VI.1 Motivi per un approfondimento e fonti
Guglielmo Cattaneo e i suoi due fratelli sono un calzante esempio del percorso di transizione professionale dalla piazza all'esercizio cinematografico stabile e di intraprendenza e innovazione in entrambi i campi. Solo una parte dell'attività della famiglia Cattaneo va ricondotta specificatamente alla città di Bologna, con la gestione del primo cinematografo stabile, la Sala Marconi o “Cinema Cattaneo” dal 1905 e di un secondo cinema, il Cinematografo Cattaneo presso il Teatro Nosadella dal 1907. Questi cinematografi stabili divengono in realtà parte di un circuito di cinematografi più ampio, gestito dai due fratelli Guglielmo e Menotti, tra Napoli e Torino, che comprende anche il commercio di pellicole e la fondazione da parte di Menotti Cattaneo di una delle prime riviste cinematografiche specializzate italiane, «La Lanterna» di Napoli nel 1907. Il rilievo della famiglia però è chiaro già in precedenza, perché sino dal febbraio del 1890 Guglielmo Cattaneo è presidente e fondatore della Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini, che riunisce i fieranti.
Nonostante il percorso esemplare e le origini ancora più interessanti, ci siamo resi conto nel corso di questa ricerca che la figura dei fratelli Cattaneo era rimasta fin qui del tutto inesplorata, se non per alcuni accenni di Bernardini e di chi si è occupato delle origini del cinema a Napoli1.
Contrariamente ad altre figure di ambulanti coevi, dei quali è rimasto solo il nome o poco più, l'intraprendenza dei fratelli Cattaneo ci ha lasciato diverse fonti dalle quali attingere per capirne maggiormente il ruolo. Il primo passo è stato lo spoglio presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze del periodico collegato alla Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini, fondato nel 1889 e, anche se diretto da Ettore Gallassi, fortemente auspicato e patrocinato da Guglielmo Cattaneo. Le frequenti notizie riguardanti la famiglia Cattaneo riportate ne «La Bussola» (dal 1900 «Rivista degli Spettacoli» e dal 1901 «L'Aurora») ci hanno fatto intuire la complessità del profilo di questi imprenditori.
1 Per alcuni accenni sulla famiglia Cattaneo rimandiamo a BERNARDINI 1980 e IACCIO 2010. Nel corso di questa
ricerca abbiamo inoltre avuto modo di pubblicare un breve articolo con una parte dei risultati ottenuti sulla figura di Guglielmo Cattaneo, al quale ci permettiamo di rimandare (NEPOTI 2012).
A questa fase è quindi seguita una puntuale ricerca anagrafica, necessaria per fare chiarezza sulle famiglie dei fieranti (§ V.3), in genere allargate e collegate tra loro attraverso matrimoni, e che come abbiamo suggerito nel capitolo precedente probabilmente perpetuano volontariamente errori ed omissioni nelle richieste ai Municipi e alle Questure confondendone gli impiegati. La ricostruzione dell'albero genealogico della famiglia Cattaneo ha permesso di fissarne il collegamento con gli ambienti risorgimentali italiani e di individuare anche dei discendenti diretti del ramo napoletano della famiglia, che hanno aiutato con entusiasmo le nostre ricerche, fornendoci un prezioso album fotografico che ha aggiunto un volto ai protagonisti di questa vicenda2.
Per completare i profili ottenuti abbiamo poi svolto ulteriori accertamenti presso l'Archivio di Stato di Napoli, nonché spogliato il periodico «La Lanterna» che restituisce un panorama delle attività napoletane della famiglia. L'esercizio stabile è stato quindi ricostruito per quanto riguarda la città di Bologna, ma mancano alcuni accertamenti sui cinematografi stabili aperti a Napoli e Torino, che sarebbe opportuno condurre per sottrarre ulteriormente all'oblio questi lungimiranti imprenditori e assegnare loro il corretto posto all'interno della storia del cinema muto italiano.
