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2 La Biblioteca «E Pasini» di Schio: 1928-

2.4 Il Museo archeologico

Un elemento che caratterizza la Biblioteca di Schio è il Museo Archeologico che viene progettato per formare con essa un unicum, nel tentativo di creare un polo culturale cittadino. Nel 1932 il Podestà di Schio, Antonio Saccardo, inizia ad occuparsi della questione del museo: scrive prima di tutto a Guido Cibin, nominandolo Membro del Consiglio Direttivo del Museo Civico. 83 Vedi appendice grafica-documentaria

Forse non si aspettava una risposta tanto chiara e netta da Cibin, il quale non solo gentilmente rifiuta l’incarico, ma trova opportuno riepilogare i precedenti fallimenti legati all’istituzione di un Museo archeologico a Schio84.

Cibin si sofferma nel ricordare il secondo tentativo avvenuto «circa un quarto di secolo fa» e caratterizzato da un discreto successo iniziale, che comportò «[...] un fervore di ricerche archeologiche che fruttarono in breve una cospicua messe di oggetti di scavo, taluni anche di particolare interesse per il loro carattere locale85». Il Museo archeologico di Schio sembrava quindi

destinato a specializzarsi e incrementarsi, grazie anche all’interesse dell’Amministrazione Comunale, del Ministero della Pubblica Istruzione e della Regia Soprintendenza agli Scavi. Venne a formarsi una raccolta composta da svariati «oggetti di scavo, documenti, monete, medaglie» in parte offerti dallo stesso Cibin e da altri privati, trovando ubicazione presso un «ampia sala delle allora Scuole Tecniche.86»

Ma ben presto vennero a mancare i contributi all’iniziativa e le nuove esigenze della Scuola ospitante portarono ad un veloce sgombero del Museo già nel 1914. Il materiale «in gran parte fragile e per sua natura già frammentario, peregrinando da luogo a luogo, ritenuto di nessuna utilità, subiva tutti gli oltraggi; ciò che non andava perduto, si riduceva così in pietoso stato, che ora ne sembra impossibile il riordino87». Cibin è determinato e netto nella sua risposta,

tanto da scrivere al Podestà di non sapere a quale Museo egli si stia riferendo: l’idea di ricostruire un così sfortunato museo non sembra promettere nulla di buono.

84 Le vicende inerenti al Museo di Schio sono state trattate recentemente nella pubblicazione di P. SNICHELOTTO, L’arte a Magrè attraverso i secoli, Quaderni di Schio n°15, Schio : Ed. Menin, 2013

85 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», Lettera di Guido Cibin al Podestà, 1932

86 Loc. cit. 87 Loc. cit.

Ma Antonio Saccardo non demorde: biblioteca e museo civico possono dare particolare visibilità ad una cittadina come Schio, oltre che inserirsi perfettamente nella politica di rivalutazione gloriosa del passato italico promossa dal regime. Rivolge quindi le sue attenzioni a Gianbattista Milani, informandolo che

«Molti oggetti d’arte, minerali, cimeli, libri, manoscritti, materiali d’archivio sono da tempo accumulati in una stanza di questa civica residenza, senza il minimo criterio d’ordine ed in completo abbandono.»

In Milani il Podestà trova un interlocutore più accondiscendente: viene nominata quindi una nuova commissione denominata «Commissione Comunale per il Museo e Monumenti» formata dallo stesso Milani, assieme a Isidoro Marchioro, Alessandro Dalla Ca’ e Andrea Lorenzoni, il cui scopo doveva essere riordinare, inventariare e predisporre i materiali per la nuova esposizione al pubblico. Dopo una prima analisi generale sul lavoro da svolgersi, la Commissione stila una relazione88 scritta, di ben 9 pagine, contenente le proprie

conclusioni.

Ne emerge un progetto di rivalutazione complessiva che parte dalla necessità, volutamente incentivata dal regime, di rispolverare le vecchie glorie del passato «ben intendendo che la futura grandezza ed unità della Patria si sarebbero dovute non alla negazione, ma alla più rigogliosa affermazione delle forze comunali.89» Oltre al ripristino del museo archeologico si progetta di

istituire la pinacoteca, la biblioteca e l’archivio «raccogliendo i gloriosi particolari ricordi del passato comunale.» Come abbiamo già visto parlando della risposta di Cibin al Podestà, esisteva un nucleo di materiale archeologico 88 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», «Relazione per la

istituzione di un Museo con Biblioteca in Schio» Vedi Appendice documentaria, p. XXXI

89 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», «Relazione per la istituzione di un Museo con Biblioteca in Schio» , p. 1

che, per quanto malmesso, poteva fornire le basi adatte del nuovo museo archeologico. La Commissione individua anche «cinque grandi tele seicentesche» ed altri dipinti minori, adatti a formare il primo nucleo della pinacoteca; si raccomanda però di acquistare materiale nuovo di anno in anno, con particolare attenzione a opere di artisti scledensi o della zona.

