• Non ci sono risultati.

La nuova sede della Casa del Littorio nel 1937: Villa Rossi Un nuovo capitolo per la vita e l’attività della Biblioteca Fascista

2.5 1935: il riordino della biblioteca e l’ipotesi di trasferimento al secondo piano del Palazzo del Municipio in via Pasin

2.6 La nuova sede della Casa del Littorio nel 1937: Villa Rossi Un nuovo capitolo per la vita e l’attività della Biblioteca Fascista

«Eleonoro Pasini» si apre a partire dal giugno 1937.

Il 24 settembre 1937 il Commissario Prefettizio di Schio, Comm. Antonio Scotti, firma la delibera n°257 per corrispondere al Fascio locale la somma annua di £.15.000 «in corrispettivo delle prestazioni fornite»; leggiamo infatti come «nella casa del Fascio già dal giugno scorso, hanno trovato conveniente sistemazione due istituzioni alla cui sede e arredamento dovrebbe provvedere il Comune, l’Opera Maternità e Infanzia e la Civica Biblioteca106».

105 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini» 106 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini»

Questo documento ci fornisce ulteriori interessanti informazioni: specifica che l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (O.N.M.I.) occupa tre ampie sale adibite a funzione di consultorio, laboratorio e ufficio, mentre per la Biblioteca si sono impegnate ben cinque sale, «quattro delle quali destinate alla custodia delle opere e una sala di lettura e di consultazione.» L’arredamento, per assicurare continuità tra gli enti attivi all’interno della Casa del Fascio, è stato fornito e curato dal Fascio stesso; così come sempre a carico del Fascio locale risultano essere illuminazione, riscaldamento, pulizia e custodia. Alla luce di queste dispendiose incombenze, la somma equa che il Comune decide di corrispondere annualmente per il mantenimento delle due istituzioni comunali si stabilisce essere appunto £.15.000107. Ma ecco che, grazie ad una frase contenuta

in questa delibera, i nostri dubbi sulla sede della biblioteca dal 1930 al 1936 sembrano risolversi: scrive il Podestà come appaia equo che il Comune intervenga con un finanziamento per alleviare gli oneri sostenuti dal Fascio per queste due istituzioni comunali. Sottolinea inoltre che, se le stesse istituzioni non avessero trovato sistemazione presso la Casa del Fascio, «sarebbe stato giocoforza alloggiarle in locali di privati per assicurarne il normale funzionamento, avuto presente che le rispettive sedi, occupate fino a giugno, hanno dovuto essere sgomberate per sistemare i locali adibiti a sede del Ginnasio pareggiato e del Liceo Comunale.108»

Il Ginnasio viene trasferito, durante l’estate del 1937, presso le scuole di Via P. Maraschin109, cioè nello stesso stabile dove si era inaugurata la Biblioteca

107 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini» 108 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini»

109 «In quei tempi, dunque, nelle scuole Maraschin, al posto dell’asilo comunale era stato alloggiato il Ginnasio Inferiore Comunale, che in precedenza aveva avuto per pochissimi anni una sede di fortuna in Via Porta di Sotto. […] Negli anni precedenti -si era al 1930 circa – a Schio c’era solo la scuola media tecnica, una scuola media inferiore post-elementare […]. A Schio dunque i Licei mancavano. Allora il Comune di Schio e l’illuminato e generoso impegno di alcuni insegnanti che divennero poi anche presidi, il prof. Angelo Corà e prof. Arnaldo Alessandri, ci hanno dato nel lontano 1929 il Ginnasio inferiore. […]. Dopo alcuni anni venne istituito a Schio anche il Ginnasio superiore, sempre comunale […]. Ancora

«E. Pasini» nel 1930 e da cui, pur ordinando un trasferimento urgente, evidentemente non si era mai mossa.

Nel 1937 arriva anche la nuova tessera di federata per la Biblioteca «E. Pasini», n°14116, rilasciata dall’Ente Nazionale per le Biblioteche Popolari e Scolastiche. La tessera viene recapitata al Comune di Schio, assieme alla lettera di conferma di avvenuta iscrizione e il Comune provvede ad inoltrare il tutto alla Biblioteca: un appunto manoscritto su questa seconda lettera, probabilmente scritto dalla bibliotecaria o dal Presidente, sottolinea come la Biblioteca fosse già iscritta a tale ente, con numero di federata 5061110. Non possiamo dire se

l’errore di richiedere una nuova tessera sia partito dal Comune, o dall’E.N.B.P.S., magari a seguito di una riorganizzazione interna; ad ogni modo nelle comunicazioni successive tra E.N.B.P.S e la «E. Pasini» si continuerà ad indicare il numero di federata precedente, n°5061111.

