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come per tutte le motivazioni di relazione, tutte queste manifestazioni sono necessarie al rapporto

IL GIOCO DELLE

E, come per tutte le motivazioni di relazione, tutte queste manifestazioni sono necessarie al rapporto

Tanto è vero che, se vengono a mancare, il partner ce lo fa notare: “Se continui così, allora, come vogliamo andare avanti?”.

Anche in questi rapporti stretti, tutte le manifestazioni di relazione devono essere precisamente quello che devono essere. E lo devono essere perfino per quanto riguarda, come dire?, la contabilità del dare e dell’avere morale. Alcuni di noi stabiliscono inconsciamente se tale contabilità debba essere, per noi, in attivo o in passivo, debito o credito, nei confronti del partner; e poi precisamente, in che misura debba esserlo (relazione). Sarà così che sapremo spiegarci alcuni nostri comportamenti che sembravano non aver ragione di essere.

Altruismo e relazione

La pratica del gioco ci farà notare che certe volte bisognerà distinguere dentro di noi se una motivazione sia di altruismo o di relazione. Infatti il contenuto di alcune motivazioni di relazione consiste proprio in un

fare qualcosa per gli altri. E allora la stessissima cosa può essere detta, o fatta, per motivazione di relazione o per motivazione di altruismo.

Certe volte, volendo tenere un rapporto in modo cordiale, o volendo che quella persona non si dispiaccia, le facciamo, o le diciamo, cose che sembrano proprio altruistiche; e, semmai, non lo sono.

Facciamo qualcosa soccorrendo una persona che conosciamo?

Rivolgiamo un complimento ad uno?

Ma perché dobbiamo distinguere, se non l’abbiamo mai fatto?

Perché sono cose completamente diverse: la motivazione di relazione consiste in un intreccio di motivazioni quasi tutte egoistiche, e non va confusa con l’altruismo.

Bisogna vedere caso per caso nel nostro animo. La risposta verrà. Il gioco delle motivazioni distingue subito. Con motivazione di relazione, abbiamo sentito di voler assegnare quella manifestazione a quel rapporto: “Ci vuole per il rapporto”. Con motivazione di altruismo, non pensiamo al rapporto: “Voglio dare questo, non al rapporto, ma a quella persona”. Nulla ce lo richiederebbe. L’altruismo è libero.

La persona che riceve questi gesti, a sua volta, non distingue. Noi poi, quasi sempre, molte di queste manifestazioni, le consideriamo, direttamente altruistiche. E allora diciamo: “Ho fatto tanto per lui!”, là dove, semmai, ci sono state solo motivazioni di relazione.

Vorremmo sempre trovare altruismo ed invece qualche volta è relazione. Lo sappiamo: relazione, va bene; ma altruismo, è un’altra cosa.

INTERLOCUTORE – E va bene, che fa? C’è tanto male nel mondo! Che fa, se interpretiamo un poco meglio le cose che fanno gli altri per noi?

AUTORE – Certo, non fa niente. Però le confusioni non sono mai produttive: proprio per noi stessi. Il gioco delle motivazioni ci aiuta anche qui, essendo il primo a capire tutta la confusione che c’era.

INTERLOCUTORE – Non è meglio, per esempio, che uno mi dà una cosa? Non è meglio riceverla, che non riceverla? Quante storie! Significa che qualcuno fa qualcosa per me.

AUTORE – Eppure, altruismo e relazione sono due motivazioni diversissime. Da fuori, un altruismo ed un gesto di relazione sembrano identici, ma, da dentro, l’altruismo, sia pure piccolissimo, è altruismo, ed invece il gesto di relazione contiene in sé, quasi tutte, motivazioni egoistiche (intreccio di motivazioni).

E ci può essere anche un protagonista di moltissime motivazioni di relazione, e quindi un intrattenitore di moltissimi calorosi rapporti con gli altri, che è convintissimo di essere una persona generosa (altruista): ed invece, può anche essere, l’uomo più egoista del mondo. Ed anche gli altri dicono di lui: “È una bravissima persona!”.

INTERLOCUTORE – Non me ne importa. E poi io preferisco una cosa di relazione, più che una cosa di altruismo.

E’ COMPRESO

Certe volte la motivazione si serve di una sola manifestazione esteriore.

Altre volte si deve servire di più manifestazioni.

E’ ovvio che tutte le azioni, e tutte le parole che servono la stessa motivazione appartengono ad essa. Vi sono comprese. Tali manifestazioni hanno tutte quella stessa motivazione.

