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NAVIGATO^ E NAVIG ABILE. 4y

cofachefiain benefizio delPubblico percfTerpubbliche_j fecondoilchiaroavvertimentodeltejionellal. deflu-min. Elumìnapablica, quafluunt,ripaveeerumpublka funt:

E

quantun<]uelaproprietà (pettiaipadronidel fon-do, a cui(onoannefienonponnofarvi.cofache pregiudi-chiallanavigazione:

Ne

quidinflaminepublìconevein.. ripa ejusimmutaiquoflutto iterve navigio deteriorflt,fiat:

E’difpofizione delmedefimoteflonellal.i.^eff".Dovreb*

befi perciòconfèverepeneproibire agli(leffipadroni qua-lunque opera impeditivadel libero, e fpedito pafTo dell*

Alzaiacomeproibita dal teftoilleflbnella l.eff.%.fì pcdeflre iter

.

Tutteledifficoltà,ondehofavellato finorafono al-lafinfuperabili,cfifupererannoco’proportirimedj,efi

condurrannolebarche adOrteIblchèdaddovero metterfi vogliamanoall’opera,eferiamentevifivorrà pcnfare__»

.

Ballandofotoperagevolarmaggiormenteilpafiballe me-defimedisbarazzarl’alveodi lottoalfuoponte cheionon proporròdi rifarlo pernonincitare a reiterate grofle fpelè laCamera.Sebbene dachi lodefideraficredenoncfiTere cosìeforbitanti cometalunihannofiipporto.Perchè fi

pretendedi poterlofude’ pilonirtelfirifondare.Giacché non rovinò nèpergliurtidell’elcrefoenze,nè per verun difettodell’arte.

Ma

perchèfecondoildifoorfo fatto dal rortro.Cornelioflottola

f

gara21. dellaparteprimail

du-caValentinointempoche tenevartrettoBracciano d’af-fodio,edubitavadelfoccorfo,che minacciava Carlo

Or-fini,ordinò chefitaglialTc l’arcoverfolatorre.

E

perchè così sfiancheggiato,e fpolfatopoififoatenò daglialtrinel difatalede' 13. dinovembredel\$\4. nel pontificato di Leo-ne X.allorchéfuquellaimprovvifa inoondazione,cheli già nominato Ronini trovòfud’unmarmoalto dodicipalmi da terra deferitta in cafaGaetani,e riferita tral’altremoltea

<ar.S9-delUx.delfluo Tevere incatenato nel lèguentedirtico

G

Bit

50 I

L TEVERE

Bis denosmenfes decimo ptragente Leone Id'tbusbueTtberisunda novembrìsadejl

M.

D.XIIII.die II.novembri:.

Pur quandomaipenfalTe alla TuariftaurazionerimetterG dovrebbenelprimieroantico ftato laVia amerinafatta.»

aprireda

AuguHo

autoredelponte>cheÀmerino chia-mava.

£

Cornelio che perlopiù tuttofpiana,ed agevo-lanonlafciadiproporrenellafuddetta ventunefima figura dellaparteprimail

modo

dirifarneparte anchedilegno per difpendiommore. Checchéperòdiciòfìacertofìè cheiguaigrandr faranno,nonadefìb inprogrefìbdi temponon molto lungo da Pontemollcallafoce di Fiumi-cino^ Pofciachèdiverrà quellapure,fìccomedivenutaè quella d’Oftiaimpraticabile,conforme ripigliandopalfo palioilfuocorlbprocureròdimanofnmanodi farvedere

.

Pontemolledunque,cheIntempodella

Romana

repubbli-cadaEmilio Scaurofufabbricato,echepoiMilviofu chiamato èllatocelebre perdiverfìfattine*^Tuoidintorni léguitf^

Ed

èmemorabile nonmcnquello riferito nel lib.dell'ifioriadaTacitofraTarmidi Vitellio,e di Vcfpa-fìano,cheTaltro fraCollantino,e riportato nella vitadì S.Milciade papa,dalPlatina.

Ha

avuteegli purefue dilgrazie perelTcrellatorotto,erifarcitopiù volte.

£

tantoèHato piùdegli altri sfortunato,, e fatale quantochè grofìblanamentc,c lènzaverunaparticolar cu-rafìatèmpreildi luirifarcimento feguito-Siccomepur troppo poverolacero,rullico,e* viledi groflolanilfima-j brutturavede anche prefentemente.Avrebbeorapure inquel

modo

grolTolano,concuiè llatotempretrattato

,

uopodiqualche non piccolofuperficialrifarcimento^ Dac-chéildifeorreroradislargargli,ealzargli gliarchidi foverchiotiretti ,èballi ,e d'aprirlo in quelle parti yove è tropporinchiulononmipare perlagrolfa fpela,chevi lirichiederebbe,eperaltrimotivi granfactoproprio*

Quan-DigitizedbyC'iogic

navigato^ e NA VIGAB/LE.