Grazie alla deliberazione del Podestà Antonio Radi del 14 febbraio 1939, che riprende la sopracitata n°257 del 1937, sappiamo che il contributo di £ 15.000 destinato al Fascio locale per la Biblioteca civica e l’O.N.M.I. venne regolarmente versato nel 1937, 1938 e 1939112. Per quanto riguarda invece il

finanziamento comunale annuale destinato alla Biblioteca dobbiamo riferirci ad un’altra delibera, emanata da Radi e datata 31 gennaio 1939, nella quale si afferma che «[...] negli scorsi anni il contributo stesso è stato emanato nella somma di £. 4.000, e che pare opportuno mantenere in tale misura la contribuzione anche per l’anno in corso […]». Ma si specifica anche «Considerato che col contributo del 1939 la Biblioteca sarà in grado di

alcuni anni di assestamento e poi ecco arrivare anche il Liceo […]. Sempre tutti nelle scuole Maraschin, entrando dalla porta est, mentre le elementari femminili entravano dalla porta Ovest verso il Teatro Civico.» B. DE MUNARI BORTOLI, Le scuole Maraschin, in «Schio. Numero Unico», Schio: Menin, 1978, p. 35- 37

110 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini» 111 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini» 112 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini»

completare la necessaria provvista di opere e che quindi nei prossimi anni per i conseguenti aggiornamenti, sarà sufficiente un contributo di sole £ 2.000.113»

La Biblioteca a questa data si presenta finalmente come un’istituzione stabile, che usufruisce in modo continuativo di finanziamenti comunali, ubicata alla Casa del Littorio di Schio e con un discreto nucleo di opere da mettere a disposizione degli utenti. Riprendendo i dati amministrativi precedentemente presentati, ricordiamo che per il 1939 le entrate (al netto del fondo cassa) saranno £. 4.511,10 e le uscite £. 3.803,10. A Schio dovevano essere orgogliosi di quest’istituzione dato che, il 25 settembre 1938, decidono di portarvi il Duce stesso: sul periodico annuale «Schio» un articolo di Bruno Scalco ripercorre e commenta questa giornata in cui il Duce, dopo aver sfilato per il centro della città, viene accompagnato a visitare la Casa del Fascio locale:

«Il senatore Treccani e il Dott. Novello segretario del Fascio che sono con il Duce, l’accompagnano per le sale del grandioso palazzo che il Lanificio Rossi donava a Mussolini per solennizzare la fondazione dell’Impero ed a sua volta il Duce lo adibiva a sede del fascismo scledense. Fuori dalla Casa del Fascio la folla non si stanca di acclamare al Duce che sta visitando le sale, gli uffici, il museo storico.114»

Forse è proprio grazie a questa nuova sede, acquisita nel 1937 dopo anni di ipotesi di trasferimenti, e il conseguente senso di stabilità che ne deriva, se in data 25 aprile 1939 abbiamo uno Statuto ufficialmente approvato115, formato da

12 articoli, volto a regolare vita amministrativa e mission della Biblioteca. Alcune delle notizie fornite da questo Statuto sono conferme a quanto già esposto: la Biblioteca Popolare Fascista è intitolata ad Eleonoro Pasini, è iscritta 113 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini»

114Periodico «SCHIO», Edizione dell’Associazione Ciclistica di Schio con i tipi della S.A.

COOP. Fra COMBATTENTI – Tipografia «Pasubio» Schio – 29 giugno 1939 XVII

115 «Il presente statuto è stato adottato dal Podestà di Schio con deliberazione 25 aprile 1939 n°85, approvata dall’On. Giunta Provinciale Amministrativa in seduta 22 maggio 1939 XVII° ai N.ri 2036/II – 1386 di reg.»

all’Ente Nazionale per le Biblioteche Popolari e Scolastiche, è finanziata e dipendente dal Comune di Schio e riceve finanziamenti anche da Enti, Associazioni e privati. Ci informa inoltre che la Biblioteca svolge anche funzione di «Dopolavoro Comunale» ed è:

«Amministrata da un Consiglio, composto di 7 Membri fra i quali sono compresi di diritto un rappresentante del Comune, il Segretario del Fascio di Combattimento, il Presidente del Dopolavoro Comunale, gli altri membri sono nominati dal Podestà. Presidente è il rappresentante di diritto del Comune.116»

Rimane la suddivisione dei soci in due categorie: ordinari, che si obbligano a pagare una o più quote annue di £.5, e benemeriti, cioè coloro i quali elargiscono una oblazione di £.50. Inoltre, all’art. 6. si specifica che «Il segretario-cassiere presta gratuitamente la propria opera» mentre al « bibliotecario è corrisposto un compenso annuo di £. 1.000».

Gli art. 10-11-12 definiscono il rapporto tra istituzione e utenti:

«La Biblioteca è aperta per la consultazioni a tutti i cittadini di Schio che abbiano compiuti i quattordici anni. Può essere consentita l’asportazione di determinate opere, indicate dal Consiglio di Amministrazione, verso il pagamento di una tassa da fissarsi in misura unica dal Consiglio di Amministrazione nel Regolamento interno della Biblioteca.

L’Amministrazione della Biblioteca infligge multe per ritardata restituzione di opere consultate a domicilio in ragione di £. 0,40 per ogni libro e per ogni mese o frazione di mese di ritardo, ferma l’eventuale azione per risarcimento di danni in caso di perdita di volumi o grave deterioramento degli stessi.

