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I PUNTI DI SODDISFAZIONE

E, casi estremi: un punto di soddisfazione può avere come suo oggetto perfino quello che non siamo, ma, a pensarci, se avessimo voluto, avremmo potuto essere; perfino quello che non pensiamo e non ci interessa, ma sentiamo improvvisamente che potremmo benissimo pensare meglio degli altri; perfino quello che non abbiamo mai fatto, ma abbiamo sempre sognato di fare; ecc., ecc..

Ma attenzione: un punto di soddisfazione può anche avere come oggetto qualcosa di minimo, qualunque sciocchezzuola che pensiamo di saper fare o saper pensare: un giochino, un suono che emettiamo, un movimento con le gambe, una sola parola buffa o difficile, una sola storiella, una piccola attenzione che riusciamo ad avere, una certa acutezza di qualche senso, una minima abilità mentale.

Non sarà difficile capire che, nella stessa persona, per esempio, una particolare competenza scientifica e acchiappare al volo le cose che gli stanno cadendo: tutti e due possono essere punti di soddisfazione. E potrebbe il secondo dei due essere più importante del primo, per quella persona là.

L’oggetto di un punto di soddisfazione, sia che sia esterno e sia che sia puramente mentale, può essere, come dire?, intero, o può essere molto di meno e in forma particolare.

Se si pensa ad un fagiolo come l’oggetto particolare di un nostro punto di soddisfazione, per tendenza semplificativa, gli altri penseranno che il fagiolo, in noi, sia intero; ma spesso non è così. Dentro di noi l’oggetto può essere l’intero fagiolo, ma può anche essere un piccolo pezzettino frantumato, o solo la buccia; può arrivare solo fin là, accendersi solo in certe situazioni, scomparire in altre, ecc., ecc.. Alcuni punti di soddisfazione non potrebbero mai essere spiegati con poche parole. Ogni punto ha la sua particolare estensione. Ogni punto ha la sua particolare accensione. Ogni punto ha i suoi particolari frastagliati contorni.

Ed estensione, accensione e contorni: da pensare solo nella testa del soggetto.

LA DIFFERENZA CON LE SODDISFAZIONI SEMPLICI

Un punto di soddisfazione è quello che ha la capacità di farsi richiamare sempre alla mente ogni qualvolta che i nostri pensieri si aggirano, come dire?, nelle sue vicinanze.

Viceversa, le soddisfazioni semplici, quando i nostri pensieri si aggirano nelle loro vicinanze, ritornano alla superficie della nostra attenzione: non sempre.

Tu vuoi sapere quali sono i tuoi punti di soddisfazione?

Basta che tu ti accorga di quando c’è quella assoluta puntualità.

In quel caso il punto di soddisfazione irresistibilmente viene subito ripensato da te, automaticamente e sempre, ogni qualvolta se ne presenti, esterna o mentale, l’occasione. E sempre tu penserai a quella cosa con compiacimento, notando ancora una volta le differenze fra te e gli altri.

Se quella cosa costituisce un punto di soddisfazione si affaccerà alla tua mente, come dire?, nel cento per cento dei casi. Se non sarà così, allora non è un punto di soddisfazione, ma una soddisfazione semplice.

Tante sono le cose in cui ci sentiamo migliori degli altri e che rimangono semplici soddisfazioni.

Eppure una soddisfazione semplice può essere importantissima.

E’ chiaro che quelle cose, che danno luogo a soddisfazioni semplici così importanti, contribuiscono certamente moltissimo a nutrire il nostro valore. Resta il fatto però che esse sono, prezioso patrimonio catalogato, e svolgono la loro funzione, ai fini del valore, ormai in modo tranquillo. Ogni tanto ci pensiamo;

se è il caso, le tiriamo fuori e le esponiamo; a volte dobbiamo anche difenderle: ma poi le rimettiamo a posto. Invece, con i punti di soddisfazione, con loro, ci viviamo continuamente. Quelle, sono, patrimonio consolidato chiuso in cassaforte; questi, invece, sono monete che abbiamo sempre in tasca.

