IV.1 Motivi per un approfondimento
A complemento del capitolo precedente approfondiamo qui maggiormente la figura di uno degli impresari itineranti nei teatri, perché sono proprio questi primi imprenditori il trait
d'union tra gli spettacoli ottocenteschi e la nascita dell'industria cinematografica italiana,
anche se per molti di loro lo sviluppo di quest'ultima, che comporta un impiego di capitali sempre più vasto, li porta a una progressiva emarginazione dal commercio. Fra i vari itineranti che sostano a Bologna (cap. III e Appendice 1) abbiamo deciso di isolare Enrico Pegan ovvero il primo a portare in città la cinematografia come spettacolo autonomo nel 1899 e che, dopo vari anni di frequentazione della città, ha gestito una ditta di distribuzione proprio a Bologna. Come per Guglielmo Cattaneo (cap. VI), abbiamo tentato anche per Enrico Pegan di trovare eredi viventi che nella speranza che potessero conservare materiali d'epoca, ma purtroppo questa ricerca (al contrario di quanto avvenuto con Cattaneo), non ha dato esiti positivi. Per quanto il profilo qui presentato sia quindi ricostruito per la prima parte della sua vita attraverso i lavori di altri studiosi (che lo hanno citato trasversalmente senza mai ricostruirne un profilo completo1), la parte “bolognese” si avvale invece dei documenti
d'archivio rinvenuti nel corso di questa ricerca.
Enrico (o Heinrich) Pegan (Fig. ) nasce a Trieste dal padre Giovanni il 5 novembre 18542. Viaggia per la prima parte della sua attività nella cinematografia per molti teatri d'Italia
in qualità di itinerante e collabora con diversi ambulanti importanti, per poi fermarsi a Bologna probabilmente in seguito al matrimonio con l'attrice drammatica bolognese Ada Mancinelli (Bologna 21 agosto 1867 – Bologna 10 settembre 1936, Fig. ), che lavorava per la compagnia felsinea di burattini del Teatro Nosadella3. A Bologna gestisce dal 1908 la filiale
locale della ditta di distribuzione di Luigi Roatto, per poi rilevarla al fallimento del 1915 e continuare la sua attività in proprio. Muore a Bologna il 29 maggio 1935 all'età di 80 anni, senza lasciare eredi.
1 Ci riferiamo soprattutto a BERNARDINI 2001a, pp. 111-113 e a KOSANOVIC 1995.
2 Secondo Bernardini nasce il 5 settembre (BERNARDINI 2001a, p. 111), ma l'Archivio Storico di Stato Civile di
Bologna e i documenti della Camera di Commercio di Bologna riportano tutti il 5 novembre. Non avendo consultato l'anagrafe di Trieste, prendiamo per buona la data della documentazione bolognese.
3 I dati anagrafici sono stati ricavati dall'Archivio Storico di Stato Civile di Bologna e anche all'anagrafe
Mancinelli risulta “artista drammatica”. Per il suo coinvolgimento nella compagnia di burattini rimandiamo a CERVELLATI 1964b, p. 321.
IV.2 I primi lavori da itinerante con Permè, Stancich e Spina
Ha già superato la quarantina d'anni quando compare per la prima volta nella storia del cinema triestino, come uomo di fiducia e rappresentante delle attività finanziarie di Antonio Permè, che dal 1897 è rappresentante della ditta dei fratelli Lumière a Trieste4 e a lui
è attribuito in questo anno un film Lumière fuori catalogo dal titolo Lo scalo dei legnami a
Trieste5. In questo ruolo di assistente di Permè organizza6 le prime proiezioni triestine con il
Cinematogafo Lumière al Teatro Fenice, in collaborazione anche con Giuseppe Stancich (Josip Stančić), un altro assistente di Permè. Nel 1897 vengono da loro organizzate alcune proiezioni a Zagabria, Budapest, Cracovia e Wiener Neustadt. Al ritorno da questa tournée Stancich e Pegan si separano da Permè, continuando le proiezioni autonomamente (forse con un proprio apparecchio?) in Austria e Slovenia, mentre Permè lavora ancora a Trieste e in Dalmazia7. È proprio la compagnia formata da Stancich e Pegan8 a fermarsi al Teatro Duse di
Bologna dal 18 giugno al 2 luglio 1899, proiettando per la prima volta in città uno spettacolo esclusivamente cinematografico (§ III.3); la tappa seguente è Parma dove lavora dal 13 luglio al Teatro Reinach e poi è nuovamente a Bologna al Teatro del Corso in novembre (v. Appendice 1). Nel 1900 Pegan sosta per oltre un mese al Teatro Contavalli organizzando anche “serate nere” e proiezioni colorate che pubblicizza sui quotidiani, mentre Stancich si trova contemporaneamente nei Balcani.
