La scuola siamo noi
A) se una premessa è negativa, la conclusione deve essere negativa;
B) se una premessa è particolare, la conclusione deve essere particolare.
Ciò è evidente perché:
A) se una premessa è negativa vuol dire che i due estremi non convengono nel medio e, quindi, non possono convenire tra loro.
Infatti, poiché per la quinta legge (“Due premesse negative non danno alcuna conclusione”), non possiamo avere nel sillogismo due premesse negative, una sarà affermativa e l'altra negativa.
Dunque, abbiamo due Termini (S, P) di cui uno conviene e l'altro non conviene con un terzo (Medio); il Principio
Fondamentale del sillogismo, però, ci dice che, in tal caso, essi non convengono tra loro e, dunque, la
CONCLUSIONE non può che essere negativa.
B) se una premessa è particolare, la conclusione deve essere particolare.
(Sviluppiamo una prima dimostrazione per assurdo) Questa regola è confermata mostrando che la conclusione non può essere universale.
Infatti, SE la CONCLUSIONE fosse UNIVERSALE potrebbe essere:
O a) affermativa, del tipo
“ogni S è P”.
In questo caso:
1) “S” sarebbe universale ma per avere la stessa estensione nella PREMESSA (Seconda Regola del
sillogismo) dovrebbe essere SOGGETTO di una
PREMESSA universale affermativa, del tipo “ogni S è M”.
Ma in questo caso il Medio, (Rif. Quarta regola del
Sillogismo), non potrebbe mai essere preso in tutta la sua estensione dovendo essere una delle premesse, per l'ipotesi, particolare
affermativa, del tipo “qualche M (P) è P (M)”.
Dunque, questa possibilità va esclusa. Inoltre, SE la CONCLUSIONE fosse UNIVERSALE potrebbe anche essere o:
b) negativa, del tipo “ogni S non è P”.
In questo caso:
2) una premessa deve pur essere negativa e, S e P devono essere universali anche nelle PREMESSE.
(Seconda Regola del sillogismo). Dunque si avrà un sillogismo del tipo: “Ogni P (S) è M, qualche M non è S (P), quindi ogni S non è P”.
Con ciò, però, (Rif. Quarta regola del Sillogismo) il Medio non è mai preso in tutta la
sua estensione, essendo sempre particolare.
Perciò anche questo caso non è ammissibile e, dunque, l'ottava regola è confermata.
(Sviluppiamo ulteriori dimostrazioni)
Se le due premesse sono affermative ci sarà un solo posto per un termine
universale, quello di soggetto dell'universale e sarà
occupato dal medio (per la quarta legge, “il medio deve essere preso almeno una volta in tutta la sua
estensione”); i due estremi saranno quindi presi non secondo tutta la loro estensione e, perciò, la conclusione sarà particolare.
Se, poi, una premessa è affermativa e l'altra negativa la conclusione deve essere negativa. Ora, se fosse negativa universale, entrambi gli estremi sarebbero presi secondo tutta la loro estensione anche nelle premesse, ma allora entrambe le premesse
dovrebbero essere universali, contro l'ipotesi considerata intorno ad una premessa particolare.
Con ciò l'ottava legge del
sillogismo risulta verificata.
A cura della classe 4G
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Sabato 17 e domenica 18 ottobre si è tenuto a Modena BUK, il Festival della piccola e media editoria fondato da Francesco Zarzana, e alcuni dei redattori dello 00Willy hanno partecipato alla manifestazione, raccontando di cosa si occupi il nostro giornalino scolastico e avendo la possibilità di incontrare e confrontarsi con giornalisti e altri professionisti del settore. È stato poi
possibile ascoltare
l’esperienza di uno dei primi ragazzi che entrarono a far parte di una redazione scolastica, quando, 15 anni fa, il giornalismo scolastico era ancora all’inizio e per niente diffuso nella nostra città. Fu proprio questa prima piccola redazione (unica per tutte le scuole superiori di Modena) a gestire una delle prime edizioni di BUK, motivo per cui questi ex-redattori sono rimasti particolarmente legati al Festival.
Quest’anno la manifestazione ha poi avuto uno scopo particolare: ricordare Alberto Setti, uno dei più preparati giornalisti modenesi,
scomparso qualche mese fa.
Quest’ultimo fu uno dei primi a impegnarsi per sostenere e portare nelle scuole il
giornalismo scolastico e rimase particolarmente legato alla nostra redazione. Per onorarlo al meglio, Zarzana aveva quindi deciso di dedicare ad Alberto l’intera giornata di domenica e di ricordarlo ascoltando le esperienze di chi fa parte di una redazione scolastica che senza l’aiuto di Setti oggi non sarebbe la stessa.
Dopo la conferenza, lo 00Willy ha anche avuto la preziosa opportunità di intervistare Francesco Zarzana e porgli qualche domanda sulle sue esperienze nel campo dell’industria libraria e cinematografica. Ha
affermato di essere sempre stato molto legato alla
redazione del Wiligelmo, visto il travolgente entusiasmo degli studenti e la loro voglia di fare, di imparare e di capire come funzioni il mondo del giornalismo. Sono tanti gli elementi che rendono una persona un bravo giornalista, ma a suo avviso la curiosità è la più importante, motivo per cui consiglia a tutti i redattori di porsi domande ed
interrogarsi su ciò che li circonda. Ma anche lo studio è alla base di questa carriera e nel momento della stesura dell’articolo suggerisce anche un attento controllo delle fonti: “è meglio scrivere qualcosa in meno rispetto allo scrivere qualcosa di cui non si è sicuri”.
