte dei casi, di packaging adatti ai turisti

 Debolezza dei servizi all’interno dei percorsi enoturistici siciliani

 Carente organizzazione delle strutture

 Pochi musei del vino, poco pubblicizzati e poco curati

OPPORTUNITÀ

 Attivati i primi corsi formativi per creare figure specializzate nel settore

enoturistico, soprattutto nella’accoglienza del cliente

 La possibilità di trasformare il vino in un’offerta ben più articolata e complessa in cui si agli elementi materiali si

possano legare quelli immateriali

 Settore che ha molte potenzialità nella crescita

 Iniziative spontanee da parte degli imprenditori più volenterosi

 Sviluppare piani di commercializzazione e promozione dell’offerta mirati,

individuando nicchie di mercato, target di riferimento e nuovi mercati

 Sviluppo di progetti pilotati da soggetti pubblici ed enti specifici come l’IRVOS

MINACCE

 Investitori esteri/straneri con fuga dei capitali

 Fuga della manodopera giovanile

 Concorrenza di altri Paesi a vocazione enoturistica forniti di un’offerta integrata e più professionale

 Investimenti non ponderati

correttamente, causa di degrado del territorio

 Crollo della domanda del vino, in Italia e all’estero

Fonte: elaborazione propria Da quanto detto, si evince che in Sicilia sono presenti le risorse e le prime azioni concrete da parte di imprenditori e gruppi di imprenditori, ma è necessario promuovere soprattutto la professionalità degli operatori enoturistici e la creazione di sistemi di offerta integrata, per soddisfare i

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molteplici bisogni e necessità dei turisti del vino. È necessario attivare un maggior coordinamento tra gli enti istituzionali responsabili dello sviluppo dei molteplici aspetti legati all’enoturismo, attraverso campagne di promozione specifiche, con la possibilità di creare un osservatorio economico efficiente e puntuale per verificare la tipologia e la stagionalità dei flussi (forte è la difficoltà a reperire dati aggiornati sull’enoturismo in Sicilia e pochi sono comunque quelli disponibili per sviluppare una strategia integrata e tempestiva per lo sviluppo del settore), responsabile anche di promuovere gli aspetti legati alla professionalità degli operatori inseriti nei circuiti enoturistici e sviluppare sinergie anche con i sistemi enoturistici di altre regioni italiane.64

In conclusione, il quadro dell’offerta dell’enoturismo sviluppato con l’attuazione delle Strade del vino appare quanto mai articolato e complesso, ancora ricco di forti volontà, ma anche segnato da alcune stanchezze. Nell’ambito delle diverse situazioni locali si possono sottolineare almeno tre rilevanti considerazioni, come, per ciò che riguarda i sistemi di offerta, l’individuazione dei clienti diretti a cui promuovere e vendere il prodotto e la selezione di progetti concreti sul volume di investimenti necessari; una politica di marketing mix idonea a posizionare in maniera adeguata l’offerta della Strada rispetto ai concorrenti e alle tendenze della domanda; politiche di pilotaggio up/down adottate da alcune regioni rispetto alle Strade. A questo si aggiunge l’adozione di diversi modelli per lo sviluppo e la messa in atto di una Strada: la Strada come catalizzatore di microsegmenti di offerta; il Distretto Vitivinicolo della Sicilia Occidentale - Province di Trapani e Palermo; la Strada come oggetto di complemento di offerta di prodotti elitari di filiera in sistemi turistici spesso già molto evoluti; la Strada come integratore di leisure (vino e gastronomia ma anche prodotti tipici, eventi, turismi fuori rotta, sport, wellness, ecc.)65.

64

Coreras (a cura di), Il vino fattore di sviluppo del terziario: le strade del vino in Sicilia (cit. nota 52), pp. 40-43.

65

Patto per lo sviluppo del Distretto Vitivinicolo della Sicilia Occidentale Province di Trapani e Palermo,

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Sicuramente, prendendo atto della globalizzazione degli scambi e delle esperienze (export vini verso il 40%, enoturisti non nazionali 25%); del passaggio dall’area di business dell’alimentazione a quella del leisure (piacere, edonismo, convivialità, turismi, esperienze, buon vivere, narrazione di sé); di una concezione sempre più personale ed arbitrale della relazione qualità/prezzi/esperienze, è inevitabile che sia necessario mettere in campo nuove strategie di sviluppo, al fine di intercettare nuovi mercati e di imporsi nel nuovi scenari globali, e nuove professionalità. Tra le strategie primarie, fondamentale risulta: l’analisi dei comportamenti del consumatore per cogliere in tempo reale le faglie di rottura tra passato e post moderno; fare marketing alternativo, per mettere in campo operazioni mirate per gestire al meglio le diverse tipologie di mercato alternative ed essere pronti ad usare i giusti strumenti per intervenire ed incentivare politiche di investimento al fine di sfruttare gli sforzi di finanza pubblica per ottenere benefici attendibili e soprattutto possibili66.