Nella loro storia, alcune soddisfazioni, nelle primissime ore o nei primissimi giorni, hanno costituito un punto di soddisfazione. Dopo essere sbocciate, per un periodo iniziale esse sono state richiamate alla mente con assoluta puntualità. Poi è il tempo a distinguere tra soddisfazioni semplici e punti di soddisfazioni: la maggior parte delle soddisfazioni diventano soddisfazioni semplici, mentre invece soltanto qualcuna tra di esse, cristallizzandosi a poco a poco, diventa un punto di soddisfazione.

DOMANDE

Quanto durano i punti di soddisfazione?

Nella vita tutto cambia ed anche i punti di soddisfazione col tempo cambiano. In un periodo della vita ci sono alcuni punti; tempo dopo se ne fanno avanti altri, mentre tramontano alcuni di quelli che c’erano prima; alcuni punti ci compiacciono per buona parte della nostra vita; altri scompaiono dalla nostra mente dopo poco tempo.

I punti di soddisfazione sono tutti ugualmente importanti?

C’è differenza tra un punto di soddisfazione ed un altro. Ci sono punti per noi importantissimi, e punti, che contribuiscono di meno.

Da ciò non bisogna pensare, che non siano, a loro modo, tutti importanti. Da tutti i propri punti, anche da quelli ridicoli o insignificanti, si ricavano soddisfazioni, e quindi tutti i punti contribuiscono a rallegrare il nostro valore. Però, certo, ci sono enormi differenze di contribuzione fra l’uno e l’altro. E quindi alcuni punti di soddisfazione per noi sono ben più importanti di altri.

Quanti sono i punti di soddisfazione di una persona?

I punti per noi importanti possono essere pochi. Gli altri possono essere molti.

Tutti hanno i punti di soddisfazione?

Tutti ne hanno. Cerchiamo valore per noi stessi e i punti di soddisfazione ci aiutano.

Se ne é coscienti?

Trattandosi di valore, non ne siamo pienamente coscienti. Forse sapremmo individuare dentro di noi solo i punti di soddisfazioni, quelli importantissimi. Salvo poi a negare se gli altri ce lo venissero a dire.

Fra le tante, una critica molto ricorrente è quella con la quale ridicolizziamo alcuni punti di soddisfazione degli altri. E sicuramente qualcuno guardando te, o ascoltandoti, qualche volta

avrà pensato di te, con una critica di valore: “E che soddisfazioni sono?”, senza sapere che altri, anche di lui, avranno sicuramente qualche volta pensato nello stesso modo. Infatti le soddisfazioni sono pesate su bilance soggettive, e che ognuno di noi si deve arrangiare. Diciamo: “Ma come fa a tenerci ad una cosa così stupida?”. Ma, altro che stupida: quella cosa dà contributi al valore della persona criticata. A volte, quando qualcuno si identifica con una scelta diventata per lui punto di soddisfazione, lo critichiamo: “Che c’entra, lui, con quello di cui si gloria?”. Ma quello, ormai, lo ha scelto e se ne sente tutt’uno. In altri casi diciamo:

“No: proprio perché uno ci tiene a quella cosa, proprio per questo non si dovrebbe comportare in quella maniera; che soddisfazioni ne può avere così?”. Ma le maniere usate, sono quelle, proprie del soggetto, in base al suo carattere, e al grado delle sue specifiche intelligenze. Anzi, la persona criticata forse apprezza moltissimo proprio quelle maniere, considerandole, anch’esse, molto valorizzanti.

E quindi dobbiamo lasciargliele stare: solo se, infatti, diradato il tabù, vinte le resistenze e superati gli imbarazzi, gli facessimo scoprire che quel suo punto di soddisfazione, in qualche modo lo danneggia, o addirittura danneggia proprio il suo stesso valore, e gli mostrassimo che tutte queste conseguenze negative pesano di più di quel contributo di valore che lui può ricevere da quel modo di essere, solo allora forse potrebbe eliminarlo. Forse: perché, per prima cosa, lui sentirebbe, come se volessimo togliere un piolo alla scala dove sta cercando di salire.

Nella navigazione incerta e mai conclusa nei mari del valore, il punto di soddisfazione è un caldo porto tranquillo dove la nave si può ancorare, lontano dalle tempeste, in sosta di rifornimento.

