• Non ci sono risultati.

dall’opposto, sia pure in rari casi, da infanzie tartassate e svalorizzanti, possono anche venire fuori adulti sfolgoranti sicuri di sé

IL LIVELLO DI VALORE

E, dall’opposto, sia pure in rari casi, da infanzie tartassate e svalorizzanti, possono anche venire fuori adulti sfolgoranti sicuri di sé

Quando all’inizio si parte male non è facile rimontare.

Però è possibile.

Infatti il valore è sempre una storia in movimento per cui possono anche verificarsi completi recuperi della situazione.

D’altra parte, vi possono anche essere cattive partenze, a tal punto vincolanti, che in seguito non riusciamo più a rimontare, nemmeno col sopravvenire, da adulti, di numerosi accadimenti positivi ed esaltanti. E’ il caso di quelle persone che, lasciata l’infanzia con un livello di valore basso, continuano a sentire inquietudine anche quando le cose per loro abbiano incominciato a girare bene. Ci può essere la donna più amata del mondo, l’uomo dominatore di popoli, la persona più ammirata del suo ambiente, eppure, a tutti questi può anche capitare di dover continuare a portarsi addosso la cronica sofferenza di valore con cui sono usciti dall’infanzia. E la gente dirà: “Ma come? Ha tutto, ed è infelice?”.

NESSUNO SMETTE MAI

Insieme a tutte le altre nostre precarietà, dentro di noi c’è anche la precarietà del valore.

Al di là delle apparenze, nessuno, dentro di sé, è completamente tranquillo al riguardo. Nemmeno l’eroe al culmine della sua gloria e nemmeno quell’amico che ci sembra così sicuro di sé. Siamo tutti sull’altalena.

Nessuno potrà mai sentirsi valorizzato: in modo stabile.

Tutti siamo assoggettati ai movimenti del valore. Una persona potrà sembrarci molto soddisfatta di sé e senz’altro lo sarà più di noi, ma anch’essa, mai, potrà godere di una pienezza di valore, in modo tranquillo ed assicurato. Infatti, dentro i due contenitori di valore c’è sempre continuo movimento, a salire e a scendere. In quello giornaliero il livello cambia ad ore. In quello principale si hanno lentissime variazioni del livello: il movimento si nasconde, ma c’è. Questo significa che il valore non resta mai fermo, causando la nostra congenita fragilità. Livello mai stabile, noi mai tranquilli. Ed anche quando ci sentiamo bene in un periodo della vita per un buon livello di valore, come non sentire di voler stare ancora meglio? Come non sentire di dover difendere il livello attuale? Come non sentire di doverci premunire per eventuali discese di livello di un prossimo futuro? Insomma, non ci può essere mai tranquillità con un continuo movimento sotto i piedi.

Comunemente molti pensano che vi siano di quelli che non sono toccati dal problema, persone che possono guardare con distacco il loro valore. Lo pensano erratamente.

Ma, riguardo a questa particolare questione, anche coloro che ne hanno scritto: hanno scritto erratamente.

Quindi non fu esatta la tesi che, ai fini del valore, si possa trovare, in età adulta, quella che viene chiamata sanità psicologica, oppure personalità sana nella maggioranza delle persone.

Altri sostengono che ci possa essere un livello alto stabile, basso stabile, ecc., ecc..

Alla base di queste convinzioni c’è l’idea errata della stabilità; c’è l’idea che il valore possa essere stabile.

Ma proprio questo non può essere.

Se il buon livello di valore che sentiamo oggi inconsciamente, inconsciamente sappiamo che non è fisso, allora combattiamo per esso per tutta la vita, senza mai smettere.

Per questo, qualunque persona sente di dover continuare sempre ad ammassare valore e continua sempre a difenderlo. E’ chiaro che chi ha livello di valore molto in basso mangerà avidamente quello che tu hai lasciato nel piatto; ma questo non significa che fino ad un certo punto non ne abbia mangiato anche tu.

Semmai con meno apprensione degli altri, semmai con più tranquillità; ma senza mai tralasciare la cosa.

Da bambini, da adulti o da vecchi, è uguale, perché nessuno può fermare il movimento del valore.

IL PIACERE

LA TERZA CATEGORIA DELL’EGOISMO

Ci procuriamo i piaceri che più ci sono necessari. Necessari?

