• Non ci sono risultati.

L’Italia partecipa al movimento Open Access con forte impegno, anche a livello internazionale in quanto è coinvolta in diversi Progetti sull’Open Access [V. sito: Wiki.Openarchives.it].

Nel 2006 l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) [V. sito] ha espresso la sua posizione a favore dell’Accesso Aperto alla letteratura scientifica. Nello stesso anno, all’interno della Commissione dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) è stato attivato un gruppo di lavoro Open Access (Commissione delle Biblioteche), con il mandato di approfondire i temi legati all’Accesso Aperto, in sinergia con le Politiche e gli indirizzi europei. Questo gruppo di lavoro, individuando diverse Best Practices, nazionali e internazionali, ha sviluppato varie Linee Guida da proporre alle Università italiane e agli organi gestionali della CRUI per la implementazione pratica dei principi fondamentali dell’Open Access. Le comunicazioni del Gruppo – relative alle novità, iniziative in corso e proposte sugli sviluppi futuri della libera disseminazione dei risultati delle ricerche condotte nelle Università e nei centri di ricerca italiani - sono visibili in un luogo virtuale di dibattito - Blog “240inpratica” [V. sito].

Nel 2007 la Commissione Biblioteche CRUI ha approvato le “Linee guida per il deposito delle Tesi di Dottorato negli Archivi Aperti” [V. sito], che forniscono agli Atenei suggerimenti su come “regolare” le procedure collegate al deposito (diritto d’autore; previsione di un eventuale embargo; implementazione di una serie di procedure regolamentari e operative).

Nello stesso anno è stato avviato il processo di semplificazione della procedura di deposito legale delle Tesi di Dottorato presso le due Biblioteche Nazionali Centrali (di Firenze e Roma), introducendo la possibilità della loro consegna in formato elettronico e per via telematica, direttamente dagli Archivi Istituzionali, ove possibile7.

Nel 2008 dal Gruppo CRUI Open Access sono state tradotte le “Recommendations from the EUA Working Group on Open Access adopted by the EUA Council“[V. sito], rivolte alle Università, alle Conferenze dei Rettori, e alla EUA (European University Association). Tramite questo documento alle Università Italiane viene raccomandato di:

a) implementare Archivi (Repository) Istituzionali di ricerca e/o partecipare a Repository condivisi che aderiscono al protocollo OAI-PMH che consente l’interoperabilità tra gli Archivi finalizzata ad un utilizzo sempre maggiore dei contenuti in rete;

b) definire Politiche istituzionali in base alle quali i ricercatori afferenti siano incentivati a depositare le loro pubblicazioni scientifiche (attraverso la procedura dell’auto-

7 Fino al 2006 il Deposito delle Tesi del Dottorato avveniva in formato esclusivamente cartaceo, con un accesso regolato da forti restrizioni. Dal momento che le Tesi nascono in formato elettronico, e vista la propensione delle Università a far confluire tali documenti nei propri Archivi Istituzionali, già nel 2006 era stata era stata prevista la possibilità di depositarli su supporto elettronico – DVD o CD-ROM (Nota MiUR del 28 luglio 2006, n. 1420). Nel 2007 è stato raggiunto un Accordo con il MiUR (Nota MiUR del 20 luglio 2007, n. 1746), in base al quale le Università potranno consegnare tali Tesi di Dottorato in formato elettronico e per via telematica, per motivi di razionalizzazione e di standardizzazione delle procedure, nonché per snellire il lavoro di catalogazione.

23 archiviazione) nei Repository Istituzionali al momento dell’accettazione della loro pubblicazione;

c) sviluppare le Politiche istituzionali e strategie che favoriscano la reperibilità dei risultati di ricerca da parte di un bacino di utenti più ampio possibile, massimizzando la visibilità, l’accessibilità e l’impatto scientifico dei risultati stessi (nel nominare a titolo esemplificativo la Politica istituzionale Open Access to Scientific Publications dell’Istituto Superiore di Sanità) [De Castro, 2008].

Nel 2009 dal medesimo Gruppo CRUI vengono pubblicate:

le “Linee guida per gli Archivi Istituzionali” [V. sito], che riportano le modalità organizzative e tecniche per la creazione e gestione degli Archivi, in funzione delle loro finalità istituzionali. Ormai un elevato numero delle Università Italiane si è dotato di Archivi Istituzionali rispondenti alle medesime “Linee”. Il già menzionato Service Provider nazionale per l’accesso alla letteratura scientifica prodotta in Italia PLEIADI allo stato del 2013 ha indicizzato oltre 605.000 risorse digitali provenienti dagli Archivi e le Riviste ad Accesso Aperto [V. sito: “Wiki.Openarchives.it:Open Access in Italia”];

1) le “Raccomandazioni in materia di valutazione della ricerca” [V. sito], in cui si sottolinea l’importanza di visibilità e di connesso impatto scientifico della ricerca, anche grazie alle nuove metriche della valutazione emergenti;

2) le “Linee guida per le Riviste elettroniche ad Accesso Aperto” [V. sito]. Le Riviste elettroniche ad Accesso Aperto sono uno strumento valido, a costi ragionevoli, per favorire la disseminazione dei risultati della ricerca scientifica.

