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ORDINE DEL GIORNO CELEBRATIVO DEI TRATTATI ISTITUTIVI DELLA CEE -

Presidente

La parola al signor Sindaco per l’illustrazione della proposta di delibera.

Sindaco

Io credo che abbiate tutti letto la proposta di deliberazione, perviene dalla Presidenza del Consiglio, dalla Commissione Europea e dall’Anci, Fondazione europea delle città Anci ideali. È all’interno di tante altre iniziative che si stanno sviluppando per celebrare il 50° Anniversario dei Trattati comunitari, Anniversario della Costituzione in Campidoglio appunto il 25 marzo del ’57 della CEE, Comunità Economica Europea, l’avvio col mercato unico e l’introduzione, come si dice nell’allegato, di politiche comuni su temi decisivi per lo sviluppo nazionale e locale come l’agricoltura, i trasporti e tante altre situazioni del mercato europeo, internazionale o sovranazionale. Siamo ancora nel percorso della costituzione dell’Europa, è un momento che ci invita appunto a sostenere l’affermazione dell’Europa, i Trattati di Roma sono ancora attuali e sono il punto di partenza, un punto di riferimento importante per lo sviluppo che c’è stato e che è ancora da venire.

La richiesta dell’ordine del giorno è precisa, si chiede di intitolare una piazza o una via e di farlo in modo pubblico, quindi coinvolgendo la cittadinanza, in modo che ci sia tutta la sensibilizzazione popolare su questo cinquantenario, intitolazione di piazza o via che la Commissione toponomastica ha già preso in considerazione, ma si è riservata per il momento di fare una scelta, in modo tale da trovare piazza o via adeguata all’importanza di questo anniversario. Per cui la proposta di delibera è: delibera di partecipare all’iniziativa promossa per il 50°

Anniversario che istituirono la Comunità Europea con i Trattati di Roma, intitolando ai Trattati di Roma istitutivi, il 25 marzo ’57, della Comunità, la piazza o via, metteremmo da individuare entro due mesi. La Commissione toponomastica che già ha dato i nomi ad alcune vie, si

impegna a trovare piazza o via adeguata ad una intitolazione così significativa. Vi ringrazio.

Presidente

Ringraziamo il Sindaco per l’intervento illustrativo. Dichiaro aperta la discussione. È iscritta a parlare la Consigliera Bonfichi, ne ha facoltà.

Consigliera Bonfichi

Grazie, Presidente. Ringrazio il Sindaco per aver posto all'ordine del giorno questo argomento, credo che sia un argomento importante; al di là della mera e semplice intitolazione di una via ai Trattati di Roma, invito il Sindaco a prendere anche in considerazione la possibilità di, come dire, per l’iniziativa che prevede una manifestazione pubblica, a coinvolgere i giovani e le scuole in questo senso, magari calendarizzando l’attività dell’evento pubblico in modo tale che anche le scuole e i giovani soprattutto possano dare il loro apporto. Io ho trovato un documento che vorrei condividere con il Consiglio Comunale, perché mi sembra importante, è uno slogan, che dice: “Vivi italiano, cresci europeo” e questo è lo slogan della campagna di comunicazione del Dipartimento per le politiche comunitarie.

Parlare di Europa significa ricordare una moneta forte, un mercato unico, più opportunità di studio e ricerca, più tutela dei prodotti e nei servizi. La campagna ha lo scopo e l’obiettivo di non far dimenticare che l’Europa siamo noi e che anzi c’è bisogno nella vita di tutti di una maggiore coscienza europea. Questo concetto, che secondo noi è importantissimo, è poi enfatizzato in un incontro che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto con i giovani studenti, vincitori del concorso europeo <Alla lavagna> e nella lettura delle domande e risposte che i giovani hanno fatto al Presidente Napolitano e le risposte che lui ha dato a questi giovani; ce n’è una in particolare che mi ha colpito moltissimo, una giovane gli chiedeva, a 50 anni dal Trattato di Roma che cosa ancora si potesse fare e il Presidente risponde, innanzitutto voi non dovete aspettare niente, perché se vi mettete ad aspettare siamo perduti. Dovete sollecitare, battervi, promuovere, sono passati 50 anni, si è fatta molta strada, di fatto di Europa si è iniziato a parlare prima del Trattato di Roma e ancor prima del Trattato di Roma si lanciò l’idea dell’Europa unita, l’idea di una comunità che sfociasse in una federazione europea. Sono idee forti che due personaggi che ritengo i grandi padri dell’Europa hanno portato avanti nei primi anni ’50 e che sono De Gasperi e... oddio, un lapsus in questo momento, Spinelli e oltretutto...

(intervento fuori microfono)

... sì, anche certamente, ha ragione, Robert Schumann, come dice Zordan, per usare, io alludevo a due padri italiani. Grazie.

(intervento fuori microfono) Presidente

Grazie, Consigliera. Nessun altro Consigliere è iscritto a parlare, si è iscritto il Consigliere Zordan, ne ha facoltà.