Nessun piacere lo è. Però non se ne può fare a meno. Nessuno vuole vivere solo, come dire?, con pane ed acqua.

La ricerca di tutto quello che ci possa risultare un po’ piacevole, è esperienza quotidiana. Continuamente ci orientiamo verso i piaceri; anche automaticamente, verso questo gradito condimento della vita, senza pensare che è un di più.

Ognuno quando si sveglia la mattina già può contare tranquillamente su un certo numero di cose piacevoli. Per le altre non previste, si vedrà.

E se superficialmente sembri a qualcuno che il piacere non sia cosa importante, è perché moltissimi piaceri li abbiamo già come acquisiti e quasi non li consideriamo più nemmeno piaceri. Ma proviamo a farne a meno: mangiare solo gli alimenti necessari per restare in buona salute, non leggere libri interessanti, niente giochi da bambini, non ascoltare più musica, niente the, niente spettacoli, niente liquirizia, niente sesso non procreativo, niente gelati, ecc., ecc.,: così sarebbe la vita senza i piaceri già acquisiti.

Non tenteremmo forse a tutti i costi di riavere i piaceri perduti?

E con i piaceri già acquisiti, più tutti quelli che ci programmiamo, ci può anche essere qualche giornata che, se guardiamo bene, ne è molto piena.

La differenza fra la categoria del piacere e la categoria del benessere fisico è senz’altro evidente.

Anche la differenza fra la categoria del piacere e la categoria del valore è evidente. Ma è evidente a patto però che non si faccia troppo caso ai modi di parlare. Infatti, pur sentendo che sono cose del nostro valore, per il tabù diciamo: “Mi piace”, “Mi ha fatto piacere”, “Mi fa più piacere”, ma non si sta parlando di piacere: si sta parlando di valore.

Nella categoria del piacere vi sono sia i piaceri fisici e sia i piaceri mentali.

Tutti i piaceri sensoriali e tutti i piaceri intellettuali.

Hanno contenuti diversi, ma, tutti, sono piaceri. Sia i piaceri sensoriali e sia i piaceri mentali sono cercati da noi per lo stesso scopo: gustare un piacere. Dal punto di vista motivazionale, l’esigenza è la stessa.

Piccoli, piccolissimi, grandi, grandissimi, la gamma dei piaceri è ovviamente infinita. Piaceri meravigliosi e piaceri infinitesimali.

ESEMPI DI PIACERI COMUNI

Piaceri fisici, comuni un po’ a tutti?

Se ne può fare qualche esempio. Per mangiare si va a tavola regolarmente portati dalla necessità di nutrirsi (motivazione di benessere fisico) ma preferiamo cibi piacevoli (modalità di piacere). Poi, se non si ha fame e si vede qualcosa di buono che ci attira, quando subito lo mangiamo, ecco c’è stata una motivazione di piacere. Così anche bere bevande diverse dall’acqua. Fumare. Sguazzare durante un bagno di mare. Ecc., ecc..

Piaceri mentali, comuni un po’ a tutti?

Se ne può fare qualche esempio. Prendere, scegliendolo a caso, un libro di avventure. Voler riascoltare da soli una bella musica. Sfogliare avidamente pagine di nuovi disegni erotici. Fare risuonare l’eco in montagna. Ecc., ecc..

Le motivazioni di piacere si possono presentare insieme ad altre motivazioni di piacere.

Altre volte, le motivazioni di piacere si possono presentare insieme a motivazioni di altre categorie.

Ma che ci sia solo una motivazione di piacere, o che, insieme ad essa, ce ne siano delle altre: solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Andare a ballare o andare a fare sport: quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per una motivazione di piacere, come, per esempio, le varie buone sensazioni fisiche personali? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e/o una motivazione di benessere fisico (pensi che il movimento faccia bene alla salute)? Piacere e/o una o più motivazioni di valore (ci sai fare; è di per sè già valorizzante farlo; puoi rivaleggiare alla ricerca di eventuali soddisfazioni; ecc., ecc.)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Andare a comprare il giornale quotidiano: quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per una motivazione di piacere, come, per esempio, il godimento di potervi scoprire, mano a mano, le sorprese di tutte le novità? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e/o una o più motivazioni di valore (vuoi tenerti sempre aggiornato; o istruito; ecc., ecc.)? Piacere e/o un intreccio di motivazioni (per qualunque uso futuro vuoi avere in casa carta di giornale)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Effettuare un’attività di nuda sessualità: quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per una motivazione di piacere, come, per esempio, i diversi godimenti che ci puoi trovare? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e una motivazione di valore (per esempio, lo vuoi fare anche perché in quel momento ti senti qualcuno)? Piacere e una motivazione di benessere fisico (lo vuoi fare perché dopo un certo tempo pensi che bisogna farlo per stare bene)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Andare a vedere spettacoli di vario genere o andare a comprare un libro:

quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per una motivazione di piacere, come, per esempio, i vari godimenti mentali che ci puoi trovare? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e/o una o più motivazioni di valore (lo fai perché fa buona impressione sugli altri; per poterlo poi raccontare; ecc., ecc.)? Piacere e/o un’altra motivazione (per esempio, devi trarvi una conoscenza particolare)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Da giovanissimi, e sentendone la mancanza, andare in cerca di un rapporto d’amore: quali motivazioni?

In questo caso qui, non te lo chiedere, perché la cosa è uguale per tutti: piacere e valore.

Uguale per tutti, motivazioni di piacere unite ad una motivazione di valore, un impasto dolcissimo. Si tratta dei piaceri mentali e fisici, quali, per esempio, le belle emozioni dell’amore (piacere) e la sensualità (piacere), tutto unito alla motivazione di valore: essere amati è valorizzante.

Giocare, da bambini o da adulti: quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per una motivazione di piacere, come, per esempio, le varie emozioni piacevoli che puoi trovare di fronte ad una realtà fittizia e seria nello stesso tempo? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e/o una o più motivazioni di valore (sei bravo; potresti vincere; ecc., ecc.)? Piacere e/o una motivazione di soldi (si gioca a soldi e potresti vincere)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Fare una collezione: quali motivazioni?

Tu forse lo fai, solo per motivazioni di piacere, come, per esempio, l’emozione che provi quando vai a comprare un altro pezzo o il godimento che provi quando vai a riguardare l’intera collezione? O c’è dell’altro? C’è motivazione di piacere e/o una motivazione di soldi (ti proponi di guadagnarci)? Piacere e/o una motivazione di valore (la cosa ha il potere di inorgoglirti in qualche modo)? Piacere ed un’altra motivazione di altro tipo? O tre motivazioni insieme?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

Andare alla giostra?

Andare a fare una passeggiata?

Comprare un disegno molto colorato?

Solo il singolo soggetto lo potrà dire, e solo per il caso del momento particolare.

PIACERI STRETTAMENTE PERSONALI

La categoria del piacere comprende miriadi di piaceri particolari – personali.

Si tratta di piaceri che da altre persone potrebbero anche non essere considerati tali; sono piaceri, proprio nostri, particolari.

Fra questi piaceri vi sono anche quelli di minima entità, pur sempre facenti parte della categoria.

Quindi, accanto ai piaceri che sono un po’ comuni a tutti, ci sono anche tutti i nostri piaceri particolari.

In questo punto abbiamo appuntamento con la signora Rossi. Eccola in nostro aiuto.

Inizia: “Se non mi fosse stato detto di non portare esempi di piaceri comuni, avrei senz’altro parlato delle mie passioni: fare sport, seguire il cinema di qualità, leggere libri interessanti e, perché no?, il trittico della sera formato da musica, noccioline e sigarette. E sono cose che, tra l’altro, mi caratterizzano anche un po’.

Invece devo portare motivazioni di piacere, mentali o fisiche, ma, particolari.

Allora, per esempio, quando vedo una bottiglietta di alcol, me ne verso subito un poco sulle mani per sentirne l’odore. Gli altri pensano che io lo faccia per igiene ed invece a me piace solo l’odore: motivazione di piacere.

Quando, soprappensiero, ho accesso un fazzolettino di carta per vedere il propagarsi della fiammella, per sentire quell’odore, ed assistere alle evoluzioni della piccola vicenda: motivazione di piacere.

Recandomi in auto alla mia Associazione sportiva, con un calcolo di piacere, scelgo la strada panoramica che è più lunga. Cercare piacere in maggiore quantità: una modalità avente motivazione di piacere.

