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In questo paragrafo sono illustrati i risultati d’indagine svolta per 23 infrastrutture di ricerca (Tabella 10), con l’obiettivo di:

• somministrare le osservazioni particolari e generali;

• evidenziare le migliori funzionalità rilevate entro le piattaforme;

• fornire alcune informazioni sulle funzionalità e strumenti auspicabili per potenziare le funzionalità di un Archivio Istituzionale.

I risultati d’indagine - di cui in Tabella 10 - saranno allestiti secondo le domande distribuite in 5 macroaree in base a cui sono state compilate le schede d’indagine presentate nel paragrafo precedente.

I. Presentazione dell`Archivio (Repository )

1. Software

1) Quello che accomuna tutte le piattaforme indagate è la loro compatibilità con il protocollo di interoperabilità OAI-PMH (Open Archive Initiative Protocol for Metadata Harvesting) per l’harvesting dei metadati che descrivono le proprietà e il contenuto di oggetti digitali depositati nei Repository. Per mezzo dell`OAI-PMH i medesimi oggetti possono essere ricercati attraverso diversi motori di ricerca

a) sia generici come Google, Google Scholar;

b) che specialistici del mondo Open Access come Open Access Map, OAISter, WorldCat, Directory of Open Access Repositories (DOAR), Registry of Open Access Repositories (ROAR), Online Computer Library Center (OCLC), e per i Repository italiani anche PLEADI (Portale per la Letteratura scientifica Elettronica Italiana su Archivi aperti e Depositi Istituzionali) [V.siti].

2) I Software sviluppati in conformità con i requisiti dell’Open Access Initiative si presentano sostanzialmente come un mezzo per:

a)accelerare la comunicazione tecnica e la condivisione dei contenuti tra diverse piattaforme web;

b)aumentarne la visibilità del materiale delle piattaforme e l’efficienza nella disseminazione e ricerca dei contenuti digitali.

Sostanzialmente questo è il motivo per cui i Software compatibili con l’OAI-PMH hanno riscosso tanti consensi tra la comunità scientifica e di ricerca, dal loro esordio negli anni Novanta ad oggi.

3) È opportuno evidenziare i vantaggi delle piattaforme di Archivi Istituzionali appoggiati sui servizi programmati per la governance dei contenuti di ricerca e dei processi a loro supporto:

a)SURplus (Sistema Unificato Ricerca per la gestione delle attività di ricerca Istituzionale) Open Archive, una personalizzazione del Software DSpace;

b)UGOV_Ricerca.

Gli Archivi Istituzionali AIR (l’Università di Milano) e PORTO (il Politecnico di Torino) - sviluppati per mezzo dei succitati servizi - vengono direttamente collegati con le funzioni dell’Anagrafe della ricerca delle Istituzioni per cui sono implementati e, di conseguenza, anche con le informazioni che riflettono gli adempimenti connessi al sistema di valutazione della ricerca Ministeriale.

La documentazione che constata la tendenza della connessione degli Archivi Istituzionali del materiale di ricerca con gli Anagrafi della ricerca:

92 b) “State of the Art and Roadmap for Current Research Information Systems and

Repositories” [V. sito];

Nel 2013 in Inghilterra viene ampiamente ribadita la centralità degli Archivi Istituzionali Open Access, non solo per la disseminazione centralizzata dei contenuti di ricerca, ma anche per l'esercizio nazionale di valutazione della ricerca. Al fine della medesima valutazione verrebbero accettati solo i contributi depositati negli Archivi Istituzionali Open Access, come segue dalla proposta HEFCE (Higher Education Funding Council England) per il prossimo esercizio nazionale di valutazione della ricerca Research Excellence Framework (REF):

To support and encourage the further implementation of Open Access we intend to introduce a requirement that all outputs submitted to the post-2014 Research Excellence Framework (REF) exercise are published on an Open-Access basis. As part of our commitment to increasing public access, we intend to require that outputs meeting the REF Open Access requirement (whether published by the “Gold” or “Green” route) shall be accessible through an Institutional Repository. This reflects our view of the significant role of Institutional Repositories in increasing sustainable and convenient public access to research

[V. sito “Research Excellence Framework (REF)].