VI.2 Cenni biografici su Guglielmo Cattaneo e la sua famiglia
I fratelli Cattaneo hanno origine emiliane, in quanto la madre Clementa Guidotti Cattaneo è bolognese (Bologna 2 febbraio 1830 – Treviso 19 ottobre 1903) e il padre Ferdinando Cattaneo (Parma 11 ottobre 1821 – Legnano 14 novembre 1884) di Parma. Il padre di Ferdinando, tale Cesare Cattaneo all'anagrafe3 risulta essere proprietario di un
negozio di chincaglieria assieme al suocero; Clementa Guidotti invece è figlia di un bolognese proprietario di uno stabilimento di idroterapia (dove incontra per la prima volta il marito Ferdinando4) e sorella del combattente risorgimentale Elia Guidotti (1839 – Napoli 1904) che
partecipò alla Campagna dell'Agro Romano e alle battaglie di Monterotondo e Mentana5.
2 Ringraziamo Menotti Cattaneo, per la sua cortese ospitalità in occasione della nostra visita a Napoli e per
l'aiuto accordatoci per le nostre ricerche sui suoi antenati.
3 Non sempre le professioni riportate all'anagrafe sono corrette, ma quella di “espositore di oggetti d'arte”
indicata per Ferdinando nell'atto di nascita di Guglielmo, rintracciato nell'Archivio Storico del Comune di Parma, può senz'altro riferirsi al museo delle cere.
4 Cenni biografici, «L'Aurora», a. III, n. 13, 1° novembre 1903, p. 5. Articolo in occasione della morte di
Clementina Cattaneo, dove si dice però che la donna aveva avuto 12 figli, tutti deceduti tranne tre.
Dall'unione di Clementa e Ferdinando nascono sei figli (v. albero genealogico, Fig. ), tre dei quali deceduti in tenera età.
I tre fratelli Guglielmo (Parma 15 novembre 1854 – Bologna 3 giugno 1928), Alfredo (1860 – Il Cairo 1923) e Menotti (Taranto 1866 – Napoli 1937), ereditano un museo delle cere viaggiante fondato nel 1837, quindi probabilmente dal loro nonno. Le rotte dei tre fratelli si sovrappongono a quelle della madre rimasta vedova Clementa (detta “Clementina”), tanto che nel medesimo momento riescono a trovarsi in città differenti con il loro museo, chiamato sia “esposizione meccanica”, che “museo storico” e “museo statuario”, ma in realtà questi nomi probabilmente sottendono parti della medesima attrazione che era composta da oltre 500 gruppi statuari esposti a rotazione (che descriveremo meglio nel paragrafo seguente). Ad esempio nel giugno del 1892 si trovano contemporaneamente a Padova, Voghera e Castel Fiorentino6. Alfredo compare raramente nei percorsi della famiglia, anche perché
probabilmente lavorava all'estero: infatti si sposa e ha dei figli in Egitto, dove muore a Il Cairo nel 1923.
Gli altri due fratelli lasciano l'esercizio ambulante tra il 1902 e il 1904, quando Guglielmo è cinquantenne, mentre invece Menotti ha solo 36 anni quando vende il baraccone. Nel 1903 muore inoltre la madre Clementina.
Guglielmo si ferma a questo punto a Bologna con la moglie Erminia Bovi Campeggi (Bologna 31 ottobre 1846 – Bologna 29 giugno 1910). Anche Erminia, come la madre di Guglielmo, proviene da una famiglia impegnata nell'azione risorgimentale, è figlia di Ferdinando Giuseppe Bovi Campeggi appartenente a una famiglia di attori teatrali e dei patrioti tra i quali il famoso patriota bolognese Paolo Bovi Campeggi7. Alla morte della
moglie sopravvenuta a causa di un vizio cardiaco, Guglielmo lascia l'esercizio cinematografico e la presidenza della Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini al più giovane Lusuardi, e si sposa nuovamente nel 1912 con la bolognese Clotilde Veronesi, ricamatrice (Bologna 22 aprile 1866 – Bologna 18 marzo 1946). I due muoiono a Bologna senza lasciare eredi8.
Menotti Cattaneo invece si stabilisce a Napoli, dove si sposa con Vittoria Cavardini, dalla quale ha una figlia; gestisce sale stabili a Napoli e in altre città e anche altre imprese riguardanti il cinematografo (v- § Vi.5). Menotti Cattaneo muore a Napoli nel 1937 in una 6 «La Bussola», a. III, n. 11, 1° giugno 1892, p. 6.