Spesso mi giro le monete nella mano: motivazione di piacere.

Adesso voglio dirvi ugualmente un paio di cosette di cui mi vergogno un po’ e che vi dico solo perché, in effetti, sono in pieno anonimato: i Rossi sono tanti. Dunque, spio col cannocchiale una donna del palazzo di fronte: in me, è una motivazione di piacere. Non ho curiosità di vedere quello che fa: è solo il piacere di assistere ad uno spettacolo sempre nuovo, preparato solo per me. Ancora, l’altro giorno, in certi gabinetti pubblici sono andata a leggere anche le scritte dietro le altre porte, ripromettendomi emozioni immaginative di natura erotica: in me, motivazione di piacere.

Non mi vergogno invece a dire che mi sono sempre piaciuti i giochi in cui si debbano rischiare soldi. La ricerca di emozioni piacevoli nelle varie fasi del gioco, l’obiettivo di vincere soldi, la conferma della mia abilità: sono le cose che mi attirano. Nel mio caso specifico, ci sono tutte e tre queste motivazioni, tanto è vero che nessuna di esse, se fosse da sola, mi indurrebbe a giocare. E nemmeno due, da sole. Ma unendo le loro forze ci riescono. In me, tre motivazioni insieme: piacere, soldi, valore.

A me piace guidare l’automobile. Mi piace e addirittura mi rilassa. Quando dissi a mia cugina: “Vuoi fare guidare me?”: in me, motivazione di piacere.

Se nessuno mi guarda mi stuzzico l’interno dell’orecchio: motivazione di piacere.

Nella mia testa, tutti i cambiamenti, è come se mi promettessero in tutti i casi cose piacevoli. Mi vado cercando novità, sorprese ed imprevisti. Per questo ieri sono andata a comprare una cosa in un negozio molto lontano: in questo caso, in me, una modalità avente motivazione di piacere.

Per mio godimento, non appena posso, mi faccio delle buone torte da mangiare: motivazione di piacere.

Andrò a vedere un altro film dell’orrore e potrà sembrarvi strano ma voler provare tutte quelle paure, in me ha: motivazione di piacere. Siete contenti? Vi ho portato i piaceri particolari”.

Se ne va la signora Rossi.

IL FASTIDIO

LA QUARTA CATEGORIA DELL’EGOISMO

Cerchiamo benessere fisico, valore e piacere.

La quarta radice dell’egoismo ispira, invece, un atteggiamento del tutto contrario: vogliamo liberarci da qualcosa.

Il fastidio è una categoria motivazionale che cerca di evitare o annullare varie cose.

INTERLOCUTORE – Ma che bisogno c’era di parlare di questa quarta categoria?

AUTORE – C’era bisogno. Molte motivazioni egoistiche non rientrano nelle tre categorie del benessere fisico, del valore e del piacere. Ne restano fuori moltissime, che sono proprio quelle tendenti ad evitare le situazioni del fastidio.

INTERLOCUTORE – Ma quando mai? Il fastidio non è che la faccia opposta del piacere e quindi rientra nel piacere. E allora mi potete dire perché mettete in mezzo un’altra categoria? Per complicare le cose?

AUTORE – Non è vero che le situazioni che cerchiamo di evitare rientrano nel piacere. Sono tutt’altra cosa. La situazione contraria che si può verificare nei confronti della ricerca del piacere è l’ostacolo al piacere stesso e non altro. Le cose che cerchiamo di annullare, mossi dalle motivazioni di fastidio, sono cose che non hanno niente a che vedere con il piacere. Se cerchiamo di evitare un disagio (fastidio), non stiamo difendendo un piacere, né ci stiamo avvicinando di più ad esso. Le motivazioni di fastidio e di piacere rientrano in due categorie diverse.

Come nella categoria del piacere, anche nella categoria del fastidio vi sono sia i fastidi fisici e sia i fastidi psicologici mentali.

Tutti i fastidi sensoriali e tutti i fastidi psicologico-intellettuali.

Hanno contenuti diversi, ma, tutti, sono fastidi. Sia i fastidi fisici e sia i fastidi mentali devono venire evitati da noi per lo stesso scopo: liberarci di quelle piccole cose spiacevoli che, se lasciate inalterate, ci tengono a disagio. Dal punto di vista motivazionale, l’esigenza è la stessa.

