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NOTE SULLE FINANZE DELL'AUSTRIA nel periodo bellico e post-bellico

Non mai forse come nel periodo post-bellico, pieno di si gravi incertezze e di sì profondi perturbamenti, è stata dai fatti messa in luce l'importanza dei problemi economici nella vita dei popoli, invano desiderosi di un riassetto stabile e di una pace veramente duratura; così come durante l'ultimo conflitto, in misura assai più notevole che non in quelli precedenti, fu posto in evidenza l'aspetto economico della guerra. Non si era, infatti, mai tanto parlato di conflitto economico, in mezzo alle più cruenti operazioni militari ; dove le armi non potevano spingersi, si svolse la lotta economica, che si intrecciò continuamente a quella militare, quasi a dimostrare l'immensità del conflitto, nel quale qualche vittoria su uno dei numerosi campi di battaglia, altro non fu, per molto tempo, che un episodio della guerra, senza avere importanza decisiva sull'esito definitivo di essa.

Quale influenza abbiano avuto le condizioni economiche e finanziarie dei diversi paesi belligeranti, per quel che riguarda la loro resistenza militare, fu dimostrato da diversi fatti e circostanze; ma una delle caratteristiche del fortunoso e difficile periodo che abbiamo attraver-sato è data dalle condizioni finanziarie dei varii paesi, come pure dai rimaneggiamenti tributari da essi attuati, i quali si possono conside-rare come un indice della loro situazione economica.

Tra gli Stati belligeranti, l'Austria è forse quello, le cui condizioni finanziarie furono meno studiate, per quanto l'azione da essa svolta nella guerra da noi combattuta sia stata tale da meritare qualche indagine al riguardo; tanto più che, mentre stanno svolgendosi le trattative per le riparazioni da concedersi agli Alleati, ed a mano a mano che si riattiveranno gli scambi e si ritornerà ai rapporti normali di commercio con l'Europa centrale, la situazione sua finanziaria ed economica offre speciale interesse.

Una delle caratteristiche della finanza austriaca durante la guerra è anzitutto l'affinità della sua legislazione tributaria con quella della Germania. Esiste, è vero, una certa rassomiglianza tra le imposte di guerra di tutti i vari paesi belligerauti, ma più notevole è quella che corre tra la Germania e l'Austria, le quali furono unite da continui rapporti e legate da.sorte comune.

Le condizioni finanziarie della Germania e dell'Austria, prima che il conflitto sorgesse, erano però assai diverse.

Mentre la Germania si trovava, all'inizio della guerra, in una favo-revole situazione, con un bilancio che si chiudeva con avanzi consi-derevoli e con una pressione tributaria non troppo gravosa, l'Austria, prima ancora della dichiarazione di guerra alla Serbia, aveva rivelato qualche sintomo di depressione economica.

La Germania aveva visto migliorare assai le condizioni del bilancio dell'Impero nel periodo pre-bellico: dal deficit che aveva prima della riforma finanziaria del 1909, passò ad un avanzo di circa mezzo miliardo prima di iniziare il grande conflitto (1). Con la riforma poi del luglio 1913 erano state introdotte, sebbene in misura non onerosa, l'imposta straordinaria sul capitale sotto forma di un contributo mili-tare straordinario (il « Welirbeitrag ») ; l'imposta di Stato sugli aumenti di patrimonio (la « Besitzsteuer ») e vari altri rimaneggiamenti tribu-tari, che ne accrebbero assai le entrate. L'Austria, al contrario, era alquanto indebolita dalle spese della mobilitazione fatta durante la guerra nei Balcani, eil il suo bilancio nel 1913 presentava un disavanzo di 338 milioni di corone. A diversità della Germania, essa non pos-sedeva alcun tesoro di guerra, e la Camera aveva dimostrato poco desiderio di approvare imposte capaci di dare un largo reddito, ed aveva, anzi, quasi annullato di fatto le modeste riforme finanziarie del 1914 con un aumento di spese che assorbivano il maggior reddito, pur approvando quello che fu detto « il piccolo piano di riforma » in-vece del « grande progetto », il quale mirava a dare più larghe entrate allo Stato; ma aveva incontrato troppo viva opposizione.

