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NPL in Italia

Nel documento European Banking Union (pagine 89-102)

CAPITOLO 3 EUROPEAN BANKING UNION E NPL

2. Non performing loans

2.2 NPL in Italia

securitisation – 3.3 La bad bank – 3.4 La gestione dei NPL in Italia –

4. La situazione odierna

1. Le problematiche dei NPL nel contesto dell’ European Banking Union

Fin dalle origini del sistema bancario, il prestito ha rappresentato la principale forma di impiego per le banche: ha permesso lo sviluppo del sistema bancario, l’evoluzione delle attuali economie avanzate ed è, ancora tutt’oggi, lo strumento mediante il quale è possibile conciliare la domanda e l’offerta di capitali nei mercati nazionali ed internazionali.

Si dice che una banca è solida quando i suoi prestiti sono di buona qualità265. Nelle banche il processo di selezione degli affidamenti e l’assunzione dei rischi porta alla costituzione del portafoglio prestiti, il quale condiziona la creazione di valore,

265

l’equilibrio dei flussi finanziari, l’economicità, la dimensione e la qualità del patrimonio266.

Negli ultimi anni, la qualità del portafoglio crediti è rimasta relativamente stabile fino a quando la crisi finanziaria ha colpito l'economia globale nel 2007-2008. Da allora, la qualità dell'attivo della banca ha subito un forte deterioramento267, manifestatosi in maniera disuguale tra i paesi europei.

Dal 2007 sono emerse notevoli difficoltà legate alla gestione caratteristica delle banche e alla qualità del credito. L’economia europea continua a risentire degli effetti prodotti dalla subprime mortgage financial crisis e dalla sovereign debt crisis, le quali hanno evidenziato gli elementi di debolezza insiti nei bilanci bancari che frenano la ripresa, i c.d. non performing loans (NPL). La loro presenza rappresenta un rischio per la solvibilità delle stesse, perché il settore bancario non è in grado di sostenere la domanda interna, rallentando i tempi della ripresa dell’economia268

.Le sofferenze per di più continuano a crescere.

Le recenti dinamiche dei mercati finanziari e la futura realizzazione dell’European Banking Union evidenziano la necessità di adottare strategie integrate per la valorizzazione e la gestione dell’interno portafoglio dei crediti problematici269

.

Al momento non esiste una definizione chiara ed esaustiva di non performing loans condivisa a livello europeo e ciò genera problemi di confrontabilità dei dati nel settore bancario. Nell’attuale contesto d’incertezza sulla qualità del capitale delle banche europee, l’EBA ha ritenuto necessario fornire alle autorità di vigilanza strumenti aggiuntivi per operare valutazioni comparabili nel territorio europeo. A tal proposito il 21 ottobre 2013 l’EBA ha pubblicato due drafts definitori di tolleranza e esposizioni non performing, i quali cercano di fornire indicatori coerenti di qualità dell’attivo della banche in tutta l’EU.

Questi indicatori, conosciuti come implementing technical standards (ITS), mirano a una definizione uniforme delle esposizioni non performing, armonizzazione cruciale per procedere a una corretta valutazione della attività dei bilanci bancari prevista nella

266

COLOMBINI F. e CALABRO’ A., op. cit., p. 91.

267BECK R., JAKUBIK P e PILOIU A., “Non-performing loans: What matters in addition to the economic cycle?”, tratto dal

Working Paper Series, n. 1515, febbraio 2013, p. 4.

268

Cfr. Comunicato Stampa rilasciato in occasione del Prometeia Banking Day 2013, sito www.prometeia.it, 24 maggio 2013.

269

PWC, “La gestione strategica delle sofferenze bancarie”, tratto da L’approccio PwC alla valorizzazione dei crediti problematici, sito www.pwc.com/it , novembre 2011, p.2 .

futura comprehensive assessment. E’ prevista la loro entrata in vigore per settembre del 2014270.

La definizione di NPL fa riferimento a quella di deterioramento e di default presente negli international financial reporting standards (IFRS) e nel regolamento CRR, tuttavia è più ampia di queste per individuare un indicatore uniforme della qualità degli attivi.