ESEMPI DI FASTIDI COMUNI

Le motivazioni di fastidio sono quelle che vogliono annullare disagi: non grandi. Infatti se questi disagi fossero grandi sarebbero quelli in grado di intaccare il nostro corpo o la nostra mente e si rientrerebbe allora nelle motivazioni di benessere fisico.

Le motivazioni di fastidio cercano di eliminare, per esempio, i disagi non gravi che ci possono essere causati dal nostro corpo.

Le piccole affezioni ed i piccoli inconvenienti fisici che, con motivazione di fastidio, vanno eliminati.

Anche le sensazioni fisiche spiacevoli, pruriti, arrossamenti, ecc., ecc.. Le sporcizie del nostro corpo, o sul nostro corpo, che vanno lavate; ci laveremmo anche in un’isola deserta. Un poco di freddo in più, o un poco

di caldo in più, cui va posto rimedio. Tutti i disgusti portati al corpo da varie sensazioni attraverso i cinque sensi. Le disagevoli posizioni fisiche in cui possiamo trovarci, da cambiare appena possibile. Ecc., ecc..

I disagi non gravi che ci possono essere causati dalle cose.

Cose che non sopportiamo di avere vicino, di vedere, di dover toccare, ecc., ecc..

I disagi non gravi che ci possono essere causati dagli animali.

Animali la cui vicinanza o la cui vista ci pongono in leggera difficoltà.

I disagi non gravi che ci possono essere causati dalle persone.

Pensiamo a quante motivazioni di fastidio ci fanno agire, o parlare, per evitare le infinite situazioni fastidiose causate direttamente a noi da altre persone.

I disagi non gravi che ci possono essere causati da luoghi, visioni, immagini.

Tutto fastidioso da evitare agendo con motivazioni di fastidio.

I disagi non gravi che ci possono essere causati dalle fatiche da fare.

In generale, tutte le fatiche che consideriamo, in più, rispetto a quelle che normalmente dobbiamo fare.

Tutti i piccoli sforzi fisici che non accettiamo. Tutte le fatiche intellettuali troppo impegnative per noi. Tutte le attività forzate che minacciano il nostro ritmo di vita. Ma proviamo disagi, anche all’interno di tutto quello che dobbiamo fare tutti i giorni.

La storia dell’uomo è stata anche una storia di invenzioni tese ad alleviare, o annullare, quelle piccole fatiche che in passato dovevamo sopportare. Quindi oggi compriamo molti apparecchi che quotidianamente ci aiutano (fastidio).

I disagi non gravi che ci possono essere causati da situazioni o condizioni.

Specialmente quando ci troviamo a doverle sopportare in casi in cui vi restiamo impigliati; o in casi che non ci riguardano, o che non ci interessano.

I disagi non gravi che ci possono essere causati dai rimorsi e dai rimpianti.

Cerchiamo, con motivazione di fastidio, di annullarli.

I disagi non gravi che ci possono essere causati da alcuni stati d’animo o da alcune emozioni.

Situazioni d’animo personalissime, intime, che sono spiacevoli. Già sappiamo che potremo incorrervi e, come dire?, cambiamo strada con motivazioni di fastidio.

I disagi non gravi che ci possono essere causati dalla noia.

Vi è una motivazione di fastidio quando cerchiamo di combattere questa sensazione che ci spiace sentire.

Allora facciamo qualcosa.

I disagi non gravi che ci vengono dalle incertezze prolungate sul da farsi.

Cerchiamo allora di abbreviarle dentro di noi cercando di farle terminare in qualche modo con motivazioni di fastidio.

I disagi non gravi che ci possono essere causati dalla curiosità.

Certo, qui non si parla di quelle curiosità che vogliamo colmare perché poi le cose che avremo saputo ci dovranno servire, fra poco, domani o in futuro, per una certa cosa che abbiamo in mente. Se sappiamo già da

Certo, qui non si parla di quelle curiosità che vogliamo colmare perché poi le cose che avremo saputo ci dovranno servire, fra poco, domani o in futuro, per una certa cosa che abbiamo in mente. Se sappiamo già da