In Austria il finanziamento della guerra avvenne in principio per mezzo di prestiti, e soltanto nel 1915 si ricorse ad aggravi di imposte nelle finanze dell'Impero ; tuttavia, come in Germania, i singoli

(1) Cfr. VAN DEH BOROHT, Entwicklung uni Ausbau der deulichen Finans (Berlin, 1917) pag. 25.

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Stati Confederati precedettero l'Impero nell'imporre nuovi tributi, come fecero anche in Austria le Provincie (Liinder) ed i Comuni. Mentre ie imposte dell'Impero in Germania ebbero però soltanto nel 1916 i primi rimaneggiamenti, sia perchè erano già state instaurate importanti riforme, sia perchè essa faceva assegnamento su una pronta vittoria delle sue armi, l'Austria incominciò nel 1915 i primi ritocchi nel suo sistema tributario.

Quale fosse il gettito del principale gruppo di imposte appare dai seguenti dati, relativi al provento netto delle imposte di Stato nel 1913:

Imposte dirette (compresa l'imposta militare) . 432.851.500 corone Bolli, tasse e diritti (compresa la tassa sui

bi-glietti ferroviari) 258.949.129 » Imposte sul consumo (compresa quella sulla

ven-dita dell'acquavite) 400.699.324 » Monopoli di Stato 253.971.724 » Dazi 191.152.998 » Totale . . 1.537.626.675 » Le imposte dirette formavano adunque circa un quarto delle entrate complessive. Avevano speciale importanza : quella sul reddito, che dava un gettito di oltre 100 milioni di corone, e quella sugli affitti, che rendeva circa 116 milioni.

Tra le imposte sul consumo, quella sullo zucchero forniva il reddito maggiore, ossia 164 milioni all'incirca; venivano quindi quella sull'ac-quavite per 91 milioni, e quella sulla birra per 80 milioni.

Notevole era il provento del monopolio del tabacco per 225 milioni; i dazi rendevano 191 milioni di corone (1).

Appare evideute dalle cifre sopra riportate la prevalenza, nel periodo pre-bellico, delle imposte indirette, le quali furono, del resto, chiamate a dare un largo gettito anche nel periodo posteriore.

L'Austria iniziò gli aggravi tributari con un aumento dell'imposta addizionale sull'acquavite nel giugno 1915,eli continuò nei novembre dello stesso anno con un aumento complessivo che variava da 2 a 2.20 corone per litro.

(1) Cfr. PAUL GUUNWALD, Die Steucrn Oesterreichi im Frieden uni im Kritg, png. 168 e seg.

Con un decreto del 29 novembre 1915 fu introdotto un aumento dell'imposta sulle successioni, sulle donazioni, sui trasferimenti di proprietà immobiliare e con un aggravio delle tasse sulle assicurazioni e delle tasse giudiziarie. L'aliquota massima dell'imposta di successione fu elevata al 20°/0, e l'aliquota sulle assicurazioni venne aumentata del 100 7 , .

Nel 1916 si ebbe un aggravio dell'imposta sui tabacchi, che variava dal 30 al 40°/o Pe r Qualità migliori ed era appena del 9 °/0 per quelle più scadenti. Tra le nuove imposte introdotte in quel periodo la più notevole fu senza dubbio quella sui sopraprofitti di guerra, stabilita con la legge del 18 aprile 1916. Essa colpiva gli individui singoli e le società. Per i primi era soggetto all'imposta il maggior reddito avutosi durante la guerra in confronto del reddito degli anni 1911-1913. L'aliquota variava dal 5 °/4 per le prime 10.000 corone di maggior reddito al 45 °/0 per i sopraprofitti superiori alle 50.000 corone. Per le società era soggetto all'imposta l'aumento dei profitti netti verifica-tisi negli anni di guerra in confronto ai profitti medi dei cinque anni precedenti l'inizio della guerra, o degli ultimi tre anni di pace, se si trattava di società di più recente costituzione. Reddito minimo era considerato il fi °/0 del capitale di fondazione. L'aliquota cresceva sino al massimo del 35 °/o l) e r le società nazionali, e sino al 40 °/0 per quelle estere. Tanto per l'imposta sulle singole persone quanto per quella che colpiva le società, le perdite toccate in un anno venivano dedotte dal maggior reddito ottenuto negli altri anni, ammettendosi la compensazione del reddito tra un anno e l'altro.