Nel 1901 sembra essersi staccato da Stancich, almeno a giudicare dalle sue lettere- circolari su carta intestata «Cinematografo Lumière | Impresa Enrico Pegan | Apparati originali della Società in azioni Lumière di Lione»9. Al lato della pagina compare una lunga
lista dei teatri nei quali ha lavorato, tutti compresi tra Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lombardia, Liguria e Friuli. Nel 1902 sembra essere tornato a Trieste, dove i documenti triestini lo attestano come direttore (o amministratore) del Teatro Fenice in concomitanza con le proiezioni del Royal Biographe10. In effetti per un paio di anni sembra
4 KOSANOVIC 1995, p. 35. Permè gestiva precedentemente un commercio all'ingrosso di ferramenta, gomma e
altro per il quale era già rappresentante di diverse case estere. Forse Pegan era già da anni impiegato nella ditta di Permè, ma servirebbero delle ricerche a Trieste per trovare maggiori informazioni.
5 BERNARDINI 2008, p. 50. 6 KOSANOVIC 1995, pp. 35-36.
7 Ivi, p. 48. Kosanovic (Ivi, p. 76 nota 13) indica un contributo bibliografico in lingua slovena sulla loro
attività, ma non è stato possibile reperirlo in Italia.
8 Gli impresari vengono citati in Teatro Duse, «Il Piccolo Faust», a. XXV, n. 26, 21 giugno 1899, p. 4. 9 ANGELINI-PUCCI 1981, pp. 44-45. Le lettere qui riprodotte sono conservate a Pesaro. In una delle due Pegan
spiega il voltaggio elettrico necessario allo spettacolo (15/20 ampères) e i lavori da apportare al teatro per ospitare il macchinario.
fermo, e comunque non sosta più a Bologna. Nel 1903-1904 secondo Bernardini diventa concessionario del Bioscope11.
Nel 1905 diventa l'uomo di fiducia di un altro impresario viaggiante Salvatore Cucumazzi Spina12 che l'aveva incaricato di gestire il suo Reale Cinematografo Gigante
durante un suo viaggio a Parigi per acquistare un'automobile e che, apprezzando il successo ottenuto da Pegan nelle proiezioni al Garibaldi di Padova, decide di assumerlo13. Questo
cinematografo “gigante” aveva la caratteristica di proiezioni molto ampie (lo schermo pare fosse di 50 mq) e inoltre il programma, diviso in tre parti, durava anche due ore compresi gli intermezzi musicali14. Queste proiezioni “giganti” pare impressionassero notevolmente il
pubblico, a giudicare dalle recensioni sui periodici e dagli alti incassi riportati. Alla chiusura della tournée nel luglio del 1905, avvenuta interamente fra Veneto e Friuli, Spina si ritira a Rovigo, mentre Pegan si sposta a Bologna, dove gestisce il repertorio di film (il valore delle pellicole è stimato 50.000 lire) dalla sua sede di via delle Moline 315.
IV.3 Pegan diventa l'uomo di fiducia di Roatto
Nel 1906 Enrico Pegan viene assunto dall'importante imprenditore cinematografico Luigi Roatto16 per organizzare assieme a F. Salvalai la tournée del The American Bioscope.
11 BERNARDINI 2001a, p. 111. 12 Ivi, pp. 132-135.
13 Spina si reca a Parigi per acquistare una potente automobile in grado di trasportare la sua pesante cassaforte,
necessaria per i grandi incassi (Varie, «Il Piccolo Faust», a. XXXI, n. 24, 31 maggio 1905, p. 4; ivi, a. XXXI, n. 25, 7 giugno 1905, p. 4).
14 Documento del 15 dicembre 1905 relativo al Teatro della Fortuna di Fano (riprodotto in ANGELINI-PUCCI
1981, p. 84).