Finalità

1) La maggior parte di Archivi digitali, su cui è stata eseguita l’indagine, ha il fine di raccogliere e disseminare tramite Internet il materiale di ricerca prodotto entro le rispettive Istituzioni.

2) 8 tra 22 Repository: Phaidra,

Cambridge University DSpace, CERN Document Server, Archive Ouverte HAL-INRIA, Minho's Institutional Repository, MIT DSpace,

Dipòsit Digital de Documents de la UAB, UPCommons

ospitano al loro interno anche il materiale didattico e alcuni tra loro anche il materiale amministrativo.

3) 5 tra 22 Repository:

Cambridge University DSpace, Minho's Institutional Repository, MIT DSpace,

Open Repository and Bibliography ORBi, Europe PubMed Central Subject Repository

raccolgono al loro interno anche i dati di ricerca (“Research Data”1);

4) 2 Repository italiani AIR e PORTO sono collegati ai moduli per la valutazione dei risultati di ricerca accademica;

5) 6 tra 22 Repository:

1 “RESEARCH DATA means data in the form of facts, observations, images, computer program results, recordings, measurements or experiences on which an argument, theory, test or hypothesis, or another research output is based. Data may be numerical, descriptive, visual or tactile. It may be raw, cleaned or processed, and may be held in any format or media [...] Research Data, from the point of view of the Institution with a responsibility for managing the data includes: (1) all data which is created by researchers in the course of their work, and for which the institution has a curatorial responsibility for at least as long as the Code and relevant archives/record keeping acts require, and (2) third-party data which may have originated within the institution or come from elsewhere”,

93 Phaidra,

Archive Ouverte HAL-INRIA, MDC: Digital Memory of Catalonia, OpenAIRE Orphan Record Repository, Europe PubMed Central Subject Repository, UPCommons,

insieme al Portale di ricerca “The European Library” svolgono la funzione di c.d. “Meta-Archivi” in quanto raccolgono e diffondono in rete - a partire da un unico punto d`accesso - le informazioni sul materiale depositato in diversi Archivi e Biblioteche digitali cooperanti, secondo gli accordi sviluppati.

Livelli di accesso

1) La maggior parte delle piattaforme oggetto d’indagine prevede le seguenti modalità di accesso:

a) autorizzato per:

il deposito (upload) del materiale da parte del personale coinvolto nella ricerca, degli studenti e/o del personale amministrativo delle rispettive Istituzioni;

la consultazione di contenuti di determinate categorie di oggetti depositati; la visualizzazione delle statistiche;

la valutazione di oggetti depositati tramite i moduli di “Rating”, “Comments”, “Discussions”, a partire dalle scheda descrittive di oggetti depositati;

b) libero per la ricerca e consultazione di: full-text e/o

Abstract;

schede di metadati (sommario e metadati estesi) relativi agli oggetti depositati.

Inoltre, in ogni Repository è possibile scaricare full-text se ciò non è impedito dal Copyright e/o dal periodo di embargo (di solito tra 6-12 mesi) o se non ci sono accessi ristretti (es. “Campus access”, “For archival purposes only”) che possono riguardare i determinati gruppi di utenti.

2) La presenza di accessi diversificati sono rilevati nel Repository PHAIDRA:

a) accessi autorizzati per il caricamento e gestione dei contenuti assegnati ai tre gruppi di utenti: “Administrator”, “Super-User”, “Owner”;

b) accessi per la ricerca dei contenuti assegnati ai quattro gruppi di utenti: “Administrator”, “Super-User”, “Owner”, “Anonyme User”.