Se poi, proprio in quel porto, le cose ci andranno anche bene, sorrideremo di più, e tratteremo meglio del solito qualcuno che incontreremo.

EFFETTI SU PUNTI IMPORTANTI PER NOI

Se tu hai un amico e ti trovi, come dire?, su di un suo punto di soddisfazione, importante per lui, tu ti accorgerai che è più interessato e più impegnato degli altri. Mentre la sua attenzione si appuntisce, ha spesso di fronte persone che lo guardano rilassate. La sua puntigliosità su quella cosa potrà sembrare strana, e gli altri gli dicono: “Non dare troppa importanza”.

Per un suo punto importante sarà anche disposto a sacrifici che non sopporterebbe per altre cose.

Semmai faticherà di più, e gli altri gli dicono: “Chi te lo fa fare?”.

Se inavvertitamente parlando gli abbasserai un poco un punto di soddisfazione per lui importante, sentirai che l’aria si elettrizza un poco, anche se lui resta tranquillo. Il tuo amico potrà anche non replicare, ma tu che lo conosci ti accorgerai ugualmente che si sta reprimendo. Se poi lui incomincerà a mostrarsi inquieto, allora gli dirai: “Sei una gradevolissima persona, nelle altre occasioni; ma quando si tocca questo argomento diventi troppo suscettibile”. Se continui a contrastarlo, in certi casi ci potranno ancora essere comportamenti tranquilli; ma, in altri casi, ad un certo momento, dal tuo amico non sarà retto lo sforzo e verrà fuori una lingua di serpente o un torrente in piena. Guai a toccarli, i punti di soddisfazione.

Quanto meno, il tuo amico vorrà almeno precisare o rettificare.

Certe volte ci potrebbero essere delle ruggini sotterranee, fra il tuo amico e qualcuno, a lui vicino, che abbia un suo stesso punto di soddisfazione; o che solamente, come dire?, si aggiri senza saperlo intorno al suo punto di soddisfazione. Alla notizia di miglioramenti di queste persone, il tuo amico spesso se ne dispiacerà, anche se mostrerà il contrario.

E, poi, può accadere che quelle persone, a lui vicine, che hanno lo stesso punto di soddisfazione importante, ebbene, spesso siano ridimensionate dal tuo amico che ne farà notare errori e difetti.

Se il tuo amico, è, o è stato, vigile urbano ed ha, o ha ancora, un punto di soddisfazione su questo, ti accorgerai che, passeggiando spesso per le strade, o anche stando solo a casa, il tuo amico troverà ogni tanto qualcosa da ridire su alcuni altri vigili, ma non in ugual modo su negozianti, poliziotti, mendicanti, venditori di limoni, ecc., ecc.. “Fa proprio le multe che non deve fare”, “Quelli sono strani”, “Non ce la può fare”,

“Se ne vanno passeggiando”, ecc., ecc.: pensa o dice con motivazione di valore il tuo amico e questo suo dover abbassare quegli altri, noi lo capiamo: gli crollerebbe quel suo punto di soddisfazione se lui non lasciasse ad esso una qualche superiorità.

Tutte quelle critiche non potranno mancare.

Il tuo amico esprimerà ciò, in modo molto signorile? In modo molto pacato? Solo raramente?

Sì, ma non ne sarà esente.

E va bene: non avvengono nel tuo amico queste cose?

Allora, almeno, se capitasse qualcuno che non colga certe differenze, il tuo amico dimostrerà di non volere che queste differenze siano trascurate. O, peggio ancora, se capitasse qualcuno che dica il contrario, ecco: tutto potrà mancare, ma non potrà mancare che il tuo amico non voglia segnare le differenze.

E noi?

Che ci fanno fare i punti di soddisfazione importanti!

Se siamo entrati in contrasto con altri, ciò può anche essere accaduto su di un nostro punto di soddisfazione.

Se, una sola volta, siamo stati villani, ciò può anche essere accaduto, perché no?, su di un nostro punto importante.

Se noi che siamo persone fiere, senza dire niente avremo sopportato qualcosa che non avremmo dovuto sopportare, potremmo anche averlo dovuto fare per proteggere le condizioni di un punto importante per noi.

