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b Oltrarno Scuola di formazione del mestiere dell’attore

La Scuola d’Oltrarno nasce per la volontà congiunta della Fondazione Teatro della Toscana dell’attore e regista Pierfrancesco Favino (Direttore artistico della Scuola) che ha visto in questo progetto l’opportunità di offrire ai giovani un’innovativa proposta formativa e didattica. Per il Teatro della Toscana questa è l’occasione di dotarsi di una scuola che sia strutturata in forma accademica e dunque permanente.

L’Oltrarno si presenta come un accademia che avvia gli attori (che già posseggono una formazione di base) a un percorso di specializzazione. È previsto che gli allievi sperimentino un corso completo e complesso, dove possano acquisire le tecniche e le competenze necessarie per padroneggiare il mestiere del palcoscenico324.

La visione pedagogica della Scuola d’ Oltrarno si basa su un presupposto ermeneutico: l’idea centrale è quella di sollecitare e stimolare l’allievo perché possa sviluppare le capacità d’espressione personali. La ricerca personale non deve però escludere il lavoro di gruppo: attraverso di esso sarà possibile per il singolo trovare la propria dimensione. Gli stimoli provengono fondamentalmente dalla molteplicità di approccia adottati per l’insegnamento. I docenti comunque sono tenuti a collaborare per permettere un interconnessione dei vari ambiti formativi, mantenendo tutti gli stessi intenti didattici325.

Tali obiettivi si rifanno sempre ad una concezione ermeneutica. In primo luogo l’attore deve essere proiettato in una realtà fondata sull’esplorazione, sviluppando una metodologia di lavoro che gli permetta autonomamente di elaborare un processo creativo. Inoltre, attraverso il lavoro con gli insegnanti è necessario che possa acquisire abilità tecniche consolidate sulle quali poter lavorare in modo indipendente per raggiungere un livello di comunicazione espressiva sicuro ed efficace. La Scuola si prefigge poi come ulteriore obiettivo quello di una formazione volta a poter essere sfruttata in media differenti e in contesti di ogni genere, grazie all’acquisizione delle capacità e competenze di tipo sia artistico che umano. Infine punta a sviluppare la coscienza della tradizione insieme alla visione personale dell’arte e al senso di responsabilità sociale e artistico. Per realizzare tali obiettivi l’insegnamento proposto si fonda sull’incentivo alla curiosità, all’apertura mentale, alla generosità e alla collaborazione326

. 324 Cfr. http://loltrarno.teatrodellatoscana.it/chi-siamo. 325 Cfr. ibidem. 326 Cfr. ibidem.

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L’attore formato nella Scuola d’Oltrarno viene preparato quindi per essere un comunicatore della propria visione del mondo circostante, ma soprattutto per imparare a percepire l’esigenza della comunicazione e quindi dell’espressione artistica327

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Da un punto di vista organizzativo e strutturale la Scuola è diretta da Pierfrancesco Favino coadiuvato nella didattica da numerosi altri docenti di rilevo internazionale.

L’insegnamento si distribuisce su tre anni nei quali vengono affrontate varie materie. In particolare tecniche recitative, voce, canto, storia della musica, movimento e clownerie. La varietà degli insegnamenti punta a rendere il più completo possibile il percorso formativo, dando forte rilievo alle attività correlate all’uso della voce e del corpo, il cui controllo è indispensabile per poter padroneggiare il palcoscenico328.

Le lezioni si svolgono da novembre a giugno per ciascuno degli anni di corso, e il numero massimo di allievi previsti per ogni classe è 16, i quali sono obbligati a partecipare almeno al 90% delle lezioni. La mancata frequenza comporta l’esclusione dall’esame di fine corso e l’ottenimento del titolo329

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L’accesso al corso triennale è regolato dal numero chiuso, per cui gli aspiranti allievi devono sottoporsi a duna selezione molto rigida. Innanzi tutto è necessario essere cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 28 anni (la Scuola di Oltrarno è quindi rivolta unicamente ai giovani), aver conseguito il diploma di maturità, essere di sana costituzione e conoscere perfettamente l’italiano sia in forma scritta che orale. Appurati tali requisiti l’aspirante allievo è tenuto a prendere parte alle prove di selezione che consistono in due fasi. Nella prima è richiesta la recitazione di un monologo tratto da un testo classico della drammaturgia, seguito da un secondo monologo tratto da un testo moderno e da un colloquio volto alla comprensione delle attitudini del candidato all’arte del teatro. In seguito a questa prima fase vengono selezionati solo alcuni degli aspiranti attori, ai quali, nella seconda fase, viene proposta una sessione di attività laboratoriali guidate dai docenti della Scuola, in seguito alle quali sono scelti gli effettivi partecipanti al corso330.