7 Ringraziamo Sergio Bovi Campeggi per averci fornito l'albero genealogico della famiglia Bovi Campeggi. 8 Guglielmo Cattaneo è sepolto nella Certosa di Bologna, assieme a Erminia; la lapide riporta la scritta:
villa bellissima a Posillipo, ancora oggi esistente, acquistata con i proventi della sua attività cinematografica.
VI.3 Il Replicatamente Premiato Museo Cattaneo
L'entrata al museo delle cere dei fratelli Cattaneo nel 1889 costava 20 centesimi (15 per militari e ragazzi) e al suo interno erano esposti diversi gruppi statuari a grandezza naturale raffiguranti personaggi ed eventi storici, uomini e donne celebri. Con un biglietto a parte di 20 centesimi si poteva vedere una sezione separata vietata ai minori di 18 anni, il Museo Anatomico Ostetrico Patologico con modelli in cera e altro. Questa sezione reclamizzata con il motto greco “Conosci te stesso” (Γνῶθι σεαυτόν) era espressamente illustrata da un imbonitore che faceva la descrizione anatomica di una forma di donna in gravidanza scomponibile e di un ermafrodito (Fig. ). I giornali italiani a ogni sosta elogiavano questo museo (tanto che una raccolta di questi articoli si trovava all'ingresso del museo stesso), consigliandone la visione ai medici e agli studenti.
L'intento educativo di questo baraccone è sottolineato dallo stesso Guglielmo Cattaneo all'inizio dell'opuscolo a stampa Catalogo del Replicatamente Premiato Museo Cattaneo
(casa fondata nel 1837). Importante Raccolta di lavori artistici e scientifici del 1903:
Il sottoscritto nel presentare la sua modesta raccolta, crede di compiere opera eminentemente morale, e di servire quale coefficiente all'istruzione popolare, tanto più che oggi si sente imperioso il dovere di popolarizzare la scienza, e non vederla schiava a pochi privilegiati. Nel breve periodo di pochi istanti al visitatore che percorre il nostro Museo si presenta allo sguardo il risultato di lunghe e laboriose indagini artistiche, e scientifiche che servir dovranno ad arricchirgli la mente di vaste e profonde cognizioni. Niuno dimentichi che il miglior modo d'istruirsi è mediante la vista degli oggetti.
Fiducioso che niuno sia per rimanere insoddisfatto della visita, passa a dirsi della S.V. Devotissimo Guglielmo Cattaneo9.
«Istruire senza offendere la morale»10 è l'ideale di Guglielmo Cattaneo che riconosce il
primato della vista per l'istruzione, esattamente come fanno i cattolici e i socialisti con le proiezioni fisse e qualche anno dopo con il cinema educativo (cap. XV). In realtà la moralità 9 Catalogo del Replicatamente Premiato Museo Cattaneo (casa fondata nel 1837). Importante Raccolta di
lavori artistici e scientifici, Milano, Tip. P.T. Rigamonti, 1903, p. [2]. 10 Ivi, p. [1].