15 Varie, «Il Piccolo Faust», a. XXXI, n. 29, 13 luglio 1905, p. 4.
16 Luigi Roatto discendeva da una famiglia di panoramisti, poi passata all'esercizio di un Gabinetto Americano,
un Grandioso Museo Artistico Meccanico, un Circolo Aletoscopico Cinetico e un Cinematografo e in seguito all'esercizio di cinematografi stabili in Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna e alla distribuzione di film. Secondo Bernardini (BERNARDINI 1978, p. 58 e MONTANARO 1986, pp. 189-204), il cav. Roatto nel 1908 è uno
dei fondatori dell'UNICA di Venezia, è entrato nella Saffi di Milano e possiede cinque cinematografi a Venezia; nel 1910 ha aperto cinematografi a Venezia, Udine, Verona, Asti, Brescia, Bologna; nel 1911 gestisce quattro nuovi cinematografi a Ferrara grazie alla Società in Accomandita Ferrarese per l'Industria dei Cinematografi ed Affini, cav. Luigi Roatto & C.; nel 1912 apre una succursale persino ad Alessandria d'Egitto. In realtà la gestione di questo grande impero era possibile grazie alla partecipazione di tutta la famiglia Roatto e di alcuni aiutanti, quali Pegan. Per fare luce sulla composizione di questa famiglia sono state svolte delle ricerche presso l'Anagrafe di Bologna: Luigi Roatto (Verona, 25 ottobre 1825 – 1895) e Adelaide Gamba (13 agosto 1842 – 1908), che erano panoramisti viaggianti (cfr. MONTANARO 1986, pp. 190-
191), hanno avuto sei figli. La prima è Francesca Maria Roatto, detta Marietta (Venezia, 2 marzo 1863 – ?), il secondo è Almerico Roatto (Palermo, 8 ottobre 1865 – Venezia, 20 agosto 1938), poi nascono Domenico Roatto (Bari, 13 marzo 1868 – Venezia 4 ottobre 1948), Luigi Alessandro Roatto (Canosa 15 marzo 1870 – ?) che sposato ad Anita Albanese ha ancora degli eredi in vita a Trieste, Zaira Roatto (Roma, 2 giugno 1878 – ?) residente a Ferrara, e infine Eugenio che muore ancora bambino.
Nell'agosto del 1906 sosta al Politeama D'Azeglio di Bologna (v. Appendice 1) con un programma sempre tripartito della durata di due ore, comprendente anche il film La presa di
Roma (Fig. , e § IX.3), mentre nell'ottobre dello stesso anno il Museo Artistico-Meccanico
con Cinematografo Roatto, sosta in piazza VIII agosto per il periodo invernale (v. Appendice 2). Anche il percorso dell'American Bioscope di questi anni privilegia Emilia-Romagna, Veneto e Friuli17 e la quantità di programmi, lettere e notizie superstiti negli archivi del centro
e del nord-est dell'Italia in questi anni lo rendono il protagonista indiscusso delle proiezioni cinematografiche nei teatri del periodo.
Anche se sembra che nel 1907 la proprietà dell'American Bioscope sia passata all'ing. Angelo Corvini, troviamo nuovamente Pegan nel maggio 1908 a Bologna impiegato nell'amministrazione dell'unica filiale della ditta di distribuzione di Luigi Roatto (v. Appendice 4.2, Luigi Roatto), che risulta anche essere la prima ditta di distribuzione cinematografica aperta a Bologna (§ X.2.1). Roatto ha sviluppato una rete di conoscenze in Italia grazie alla sua attività di viaggiante, consolidata anche dal ruolo dirigenziale che viene ad assumere nel 1909 presso la Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini18. Roatto sceglie Bologna non solo come parte del suo circuito di cinematografi aperti in
quegli anni nel Nord-Est d'Italia, ma anche come sede dell'unica succursale, per l'epoca, della sua ditta di distribuzione veneziana. In qualità di amministratore di Roatto, possiamo ipotizzare che Pegan ne amministri anche il cinematografo stabile da lui aperto a Bologna, il Cinematografo Roatto o Cine-Parlato Roatto attivo fra 1909 e 1910 in via Repubblicana 6 (v. Appendice 3.2, Cine-Parlato Roatto). Pegan diventa uno degli amministratori di punta di questa organizzazione, che però fallisce nel 1915, probabilmente per la situazione creatasi con la guerra19.