Nel 2012:

a) vengono pubblicate le “Linee guida per la creazione e la gestione di metadati nei Repository istituzionali” [V. sito], con l’obiettivo di suggerire agli Atenei uno schema di metadati (indici descrittivi) il più possibile interoperabile nell’ambito di gestione degli Archivi Istituzionali italiani;

b) il gruppo italiano del Progetto europeo MedOAnet (Mediaterranean Open Access Network) [V. sito] - un progetto europeo volto al miglioramento di strategie, politiche e strutture per l’accesso aperto in sei Paesi del Mediterraneo: Italia, Grecia, Francia, Spagna, Portogallo e Turchia - ha trasmesso al MIUR una “Proposta di azione normativa sull'Accesso Aperto in Italia”, che richiama ad una necessaria azione governativa che definisca la posizione dell’Italia in materia di Accesso Aperto ai prodotti della ricerca finanziata con fondi pubblici, per consentire un migliore allineamento con le strategie europei e internazionali.

Nel 2013:

a) è stata firmata la Dichiarazione “Position statement sull’Accesso Aperto ai risultati della ricerca scientifica in Italia” [V. sito] dai rappresentanti della CRUI e degli enti pubblici di ricerca coinvolti nel progetto MedOANet, per promuovere l’istituzione di Archivi liberamente consultabili e per incoraggiare i ricercatori a rendere disponibili i loro risultati;

b) è stato firmato dal MIUR il documento “HORIZON 2020 Italia” (HIT 2020) [V. sito], che innesca una profonda rivisitazione degli strumenti, dell'impostazione e delle modalità attraverso cui verrà redatto il prossimo Piano Nazionale della Ricerca, enunciando l’importanza delle strategie per la disseminazione dei risultati della ricerca attraverso le strategie Open Access (Archivi e Riviste Open Access);

c) è stato lanciato il nuovo Portale della ricerca italiana “ResearchItaly” [V. sito], in cui Open Access e Open Data sono stati indicati come strumenti per la comunicazione e la condivisione della ricerca scientifica;

d) è stata redatta la Dichiarazione dei Ministri del G8 (firmata anche dalla Ministra Carrozza), che appoggia pienamente l'idea di Accesso Aperto ai dati della ricerca (punto

24 3) e di libera circolazione dei risultati delle ricerche (punto 4) [V. sito: “Government news G8”];

e) sono iniziati a profilarsi all'orizzonte delle prime Tesi del 26° ciclo di Dottorato, quelle con obbligo di deposito ad Accesso Aperto (conciliando l'Open Access della Tesi con la possibilità di oscurare parti della tesi stessa, in caso di presenza di dati tutelati da segreto industriale) negli Archivi Isituzionali, contemporaneamente con la riscrittura dei Regolamenti dei singoli corsi di Dottorato (secondo DM del 8 febbraio, art. 14) dai nuovi Dipartimenti, come segue:

“Il Ministero cura la costituzione ... di una banca dati delle Tesi di Dottorato ... Entro trenta giorni dalla discussione e approvazione della Tesi l'Università o il soggetto promotore depositano copia della Tesi, in formato elettronico, nella Banca Dati Ministeriale. Previa autorizzazione del collegio dei docenti, possono essere rese indisponibili parti della Tesi in relazione all'utilizzo dei dati tutelati da segreto industriale ai sensi della normativa vigente in materia. Resta fermo l'obbligo di deposito della testi presso le biblioteche nazionali di Roma e di Firenze”.

f) è stato redatto un Decreto-Legge 8 agosto 2013, n. 91 “Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attivita' culturali e del turismo” (GU n.186 del 9-8-2013), secondo cui le pubblicazioni che documentano i risultati di ricerche finanziate per una quota pari o superiore al cinquanta per cento con fondi pubblici devono essere depositate, non oltre sei mesi dalla pubblicazione, in Archivi elettronici Istituzionali o di settore, predisposti in modo tale da garantire l'Accesso Aperto in formato elettronico. L’attuale Governo ha promulgato la legge 122 del 7-10- 2013 e ha introdotto nell’ordinamento italiano il principio dell'Accesso Aperto ai risultati della ricerca scientifica finanziata con denaro pubblico [V. sito Legge 7 ottobre 2013, n.112; Caso, Galimberti, 2013];

g) in occasione della Quinta edizione della Settimana internazionale dell'Open Access (dal 21 al 27 ottobre 2013) [V. sito], in Italia sono state svolte diverse giornate informative sull’evoluzione e sulle iniziative in corso per la promozione dell’Accesso Aperto a livello inter/nazionale, che hanno visto una buona partecipazione di docenti, ricercatori, bibliotecari e utenti comuni. Il 25 ottobre 2013 al CNR di Roma è stato svolto un importante convegno “E-science: verso un network italiano per l'Open Access” [V. sito], avente l’obiettivo di condividere i risultati raggiunti nell’ambito di MedOANet (Mediterranean Open Access Network) [V. sito]. I risultati dell’evento sono stati promossi anche tramite il nuovo portale MIUR per la ricerca italiana RESEARCH ITALY [V. sito].