4.4. Network ed aziende di eccellenza

Questo paragrafo è un approfondimento su alcune realtà siciliane che si sono distinte per l’impegno e per la messa in atto di network, di progetti di sviluppo del territorio e della propria azienda al fine di favorire e sviluppare l’enoturismo in Sicilia. Sono tra gli esempi migliori di come la cooperazione sia tra gli strumenti più adatti per accelerare o avviare lo sviluppo dell’economia siciliana, soprattutto in questo settore, ma anche, di come singole aziende possano e abbiano il coraggio di investire in nuovi progetti per ampliare e rimodernare un’attività che appartiene alla propria famiglia da generazioni.

66

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4.4.1. CVA Canicattì e il “Progetto Diodoros”

La CVA (Cantina sociale Viticultori Associati) Canicattì è una cooperativa dell’entroterra agrigentino di oltre 480 piccoli viticoltori che da più di 5 anni sta raccogliendo un consenso crescente della critica e dei consumatori con i suoi grandi vini, svolgendo un percorso produttivo centrato sulla qualità e segnando una forte evoluzione verso vini di ottima fattura e dal giusto rapporto qualità/prezzo, tanto da costruirsi un’ottima reputazione e una buona risposta dal mercato67.

La CVA Canicattì è impegnata da oltre quarant’anni a mettere in luce con le sue etichette la tradizione viticola dell’agro agrigentino che esprime il meglio delle sue potenzialità con i vitigni autoctoni siciliani, ed in particolare nel Nero d’Avola.Un punto di svolta nella sua produzione vinicola è rappresentato dal luglio 2011, quando il Parco della Valle dei Templi e CVA Canicattì hanno sviluppato un progetto comune, il “Progetto Diodoros”, in collaborazione con le strutture produttive del territorio.

La legge regionale 20/2000 che ha istituito l’Ente Parco, all’articolo 1 comma 2 stabilisce che “il Parco ha finalità di tutela e di valorizzazione dei beni archeologici, ambientali e paesaggistici della Valle dei Templi ed in particolare li cerca di raggiungere a fini didattico-ricreativi attraverso la promozione di tutte quelle iniziative volte allo sviluppo delle risorse del territorio a fini turistici”. Con queste finalità sono state intraprese diverse iniziative, tra cui il “Progetto Diodoros”. Un progetto che mixa vino e archeologia insieme68. Un progetto per riprendere la coltivazione di più di 400 ettari nelle aree demaniali del Parco della Valle dei Templi, rilanciando l’immagine produttiva del suo vigneto storico, posto sotto il tempio di Giunone. Un progetto di mantenimento e sostenibilità ambientale per far sviluppare un territorio ricco di storia dove l’agricoltura svela il senso e l’origine della civiltà. Si ricordi, inoltre, che la viticoltura è l’elemento a più alto valore economico e comunicativo del comparto agricolo siciliano, per cui l’obiettivo è quello di trainare il potenziale attrattivo e comunicativo dei

67 http://www.cvacanicatti.it/ (consultato il 10/09/2015). 68 http://www.cvacanicatti.it/wp/wp-content/uploads/2014/10/Corriere-del-Vino-12_12_13.pdf (consultato il 10/09/2015).

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prodotti agricoli che prendono vita all’interno della Valle dei Templi grazie alla viticoltura.

Il progetto è stato curato da Giuseppe Parello (Direttore Generale Parco della Valle dei Templi), Calogero Liotta (Dirigente Responsabile Unità Operativa V Parco della Valle dei Templi), Giovanni Greco (Presidente CVA Canicattì) e Tonino Guzzo (Enologo)69. Inoltre, nel 2014, è stato avviato anche il progetto “Agri-gentium”, che prevede la concessione di altri terreni demaniali per scopi sia sociali che produttivi.

Al centro di questo ambizioso progetto ci sono dei vini che avranno come marchio “Diodoros”, un marchio di proprietà del Parco Archeologico di Agrigento; vini prodotti dalla cantina di Canicattì che si è impegnata per nove anni ad acquistare le uve prodotte nei vigneti della Valle e a vinificarle, insieme al coinvolgimento di altre strutture storiche come la miniera Taccia- Caci di Aragona70.