dello spettacolo viene messa in discussione dalle autorità, che spesso censurano ordinando di coprire alcune figure esposte. A Bassano nel 1891 e nuovamente nel 1892, vengono coperti per ordine del sindaco quattro fenomeni scientifici del Museo Cattaneo e un articolo comparso sul quotidiano «L'Adriatico» e riportato da «La Bussola» allude a come il motivo sia di natura politica e imputabile a un sindaco eletto con i voti dei clericali:
Enormità incredibili clericali. Domenica mi sono portato a visitare il gabinetto meccanico ed anatomico di Cattaneo, che da alcuni giorni sono aperti al pubblico nel Foro Boario. Come avverte un avviso, al gabinetto anatomico non può accedere chi sia inferiore all'età di 18 anni; credo quindi che, posta tale condizione uno che vi entri, abbia il diritto di vedere tutti i fenomeni naturali che nel gabinetto stesso si trovano. Invece vi sono tre o quattro fenomeni, importantissimi dal lato scientifico, che non si possono osservare perché fatti coprire con un drappo per ordine perentorio del sindaco. Sono cose incredibili, per Dio, che eccitano a ridere i pollastri! L'anno scorso, per ordine del sindaco attuale, è accaduto lo stesso. Ma porsi signor sindaco la domanda, a quali falsi principi di malintesa morale è ella ispirato? Ma vuol proprio che noi liberali assetati di scienza, stiamo soggetti ai suoi capricci retrogradi di qualche secolo fa?11
Analogamente a questo episodio «La Bussola» riporta un articolo tratto dal periodico degli ambulanti tedeschi, il «Der Kurier», che riferisce dei sermoni del curato di una cittadina di seimila abitanti contro una Daphne in cera: «Nessuna persona deve entrare nei baracconi poiché si vede lo spirito del male. E sarà un gran peccato che commetterà chi andrà al teatro della Daphne»12. I gruppi statuari in cera erano comuni a Germania e Italia e le maggiori ditte
di produzione di tali statue erano tedesche, come le ditte Zeiller (Fig. ) e Hammer di Monaco (Fig. ), o quelle di Carl Gabriel sempre di Monaco o di Rudolf Pohl di Dresda. Le plastiche del Museo Cattaneo provenivano in parte da queste ditte e la prima sezione comprendeva statue plasmate del prof. Carlo Jozzi, mentre le cere anatomiche erano del bolognese prof. Calori. La parte anatomica aveva quindi una derivazione diretta dalla ceroplastica settecentesca destinata agli ambienti universitari, continuata nel corso dell’Ottocento dai professori Luigi Calori e Giulio Valenti della cattedra di ostetricia dell'Università di Bologna13.
11 Bassano, «La Bussola,» a. IV, n. 1, 1 agosto 1892, p. 5.
12 Tutto il mondo è paese, «La Bussola,» a. IV, n. 1, 15 agosto 1892, pp. 1-2 13 Sulla ceroplastica rimandiamo a Ceroplastica 1977 e DANINOS 2012.
L'interno del museo ospita circa 600 tra oggetti e sculture, esposti a rotazione. La prima sezione Statuaria – Meccanica applicata alla Plastica Pittura e Ottica comprende oltre a 500 cere «rappresentanti i principali avvenimenti del giorno», altri soggetti, tra i quali Sua
Maestà Umberto I (n. 501), Beatrice Cenci (n. 514), Cleopatra (n. 507), L’Incubo (n. 515), Il Vampiro (n. 510), Le Nozze d’Oro (n. 518), la ballerina Miss Fifi (n. 525), Il Gorilla che rapì
la moglie del Capitano Voget nel 1821 in Africa (n. 531), Giuseppe Musolino (un celebre assassino, n. 532), Guglielmo Marconi (n. 554, aggiunto a penna, così come Pio X, n. 555, novità in aggiornamento)14. Potrebbe sembrare l'elenco dei titoli di film d'inizio Novecento,
che spaziano dal genere storico, all'orrore all'avventura fino ad arrivare ai personaggi di attualità, ma si tratta invece di gruppi statuari in cera. Dai nn. 535 al 550 troviamo inoltre una raccolta di specchi concavi e convessi dall'effetto esilarante, il n. 553 è invece L'indovina, una gitana meccanica semovente che predice il futuro plasmata da Carl Gabriel di Monaco.
La seconda sezione Anatomia Ostetrica e Storia Naturale riservata ai soli adulti comprende soprattutto dimostrazioni ostetriche, tra le quali il Taglio Cesareo (n. 556), l'Ermafrodito (n. 558), feti conservati in alcool (nn. 559-567), Il Cinto di castità (n. 569) e infine quello che doveva essere il punto più alto dello spettacolo, la Giovine donna (n. 581), modello anatomico a grandezza naturale e scomponibile:
Si toglie la pelle e si osservano i muscoli e le costole, tolte le costole vi si scorge i polmoni, la laringe: la laringe si toglie e vi si osserva l'esofago, la trachea, la glandola tiroide e le corde vocali: si toglie la metà del polmone destro e vi si scorge l'interno del polmone, si toglie il cuore, questo si apre in 4 parti lasciando vedere i due ventricoli, le due orecchiette, la valvola tricuspide e la valvola mitrale. Si toglie l'intestino tenue e vi si scorge l'intestino grasso, cioè il cieco, il colon ascendente, il traverso e il discendente, l'essiliaco e il retto. Si toglie l'utero e vi si vede il feto nel primo periodo, cioè di tre mesi. Si toglie il fegato e vi si osserva la cistifelia. Tolto lo stomaco si scorge la milza e il duodeno. Vi si scorgono pure i muscoli della gamba e del braccio, ecc, ecc.15
Sembra che Menotti Cattaneo a Napoli facesse una vera e propria lezione di anatomia sezionando questo corpo in cera, integrata con proiezioni cinematografiche16.