Le migliorie apportate consentono una maggiore comparabilità delle attività di AQR in Europa e un’attenuazione delle discrezionalità nazionali ammesse fino ad oggi dai principi contabili. Riducendo le potenziali incoerenze, i risultati saranno più aderenti alla realtà.

Mantenere lo status quo attuale sarebbe troppo costoso per il sistema bancario dell’EU: la mancanza di comparabilità dei dati di vigilanza può compromettere la cooperazione a livello europeo, ostacolando la corretta valutazione degli assets e, di conseguenza, la realizzazione di una vera Banking Union.

I costi di tali cambiamenti, invece, sono relativi all’adeguamento del sistema di segnalazione e ai dati supplementari necessari per la nuova definizione. Essi dipendono dalla dimensione della banca e dalla sua diversificazione geografica, ma l’EBA ha previsto una serie di elementi di mitigazione dei costi nei modelli di rendicontazione qualora risultino troppo onerosi271. E’ già possibile affermare che, nel lungo periodo, i benefici supereranno i costi.

Questa armonizzazione non avrà un impatto diretto sui requisiti di capitale e ratios, poiché le definizioni di default e impairment non sono state modificate272.

270

Cfr. EBA Final draft Implementing Technical Standards, 21 ottobre 2013, pp. 25-28.

271

Ibidem, p. 29.

272

2. Non performing loans

I non performing loans, ovvero i NPL, sono attività che non riescono più a restituire il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta di crediti per i quali la riscossione è incerta nell’ammontare e nelle tempistiche273.

Nel linguaggio bancario, i NPL sono conosciuti anche con il nome di crediti deteriorati e si distinguono in varie categorie:

 credito scaduto, si tratta di un’esposizione scaduta da oltre 90 giorni e non classificata come sofferenza, incaglio o credito ristrutturato;

 credito ristrutturato, ovvero un’esposizione per la quale una banca o un pool di banche hanno modificato le condizioni originarie del prestito274 a causa del deterioramento della situazione economico-finanziaria del debitore;

 incaglio, è un’esposizione verso una controparte in temporanea difficoltà275 che può essere superata in un termine congruo;

 sofferenza, consiste in un’esposizione verso una controparte in stato di insolvenza (anche se non ancora accertato giudizialmente) o in una situazione analoga, indipendentemente dalla previsione di perdita formulata dalla banca e dalla presenza di garanzie276.

I dati relativi ai NPL sono notoriamente difficili da interpretare e confrontare. Ciò ostacola la valutazione, nel settore finanziario, degli investitori e dei regulators. Queste difficoltà derivano dal fatto che non vi è una prassi accettata a livello internazionale per la loro valutazione: le autorità di vigilanza degli stati europei seguono diverse definizioni di NPL e questo crea problemi di confrontabilità delle posizioni.

In molti paesi, inoltre, si sottostima il livello di NPL perché le banche non rispettano gli adempimenti di segnalazione sanciti dalle autorità di vigilanza277. Per ovviare al problema è necessario stabilire a livello europeo una definizione uniforme per tali prestiti.

273

Definizione tratta dal sito di Borsa Italiana, nella sezione Notizie e Finanza, Sotto la lente, www.borsaitaliana.it .

274

Si fa riferimento ad una rinegoziazione delle scadenze dei termini e del tasso di interesse.

275

Le temporanea situazione di difficoltà deve essere definita sulla base di fattori oggettivi.

276Cfr. Allegato 1 del “La recente analisi dei prestiti deteriorati condotta dalla Banca d’Italia”, luglio 2013, p. 8. 277

Cfr. Working Group on NPLs in Central, Eastern and Southeastern Europe, tratto dall’European Banking Coordination “Vienna” Initiative, marzo 2012, p. 14.

I presupposti di una definizione internazionale di NPL sono essenzialmente due:

 l’elemento temporale (90 giorni o più);

 la valutazione degli elementi che influenzano un NPL ratio (classificazione dei prestiti riallocati, il ruolo delle garanzie nell’analisi della qualità del credito, la possibilità di ricorrere al downgrade278).

Alti livelli di sofferenze possono essere una minaccia per la stabilità finanziaria, perché possono generare insolvenze e situazioni di illiquidità, erodendo il capitale delle banche.