Consigliere Zordan

È nato in Italia e infatti il Trattato di Roma proprio in onore dell’entusiasmo che l’Italia ha messo nella fase iniziale della proposta dell’unità dell’Europa e delle prime forme di aggregazione, è stato fatto proprio a Roma. E negli anni ‘70-’80 il discorso europeo ritornava spesso e volentieri e a tutti i livelli si respirava più attenzione, più sensibilità, più disponibilità verso le progressive iniziative di unificazione europea. Negli ultimi anni, visti i risultati dei referendum avvenuti in alcuni paesi d’Europa, l’idea si è un po' appannata. Anche la discussione attorno alla Costituzione europea ha creato delle perplessità, degli attriti e il discorso si è arenato.

Oggi, soprattutto con iniziative nuove del nuovo governo francese e del governo tedesco, pare che ci sia un rilancio e l’Italia sicuramente è stata sempre al primo posto nel promuovere l’unità dell’Europa. Ecco, tutte le iniziative in questo senso per me sono importanti ed è necessario portarle avanti con il maggior entusiasmo possibile, perché è attraverso la progressiva unificazione d’Europa che noi riusciamo ad affrontare i problemi della organizzazione di una struttura più ampia, che sia un elemento di pacificazione all’interno dei problemi mondiali.

Presidente

Grazie, Consigliere. Nessun altro è iscritto, dichiaro chiusa la discussione, procediamo con la fase di voto, iniziando dalle dichiarazioni di voto. Invito i Consiglieri Capigruppo a iscriversi. È iscritto a parlare il Consigliere Mangano. Prego, Consigliere.

Consigliere Mangano

Brevissimamente. Alleanza Nazionale vota a favore di questo ordine del giorno. Noi reputiamo importante che ci sia questa sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica e dei cittadini. Considero importante questo perché, come diceva Zordan, il processo di unificazione, quello della Costituzione si è arenato in Olanda e in Francia, adesso

fortunatamente in Francia viene rilanciata la Costituzione Europea con Sarkozy, io penso che l’Europa è importante, specialmente i giovani credano in un’Europa che non sia soltanto quella dei mercanti e dell’Euro forte, ma sia anche quella dei diritti e della identità, della comune identità di un popolo che vada oltre i confini. Quindi per un’Europa nazione noi votiamo a favore. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. È iscritta a parlare la Consigliera Bonfichi. Prego Consigliera.

Consigliera Bonfichi

Grazie Presidente. Scusatemi, leggo una dichiarazione di voto che ho preparato, perché ritengo l’argomento importante. “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minacciano, il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche”. Queste furono, il 9 maggio 1950, le parole iniziali con le quali l’allora ministro Robert Schumann diede il via ad un processo economico, sociale e giuridico, che accompagnò l’Europa nel suo lungo non facile ma inesorabile cammino di integrazione. Nel ’51, quando i sei Stati firmarono a Parigi il Trattato istitutivo della Comunità Europea, molte furono le critiche e innumerevoli gli strali della stampa, degli intellettuali e dei politici contro questa comunità. La CECA venne accusata di essere tanto inutile quanto pericolosa, la sua speranza di vita era minima, fortunatamente non fu così.

Già Schumann aveva ben evidenziato lo scopo, la funzione, l’intima natura di questa comunità, egli ebbe a dire: “La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi è intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.

Questa produzione sarà offerta al mondo intero, senza distinzione né esclusione, per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Contribuire al progresso delle opere di pace, questo il fine da raggiungere”.

Passarono pochi anni e contrariamente alle previsioni non solo la CECA prosperò, ma nel ’57 a Roma vennero firmati i Trattati istitutivi della Comunità Europea. Ancora una volta l’Europa diede prova di grande

maturità e forte senso di responsabilità, immaginando la formazione di un mercato comune europeo, decisi ad assicurare mediante un’azione comune il progresso economico e sociale, eliminando le barriere che dividono l’Europa, risoluti a rafforzare le difese della pace e della libertà. Così si legge nel preambolo del Trattato che istituisce la Comunità Europea, parole che ancora oggi sono fonte di ispirazione per chiunque veda nella cooperazione, nella solidarietà e nella giustizia i valori fondanti della pace. Noi crediamo nella pace e noi abbiamo bisogno di pace, non la pace che riposa nelle dichiarazioni di principio, non la pace portata da ideologie più o meno ispirate, non la pace che dimora nelle tombe, noi vogliamo la pace vera, quella che ha dei sinonimi scomodi, politicamente scorretti o sociologicamente inopportuni, ovvero integrazione, rispetto, tolleranza.

Sembrano passati millenni da quando un uomo semplice disse di non lasciarsi affascinare dai profeti di sventura, di cercare più quello che unisce che quello che divide, in sintesi di amare. Quell’uomo buono e semplice era Sua Santità Giovanni XXIII e le sue parole restano ancora oggi troppo inascoltate. Nel 2004 l’Unione Europea ha prodotto una Costituzione, non tutti i membri l’hanno ratificata, il cammino è lungo, ma come un fiume in piena non può essere fermato da chi è euroscettico, da chi esalta la sovranità nazionale, da chi preferisce guardare sempre e comunque altrove, lontano, oltre oceano, piuttosto che degnarsi di partecipare al processo di integrazione europea.