14 Catalogo del Replicatamente Premiato Museo Cattaneo (casa fondata nel 1837). Importante Raccolta di lavori artistici e scientifici, Milano, Tip. P.T. Rigamonti, 1903, pp. 3-12.
15 Ivi, p. 15. Gli organi sono tutti in corsivo nel testo. 16 BRUNO 1995, pp. 72-74
Il catalogo dei Cattaneo, dove ogni pezzo era spiegato con precisione, aveva una tiratura di centomila copie all'anno17, degli spazi pubblicitari, e si concludeva con una
dimostrazione di interesse del proprietario a comprare da scultori e pittori oggetti adatti al museo e fenomeni vivi e imbalsamati. A riprova dell'eccellenza di questa attrazione ricordiamo che al festival di Alessandria il comitato locale attribuisce la medaglia d'oro per il padiglione più bello del 1902 al Museo Cattaneo, seguito al secondo posto dal Cinematografo di Kullmann18.
VI.4 La Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini
Cattaneo che vegliava | che i viaggiatori univa E società fondava | Che tutti riunì19
Prendendo esempio dalle società estere di mutuo soccorso che riunivano i fieranti, Guglielmo Cattaneo nel febbraio del 1890 fonda a Monza la Società Internazionale tra proprietari di spettacoli viaggianti e affini20 (Figg. ). Nel 1889 infatti Guglielmo si reca per la
prima volta a Parigi – già conosciuta attraverso i romanzi di Victor Hugo – per conoscere i colleghi di «Le voyageur forain» e per vedere l'Esposizione. In un articolo intitolato Da
Pavia a Parigi racconta di aver visto il Louvre, Place Vendôme, le Tuileries, Notre-Dame, i
ponti e infine la piazza dei festeggiamenti per il 14 luglio:
Finalmente si giunse!... ecco Parigi. Bella, grandiosa, superba, si mostra in un subito allo stordito visitatore, meritevole della fama prodigatagli. Le spaziose vie, i magnifici ponti, i palazzi, i passaggi, i giardini, le amenissime e imponenti viste sulla Senna rendono questa cospicua metropoli degna della più alta ammirazione. Fra i pubblici edifici noto il Louvre mole grandiosa dove stanno magnifici appartamenti, con ricche gallerie, pitture, sculture, ecc. – il palazzo della Tuillerie residenza imperiale [...] Senza esagerare in occasione delle feste del 14 Luglio, vi saranno state presenti non meno di 400 Baracche, giostre comprese. Novità di mestieri però nessuna, ed anche come eleganza di Padiglioni tolto dieci o dodici eccezioni niun altro sorte dal normale. Queste 10 o 12, meritano però di essere notate e sono 2 elegantissime 17 Questa informazione, evidentemente esagerata, è riportata nel catalogo stesso, ma testimonia della diffusione
dello spettacolo e dell'investimento pubblicitario dei Cattaneo.
18 Relazione dal Festival di Alessandria, «L'Aurora», a. II, n. 24-25, 29 aprile 1902, p. 9.
19 Versi di una poesia scritta per l'onomastico di Guglielmo Cattaneo e pronunciata dall'ambulante Vittorio
Tedescato, che qualche anno dopo gestisce proprio un cinematografo («La Bussola», a. III, n. 1, 1 agosto 1891, p. 4).
baracche di compagnie teatrali, 3 bellissime Metempsicosi; qualche Bersaglio montato con lusso, che in Italia non ne abbiamo un'idea, e due o tre veramente magnifiche giostre. Il mestiere che più abbonda e pel quale i parigini pare che vadano in sollucchero sono le Giostre a
velocipedi delle quali ve ne sono di tutti i sistemi e di tutte le forme. [...] Mentre passavo in
rivista questo mondo chiassoso e che fra me e me, da forzato amateur, mi perdevo a farne i più sminuzzati confronti, non potei esimermi da una certa dolorosa impressione, causata dallo scorgere fra le tante baracche un numero strabocchevole di carrovane sonnambule, e l'impressione dolorosa, mista a meraviglia spiacevole era anche più viva, inquantoché vedevo ciò non solo nella civile Parigi, ma perché lo stesso mondo parigino a quelle carrovane s'accalcava e faceva ressa in modo veramente indescrivibile21.