L’Oltrarno prevede per gli aspiranti attori, una volta ammessi, la possibilità di entrare in contatto con realtà internazionali. Il Teatro della Toscana infatti ha stipulato numerosissime convenzioni con altri enti teatrali di vari paesi per permettere scambi e progetti in collaborazione. Ciò apre la Scuola gli allievi e il Teatro della Toscana stesso al panorama internazionale. Oltre a questo tipo di opportunità la Scuola offre anche una formazione

327 Cfr. ibidem. 328 Cfr. http://loltrarno.teatrodellatoscana.it/content/la-scuola. 329 Cfr. ibidem. 330 Cfr. ibidem.

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complementare a quella di stampo prettamente teatrale. Prevale l’idea, di formare non solo attori completi, ma anche uomini e donne con una preparazione integrale. Pertanto sono previsti approfondimenti nel campo delle scienze della storia dell’arte e delle arti in generale. Tale visione si vuole avvicinare a quella dell’umanesimo rinascimentale, in cui l’uomo che è considerato centro e misura di tutte le cose. Lo spirito e l’impostazione rinascimentali sono perfettamente contestuali alla città di Firenze, inoltre, sono la base per lo sviluppo di una apprendimento dei fondamenti della cultura storica europea, punto di partenza su cui costruire un percorso culturale attraverso l’attualizzazione e il rinnovamento331

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Questa tipologia di approccio culturale rappresenta la cifra stilistica della Scuola d’Oltrarno e il suo legame con la filosofia del Teatro della Toscana. Se da un lato dunque L’Oltrarno si presenta come un centro di formazione volto a rendere gli attori diplomati professionisti dello spettacolo completi e flessibili, dall’altro si pone comunque l’obiettivo di costruire un iter pedagogico con una matrice culturale determinata. Se è inscindibile il legame con il teatro di riferimento, non da meno sarà quello con la città di riferimento. Se è inconcepibile un Teatro della Pergola al di fuori della realtà fiorentina, lo sarebbe altrettanto una Scuola di Oltrarno al di fuori dello stesso contesto. La scelta del nome è indicativa, crea subito un legame con la città, in quanto denominazione di una della zone più veraci del centro.

L’Oltrarno si sviluppa lungo la riva sinistra dell’Arno e racchiude al suo interno, i quartieri (un tempo popolari) di Santo Spirito e San Frediano, le chiese storiche del Carmine, del Cestello e di Santo Spirito, Palazzo Pitti e il giardino di Boboli, oltre a un infinità di piccole botteghe artigianali. Questo fa dell’area di Oltrarno il luogo dove ancora si preserva la tradizionale ‘fiorentinità’, in cui la storia e l’arte si sono salvate da un’eccessiva presenza turistica (di cui è preda l’altra parte del centro storico) trovando un modo originale di convivenza con la contemporaneità. La Scuola, in particolare, ha la sua sede fisica presso la Galleria Pio Fedi (che faceva parte dell’antico monastero di Santa Chiara), studio di proprietà dello scultore ottocentesco da cui ha preso il nome. Si tratta di una struttura che unisce architettonicamente innovazione e antichità, recentemente ristrutturata in modo da poter ospitare al meglio un’accademia teatrale, e si trova inserita in un contesto dove si è sviluppata una parte importante della storia teatrale fiorentina, tra il Teatro Goldoni, l’edificio che ospita la compagnia di danza di Virgilio Sieni e la vecchia sede della Scuola d’Arte fondata da Gordon Craig332.

331 Cfr. ibidem. 332

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Il Teatro della Toscana ha voluto creare un parallelo tra la Scuola di formazione del mestiere dell’attore e il quartiere che la ospita: entrambi luoghi che vivono della tradizione pur proiettandosi verso il futuro333.

Per quanto riguarda la questione dell’inserimento lavorativo poi, quello della Pergola è un vero e proprio impegno nei confronti dei giovani attori, ai quali (una volta ammessi alla Scuola) viene data l’opportunità di contribuire in ciascun ambito di attività del teatro. L’idea è quella di creare un contesto di formazione simile a all’apprendistato in bottega, dove il mestiere venga trasmesso, oltre che in linea teorica, in senso pratico da parte delle eccellenze del settore. Il terzo anno di corso viene parzialmente dedicato allo svolgimento di incontri con personaggi di rilievo facenti parte dell’ambiente teatrale italiano e internazionale. La conclusione del corso viene poi segnata dal una presentazione del lavoro svolto334.