3) Nel Portale “The European Libraries” gli accessi autorizzati sono assegnati agli utenti che intendono:

a) fare l`uso delle funzionalità di ricerca avanzate tra cui la ricerca dei contenuti secondo le voci dei vocabolari controllati [Harpring, Baca, 2010] come Virtual International Authority File (VIAF) [V. sito] che controllano i nomi di persone e di istituzioni identificati dagli indirizzi univoci web URI; GeoNames [V. sito] che rende disponibili più di 6 milioni di toponimi; MACS (Multilingual Access to Subject) che è un authority file virtuale multilingue [V. sito];

b) visualizzare le statistiche di ricerca personali e le voci per la qualificazione delle proprietà di metadati che accrescono il valore di questi ultimi [V. sito “The European Libraries - qualificazione metadati”].

94 1) Quasi tutti i Repository sono allestiti con le Politiche/Policy in cui vengono dichiarati le loro funzioni, l'uso, le strutture organizzative e le finalità.

Every Repository should ideally have Policies on:

- the re-use of metadata

- the re-use of full texts (or their equivalent)

- permitted Content - i.e. the subjects and types of item that can be deposited

- Submission Requirements, including moderation of new items

- Long Term Preservation of the data.

Policies should be visible to users as downloadable documents or web pages in your

Repository [V. sito: “OpenDOAR_Help”].

2) Tutti i Repository sono allestiti con le Politiche relative all’immissione/deposito di oggetti digitali (con la specifica di loro tipologie). Intanto:

Per facilitare l’immissione dei contenuti in un Archivio Istituzionale viene raccomandata “una maschera di immissione semplice ed intuitiva, magari con una procedura guidata passo per passo, a portata di click [Guerrini, 2010, p.18].

Gli aspetti che possono essere migliorati sono:

1) la maggioranza dei Repository dovrebbero provvedere ad un miglior allestimento delle Politiche su:

metadati implementati;

riuso di metadati e di full-text; conservazione a lungo termine.

2) Nell’allestimento delle Politiche è di cruciale importanza la valorizzazione del deposito dei lavori Open Access e di introdurre l’uso delle metriche di valutazione rese possibili dagli strumenti basati su Social Media:

Policy-makers and University administrators begin to formulate Policy and framework that would “move prestige to Open Access” by rewarding publications in high-quality Open Access outlets and by recognizing the broader range of impact metrics made possible by social media [V. sito: “In defence of Open Access systems”].

3) É opportuno che le Istituzioni optino per lo sviluppo di Politiche istituzionali a supporto del deposito obbligatorio (“Mandatory Policies”) del materiale di ricerca

svolte nell’ente nei rispettivi Archivi Istituzionali,

come condizione per accedere ai relativi finanziamenti. A ben vedere, questo tipo di regolamenti non fissa un vero e proprio obbligo per l’autore, piuttosto definisce un onere cui questi deve conformarsi se vuole ottenere un beneficio (accesso a un finanziamento; ammissione alla discussione di una tesi per il completamento di un ciclo di studi svolto avvalendosi di strutture e risorse dell’ente).

L’autore rimane arbitro assoluto della decisione sul deposito, tanto che potrà provvedere egli stesso all’auto-archiviazione corredandola di apposita Licenza d’uso destinata al pubblico (CC o altro), ovvero l’Istituzione gli chiederà di sottoscrivere una Licenza (il cui destinatario è la stessa istituzione e ove vengono regolati i rapporti con l’autore) e solo a seguito di quest’autorizzazione provvederà al deposito […] È auspicabile quindi il diffondersi di Politiche Istituzionali di questo tipo e, meglio ancora, l’affermazione del principio

dell’Accesso Aperto a livello normativo [Guerrini, 2010, pp.123-124].

Dichiarazioni sull´OPEN ACCESS (trovato +/ non trovato -)

95 principali del movimento Open Access a supporto della disseminazione dei risultati della ricerca in rete.

Questo requisito è di primaria importanza in quanto la maggioranza dei Repository sono originati proprio in vista della promozione del materiale di ricerca in modalità Open Access.