2.1 Il mercato dei NPL

Dal momento che il mercato europeo dei non performing loans è in crescita si prevede un crescente interesse da parte degli investitori di tutto il mondo a impiegare i propri capitali nel suddetto mercato.

Figura 7: Non performing loans nei paesi europei279

Fonte: elaborazioni e previsioni Prometeia280.

278

BARISITZ S., “Non-performing Loans in Western Europe – A Selective Comparison of Countries and National Definitions”, dal convegno «Focus on European Economic Integration», 2013, p. 37.

279

I valori relativi al 2012 sono stati calcolati applicando i tassi di crescita dei non performing loans forniti dall’ECB (tra giu-11 e giu-12) ai dati della World Bank. Tassi di interesse in media trimestrale.

280

Rispetto a un anno fa, gli investitors hanno aspettative diverse sul futuro dell’Europa, la cui politica diventa sempre più credibile grazie al progetto dell‟European Banking Union281. Si prospettano dai 36 ai 48 mesi di forte attività per il mercato europeo282. Fino ad ora i principali buyers di NPL sono state le società di private equity statunitensi, tuttavia anche altri investitori sono subentrati nel mercato: piccole società di private equity, sovereign wealth funds, agiati investitori, family offices e REITs.

In un seminario Ernst & Young, tenutosi nel gennaio del 2013 a Londra, un terzo dei partecipanti283 ha mostrato il suo interesse verso i NPL europei garantiti da immobili commerciali. La loro attenzione si è concentrata soprattutto sulle opportunità di investimento in Germania, Regno Unito, Irlanda e Spagna284.

Figura 8 – Incremento degli European loans (agosto 2013)

Fonte: PwC information and analysis

In soli quattro anni i NPL detenuti dalle banche europee sono aumentati a 1.200 miliardi di euro: il rapporto PwC ha rilevato che il valore dei non performing loans è passato da 514 miliardi di euro, nel 2008, a 1.187 miliardi di euro, nel 2012285. Si prevede una

281

ERNST & YOUNG, “Non performing loan Report”, tratto da Flocking to Europe 2013, p. 14.

282

Ibidem.

283

ERNST & YOUNG, “Non performing loan Workshop”, tratto da EMEA Real Estate Conference, gennaio 2013, p. 9.

284

Ivi, p.11.

285

FLEMING S., “Troubled loans at Europe‟s bank double in value”, tratto dal Financial Times, sito www.ft.com, 29 ottobre 2013.

0 10 20 30 40 50 60 70 2010 2011 2012 2013 V al o re n o m in al e (€ m il iar d i) Aspettative Altri Belgio Italia Francia Germania Spagna Irlanda UK 4 6 m l

crescita costante trainata dagli ulteriori incrementi segnalati in Italia, Grecia, Spagna e Irlanda286.

I primi otto mesi del 2013 hanno visto operazioni di investimento del valore nominale di 46 miliardi di euro in NPL europei, pari all’intero valore registrato nel 2012 (vedi Figura 8).

Sono stati stimati più di 2.400 miliardi di euro di loan assets.

Tabella 4 – Totale NPL dal 2008 al 2012 in milioni di euro

Stati 2008 2009 2010 2011 2012 Germania 142 204 192 179 179 Regno Unito 88 155 172 172 164 Spagna 66 97 111 136 167 Irlanda 15 88 109 119 135 Italia 42 59 78 107 125 Francia 51 77 133 133 125 Sub-totale 404 680 795 846 895 Olanda 32 58 52 52 57 Grecia 12 19 27 40 56 Russia n/a 27 32 34 39 Austria 9 12 17 18 21 Polonia 9 12 15 15 17 Portogallo 5 8 10 12 17 Ucraina 11 11 11 12 16 Danimarca 8 13 16 17 15 Svezia 7 15 14 13 13 Romania 1 3 5 6 11 Ungheria 2 3 5 7 8 Turchia 7 10 10 8 8 Rep. Ceca 3 4 5 6 6 Norvegia 2 4 4 4 5 Slovacchia 1 2 2 2 2 286

PWC, “Europe‟s non-performing loans now total more than €1,2 trillion”, tratto dal Presse Release di PwC dal sito www.thenewsmarket.com, 29 ottobre 2013.