L'imposta sui sopraprofitti di guerra fu introdotta in Austria prima che in Germania, dove venne stabilita soltanto con la legge del 21 giugno 1910. Per quel che riguarda le singole persone l'imposta colpiva in Austria gli aumenti di reddito, basandosi sugli accertamenti di reddito del tempo di pace, ottenuti per mezzo della « Personalsteuer», mentre in Germania essa colpiva gli incrementi di patrimonio, valen-dosi dell'inventario dei patrimoni ottenuto per mezzo del « Wehrbei-trag » (1).

In Austria nel 1916 vennero pure stabilite, coll'ordinanza del 28 aprile, un'addizionale all'imposta fondiaria (« Grundsteuer »), elevata all'800/,,; una all'imposta sui sopraprofitti industriali («Erwerbssteuer» ), aumentata del 100 °/0 per le imprese che pagavano un'imposta supe-riore alle 300 corone, e del 60 °/„ per le altre, ed una all'imposta sul reddito (« Rentensteuer ») in misura del 100°/o. Venne pure istituito

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un supplemento all'imposta sul reddito personale (« Fersonaleinkom-mensteuer ») che variava dal 15 °/0 per i redditi sùperiori alle 3000 corone, ma inferiori alle 5200 corone, al 120°/,, per i redditi supe-riori alle 200.000 corone. Fu accresciuta pure del 100 "/o l'imposta sugli assegni ai direttori delle società. Aumentati vennero i diritti di bollo, come pure i diritti immobiliari e quelli di registrazione. All'im-posta del 5 "/ni esistente sul provento complessivo delle scommesse fatte presso i totalizzatori, si aggiunse una speciale imposta sui totalizzatori e sui guadagni derivanti dalle lotterie. Si ebbe pure un aumento del-l'imposta sulla birra (da 34 » hell'er » per ogni ettolitro a corone 1,40). Un nuovo tributo per l'Austria fu quello sui fiammiferi e sui mezzi vari (li accensione. I rimaneggiamenti tributari attuati iu Austria nel 1916 furono assai più numerosi ed importanti di quelli introdotti in Germania nelle finanze dell'Impero, nello stesso periodo, poiché quest'ultimo si limitava a stabilire l'imposta sui sopraprofitti, ad ac-crescere le tariffe postali, l'imposta sui tabacchi, ad imporre dei diritti di bollo sui documenti di spedizione, e la tassa sulle transazioni com-merciali iu misura dell'I "/„.

L'Austria ricorreva nel 1917 a sempre più numerosi e più impor-tanti provvedimenti tributari ; mentre i principali rimaneggiamenti finanziari introdotti in Germania in questo periodo consistevano nell'au-mentare del 20 °/0 l'imposta sui profitti di guerra, nello stabilire un'imposta sul carbone (del 20%, sul valore della merce) e nell'elevare le tariffe ferroviarie. Molto più notevoli furono gli oneri tributari introdotti in Austria nel 1917. Vennero accresciute innanzi tutto le tariffe ferroviarie, sia per i viaggiatori, sia per le merci : fu costituito un monopolio statale delle materie zuccherine; furono aumentati i prezzi dei tabacchi, e venne aggravata sensibilmente l'imposta sugli alcools, con un aumento di 240 corone per ettolitro, cosicché essa risultò di 380 o di 400 corone a seconda che si trattava di alcool superante o non superante le cosi dette « quote » (la parte cioè asse-gnata alle diverse ditte in base al consumo l'atto negli anni precedenti la guerra). Nel marzo 1917 un'ordinanza imperiale mirava ad assicurare meglio la pratica attuazione dell'imposta sugli extra-profitti di guerra. L'imposta sui sopraprofitti di guerra fu elevata al 60 "/„ per i sopra-profitti superiori alle 300.000 corone, l'er le società come per i privati si teneva conto, per misurare l'entità del sopraprofitto, del profitto medio degli ultimi anni di pace; però le società dovevano ancora pagare un supplemento all'imposta di guerra, stabilito secondo il saggio del profitto, ossia secondo il rapporto esistente tra i sopraprofitti ed il capitale investito. Però l'imposta di guerra insieme con questa

