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C ONTENUTO E CARATTERI GENERAL

Βασιλείαι elleniche prima della guerra di Troia

XII. Automenus ann IIII καὶ ὕστερον ἐβασίλευσεν <Αὐτομέδων> ἔτος αʹ.

1. C ONTENUTO E CARATTERI GENERAL

Nonostante la distanza dei brani nel racconto, essi delineano chiaramente una vicenda unitaria. La continuità è sottolineata dal fatto che le relazioni tra i sovrani che di volta in

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volta si succedono sul trono di Frigia sono puntualmente sottolineate: Ilio regna «dopo Troo», il primo re; Dardano, suo successore, è «figlio di Ilio»; «dopo Dardano» regna «Laomedonte, suo figlio»; Priamo, infine, è «figlio di Laomedonte». Nella nostra analisi considereremo quindi il materiale frigio come un insieme unitario1, pur senza perdere di vista le implicazioni del suo peculiare inserimento nel testo.

Le informazioni riguardanti la basileia di Frigia consistono sostanzialmente in un elenco di re, al primo dei quali sono associate le notizie di alcune fondazioni e una sezione narrativa piuttosto ampia relativa alla storia di Ganimede2.

La sequenza di re di Frigia è: Troo; Ilio; Dardano; Laomedonte; Priamo. Le figure dei sovrani sono introdotte da formule analoghe a quelle finora incontrate nelle liste di re: ad es., μετὰ…. ἐβασίλευσεν… Non è nuova neppure l’espressione con cui si annuncia la fine della basileia, che segue il modello κατέσχεν ἡ βασιλεία… (τὰ πάντα) ἔτη… già osservato nei casi di Argivi, Sicionî, Greci, Lacedemoni e Corinzi3. Diverso rispetto a quanto esaminato fino a questo momento è invece il fatto che gli anni di regno dei singoli sovrani non sono mai indicati4: nella formula conclusiva, però, è ricordata la durata complessiva della basileia (819 anni). S. Reinert osserva giustamente come quest’ultima cifra appaia eccessivamente elevata, se si considera che la lista è composta di sole cinque generazioni: «clearly Malalas has not articulated this figure with the chronology of the narrative he presents. In short, we may consider his account of the Phrygian kingdom to represent a period of some five generations, which comes to an end during the reign of

1 Un elenco dei re di Frigia è raccolto in questo modo anche da Jeffreys 1990b, 130. Per il materiale frigio contenuto nel libro IV, con particolare attenzione ai miti associati a Troo e Ganimede, v. Reinert 1981, 454-477.

2 Abbiamo trattato la storia di Ganimede nel contesto dello studio delle definizioni di “grecità” nell’opera malaliana. V. supra, I 1.2.3,a,i.

3 Cfr. Io. Mal., chron., 49,9-10 (Argo); 49,15-16 (Sicione); 61,43-44 (Grecia); 65,39-40 (Lacedemone); 66,45- 46 (Corinto). La medesima formula compare inoltre a conclusione della prima parte della lista ateniese (51,74); alla fine di quella dei re di Lidia (119,56-57); in chiusura della storia di Egitto, con Nectanebo (144,1-2); dopo il sommo sacerdote dei Giudei Iaddous (144,3-4) e per ricapitolare gli anni della basileia macedone fino a Filippo (145,15-16).

4 Non è l’unico caso di una lista priva dell’indicazione degli anni di regno dei singoli sovrani, in Malala: anche l’elenco dei sovrani orientali tra i libri VI e VII ne è privo; in gran parte della lista dei sovrani d’Egitto, allo stesso modo, non si trovano anni di regno (cfr. Jeffreys 1990b, 131-133). Per la particolare funzione della lista dei re di Assiria/Persia nel racconto malaliano, v. infra, II 7,4.

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David of Israel (4755-4795 after the Creation)»5. Quest’ultima data è infatti l’unico

riferimento cronologico assoluto al quale è possibile ancorare la storia di Frigia,

altrimenti collocata nel tempo unicamente mediante sincronismi con personalità prive di datazione.