Finlandia 1 1 1 1 1

Totale 514 882 1.021 1.093 1.187

Fonte : Company accounts e PwC analysis

Lo studio condotto dalla PwC ha dimostrato che la Germania ha registrato la più grande quantità di NPL, pari a 179 miliardi di euro alla fine del 2012287.

La Spagna ha registrato un incremento negli anni dei NPL, soprattutto nel settore dei mutui residenziali, passando dal 3,2% al 5,2%288. Si ritiene che l’aumento sia in parte dovuto al riposizionamento di alcune operazioni nella categoria dei NPL dopo una processo di review richiesto dalla Banca di Spagna289.

La vendita al dettaglio non garantita continua ad essere la tipologia più negoziata in Spagna per un ammontare di 6 miliardi di euro di transazioni concluse (senza considerare le transazioni ancora in corso).

Figura 9 – La situazione spagnola ( agosto 2013)

Fonte: PwC information and analysis

287

FLEMING S., op. cit.

288

Questo perché lo stock del debito ipotecario è diminuito solo del 5% nel corso del 2013, il che si traduce unicamente in un incremento significativo delle sofferenze.

289

FITCH RATINGS, “Futher Rise in Spanish NPLs Likely as Loans Reclassified”, tratto dalla sezione Fitch Wire, sito www.fitchratings.com , 27 settembre 2013. 0 2 4 6 8 10 12 2010 2011 2012 2013 V al o re n o m in al e (€ m il iar d i) In progress Corporate Unsecured Retail Secured Retail CRE < € 1 ml € 4 ml € 10 ml € 9 ml

Nell’ultimo anno, il Regno Unito ha effettuato il maggior numero di transazioni in Europa per un totale di 13 miliardi di euro290.

Se si valuta la liquidità del mercato in funzione della dimensione e dei volumi delle transazioni di NPL si ottiene un grafico a quattro quadranti. Partendo dal quadrante in alto a destra e percorrendo il grafico in senso antiorario si registra una diminuzione della liquidità del mercato e delle dimensioni dei non performing loans.

Nel primo quadrante, caratterizzato da alti volumi di transazioni di NPL e forte liquidità, troviamo il Regno Unito, la Spagna, l’Irlanda e la Germania.

Nel secondo quadrante vi sono Francia291 ed Italia292. Il mercato appare relativamente illiquido se si considerano gli alti livelli di NPL complessivi.

La Grecia, i Paesi Bassi sono i mercati più rilevanti del terzo quadrante; si presume che questi paesi possano attirare l’attenzione degli investitori nei prossimi anni293.

Figura 10 – Market Liquidity

Fonte: PwC analysis

290

FITCH RATINGS, op. cit.

291

Le banche francesi hanno visto crescere il volume delle proprie transazioni di NPLs nel mercato estero, mentre il mercato interno è rimasto per lo più inattivo.

292

In Italia le transazioni stanno gradualmente crescendo dopo un lungo periodo di inattività.

293

2.2 NPL in Italia

Tra il 2007 e il 2013 l’economia italiana ha registrato una notevole contrazione: il PIL è diminuito di circa 7 punti percentuali e la produzione industriale del 25%294. Queste condizioni hanno dato luogo ad un forte incremento dei crediti deteriorati, la cui incidenza sul totale degli impieghi del sistema bancario è passata dal 4,5% al 12,3%, e ad una riduzione del tasso di copertura295. Nonostante tutto l’Italia attira l’attenzione degli investitori nazionali ed internazionali perché dispone di:

 un mercato Real Estate (RE) relativamente stabile.

Il mercato italiano è stato meno colpito dalla turbolenze della bolla immobiliare della mortgage subprime crisis. Il 2013 è stato un anno positivo in questo settore, però i prezzi sono saliti lentamente;

 un basso indebitamento privato.

L’Italia si è sempre collocata tra paesi con il più basso livello di indebitamento privato tra le economie avanzate;

 un’elevata ricchezza finanziaria netta delle famiglie.