Politiche di Editori, COPYRIGHT (trovato +/ non trovato -)

1) Quasi tutti i Repository sono allestiti con le informazioni relative alle Politiche di Editori e alle questioni di Copyright, per informare gli utenti sulle condizioni del deposito e/o delle modalità di consultazione dei contenuti digitali.

L’attenzione nei confronti delle questioni di Copyright - per le quali l’Ateneo di Padova (Italia) ricopre un ruolo guida - dovrebbero contribuire a fugare i timori degli autori verso la pratica dell’auto-archiviazione negli Archivi Istituzionali/Disciplinari di ricerca [V. sito: “Diritto d’autore_Università di Padova”.

2)

L’aspetto dei Diritti comporta un’attenta riflessione, in quanto il processo di deposito, disseminazione e fruizione di un lavoro entro un Archivio Aperto è permeato in tutte le fasi dalla delicata gestione dei Diritti. La gestione è assai

diversa se si tratta di materiale di ricerca o di materiale didattico. Mescolare

queste due tipologie di documento in un unico IR potrebbe risultare

problematico, sia in termini di comunicazione su come e cosa trattare in merito ad autorizzazioni e liberatorie, sia in termini di chiarezza nella definizione dell’identità di un IR [Guerrini, 2010, p.30].

3) Secondo il documento “In defence of Open Access systems” [V. sito], molti Repository Istituzionali rimangono scarsamente popolati in quanto spesso le loro pagine di presentazione dedicano poca attenzione per mettere in risalto le informazioni sui vantaggi dell’Open Access, sulla qualità del materiale Open Access compatibile con il processo di “peer review”, sulle questioni di Copyright.

Contenuti di ricerca rilevati

1) Nella maggior parte dei Repository Istituzionali i contenuti vengono rappresentati da: a) articoli, e-books (libri digitali/digitalizzati) e/o loro capitoli, monografie, rapporti

tecnici, interventi in convegni e conferenze, working papers, Tesi di Dottorato. Tra tutte queste tipologie c’è la preponderanza di articoli di ricerca - che è il mezzo di comunicazione per eccellenza della comunicazione scientifica - e di tesi di

dottorato;

b) schede bibliografiche (record di metadati) che descrivono gli oggetti di cui nel punto (a).

4) Alcuni Repository predispongono i loro spazi anche per il deposito del materiale: a) multimedia (film, filmati audio e video, audio);

b) collezioni di fotografie e immagini;

c) il materiale didattico (incluso quello ad accesso libero “Open Courseware”); d) il materiale amministrativo;

e) dati di ricerca che possono includere anche i cosi detti “dati grezzi” (raw data) i quali devono essere depositati in formati standard per facilitare il loro riconoscimento da parte di sistemi informatici e le eventuali operazioni di text- e data- mining, le simulazioni gli studi trasversali sui dati.

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Gli Atenei sono chiamati, in modo sempre più pressante, ad erogare servizi online per la propria utenza. L’offerta spazia dai Portali didattici ai Repository della ricerca, sino alle informazioni relative all’offerta didattica rivolte agli studenti [V. sito: “CINECA”].

5) L’apporto al materiale didattico è dato maggiormente dai Repository dedicati, creati per dare più rilevante visibilità al medesimo materiale valorizzato come un prodotto della ricerca scientifica di qualità, spesso poco promosso, e per servire da supporto all’attività didattica.

6) Nel caso un’Istituzione decidesse di raccogliere e valorizzare i materiali digitali di diverse tipologie, sarebbe opportuno creare diversi sotto-Archivi separati (es. un sotto-Archivio dedicato alle Tesi di Dottorato, un altro – al materiale didattico, altri ancora - agli articoli e pubblicazioni, alle immagini, ai video e cosi via).