La dinastia così delineata è quella dei re di Troia e della regione circostante. La

denominazione di “Frigia” per la basileia dei re troiani non solleva particolari problemi:

nella maggior parte delle fonti greche, la definizione di “Frigia” comprende anche la regione montuosa e le pianure costiere ad ovest del Sangario, note come “Frigia ellespontica” (cfr. ad es. Strab. 2,5,31): la Troade, all’estremità occidentale della Frigia ellespontica, è ritenuta una parte della Frigia – e Troia e i suoi re sono considerati Frigi nelle fonti classiche6. La denominazione di «Frigia» è impiegata nel nostro testo in modo uniforme, talora affiancata da quella di «Ilio»7. Costituisce un’eccezione la definizione usata nella “formula conclusiva”, in cui si ricorda la durata del «regno di Efeso di tutta l’Asia e di Troia di Frigia» (81,3-4). Alle definizioni di Troia e Frigia è accostata quella di βασιλεία Ἐφέσου τῆς Ἀσίας πάσης: Efeso è sia metropoli della regione ecclesiastica d’Asia, sia capitale della Ἀσιανὴ διοίκησις, di cui Asia e Frigia sono due delle unità amministrative. S. Reinert ritiene che, descrivendo in questi termini la presente basileia, l’autore intenda definire la sua estensione come comprendente l’intero territorio della diocesi contemporanea8. Quale che sia l’intento, l’espressione combina evidentemente termini geografici contemporanei con la definizione tradizionale della basileia mitica. Quest’ultima, d’altra parte, è associata anche in altri punti del nostro testo alla definizione di Ἀσία. L’origine di tale denominazione è individuata a V 12, nel momento in cui sono descritte le origini del Palladio: la statua sarebbe stata donata a Troo, al momento della fondazione della città, da «un certo Asio, sapiente e operatore di prodigi»

5 Reinert 1981, 455. Cfr. Jeffreys 1990b, 130: «It is not clear where, other than his fertile mind, Malalas found the total of 819 (unless it correlates with another figure which he had in mind for Eglom)». 6 Cfr. Munn 2006, 67-68; per una discussione sulle origini dell’identificazione Troiani – Frigi, v. partic. id., n. 42. Lo studioso ritiene che il fatto che tutti questi mitici sovrani dell’Asia gravitassero, nelle fonti greche di epoca classica, attorno a una identità frigia, sia dovuto probabilmente all’influenza della figura di uno storico re di Frigia, Mida.

7 I sovrani in questione sono connotati quali re «della Frigia» (56,27), «(della regione) dei Frigi» (57,59; 59,94), «di Ilio» (62,64). A 67,3 le definizioni di «Frigia» e «Ilio» sono definite equivalenti; a 67,18 Paride è indicato come il distruttore del «regno dei Frigi».

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e, in segno di riconoscenza, il re avrebbe mutato il nome dei territori a lui sottoposti da «Epitropo» ad «Asia»9. Troo, poi, era definito βασιλεὺς Ἀσίας (57,52) per contrasto con i τοπαρχοῦντες, ἤτοι βασιλεύοντες, τῆς Εὐρώπης χώρας (56,30-31); allo stesso modo Priamo era detto βασιλεὺς τῆς Φρυγίας καὶ Ἀσίας (69,62-63) nel momento in cui inviava Paride in «Europa» con lettere e doni. Come abbiamo avuto modo di osservare nella sezione introduttiva del nostro lavoro, la descrizione della contrapposizione tra “Grecia” e Troia in termini di “Europa vs Asia” appare confinata alle fasi preliminari del conflitto troiano e, in particolare, alle storie “parallele” di Ganimede e Paride10. Non è chiaro, quindi, in quale misura tale scelta lessicale dipenda dall’impiego di una particolare fonte e se, in tal caso, la figura dell’eponimo Asio (che non ha precedenti a noi noti) e la denominazione della βασιλεία Ἐφέσου τῆς Ἀσίας πάσης debbano essere considerati quali concessioni fatte da Malala all’usus della fonte – oppure se vadano ricondotti ad essa.

2. CONFRONTO CON LA TRADIZIONE

2.1 LA TRADIZIONE

La tradizione cronografica precedente Malala non trasmette una vera e propria lista di re di Frigia. La genealogia dei re di Troia, comunque, è attestata a partire dai poemi omerici ed è illustrata distesamente nelle fonti mitografiche11 e – benché non sistematizzate nella forma di una vera e propria lista di re – alcune notizie sui predecessori di Priamo sono raccolte dalla tradizione (cronografica e non) alla quale il nostro testo potrebbe fare riferimento.