Il Diodoros, il vino della Valle, è frutto di una selezione naturale che i vignaioli della Valle hanno operato nel corso dei secoli interpretando al meglio gli aspetti pedoclimatici. La grandezza di questo contesto è data dalle caratteristiche dello stesso terroir: le Terre del Nero d’Avola, dove i suoli di origine alluvionale profondi e sabbiosi sono molto fertili per la coltivazione delle varietà autoctone siciliane. Il vino è frutto della vendemmia del 2012, caratterizzato da un blend delle varietà del Nero d’Avola, Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese, coltivate a spalliera, per un totale di 6.000 bottiglie prodotte, tutte numerate.

Il simbolo di questa prima annata è rappresentato da una colonna dorica stilizzata, scelta dai visitatori del Parco e dagli eno-appassionati attraverso il concorso “Vota l’Etichetta del Vino della

69

http://www.cvacanicatti.it/diodoros-il-vino-della-valle/ (consultato il 10/09/2015).

70

Si chiama Diodoros il vino che nasce nella Valle dei Templi di Agrigento in http://www.luxury24. ilsole24ore.com/GustoMete/2013/12/vino-valle-dei-templi-agrigento_1.php (consultato il 10/09/2015).

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Valle dei Templi”, sulla base di bozzetti realizzati dal designer siciliano Antonio Giancontieri71.

Oltre alla già citata convenzione con CVA Canicattì, nel 2006 è stato firmato l’accordo con la società Valparadiso per la raccolta delle olive e l’imbottigliamento dell’olio prodotto dai terreni demaniali, mentre con l’Associazione “Mandorla di Agrigento” si è siglata la convenzione per la valorizzazione delle varietà autoctone. Inoltre, la collaborazione con il FAI e con l’Università di Palermo ha portato alla nascita del progetto “Mille Mandorli” con l’impianto di 1.000 piante in un’area colpita da incendio; mentre con la SOAT e la Pro Loco di Favara si è realizzato un campo sperimentale di pistacchio72.

La CVA Canicattì ha anche ricevuto nel 2014 il premio “Progresso Economico e Legalità” che ha goduto, come ogni anno, del patrocinio del Ministero delle Sviluppo Economico. Il premio viene attribuito a quelle aziende che si sono distinte sul versante della tradizione, del valore sociale, dell’internazionalizzazione e della competitività, realizzando un modello imprenditoriale di valore, aperto all’innovazione e al confronto nel rispetto delle attuali dinamiche di mercato. Un riconoscimento che intende elogiare quelle realtà produttive del territorio che fanno della legalità un principio base del proprio operato, in grado di valorizzare quanto di positivo è presente nel territorio73.

La buona agricoltura può, quindi, concorrere a tutelare il paesaggio e l’identità di una delle aree archeologiche più belle del Mediterraneo. L’obiettivo di questo progetto è proprio quello di rilanciare i flussi turistici nei

71 Ecco “Diodoros”, il vino della Valle dei Templi di Agrigento, autore del rilancio del suo territorio,

voluto dal parco e dai produttori del territorio: blend, 6.000 bottiglie numerate, vendemmia 2012, vestito dagli appassionati di vino e archeologia, 13 Dicembre 2013 in http://www.winenews.it/

news/33344/ecco-diodoros-il-vino-della-valle-dei-templi-di-agrigento-autore-del-rilancio-del-suo- territorio-voluto-dal-parco-e-dai-produttori-del-territorio-blend-6000-bottiglie-numerate-vendemmia- 2012-vestito-dagli-appassionati-di-vino-e-archeologia

72 C’è un vino che ri-nasce da un vigneto storico in una delle aree archeologiche più belle al mondo: è

“Diodoros”, il vino della valle dei templi (12 dicembre, Agrigento) frutto di un progetto pubblico-privato tra il parco e gli attori del territorio, 11 Dicembre 2013 in http://www.winenews.it/print/news/33315/c-

un-vino-che-ri-nasce-da-un-vigneto-storico-in-una-delle-aree-archeologiche-pi-belle-al-mondo- diodoros-il-vino-della-valle-dei-templi-12-dicembre-agrigento-frutto-di-un-progetto-pubblico-privato-tra- il-parco-e-gli-attori-del-territorio

73 Premio “Progresso Economico e Legalità”, La Sicilia in http://www.cvacanicatti.it/wp/wp-