L’importanza di assegnare diverse tipologie di oggetti informativi digitali a diverse categorie o sotto-Archivi potrebbe essere giustificata dal fatto che le varie tipologie del materiale dovranno, di buona norma, essere affiancati da diversi metadati e Diritti per la propria gestione, da diverse Politiche per la consultazione e la conservazione. Queste prospettive gestionali potrebbero essere indubbiamente impegnative per un’Istituzione:

Se infatti già la distinzione fra strumenti LCMS [Learning Content Management

System] e OA [Open Access] pone notevoli problemi di sostenibilità gestionale, cosa dire di una situazione in cui le tipologie di Repository richieste a una Istituzione che desidera archiviare e distribuire i propri materiali didattici e di ricerca possono essere addirittura tre (OA, LCMS e piattaforma specifica per l’OCW [Open CourseWare]? Inoltre, l’uso di una piattaforma totalmente indipendente per la gestione del CourseWare non risponde al requisito di una buona integrazione con la gestione dei prodotti della ricerca (questa integrazione potrebbe essere in parte offerta a livello di Service Provider sfruttando il supporto per il protocollo OAI-PMH, il che però comporterebbe il ricorso a un´ulteriore tipologia di strumenti [Guerrini, 2010, p.29].

Alcune Università sviluppano infatti Archivi dedicati esclusivamente ai prodotti della ricerca, altre estendono invece il servizio anche ad attività istituzionali come la didattica; altre ancora creano più di un Archivio di deposito, per tenere distinte, per esempio, la ricerca dalla didattica e dalle Tesi di Laurea e di Dottorato[ivi., p.144].

La ricerca è (dovrebbe essere) unita alla didattica e risultati di una ricerca in corso (e tanto più se conclusa) sfociano spesso in una dispensa o in un testo nel quale i concetti della ricerca vengono proposti in un linguaggio didattico. Per questa ragione è importante che i materiali didattici guardino verso l’Open Access e siano realizzati secondo questa concezione [secondo due strategie]. La prima è la creazione di Archivi Aperti che contengano materiale didattico di varia tipologia, in modo distinto rispetto all’Archivio in cui sono depositati i prodotti della ricerca. In questa organizzazione si configurerebbero tre ambienti:

(1) l’IR preposto alla ricerca,

(2) un Archivio per il materiale didattico e

(3) la piattaforma a distanza, contenente i Learning Object (LO) che non possono, per loro natura, risiedere fuori dalla piattaforma nativa[ivi., p.29].

Una simile configurazione dell’albero delle collezioni rappresenta l’Archivio Istituzionale dell’Università di Bergamo AISBERG, cui piattaforma ospita:

1. una sezione per le pubblicazioni per la valutazione della ricerca; 2. una sezione per “Scholarly publishing initiatives”;

97 [V. sito: “AISBERG, ovvero, come far convivere pacificamente la valutazione della Ricerca con la pubblicazione OA in un unico Archivio”].

II. Aspetti tecnici a supporto di presentazione di oggetti depositati Dichiarazioni sui METADATI a supporto dei contenuti (trovato +/ non trovato -)

1) La maggioranza dei Repository è allestita con le informazioni sui metadati che descrivono le proprietà e il contenuto degli oggetti depositati.

2) Diversi Repository forniscono tramite le loro pagine introduttive i rimandi per la consultazione delle informazioni sui Metadati collocate sui siti di Software per mezzo di cui i medesimi Repository sono implementati.

È opportuno che tutti i Repository espongano a sufficienza le informazioni sugli schemi di metadati e sulle mappature che essi adottano, considerando anche le eventuali personalizzazioni a seconda delle particolarità delle proprie tipologie di oggetti da depositare.

Dichiarazioni sui formati (trovato +/ non trovato -)

La maggioranza dei Repository viene allestita con le Politiche che dichiarano le informazioni sui formati a supporto degli oggetti depositati.

Assegnazione di indirizzi/identificatori persistenti agli oggetti depositati

1) La maggioranza dei Repository assegna ad ogni oggetto depositato indirizzi unici e persistenti, che garantiscono l’accesso ai contenuti a lungo termine entro il Repository di riferimento.