Veniamo ora alla parte del progetto che riguarda la biblioteca e l’archivio: per quanto riguarda l’archivio, si ammette quasi candidamente che non esiste. La colpa di questa mancanza viene individuata nei permessi di consultazione troppo facili e frequenti, che hanno portato alla dispersione «di quanti documenti potevano presentare un qualche interesse.» Si prevede quindi di provvedere a questa lacuna tramite le donazioni di archivi privati. Per la Biblioteca invece si presenta un progetto dettagliato, che spazia dai libri da acquistare90 alla necessità

di tenere aperto non meno di sette ore al giorno. Altri due dati forniti in questa Relazione risultano per noi molto interessanti: il primo è l’indicazione del fatto che, al 1934, «ben poco esiste [per la costituzione della biblioteca] essendo andate disperse varie raccolte di illustri cittadini (Pasini, Toaldi, etc.) […].91» Il

secondo è l’incertezza della sede: nonostante l’incarico datole dal Podestà, e la ricca relazione elaborata, nemmeno la Commissione si sbilancia nell’indicare la sede adatta per la realizzazione del progetto. Anzi, specifica che «la questione della sede costituì in passato il fulcro della discussione per la realizzazione […] difficoltà che in fatto, data la abbastanza larga disponibilità di locali di cui dispone l’Amministrazione, non esiste.92»

90 Vengono previste diverse sezioni tematiche: Raccolta Scledense, di Consultazione, di Divulgazione ( manuali Hoepli, Barbera, etc), di Classici (Greci, Latini, Italiani e stranieri), di Storia ed Arte, sezione Scientifica (tecnologica, fisico-chimica, ragioneria e commercio, scienze giuridiche -sociali- politiche- economiche- mediche), di Letteratura italiana e straniera, di Cultura Fascista.

BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», «Relazione per la istituzione di un Museo con Biblioteca in Schio» , p. 5

91 Loc. cit. 92 Ibid, p.6

Nella relazione della Commissione si parla della biblioteca come di un ente da istituire, di cui la cittadinanza sente il bisogno e da cui trarrebbe beneficio: sembra quasi che la biblioteca non sia presente e/o fruibile all’anno 1934, ipotesi che contrasta fortemente con i dati amministrativi presentati in precedenza (spese e entrate). Si potrebbe avvalorare l’idea che la Commissione, essendo l’ideatrice di un grande progetto futuro che prevedeva di tenere assieme museo archeologico, biblioteca, archivio e pinacoteca in un unico complesso, intenda volontariamente indicare la Biblioteca esistente come non adatta ai bisogni della popolazione per sottolineare la necessità dell’attuazione della propria proposta.

Ad ogni modo, la relazione convince il Podestà Saccardo che, in data 11 luglio 1934, adotta la delibera n° 241 con oggetto «Sistemazione e riordino della Biblioteca Civica esistente e istituzione di un Museo Civico». I fondi necessari per realizzare questo primo passo verso il progetto della Commissione vengono stimati in £. 6.25093 per l’anno corrente.

A questa data era già stato emanato il Testo Unico per la Finanza Locale94 in cui si indicavano, tra le voci di spesa comunale obbligatoria (art. 5),

la fornitura di mobili e contributi per le biblioteche scolastiche e popolari. I documenti si susseguono e i lavori per dotare Schio di un complesso culturale procedono.

93 «Il Podestà delibera: di sistemare e riordinare l’attuale biblioteca civica e di istituire a lato

della stessa un Museo Civico; di accettare in complesso le conclusioni della Commissione appositamente incaricata, determinando di assumere per l’anno in corso (1°agosto- 31 dicembre) a carico del Bilancio Comunale le seguenti spese:

per la Direzione: indennità in ragione di £ 1.500 = annue £. 625. assegno al distributore (in ragione di £. 4.500 annue) £ 1.875. spese per acquisti – restauri museo (id. 1.500 annue) £. 625. abbonamenti a riviste e giornali ( in ragione di £. 1.500 ann) £. 625 acquisto libri (in ragione di £. 6.000 annue) £. 2.500

Totale £. 6.250

di fronteggiare la spesa suddetta di £. 6.250 ricorrendo all’articolo 61 del Bilancio in corso che viene impinguato con storno di lire 5.750 dal fondo di riserva.»

Lo stesso fascio locale preme per poter inaugurare la «progettata Museo biblioteca cittadina» il prima possibile, ovvero entro il 28 ottobre 1934. In una lettera indirizzata al Podestà, il rappresentante del Littorio precisa come ritenesse «[…] necessario che i lavori di adattamento dei locali di codesto Municipio all’uopo destinati siano iniziati con sollecitudine». 95

Ci viene suggerito quindi come la scelta della sede sia caduta su dei locali al secondo piano del Palazzo del Municipio, situato già allora in via Pasini. Presso tali locali, adibiti ad abitazione, i lavori necessari per il trasferimento della Biblioteca non erano ancora iniziati a fine agosto, ma il segretario del Fascio locale spingeva per l’inaugurazione entro fine ottobre.

Questa lettera ci informa della volontà di stabilire Biblioteca e Museo presso alcuni locali del Municipio ma, purtroppo, non ci indica dove fosse ubicata la Biblioteca all’agosto 1934. Potrebbe essere ancora presso l’istituto scolastico in via P. Maraschin, soluzione che ci persuade, oppure presso la Casa del Littorio, come auspicato nella lettera del 1930 che ne chiedeva il trasferimento. Per quest’ultima ipotesi occorre sottolineare nuovamente che i Rossi donarono il loro Villino al Duce per celebrare la creazione dell’Impero: quindi, presumibilmente, nel 1936 con la conquista d’Etiopia. Sicuramente però, al 1934, l’intenzione è quella di trasferire la Biblioteca e il nuovo annesso Museo Archeologico presso i locali del Municipio.

95 «E’ vivo desiderio di questo Fascio di Combattimento di poter inaugurare la progettata Biblioteca Museo Cittadina pel 28 Ottobre p.v. per celebrare un’opera così sentita l’anno XIII. È perciò ncessario che i lavori di adattamento dei locali di codesto Municipio all’uopo destinati siano iniziati con sollecitudine. La prego vivamente, perciò, di voler interessare i camerati interessati perché vogliano mettere a disposizione il più presto possibile i locali da loro occupati come abitazione. In attesa di Sua cortese conferma fascisticamente la saluto, Il Segretario del Fascio, Gennaro Gori» BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini»

2.5 1935: il riordino della biblioteca e l’ipotesi di trasferimento al