Come è nata quindi l’idea del Festival della piccola e media editoria? Zarzana ci racconta il susseguirsi degli
avvenimenti che hanno portato alla nascita del
Intervista a Francesco Zarzana
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progetto: tutto parte nel lontano 2007 quando il suo primo libro viene pubblicato da un grande editore, coronando il suo sogno di scrittore. La soddisfazione per il traguardo appena raggiunto viene però presto sostituita dalla delusione, perché si accorge di non essere una priorità per la casa editrice che non si
“prende cura” di lui nel modo in cui vorrebbe, mettendo sempre al primo posto libri di autori più famosi. In questo modo scopre quindi il mondo della piccola editoria che pubblica quelli che lui definisce dei “piccoli
capolavori”, ovvero libri meno famosi, ma che meritano comunque visibilità. Decide dunque di creare uno spazio nell’industria libraria anche per queste pubblicazioni e lo fa dando il via al progetto di BUK, in cui ha da sempre creduto molto, nonostante all'inizio avesse la fiducia di poche persone solamente.
Con il passare degli anni, il Festival ha conquistato l’attenzione meritata ed è
presto diventato un riferimento nazionale, giungendo ad una grande meta. Il fondatore della manifestazione sottolinea anche una scelta molto particolare fatta quest’anno da lui e dagli altri
organizzatori, ovvero quella di non utilizzare nessuna
piattaforma digitale per le conferenze, che non sono state dunque trasmesse in streaming. Il motivo di questa scelta è dettato dalla voglia di promuovere innanzitutto il formato cartaceo, ma anche dalla voglia di incontrarsi personalmente, senza
ricorrere alla tecnologia che è invece stata utilizzata
largamente nei mesi scorsi vista l’emergenza sanitaria.
Dopo più di 15 anni dalla prima edizione di BUK, Zarzana ha deciso di rinnovare il Festival,
inserendo un’altra sua grande passione: la cinematografia.
Nel 2016 infatti, dopo che un suo docufilm è stato
presentato al Festival di Cannes, ha deciso di
allargare la manifestazione anche a questo settore.
Come? Permettendo ad appassionati di cinema e letteratura provenienti da tutte le parti del mondo di
gareggiare in un concorso per il miglior lungometraggio ispirato ad un’opera letteraria!
Solo dopo aver introdotto questa competizione,
Zarzana ha scoperto che non esiste nessun’altra gara con queste caratteristiche, motivo per cui ha ricevuto, già dalla prima edizione, tantissimi lungometraggi di registi italiani e non.
Infine ha colto l’occasione per ringraziare tutti gli
organizzatori di BUK che hanno reso possibile la manifestazione nel pieno rispetto delle regole, vista l’emergenza sanitaria, senza la cui collaborazione sarebbe stato impossibile pianificare il Festival ancora una volta.
E anche noi vogliamo calorosamente ringraziarlo per l'opportunità dataci sia per l’intervista sia per averci permesso di prendere parte a BUK, facendoci entrare in contatto con un mondo nuovo, ma davvero interessante e stimolante.
Anna Donà Martina Carulli
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Il premio Nobel è una onorificenza assegnata dal governo svedese,
consegnata annualmente a persone che si sono distinte per aver svolto eccezionali ricerche, inventato tecniche o equipaggiamenti rivoluzionari, e portato contributi
eccezionali alla società.
La prima assegnazione dei premi risale al 1901, quando fu assegnato il premio per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la medicina e per la fisica. Dal 1969 si assegna anche il premio per
l'economia in memoria di Alfred Nobel, chimico e imprenditore che ha inventato la dinamite e ha ideato il premio che prende il suo nome..
I premi Nobel nelle specifiche discipline (chimica, fisica, letteratura e medicina) ed il premio per l'economia sono comunemente ritenuti i più prestigiosi riconoscimenti in tali campi. Il premio Nobel per la pace è l’unico che non viene consegnato a Stoccolma ma ad Oslo Quest’anno la premiazione si è svolta nella settimana dal 5 al 9 ottobre, il premio per la pace invece è stato
consegnato il 12 ottobre.
Importante è notare che nel mondo dei Nobel il 2020 sarà ricordato come un anno di cambiamento perché finalmente, dopo oltre un secolo di storia, stiamo
vedendo una quasi parità di genere tra i prescelti.
Ad essere insigniti del prestigioso premio, nel campo della chimica, sono stati Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, grazie all’invenzione della forbice genetica CRISPR/Cas9: uno strumento capace di
modificare il genoma e che si potrà rivelare utile per la cura contro il cancro e patologie ereditarie.
Per quanto pertiene alla medicina, la scoperta del virus responsabile dell’epatite C ha permesso all’Americano Harvey Alter e al britannico Michael Houghton di aggiudicarsi la vittoria.
Il premio Nobel per
l’Economia, è stato dato a Paul Milgrom e Robert Wilson, quello per la Pace è stato conferito a una
organizzazione umanitaria, il World Food Programme.
La vincitrice del Nobel per la letteratura, invece, è stata la poetessa statunitense Louise Glück che si è
particolarmente distinta per
″la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale‶ : una letteratura dura, la sua, che accoglie la singolarità e ne restituisce ai lettori
un’espressione che possono avvertire come prossima alle loro vite particolari. Una poetica che convoca i suoi fruitori attorno alle
somiglianze che con loro condivide. Louise Gluck elabora una poesia che è l’orecchio del mondo perché ascolta e insieme mostra, ritraendo attraverso i suoi versi la propria, la storia di tutti.
Erica Chiosa
Sabrina Bocedi