La percentuale di reddito disponibile in Italia si attesta a 2,4%, contro una media di 1,9% per l’Europa296

;

Il principale strumento di finanziamento delle banche italiane è la raccolta diretta che costituisce oltre il 60% del totale delle passività.

Le banche italiane presentano un modello di banca commerciale puro: i crediti verso la clientela rappresentano il 70% degli impieghi bancari, mentre nelle banche europee tale valore è del 44%297. Ad oggi, il portafoglio crediti commerciali delle banche è concentrato in 6 regioni situate principalmente al nord.

294

BANCA D’ITALIA, “La recente analisi dei prestiti deteriorati: principali caratteristiche e risultati”, tratto dal sito www.bancaditalia.it, 2013.

295

Dal 2007 al 2012 il tasso di copertura ha registrato un calo di dodici punti percentuali, ma quattro punti sono riconducibili ad un effetto di composizione.

296

Cfr. Global Finance, anno 2011.

297

Figura 11 – Distribuzione del portafoglio crediti commerciali in base alla localizzazione della clientela.

Fonte: PwC analysis

In termini di tipologia di debitore, il portafoglio crediti commerciali è composto principalmente da prestiti alle imprese per il 65%, e da prestiti alle famiglie per il 35%.

Figura 12 – Ripartizione del portafoglio crediti commerciali per tipologia di debitore (%)

Secondo un recente sondaggio le forme tecniche che incrementano maggiormente i NPL sono i prestiti alle imprese, seguiti dai prestiti personali e finalizzati. Ciò indica che l’ammontare dei NPL nel settore corporate è cresciuto più che proporzionalmente rispetto al credito al consumo298.

Il sistema bancario italiano è caratterizzato da una forte frammentazione e una struttura pro-ciclica. Le turbolenze economiche degli ultimi hanno influito negativamente sulla redditività delle banche e le ispezioni condotte da Banca d’Italia hanno portato ad un aumento significativo delle rettifiche su crediti.

Dal 2008 lo stock dei NPL lordi è aumentato in maniera significativa, raggiungendo i 125 miliardi di euro nel 2012. All’interno dei NPL, gli incagli sono cresciuti dai 31 miliardi di euro del 2008 ai 69 miliardi di euro del 2012. La qualità del credito si sta deteriorando per tutte le classi di assets, soprattutto per il Consumer Credit Business il cui gross NPL ratio ha raggiunto oltre l’8%299.

Nel terzo trimestre del 2012 i 10 Gruppi Bancari italiani più importanti mostrano un rapporto di net NPL ratio pari al 3,4%, mentre si mantiene su livelli bassi la media dei NPL Coverage ratio pari al 50,8% in media300.

Figura 13 – Analisi del livello di NPL ratio tra i 10 Gruppi Bancari italiani più importanti.

Fonte: PwC analysis

298

Cfr. Survey Deloitte sui Non-Performing Loans Italiani, Outlook 2012-2013, p. 8.

299

PWC, “The Italian NPL market – A new beginning?”, tratto dal sito www.pwc.com/it, marzo 2013, p. 10.

300

I principali investitori nazionali ed esteri stanno guardando con forte interesse all’evoluzione del mercato italiano dei NPL: secondo un recente sondaggio301 più del 50% delle banche intervistate ha concluso almeno un’operazione di cessione di portafogli di NPL negli ultimi tre anni.

In questi anni il processo di dismissione di NPL, c.d. deleveraging, è stato frenato dalla differenza di aspettative di prezzo fra le banche venditrici e gli investitori. Un crescente interesse per questo tipo di asset class è stato manifestato anche da parte di investitori meno speculativi302.

Gli ultimi mesi hanno visto realizzarsi un numero sempre maggiore di transazioni, registrando un trend al rialzo nella dismissione di NPL.

In questo ambito, un approccio strategico alla gestione dei crediti problematici è una scelta fondamentale per ripristinare la fiducia dei mercati e creare valore per gli azionisti.

301

Cfr. Survey Deloitte sui Non-Performing Loans Italiani, Outlook 2012-2013.

302

3. Strumenti per la gestione del portafoglio prestiti delle banche

Nel documento European Banking Union (pagine 89-102)

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