Ci sono, poi, dei casi in cui la cosa non si fa conseguire immediatamente: né subito completamente, né subito facilmente. In tale necessità noi facciamo di tutto:

A – affinché l’obiettivo non venga mancato;

B – affinché la cosa venga portata a termine completamente;

C – affinché l’attuazione della cosa venga facilitata;

D – affinché il risultato venga reso il più efficace possibile;

E – affinché le cose vengano fatte il meglio possibile.

Tutte le manifestazioni poste in essere per ottenere i punti A, B, C, D, E, sono tutte comprese nell’unica motivazione di cui sono al servizio.

ALL’INTERNO DEGLI SCAMBI VERBALI

C’è un’altra persona che sta là ed io comincio a parlarle.

Per questa iniziativa da me presa, quale motivazione?

Benessere fisico? Valore? Piacere? Fastidio? Altruismo? Onestà? Giustizia? O più insieme? O un intreccio di motivazioni? O soldi? O relazione?

Dal nulla che c’era prima, la parola, o la frase, con cui ho iniziato a parlare devono aver avuto una decisa spinta motivazionale. Mi sbaglierei se pensassi che possano venir fuori, così, senza una ragione.

Però, se io già avrò una certa dimestichezza col gioco delle motivazioni, vorrò anche andare a vedere mie parole, frasi, o gruppi di frasi, all’interno degli scambi verbali con gli altri.

Spesso vorrò capire perché, ad un certo punto, ho detto una certa cosa. Mi sbaglierei se pensassi che qualcosa che sia stato detto durante uno scambio verbale possa venir fuori, così, senza una ragione.

Aperto lo scambio verbale per una motivazione iniziale, poi al suo interno possono fiorire mille altre motivazioni. Ogni cosa che diciamo all’interno di uno scambio verbale ha una sua precisa motivazione.

Nemmeno un: “Certo”, nemmeno un: “Così è?”, nemmeno un: “Accidenti!”, possono mancare di una loro specifica motivazione, la quale potrà essere trovata dal gioco delle motivazioni.

Alcune parole o frasi nello scambio verbale hanno motivazione di relazione. Ha motivazione di relazione tutto quello che diciamo quando le parole degli altri si aspettano una qualche risposta o quando semplicemente si aspettano da noi qualche continuazione o qualche sì di conferma; sentiamo che è il nostro turno di parlare, anche se non ne abbiamo voglia. Bisogna pur dire qualcosa. Durante lo scambio verbale dobbiamo replicare, dobbiamo parlare noi; proprio solo per questo, diciamo una semplice cosa, ed in questi casi non approfittiamo in alcun modo di quella replica per portare avanti nostre altre motivazioni (motivazione di relazione).

Ed ancora ha motivazione di relazione tutto quello che diciamo quando è necessario un po’ di prolungamento dello scambio e diciamo qualcosa solo per questo, parole prive di qualunque altra motivazione. Ognuno sente quanto deve durare lo scambio e sente che esso non deve finire prima del tempo (motivazione di relazione).

Oltre a questo, quelle motivazioni all’interno degli scambi verbali, quelle che vogliono contribuire, solo e semplicemente, all’arricchimento dello scambio, senza avere alcun’altra motivazione che questa, anch’esse, hanno motivazione di relazione.

Abbiamo questo tipo di motivazione di relazione quando lavoriamo a favore soltanto dello scambio verbale, non servendocene per un nostro interesse quale che sia (trattato fra pochi righi): nemmeno solo per dire una nostra piccola scelta di valore (un’opinione a cui teniamo un poco). Le parole che hanno questo tipo di motivazione vogliono solo far fiorire lo scambio, vogliono solo farlo bello. Si contribuisce, l’uno e l’altro, ad una buona costruzione insieme, cosa che poi ha la funzione di unire in qualche modo l’una persona all’altra (motivazione di relazione).

Replicare, prolungare ed arricchire: sempre lo stesso tipo di esigenza.

E tali necessità, di replicare, di prolungare, e di arricchire, siccome sono proprio a favore del rapporto che abbiamo con quella persona, hanno motivazione di relazione. Come vedere due giocolieri che, per il tempo necessario, tengono su una palla che rimbalza dall’uno all’altro senza cadere.

Allora, quando dobbiamo replicare, quando dobbiamo prolungare e quando vogliamo arricchire lo scambio, senza approfittarne per portare avanti alcun altra motivazione: sembra che non ci sia alcuna motivazione, ma la motivazione è lo scambio stesso e quindi il rapporto con gli altri (relazione).