addi-zionale non poteva superare il 60 % del sopraprofitto imponibile. Per-la Banca Austro-Ungarica l'imposta di guerra ammontava air80°/0 del maggior reddito ottenuto in confronto della media dei profitti conse-guiti negli anni 1911-13. Fu pure introdotta in Austria l'imposta sul carbone, con modalità assai conformi a quelle dell'imposta tedesca ed in misura del 20 "/„ del valore della merce. Alcuni aggravi vennero introdotti all'imposta sulle scommesse; l'aliquota era progressiva del 20 "/„ per i guadagni di 500 corone ed arrivava al 40 % per i guadagni superiori alle 12.000 corone. I totalizzatori dovevano pagare il 25"/,, dei loro guadagni annuali. Verso la fine del 1917 si stabili un incremento dell'imposta sul commercio dei titoli : l'imposta fu

ele-vata a 40 « heller » per ogni 1000 corone per i titoli non di Stato che portano coupons, a 5 u heller » per i titoli dello Stato austriaco, ed a 10 « heller » per quelli degli altri Stati. Fu pure aumentata l'imposta sugli zuccheri, da 32 a 54 corone al quintale per lo zucchero di barbabietola. L'imposta sugli assegni degli amministratori delle grandi società fu elevata al 40 % .

Nel 1918 furono introdotti nuovi aggravi in seguito al prolungarsi della guerra. Lo stesso fatto si era pure verificato in Germania, dove in questo periodo si ebbero i più svariati rimaneggiamenti tributari; aumento dei dazi e dell'imposta di fabbricazione della birra, imposta sul vino, sulle acque minerali, sulle bevande preparate artificialmente, aumento del dazio sul caffè, sul the, sul cacao, aggravio dell'imposta sulle transazioni commerciali, imposta sugli oggetti di lusso, aumento delle tariffe postali, telegrafiche, dei diritti di bollo dell'Impero, aumento dell'imposta sui sopraprotìtti, imposta sul patrimonio e sul maggior reddito, la cui aliquota massima era però soltanto del 5 per mille.

In Austria furono aumentate le addizionali delle imposte dirette. Quella sui redditi superiori alle 120.000 corone era del 100 °/0, e cresceva per i redditi superiori a 5.000.000 di corone sino al 250 "/„. L'imposta addizionale a quella speciale sui profitti (« besondere Enverbs-steuer ») arrivava sino all'aliquota massima del 100 "/„ per le società industriali.

L'addizionale all'imposta sulle rendite fu elevata sino al 200 /,, e per gli interessi delle somme a conto corrente arrivava sino al 3 0 0 % . Venne pure stabilita una tassa sulle assicurazioni in ragione del 2 % sui premi pagati e dell'I % sulle somme corrisposte in pagamento dei danni. Un nuovo aumento si ebbe anche nelle tariffe ferroviarie, in quelle postali, telegrafiche e telefoniche. Un nuovo rialzo si ebbe pure nei prezzi dei tabacchi. L'imposta sul viuo fu elevata a 32 corone per ettolitro, quella sul sidro ad 8 corone. Quanto ai vini spumanti,

l'im-» — 441 —

posta (la 80 « Heller » fu aumentata a 2 corone per bottiglia; l'im-posta sullo zucchero fu portata a 54 corone per 100 chilogrammi.