IV.4 Distributore cinematografico in proprio
In seguito al fallimento di Roatto, il 1° maggio 1915, Enrico Pegan, che ormai ha superato i sessant'anni, rileva la ditta precedente e continua l'attività per suo conto nella medesima sede, in via Galliera 55 (v. Appendice 4.2, Enrico Pegan). La sua attività sembra inizialmente improntata al commercio di macchinari nelle zone Toscana e Emilia, è 17 BERNARDINI 2001a, p. 124.
18 Nel 1909 Roatto diviene presidente della società fondata da Cattaneo, e sotto la sua direzione «L'Aurora», il
periodico della società, diviene un periodico cinematografico tout court.
depositario delle attrezzature della Ditta Fumagalli Pion & Co20 e il Mattozzi21 lo inserisce
nell'elenco dei fornitori di materiale tecnico e affine e non in quello dei distributori. Dal 1914 è anche iscritto tra i periti commerciali per il ramo Macchine cinematografiche, pellicole e affini22 (Fig. ).
Il commercio delle pellicole comunque perdura per tutta l'attività e sembra privilegiare i grandi film italiani aventi per protagoniste le più famose dive (v. Appendice 4.2, Enrico Pegan). Rilancia la sua attività di distributore nel 1924 quando apre due filiali, una a Ferrara e l'altra a Firenze, con lo scopo di snellire il lavoro nelle zone Emilia e Toscana23. Nel 1929
pubblica un articolo intitolato Musica cinematografica, nel quale mette in luce la necessità di un accompagnamento più meno banale di quello che viene normalmente svolto nelle rappresentazioni cinematografiche comuni, in genere troppo slegato dalle immagini24.
Fra gli esempi positivi di accompagnamento dal vivo Pegan ricorda alcune musiche composte appositamente per i film:
Ricordo, fra l'altro la “Rapsodia Satanica”, protagonista Lyda Borelli, con musica del maestro Mascagni, che diresse personalmente detto lavoro a Torino; “Nozze tragiche”, “Malia dell'oro”, “Il Romanzo di Pierrot”, “Danze Internazionali”, tutti films musicati dal maestro Romolo Bacchini di Roma. Ed infine “La Fata Carabosse”, con musica del maestro Vitaliano Bianchi che, quale direttore d'orchestra, ebbi prezioso collaboratore nelle mie tournées in Italia e all'estero, in innumerevoli teatri, ove usavo dare una unica rappresentazione serale col concorso di una grande orchestra, come si fa adesso al “Gaumont Palace” di Parigi25.
Queste parole e i cataloghi dei film distribuiti da Enrico Pegan consultati (v. Appendice 4.2, Enrico Pegan) tradiscono a nostro parere i gusti di questo “veterano della 20 Di tutto un po', «La cinematografia Italiana ed Estera», a. IX, n. 9, 15 maggio 1915, p. 54. Anche l'insegna
applicata all'esterno del negozio di Pegan nel maggio 1915 recita “Enrico Pegan | Forniture Cinematografiche | Deposito della Fabbrica | Fumagalli, Pion & C° Milano” (ASC, C.A., 1915, XII.4.4, prot. 12647).
21 MATTOZZI 1921-1922, p. 377.
22 Enrico Pegan, «La Cinematografia Italiana ed Estera», a. IX, n. 1-2, 31 gennaio 1915, p. 95.
23 Notiziario, «La rivista cinematografica», a. V, n. 9-10, 10-25 maggio 1924, p. 6. Di queste filiali non c'è
traccia nei documenti conservati a Bologna. È stato però possibile rintracciare una cartolina postale della Ditta Enrico Pegan, Agenzia per la Toscana (Firenze, via de' Servi 49), viaggiata il 20 maggio 1927 e diretta alla Film Emilia, riguardante lo sfruttamento del film La danzatrice del fuoco nei cinematografi di Modena e Ferrara gestiti dalla Film Emilia a partire dal mese di giugno, finita la proiezione al Fulgor di Bologna (la cartolina è in possesso di chi scrive).
24 E. Pegan, Musica cinematografica, «L'Eco del Cinema», a. VII, n. 65, aprile 1929, p. 10. L'articolo era stato
pubblicato originariamente su «Il Resto del Carlino».