In tantissimi casi, poi, certo, invece, ci serviamo dello scambio verbale per nostre motivazioni particolari.

Ci serviamo dello scambio verbale per portare avanti le nostre diverse e molteplici motivazioni.

E’ chiaro che, facendo il gioco delle motivazioni, andremo a vedere, come siano queste motivazioni.

Certamente, a volte, mentre parliamo con gli altri, ad un certo punto, semmai diciamo una cosa, cercando di sapere qualcosa per la nostra salute (benessere fisico).

Certamente, a volte, fra tante motivazioni, anche quelle che sono di valore si presentano con i loro scopi particolari. Semmai vogliamo dire una nostra cosa, o ricordare nostre cose buone, o precisarne altre, o difenderci da qualcosa (valore).

Ma il tipo di motivazione di valore che si presenta miliardi di volte è quello che ha solo l’unico e semplice scopo di dire le nostre opinioni: quelle che portano dietro le spalle, poco o molto, valore. Diciamo agli altri questi nostri modi di pensare. L’occasione è buona. Non vogliamo solo stare ad ascoltare. Non vogliamo

essere i valletti del discorso. Forse siamo sciocchi e non lo sappiamo, ma non siamo comunque pezzi di legno. Le nostre opinioni sono vere. E ciò, nel nostro parlare con gli altri, accade spessissimo. Infatti se le nostre opinioni che portano molto valore dietro le spalle sono poche, moltissime, invece, sono quelle che ne portano poco; ma anche queste, con motivazione di valore, noi le vogliamo dire, spessissimo. Infatti, se si dovessero eliminare le motivazioni di questo tipo, ci ritroveremmo poi tra le mani dei tessuti verbali pieni di buchi.

Ci sono alcuni di noi che esprimono opinioni, spesso acute e molto personali.

Ma gli altri? Quelli che non sono tanto sicuri di sé e non hanno fiducia nelle proprie opinioni personali?

Ebbene, è lo stesso: infatti, in queste scelte di valore, la cosa che diciamo potrà anche essere qualcosa che abbiamo letto o sentito da altri; potrà anche essere una cosa che tutti hanno già sentito mille volte; potrà anche essere una cosa che tutti già pensano: ugualmente, questa cosa, ad un certo punto, ha valore dietro le spalle, la sentiamo come una nostra produzione, l’abbiamo fatta nostra, l’abbiamo in qualche modo convalidata, e la diciamo come una nostra opinione.

Gli scambi con gli altri, allora, sono stracolmi di tutte le opinioni avanzate per sola motivazione di valore.

“Non bisogna sempre fidarsi”: sento che in questo momento l’ho pensato, io, (valore); “Avere un cane in casa è per l’uomo una grande consolazione”: sento che in questo momento lo comunico, io (valore); “Ci vorrebbe un manico”: sento che in questo momento l’ho capito, io (valore); “Fosse stato per me, avrei fatto bruciare tutta la città”: sento che in questo momento è un’opinione, mia (valore); “E’ un inverno molto freddo”: sento che in questo momento è una constatazione, mia (valore); “Ci sarebbe voluta più autorevolezza”: sento che in questo momento è un pensiero, mio (valore).

Se tutte queste frasi avevano veramente motivazione di valore, significa che infatti, io: né volevo più cautele, né volevo indurre una migliore assistenza per un cane, né volevo che mi prestassero un manico, né volevo spingere le cose affinché fosse bruciata la città, né volevo avere dei panni pesanti, né volevo che si pensasse che potessi essere, io, quello che aveva più autorevolezza. E non solo io non cercavo queste cose, ma non volevo né cercavo qualunque altra cosa.

E le cose che sappiamo?

Non solo le opinioni, ma anche le piccole cose che sappiamo e che introduciamo nel discorso spesso possono anche avere motivazioni di valore: noi le sappiamo.

Certamente, a volte, semmai diciamo una cosa perché vogliamo avere qualche nuova cosa bella (motivazione di piacere).

Certamente, a volte, semmai diciamo qualcosa mettendo le mani avanti per evitarci cose che ci mettono a disagio (motivazione di fastidio).

Certamente, a volte, semmai le nostre parole vogliono portare un aiutino ad altri (motivazione di altruismo).

Certamente, a volte, semmai nelle nostre parole ci sono motivazioni doverose (motivazione di onestà o motivazione di giustizia).

E, certamente, a volte, poi semmai parliamo anche per non perdere certi