I Soci, tanto ordinari che benemeriti, sono esentati da ogni tassa di consultazione. I non soci verseranno una tassa di £. 0,20 per ogni libro.117»

Sembra quindi che l’accesso alla consultazione delle opere non fosse gratuito, come si conviene ad una Biblioteca Popolare, ma subordinato al versamento 116 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», Statuto, 1939 117 Loc. cit.

della quota di socio o, in alternativa, ad un pagamento specifico nel momento in cui si necessitava di usufruire del servizio.

Definiti gli organi di gestione della Biblioteca e il suo rapporto con i fruitori, si passa alla stesura di un nuovo Regolamento: risale al 15 gennaio 1940 ed è approvato dal Consiglio di Amministrazione, formato come sopra specificato. Anch’esso di 12 articoli, riprende in realtà buona parte delle disposizioni precedentemente approvate tramite lo Statuto, come ad esempio la necessità del pagamento di £. 0,20 per la consultazione. Novità assoluta è l’art.VI, che sancisce come «l’attivo cassa viene depositato in un libretto di risparmio presso un istituto bancario cittadino.118» Abbiamo infatti la voce

«interessi libretto risparmio» segnata nella sezione «entrate» per gli anni 1939 e 1940, come si può vedere dai grafici che analizzano i dati amministrativi. Interessante l’elenco degli strumenti di corredo di cui la Biblioteca dispone (o prevede di disporre) affidati alla responsabilità del bibliotecario: un catalogo alfabetico per autore, un catalogo per materie o per soggetto, uno schedario e vari registri (protocollo, d’ingresso, dei soci, delle letture). Si specifica inoltre che la Biblioteca si presenta divisa in sezioni, «in rapporto al materiale librario esistente e all’uso specifico del materiale stesso.»

Pochi giorni dopo la stesura del Regolamento si tiene quella che viene definita, nell’intestazione del verbale manoscritto prevenutoci119, la «Prima

seduta del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca Pop. Fascista E. Pasini di Schio». È il 18 gennaio 1940, il Presidente in carica è Arnaldo Alessandri e la mano che scrive è quella della segretaria-cassiera Giuditta Boniver Valinotto, la stessa signora che abbiamo visto prendere i primi contatti con la Federazione Italiana Biblioteche Popolari nel 1928 a nome della Biblioteca di Schio. Vi 118 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», Regolamento,

1939

119 BCS, Archivio, b: Documenti Biblioteca Pop. Fascista «Eleonoro Pasini», Prima seduta del Consiglio di Amministrazione, 1940

partecipano, inoltre, Antonio Dalle Molle in rappresentanza del Fascio, Livio Dal Bon per l’O.N.M.I., Pietro Perin, Battista Saccardo e Gino Rigon.

L’ordine del giorno verte su di una «breve relazione morale e finanziaria», proseguendo poi con la lettura del nuovo Statuto e del Regolamento, l’approvazione del Bilancio Consuntivo 1939 e del preventivo per il 1940, la nomina del Segretario, del Cassiere, del Bibliotecario e della Commissione per la scelta dei libri, oltre che proposte varie. La discussione viene descritta sommariamente per argomenti affrontati, purtroppo senza approfondirli; certi passaggi, se maggiormente specifici, sarebbero stati davvero utili nella nostra ricostruzione dei fatti. Fornisce però i nomi delle persone attive nell’ambiente-biblioteca di quegli anni, tra cui quello della bibliotecaria Irene Pasini.

«La Ill. Sig. na Giuditta Boniver riassume brevemente le vicende della Biblioteca «E. Pasini» dal giorno della sua istituzione, febbraio 1928, a oggi, parlando del suo progressivo sviluppo, sia per quel che riguarda il numero dei soci, sia per il crescente numero dei libri dati in lettura, accennando alle varie sedi occupate dalla Biblioteca, alle modifiche di Statuto e di Regolamento, ricordando in particolar modo l’interessamento intelligente e fattivo del compianto prof. Dirett. A. Zerbato e al R. Ispettore Scolastico Cav. Andrea ..

Il Presidente diede lettura dello Statuto adottato dal Podestà di Schio con deliberazione 25 aprile 1939 XVII e approvato dall’Autorità superiore il 22 maggio dello stesso anno.

Venne quindi discusso e modificato il vecchio regolamento per adattarlo al nuovo Statuto. […] Si passò quindi alle nomine di cui al n°4 dell’O. del Giorno e risultarono riconfermate: la Signora Ill.a Boniver Valinotto nella carica di Segretaria Cassiera e la Ill. Irene Pasini quella di Bibliotecaria e nominati a far parte della Commissione per la scelta dei libri i Signori: Prof. Arnaldo Alessandri – Presidente, Prof. Livio Dal Bon – Ill.a Giuditta Boniver e Ill. Irene Pasini.120»

2.7

1940: il questionario della Soprintendenza Bibliografica