jt Quantunquedimolto.agevolerebbe, edalcorfbdeiracquc, cdalpaffo dellebarchelanavigazione.Siccome molto me-no mipar proprio,eperle ftefleragioni,eperaltrealTii aliaipiù rilevanti,epernullaparagonabiliaquelleildìA correredi fareuntaglioalTevere arettalineadaRoma_>

Undetto ponte,edaquello£nallaibeedelTeverone, con-forme mififupponeelTereflato altrevoltedaaltri propo-fto

. Quello però,cheperimoderniRomanièun proget-to troppoariofoperrcccelTìvitàdellafpefanon menoche per molte,emolto arduedidìcoltà,.chevi s'Jncontrereb-bcro, chefuperfluelònoarammentarfi,farebbeflato af-faiefèguibile,efacileagliantichi.

Mi

fonfèmpre perciò flupito,nèhofaputo maicomprendere,comela magni-ficenza, ilfallo,lafùperbia di quegliimperadorinon ab-biamailur fuggeritoilmetterloaretta lineadentro

Roma

con arginaturadi fortimuri,ebenintefèfabbriche, ca-paceariceverequalunquegrolTa mole d’acqua.Giacche fappiamo,che Giuliocefaremeditòdifarlosboccar ne!

mareaTerracina: Tiberiniftatìm abUrbealta exceptùs fiffàtatque ad.Circeumdefiexoiinmare adTarracinavi^

deducere,quo fecurum,S"pronummercatoribut curfum pararciad Urbem:Cosìnellaà\\a\vhz,Plutarco

.

H

che neppurevipenfalTealcunodei700. rinomati ingegneri, che chiamòa confultaOttavianoperrimediare all’innondazio-ni allorchéaheumTiberUlaxavit^acrepurgavìt compie-tumolìmruderibm,Cfeedificìorum prolapjìontbut

coar-&atum'.Siccome narranelladiluim'mol.S'oetonìo,Ninno peròmeglio penlàrvipotea,cheNerone,qualoradopo l’incendio di

Roma

dellinatoaveadi rifabbricarlacolnor

me

fuo,conformealTerilce Tacitonellib. 15. degli annali’.

VìdebaturqueNerocondendécUrbitnova,(ìfcognomento fuo appellandagloriataquerere:Tantopiùallorchéavido dicofe incredibilivolevacolladirezionediSevero,e Ce-lere arditiingegneriaprircon un canalenavigabilela

co-G

a

munica-DigitizedbyGoogle w

53

IL TEVERE

municMÌonctraillagod’A verno cdOdiacfedar princi-pioallavoro:Nero (amen utera/ ìncredibilìum cupìtor ef-fodere proxima Averno fugaconnìxasejl^manentquevejli^

giàirrita fpei: Loftejfo Tacitoneinfejfo Uh.

£

Svetonio v’aggiugnenelladiluivitalamifura;Fojfam ab Averno hojiiam uffueutnavibut,nee/amen mariiretur longìtudi-nitper centumfexagintamilliarìa,latìtudinHquacontro^

ria quinqueretnescommearent:

Nemmeno

vipensò Traja-noquandofefarequelgrancanale,di cui parla Plinioil giovanenellalett.17. dellib,8.dicendo:fiuamquamfof

fam

,quamprovidentìffimutìmperatorfecìt : Delcui principiofèbbennonrimanga verunaficura notizia con-ghietturanoalcuni,clicftenderpoteflcperlaValledell*

inrernofino aPontemollc.

E

finalmentenemmancovi pen-sòAureliano,(eppurfiavero,ch'egli facefleferrareil

Tevere conarginimuratic fuori,cdentro

Roma

per lun-gotratto.

Ma

comunqueciòfianon fidubita,cheCe al-cundilorol’avefiefatto,farebbeilTeverequellabella_«

villa,che fannoin diverlècittàigrofiì fiumi,che diritta-mentevicorrono,c fiatoArebbedinon poco rimedioall’

innondationi.

Ed

iointantotornandoaPontemolle, do-velalciairintraprefòfilodeldilcorlbdiròcheilTcvere__»

non hacole digranrilievodaofiervarlì finoalPortodi ri-pettaAmofogiàperlavicinitàdel fepolcrod’Augufio,e relbancorpiùfamofòdall’inclite ceneri dell’invitto Ger-manico,chetragliorrori, egemitidel

Roman

tumul-tuantepopolovifurond’Antiochia,ove morì,od iniqua-mentefufattomorire,trafpor tate:Diesquorelìquia tu^

mulo Aagujlì inferebontur dice in principiodel lib.^.

degliannaliparlandodìluiTacito.

Daquelloperòfinall’altrodiRipa fonocosì rilevan-ti ,e continuiidilbrdini,chefral’una,el’altraripa,o l’uno,e l’altroportoilTevere nonèoggimaipiù naviga-bile.

£

comefequello dctellabileinconvenientefoficda^

nulla