25 Ibidem. Per Nozze tragiche probabilmente si tratta del film di G. Velle, Cines, 1906 in genere accompagnato
da un'orchestra; Malia dell'oro (F. Alberini, Alberini & Santoni, 1905) era uno dei film proiettati dal The American Bioscope e il nome di Bacchini risulta nei programmi di sala dell'epoca (ANGELINI-PUCCI 1981, p.
cinematografia”26, che ricorda con nostalgia i vecchi film di vent'anni prima, quelli che lui
stesso presentava nei teatri, nonché i bei film italiani con le dive e le attrici di teatro. Il binomio musica sinfonica e divi del teatro rimanda senz'altro a quella “maniera grande” del cinema italiano, che Pegan tenta di ricordare in tutte le pubblicità della sua ditta di distribuzione e di propagandare nei cinematografi di Emilia e Toscana, nonostante la distribuzione degli anni Venti sia in gran parte orientata ad altro, come dimostrano i cataloghi coevi della Società Anonima Stefano Pittaluga.
IV.5 Conclusioni
La ditta di distribuzione di Enrico Pegan, nonostante la conduzione propria e i non grandi sforzi pubblicitari da lui sostenuti, è fra le più longeve della città di Bologna, in quanto riesce a passare indenne tutto il periodo del cinema muto, chiudendo solo nel 1935 quando ormai ottantenne e gravemente malato Pegan non riesce più a curare gli affari. Lo stesso anno egli muore a Bologna.
La figura di Pegan a nostro parere andrebbe approfondita ulteriormente, soprattutto riguardo alla sua carriera d'itinerante per ricostruirne in maniera più completa i percorsi nel nord-est dell'Italia, a partire dalla documentazione d'archivio dei vari teatri minori, che come sembra di intuire dal caso della città di Fano27, parrebbe cospicua. Operatore di uno (e forse
più di uno) dei film Lumière girati a Trieste (§ IV.2), pensa ad un modo differente di lanciare lo spettacolo cinematografico in Italia, puntando (forse per la prima volta, e almeno certamente per la prima volta per la città di Bologna) su un programma interamente cinematografico, che escludesse i numeri di varietà. Le sue pubblicità sui programmi di sala e sui giornali (ma faceva anche ricorso ad affissi di grandi dimensioni, come lui stesso specifica nelle lettere che inviava alle direzioni dei teatri) mettevano in risalto la lunga durata dello spettacolo (oltre le due ore), eventuali accompagnamenti orchestrali, come nel caso proprio della Malia dell'oro28, e che le proiezioni fossero colorate e non in bianco e nero. Questa
concezione del cinema di Pegan manifesta la sua idea che il film sia un'opera d'arte autonoma già in tempi arcaici per la cinematografia e la sua promozione del programma in questo senso 26 Enrico Pegan si definisce così declinando l'invito di Pittaluga a recarsi alla cerimonia di inaugurazione dei
teatri Cines (La solenne inaugurazione della "Cines-Pittaluga", «La rivista cinematografica», a. XI, n. 11, 15 giugno 1930, p. 18).
27 ANGELINI-PUCCI 1981.
probabilmente ne segna il grande successo fra il pubblico borghese dei teatri, successo che infatti lo porta ad essere richiesto dai più importanti viaggianti quali Roatto e Spina. Purtroppo alla seconda parte della vita di Pegan, probabilmente a causa della sua età avanzata, non sembra corrispondere una particolare vitalità commerciale, anche se il fatto che la sua ditta di distribuzione sia una delle poche a non aver chiuso con la Prima guerra mondiale, probabilmente dimostra una certa capacità negli affari, che ancora doveva contraddistinguerlo. Questo percorso di Enrico Pegan da itinerante a gestore di un'impresa stabile è comune a tutta una serie di ambulanti (v. ad esempio Guglielmo Cattaneo cap. VI), che trasferiranno nel proprio commercio la competenza e le predilezioni del loro periodo precedente; nel caso di Pegan queste ultime sembrano essere il gusto per il “cinema-attrazione” (di tutta la storia del cinema dal 1896 al 1929 ricorda infatti nel suo articolo Rapsodia Satanica e i film a trucchi) e la passione per le grandi attrici del decennio precedente. In anni più recenti avrebbe probabilmente aperto un cinema d'essai.
CAPITOLO V.