Tra tali indirizzi prevalgono gli identificatori HANDLE system® persistent identifier e DOI. Tra altri possibili indirizzi persistenti vi sono anche URN, BiTex entry, PURL, MD5 PGP keys, ISBN.

2)L’assegnazione di un identificatore univoco e persistente come, ad esempio, previsto nativamente dalle piattaforme (Software) DSpace e Fedora, la preferenza accordata all’archiviazione in formati standard che garantiscono la preservazione degli oggetti digitali, sono tutti indici di attenzione verso il tema della conservazione dei contenuti a lungo termine.

Memorizzazione di stream di video e audio

I Repository che prevedono il deposito anche dei file multimedia hanno i meccanismi per la memorizzazione di stream di video e audio.

Statistiche d`uso (accesso, visualizzazione, download)

1) La maggior parte di Repository sono allestiti con le funzionalità che permettono di visualizzare le statistiche d’uso riguardanti il numero di accessi e di download di oggetti e collezioni di oggetti [V. “Using usage statistics to encourage deposits”].

2) Una buona pratica per diversificare la rappresentazione delle statistiche d’uso è fornita dal Repository “MIT DSpace”. Esso fornisce le statistiche di download del materiale di ricerca Open Access prodotto entro il MIT, distribuito per i continenti:

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Funzionalità di upload (caricamento), l’importazione e l’esportazione dei contenuti

Un Repository di qualità deve fornire la possibilità all’utente di caricare e/o importare/esportare, esportare non solo i singoli file, funzionalità prevista da tutti gli Archivi, ma anche un insieme di file, mega-file (intere collezioni) - con un solo upload, come viene offerto dal Repository PHAIDRA tramite le funzionalità “Bulk-Uploads”, “Book Importer”, “Phaidra importer” .

Funzionalità di alerting e feed RSS/Atom per l’aggiornamento sui nuovi oggetti depositati

La maggior parte di Repository sono allestiti con funzionalità che permettono di: a) ricevere aggiornamenti via e-mail (alerting) sugli oggetti recentemente depositati; b) visualizzare sulle loro pagine le informazioni su ultimi contenuti depositati (“Most

recent”, “Recently added”) attraverso le funzioni di feed RSS/Atom.

III. Ricerca, navigazione/Browsing dei contenuti Funzionalità di ricerca e di navigazione/Browsing

1) Tutti i Repository vengono allestiti con le funzionalità “Ricerca Semplice” e “Ricerca Avanzata”.

Il blocco “Ricerca Avanzata” (“Advanced Search“) è composto da una serie di box su cui sono esplicitati tutti i filtri disponibili per la ricerca avanzata. Occupa l’intera pagina cui e’ posizionato. Sommariamente, i filtri implementati sono:

tre livelli di criteri di ricerca sovrapponibili (Parola Chiave/ Nome/ Soggetto/ full- text) con operatori diversi (Inizia con/ Frase esatta/ Tutte le parole/ Qualsiasi parola) e operatori Booleani (AND, OR, NOT);

• tipo di risorsa digitale;

• collezione di appartenenza;

• data;

accesso pubblico (basato su una serie di metodi e funzionalita’ che sono ritenuti per la loro natura “pubblici” e quindi non richiedono l’autenticazione dell’utente;

accesso ristretto.

Di buona norma i risultati delle ricerche:

devono essere filtrati (tramite l’applicazione di un filtro/una sorta di proxy lato Drupal sulle query) in base alle richieste proventienti da un determinato range di IP, ai ruoli e ai diritti di accesso che ha l’utente correntemente loggato (o l’utente anonimo per i contenuti pubblici);

99 essere ulteriormente raffinati utilizzando le faccette impostate nella configurazione e la ricerca full-text nei risultati. Cliccando sui link che affiancano le faccette restringe