• Nel racconto delle vicende troiane, Malala dichiara la derivazione del proprio materiale dall’opera di Ditti Cretese, un resoconto in prosa delle vicende troiane, redatto in greco prima della fine del II secolo d.C.12 L’opera sopravvive in alcuni frammenti papiracei (P. Tebt. II 268; P. Oxy. 2539) e in una traduzione latina in sei libri, risalente al

9 Io. Mal, chron. V 12 (=81,12-15 Thurn): τὸ δὲ αὐτὸ Παλλάδιον ἔδωκε τῷ Τρώῳ βασιλεῖ μέλλοντι κτίζειν τὴν πόλιν Ἄσιός τις, φιλόσοφος καὶ τελεστής. καὶ ὑπὲρ εὐχαριστίας ὁ Τρῶος βασιλεὺς εἰς μνήμην αὐτοῦ τὴν ὑπ’ αὐτὸν οὖσαν χώραν πᾶσαν τὴν πρῴην λεγομένην Ἐπίτροπον {ἣν} μετεκάλεσεν Ἀσίαν.

10 V. supra, I 1.2.3.a.

11 Il. 20,215-240; Apollod. 3,138-147 (da Dardano a Priamo) e II 103-104 e 134-136 (materiale relativo a Laomedonte).

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III secolo d.C., attribuita nella lettera dedicatoria a Lucio Settimio. Il testo malaliano riprende in modo piuttosto fedele il testo della fonte anche se, in base al confronto con le esigue porzioni del testo greco disponibili, egli sembra fare riferimento alla versione greca originale, più che a quella latina13. Ci sembra utile, comunque, tenere in considerazione la genealogia dei re troiani contenuta nel testo di Settimio (IV 22):

Hesionam quippe Danai filiam Electram genuisse, ex qua ortus Dardanus Olizonae Phinei iunctus Erichthonium dederit, eius Tros, dein ex eo Ilus, Ganymedes et Cleomestra, ex Cleomestra Assaracus atque ex eo Capys Anchisae pater. Ilum dein Tithonum et Laomedontem genuisse, ex Laomedonte Hicetaonem Clytium, Lampum, Thymoetem, Bucolionem atque Priamum genitos rursusque ex Cleomestra et Aesyete se genitum.

• Hanno una qualche relazione con il racconto di Ditti anche i contenuti della sezione troiana della ἐκλογὴ ἱστοριῶν contenuta nel Paris. Gr. 85414. In quest’opera, su una base cronologica che sembra rifarsi ad Eusebio, compaiono non pochi inserti che presentano paralleli nel testo di Malala: tra questi, particolarmente rilevanti per la nostra indagine sono i passi riguardanti le vicende troiane (Cramer 1839 II,197-226). Essi presentano coincidenze importanti, ma anche differenze significative rispetto al nostro testo, tanto da far pensare a una consultazione indipendente dell’opera dittiana da parte del redattore della ἐκλογὴ, oppure alla sua conoscenza di un testo malaliano più completo rispetto a quello in nostro possesso15. Il passo che vorremmo considerare, per esempio, all’interno di un brano che corrisponde letteralmente a Io. Mal. V 11 (81,94-6 Thurn), include una lista di re di Frigia assente dal testo malaliano.

Io. Mal., chron. V 11 (81,94-6 Thurn) Cramer 1839 II, 204,12-27 οἳ ἀπέπλευσαν κατὰ τὰ ἴδια μανδάτα πρῶτον εἰς τὴν Αὐλίδα χώραν, κἀκεῖθεν ἐπιστάντες τῇ χώρᾳ τῶν Φρυγῶν ἐξεπόρθησαν τὰ αὐτῶν βασίλεια, ὡς μετὰ δὲ ταῦτα αἱροῦσι καὶ τὴν Ἴλιον πόλιν, φονεύουσι δὲ καὶ Πρίαμον, ἅμα Ἑκάβῃ βασιλίδι. τοὺς δὲ αὐτῆς παῖδας αἰχμαλώτους εἰληφότες, καὶ πάντα τὰ

13 L’edizione di riferimento per il testo di Ditti/Settimio è Eisenhut 19732; una sintesi efficace delle principali questioni connesse a tale testo, con un riepilogo completo dell’amplissima bibliografia in merito in Gainsford 2012; una recente traduzione italiana del testo e dei testi bizantini sulla guerra troiana che ad esso si rifanno, con ampia introduzione e bibliografia aggiornata, in Lelli et al. 2015. Alcune considerazioni sui rapporti tra Malala e Ditti in Studies, passim, partic. Jeffreys 1990c, 176-177 e Jeffreys 1990d, 260-261. Un confronto fra il testo trasmesso dai papiri, la versione di Settimio e quelle di Malala e Cedreno in Lelli et al. 2015, 25-82.

14 V. supra, II 6,5 n. 42.