Noi che siamo persone di buona moralità, certe volte, pur di lasciare tranquillo il punto, potremmo anche sopportare di vedere intorno a noi cose non buone che non sopporteremmo di vedere in altre occasioni.

A noi che siamo persone rette potrà anche capitare di collaborare con una persona poco apprezzabile quando l’esistenza di un nostro punto importante dipenda da quella persona; ci stiamo insieme e, semmai, forse in futuro anche il suo ricordo ci ritornerà gradito, mescolato al ricordo di quella cosa che fu. Senza quella situazione, invece: con una persona simile? Non ci avremmo preso neanche un caffè.

A noi che siamo persone coerenti potrà anche capitare di entrare a far parte, organicamente o solo per piccole collaborazioni, di organizzazioni malvagie o di movimenti nefasti, pur di poter esplicare un nostro importante punto di soddisfazione: o pensando di essere, in fondo, solo una piccolissima rotella dell’organizzazione, o pensando di venire in contatto con quel movimento, in fondo, solo per un tempo

determinato. Senza quella situazione, invece: con gente simile? Non avremmo voluto averci niente a che fare.

E quando, per tutte queste cose, qualcuno in buona fede dice al valore: “Tu sei odioso!”, il valore gli risponde: “Tutto questo è in tutti, e quindi anche in te. Lo sai quale è la posta in palio?”.

E, col Ponte di comando?

No, dei punti di soddisfazione importanti, noi ne parliamo. Qui, spesso, non sopportiamo di dover attendere i tempi ed i modi del Ponte di comando e quindi non vengono usate le solite cautele in vista di eventuali reazioni di abbassamento degli altri.

No, ne dobbiamo parlare, non ci pensiamo proprio, non ce ne importa, ne parliamo, se capita l’occasione ne parliamo, se vogliono ascoltarci ne parliamo. A qualcuno potremmo diventare antipatici? A parecchi?

Non ci pensiamo proprio.

E se abbiamo un punto di soddisfazione che si sostanzia in un fare, noi vogliamo qualche volta mostrarlo, esibirci, darlo in visione. Anche se poi qualche volta diciamo: “L’ho fatto per voi”.

E quando un altro ci rivolge una lode o un semplice complimento, noi non li attenuiamo ma li accettiamo senza dire nulla.

I DUE CONTENITORI

Ci sono due contenitori.

Il contenitore del valore giornaliero è piccolo e sta in superficie.

Invece, sotterraneo, grandissimo, è il contenitore principale del nostro valore globale.

In ognuno dei due contenitori il nostro valore, in questo momento, si trova ad un determinato livello.

Il livello del valore globale?

Se lo potessimo vedere, ci apparirebbe immobile: è a quell’altezza, e non si muove. Ma, sotto quella fissità apparente, il movimento c’è. Le variazioni di livello avvengono lentamente. E siccome avvengono lentamente, in tempi lunghi, le persone le possono avvertire solo a distanza di tempo, paragonando il livello che sentono attualmente con quello che ricordano di aver sentito anni prima.

Le variazioni di livello sono lente, ma fondamentali per noi: la specifica altezza di questo livello ci dà quella particolare sensazione che ognuno ha, in un determinato periodo, del proprio valore.

Invece il livello del contenitore giornaliero muta rapidamente per tutti gli accadimenti della giornata.

Questo livello può andare su e giù con molta facilità e la corrispondente sensazione può variare anche a distanza di pochi minuti.

Il contenitore giornaliero è collegato a quello principale, sottostante, per cui tutto il contenuto giornaliero precipita di sotto nel contenitore principale. Usando un termine commerciale, il suo saldo scende nel contenitore principale.

Il saldo può essere positivo: materiale accrescente.

Il saldo può essere negativo: acido dissolvente.

Quindi il livello del valore globale, risente, man mano, di tutti questi saldi giornalieri.

Però, purtroppo per noi, nel contenitore principale agisce, come agente dissolvente, anche il tempo. Il tempo, con la sua tipica azione, erode il valore da noi accumulato, col risultato di farne scendere il livello.

IL LIVELLO DI