Esaminati nelle linee generali i vari rimaneggiamenti tributari intro-dotti durante la guerra in Austria, non sarà privo d'interesse dare uno sguardo al reddito delle principali imposte, considerandone le variazioni più notevoli cagionate dalla guerra.

La parte più importante delle entrate, nel bilancio austriaco, è costi-tuito dalle imposte e dalle tasse. Nell'anno finanziario 1918-19 le imposte reali fornivano un reddito complessivo di 227,2 milioni di corone. Qualche aumento si era verificato nell'imposta fondiaria, la quale dava un gettito di milioni 95,5, superando di 10 milioni il red-dito avutosi nell'esercizio finanziario 1917-18 e di milioni 43,3 quello dell'ultimo anno di pace. Anche l'imposta sui fabbricati diede un red-dito crescente, il quale raggiunse, nel 1918-19, milioni di corone 131,7 superando di milioni 4,3 il reddito dell'anno precedente e di 8,8 milioni quello del 1913. Il gettito delle imposte personali crebbe sensibilmente: da milioni 247,5 nel 1913 a milioni 464,7 nel 1917-18 e a milioni 501,6 nel 1918-19. Il reddito netto delle imposte dirette, complessivamente considerato — esclusi però i proventi dell'imposta sui sopraprofitti — era adunque aumentato notevolmente: da 432,8 milioni nel 1913 a milioni 674,3 nel 1917-18 ed a milioni 730,3 nel 1918-19.

Qualche diminuzione si ebbe invece nel gettito delle imposte indirette. Il reddito netto dei dazi, in confronto a quello del 1913, presenta nel 1917-18 una riduzione di milioni 93,4, e di milioni 53.3 nel 1918-19. Le imposte sul consumo, nonostante l'aumento dell'imposta sull'ac-quavite e sulla birra e le nuove imposte sui mezzi di accensione e sui vini spumanti, presentano una diminuzione di entrate, le quali da 400 milioni all'incirca nel 1913, si erano ridotte a milioni 352,2 nel 1917-18 ed a milioni 2(53,7 nel 1918-19.

Si verificò invece un notevole aumento nel provento delle tasse, in seguito ai nuovi aggravi introdotti. Nel 1918-19 si ebbe infatti un reddito di milioni 554,2 di fronte ad un reddito di milioni 464,5 nel 1917-18 e di milioni 258,9 nel 1913.

Le imprese statali, comprese anche quelle di minore importanza, davano un reddito di milioni 2073,92, con un avanzo netto di 211 milioni, di fronte ad un deficit di milioni 15,1 nel 1917-18 e ad un avanzo di milioni 212,4 nel 1913. Le imprese statali erano adunque, a causa dell'aumento di tariffe, uscite nuovamente dal disavanzo, senza però raggiungere gli elevati redditi netti conseguiti negli ultimi anni di pace.

Tra i monopoli di Stato, quello dei tabacchi dava un reddito cre-scente, in seguito all'aumento dei prezzi (da milioni 225,2 nel 1913, aveva raggiunto milioni 335,9 nel 1917-18, e milioni 406 nel 1918-19): Erano al contrario modesti i redditi dogli altri monopoli: il sale dava milioni 32,9, il monopolio delle materie zuccherine milioni 11,3 e le lotterie di Stato milioni 20,2 (1).

Le entrate straordinarie provenivano per la maggior parte dall'im-posta sui sopraprofitti, il cui reddito per il periodo bellico era valutato a 1500 milioni di corone.

Considerando nel loro insieme i proventi delle imposte nel periodo bellico, risulta che, se pur si è verificato un incremento nel reddito dei tributi diretti, tuttavia, nonostante gli aggravi introdotti negli ultimi anni di guerra, si ebbero diminuzioni sensibili nel gettito di alcune imposte indirette e nel provento delle tasse, e particolarmente nelle entrate provenienti dai dazi — diminuzioni, lo quali attestano le riduzioni dei consumi e le privazioni sofferte del popolo austriaco durante la guerra. Agli aggravi delle imposte seguirono severi provvedimenti diretti ad impedire le evasioni fiscali. Nessuno poteva emigrare senza prima aver soddisfatto l'obbligo di pagaie le imposte, e nel caso di trasferimento all'estero, come garanzia di questo pagamento il contribuente doveva versare una somma equivalente al 30 % del suo patrimonio. L'evasione delle imposte era infine punita con pene assai severe, che andavano sino alla multa di 500.000 corone e ad un anno di carcere.