La prima adunanza della società si tiene a Milano il 19 febbraio del 1890 e viene stabilita l'istituzione di una Cassa di Prevenzione affidata al bolognese Antonio Sutto e aperta presso la Cassa di Risparmio di Bologna22. Lo scopo della cassa era quello 1. di fornire un
prestito ai soci, 2. istituire un fondo che fosse una garanzia presso le case commerciali per gli acquisti a credito dei soci, 3. fornire una pensione ai soci in disgrazia o inabili al lavoro e 4. mantenere a metà tassa i figli dei soci in un istituto d'educazione fino al compimento delle scuole elementari23. L'associazione si poneva come intermediaria presso i Comuni per fare
ottenere ai soci i posteggi richiesti e attraverso i suoi periodici informava i soci sulle agevolazioni ferroviarie per il trasporto dei baracconi, sulle leggi per il lavoro minorile e sulle società disposte ad assicurare gli ambulanti, come la Società di assicurazioni “La Provvidenza” di Milano.
Alla società possono inoltre partecipare dal 1901 anche le donne (purché il marito sia socio effettivo), grazie all'aggiunta di un articolo apposito nello Statuto introdotto per volontà di Guglielmo Cattaneo, ma nel 1903 le uniche iscritte risultano essere Erminia Cattaneo e Giovanna Lusuardi24.
Aldo Bernardini25 ci ha messo in guardia dal non sopravvalutare il ruolo di questa
società che, riunendo solo pochi proprietari di spettacoli viaggianti (i soci rimangono per tutto l’arco di vita della società attorno all’ottantina), ha in effetti un’esistenza travagliata: né alle adunanze “postali” né a quelle “in persona” partecipano molti soci, e Guglielmo Cattaneo rassegna più volte le dimissioni (ma ogni volta convinto dai soci a restare) a causa delle 21 [G. Cattaneo], Da Pavia a Parigi, «La Bussola», a. I, n. 8, 1 agosto 1889, pp. 1-2.
22 La nostra Prima Adunanza Generale, «La Bussola», a. I, n. 18, 1 marzo 1890, pp. 1-4.
23 Spieghiamoci, «La Bussola», a. II, n. 2, 1 maggio 1890, pp. 1-2. Per lo statuto della società rimandiamo a
«L'Aurora», a. II, n. 21-22, 15 marzo 1903, p. 8.
24 «L'Aurora», a. I, n. 8, 15 agosto 1901, p. 3; Cose incomprensibili, ivi, a. III, n. 7, 1 agosto 1903, p. 5. 25 BERNARDINI 1980, pp. 115-116.
critiche di alcuni nella gestione della società. Si tratta inoltre di una società che non riunisce tanto i giostrai, i proprietari di “massacri di fantocci”, bersagli o intrattenimenti minori quali sonnambuli o fenomeni vari, ma piuttosto di un’associazione che collega principalmente famiglie più colte e benestanti, proprietarie di musei, padiglioni ottici e fotografici, grandi giostre (quali quelle “marine”) e poi cinematografi. Anche se riuniva solamente una parte dei fieranti, ci sembra che gli sforzi di Guglielmo Cattaneo nella fondazione di un organismo del genere ci possano aiutare ad inquadrarne maggiormente le ambizioni ed il clima culturale nel quale egli era cresciuto: patriota, colto, ateo26 e progressista ha come ideale un'alleanza che
tradisce nei simboli della società una derivazione massonica. Il cartiglio riportato sui timbri e sulla carta intestata della società è infatti composto da un righello piegato a formare un triangolo con iscrizioni “Lavoro – Onestà – Fratellanza” simboleggiante i valori concreti dell'alleanza e racchiuso in uno scudo, sovrastato da una stella luminosa con dei raggi, rappresentante l'astrazione (Figg. ). Anche il gonfalone della società, ricamato dalle mogli