L’Europa è un’idea, un ideale, che non può essere sedotto da politici che in nome di una limitata visione della vita cercano di calibrarne i contenuti, i valori e le emozioni. L’Europa è di tutti, è dei credenti, degli agonistici, degli atei, è dei bianchi, è dei neri, degli abili, tanto quanto lo è dei diversamente abili; appartiene ai bambini, agli anziani, alle donne, agli uomini, indipendentemente dalle loro inclinazioni sessuali, che tanto creano indignazione, è delle famiglie tradizionali tanto quanto di quelle di fatto, dei single, l’Europa è di tutti.

Il motto europeo è: “Unità nella diversità”, mai motto è stato più esemplificativo, esaustivo e potente nella sua banalità. Il rispetto è il cemento di ogni formazione sociale, la tolleranza ne è la linfa vitale, la cultura, quella europea, deve poter crescere e svilupparsi libera in Europa. Considerato tutto quanto, il processo di integrazione europea non deve fermarsi e non può essere fermato, infatti come già ribadito dal Capo di Stato Giorgio Napolitano, sarebbe questa una clamorosa autosconfessione...

Presidente

Consigliera Siliprandi, se può limitarsi...

Consigliera Bonfichi

... la cultura europea dev’essere sostenuta, promossa e valorizzata, l’integrazione deve passare assolutamente attraverso una maggiore tolleranza, è necessario fare quanto è in nostro potere per ridurre la tracotanza etcnocentrica che caratterizza la nostra società, troppo occupata ad autocelebrarsi. Bisogna cercare di aprirsi, di parlare, mai smettere di cercare il dialogo con le culture altre, nel rispetto delle leggi e della Costituzione è essenziale integrare più che discriminare.

Presidente

Grazie Consigliera. È iscritto a parlare il Consigliere D’Auria, ne ha facoltà.

Consigliere D’Auria

“Mai più la guerra”. Con queste parole i padri dell’Europa hanno firmato i Trattati che oggi, la memoria dei quali oggi vogliamo promuovere. Mai più la guerra, è nata attorno a queste parole l’Europa, l’Europa non come un’idea astratta, ma come un sentimento concreto, vissuta dai paesi che allora firmarono quei Trattati. Un sentimento di popolo, un popolo costituito da un’identità, l’identità ebraico-cristiana, giudaico-cristiana, che purtroppo oggi viene attaccata, cancellata e nascosta in nome di ideali astratti di uguaglianza, ma sappiamo bene che soltanto dall’affermazione e dalla consapevolezza della propria identità può esserci l’unità di un popolo, non è una moneta che costituisce l’Europa, che unisce l’Europa, ma è la propria storia. Se avremo il coraggio di riconoscere questo e resistere agli attacchi giacobino-massonici che cercano di cancellare la storia dell’Europa, allora potrà nascere e continuare a crescere un vero popolo, quello europeo, nel quale noi ci identifichiamo.

Presidente

Grazie Consigliere D’Auria. È iscritto a parlare il Consigliere Cremonesi, ne ha facoltà.

Consigliere Cremonesi

Grazie, Presidente. Io mi esprimo solo per la dichiarazione di voto per la lista Ariella Borghi Sindaco e volevo solo dire che siamo favorevoli a questo ordine del giorno, soprattutto perché questo ordine del giorno è perfettamente in linea con lo Statuto comunale di Treviglio: all’art. 1, al

punto 1.4 si afferma che il Comune di Treviglio si impegna a collaborare con ogni idonea iniziativa tendente a favorire la costruzione dell’Europa dei popoli, nel rispetto degli accordi internazionali. Per cui noi votiamo favorevole a questo ordine del giorno.

Presidente

Grazie Consigliere. È iscritta a parlare la Consigliera Siliprandi, ne ha facoltà.

Consigliera Siliprandi

Grazie. Sono molto d’accordo con il Consigliere D’Auria e su quello che ha detto, posso sottolineare e ribadire la mia perplessità per quanto riguarda la cancellazione che è stata fatta nella Costituzione Europea sulle nostre radici giudaico-cristiane. E non sono d’accordo pienamente su questa presentazione, come la si può chiamare, questo discorso che ha fatto la Consigliera Bonfichi, che non so se è una dichiarazione di voto o qualcosa del genere, perché mi sembra un po', come dire, è un po' prevaricante e molto demagogico. Al di là di questo siamo tutti d’accordo per quanto riguarda il contenuto dell’ordine del giorno.

Grazie.

Presidente

Grazie Consigliera. Nessun altro è iscritto è iscritto a parlare, procediamo quindi con la votazione in forma palese, col sistema informatico. Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione.

20 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto, il Consiglio approva unanimemente.

Procediamo col punto n. 7 all'ordine del giorno.

Punto n. 7)

ORDINE DEL GIORNO DELLA CONSIGLIERA SILIPRANDI SUL