Non soltanto i rimaneggiamenti tributari, ma le condizioni stesse del bilancio dimostrano quanto fosse difficile la situazione economica e finanziaria, creata dalla guerra.

Rilanci dell'Austria (1914-1918) (2).

ANNI F I N A N Z I A S I Speso globali di cui sposo di guerra ordinarlo Entrato Deficit

(in milioni di corono)

1914-15 10.039 6.327 2.732 7.037

1915-16 15.119 9.513 3.378 11.741

1916-17 18 684 11.453 3.887 14.797

1917-18 23.823 11.343 4.861 18.962

1918-19 24.321 12.000 4.855 19.466

(1) I dati sul reddito delle principali imposte nel periodo bollico vennero tolti dalla rivista Dtr Oeslerreiehische Volkiwirt.

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Era dunque notevolissimo l'incremento del disavanzo negli anni di guerra, aumentato ad oltre 19 miliardi di corone; mentre nel 1913 esso era appena di 33c> milioni (3461 milioni di spese contro 3123 milioni di entrate).

I bilauci, con le modificazioni e gii inasprimenti apportati al sistema tributario durante la guerra, ci rivelano adunque quanto fossero gravi le ripercussioni che il lungo conflitto aveva prodotto sulla vita econo-mica dall'Austria. E questo fatto ci viene inoltre confermato anche dal deprezzamento della valuta austriaca, il quale doveva poi ancora ag-gravarsi noi periodo post-bellico. Infatti, nonostante l'aiuto finanziario che l'Austria riceveva dalla Germania, e per quanto fosse stabilito il monopolio dei cambi sotto la sorveglianza delle « Divisenzentralen » di Vienna e di Budapest, pure la discesa del valore della corona fu assai notevole. Si era pure pensato a realizzare valori esteri, ma secondo una statistica della Banca Austro-Ungarica, il portafoglio austriaco di questi titoli al principio della guerra non superava 2750 milioni di corone, di cui 850 erano in paesi nemici, e quindi non realizzabili. Nonostante i vari mezzi adottati per porre un freno al deprezzamento della valuta austriaca, questa, che nella Svizzera prima della guerra era quasi alla pari, valeva nel novembre 1917 circa 38 centesimi ; e per quanto essa siasi più tardi rialzata alquanto, pure in sul finire del 1918, diminuiva sino al valore di 30 centesimi, prose-guendo poi nel suo deprezzamento, durante il 1919 ed il 1920, sino al punto da valere meno di 2 centesimi.

Alla diminuzione di valore della corona si accompagnava un aumento notevolissimo nell'emissione di biglietti. La circolazione fiduciaria della Banca Austro-Ungarica, la quale era di 2130 milioni di corone nel luglio 1914, crebbe verso la fine del 1918 ad oltre 35 miliardi. Diminuiva frattanto l'incasso oro, il quale da 1238 milioni di corone alla fine del luglio 1914 si era ridotto a milioni 684,9 nel 1915, a 290 milioni nel 1916, ed a milioni 285,1 nel 1917, nel quale anno la proporzione tra l'incasso oro e la circolazione era soltanto dell' 1,54 "/„.

La situazione della Banca Austro-Ungarica è andata in seguito sempre peggiorando, poiché cresceva la circolazione fiduciaria, la quale alla fine del 1919 già superava i 53 miliardi, mentre si riduceva la riserva aurea a 233 milioni di corone.

Dal sommario esame, che abbiamo fatto delle vicende della vita finanziaria dell'Austria, appare evidente quanto fosse scossa la resistenza economica della nazione, che suscitò il grande conflitto. Il disavanzo