• Non ci sono risultati.

La parete sinistra

2.4 Il percorso nella Stanza Segreta e la mano di Michelangelo

2.4.1. La parete sinistra

Scendendo gli ultimi due gradini si trova sulla sinistra l'imbotte della finestra nella quale è disegnato un volto. Sono pochi tratti sicuri a descrivere il viso allungato di un uomo, gli zigomi sporgenti, gli occhi profondi ingranditi da linee che ne disegnano le occhiaie, la bocca un po' aperta e la pelle che sembra rugosa, pendente, una via di mezzo fra una maschera e un ritratto.

Il disegno essenziale che, con pochi segni, regala un'espressione viva all'immagine, la sicurezza della mano e il movimento di queste linee non accademiche mi fanno pensare a Michelangelo. Ritratti e volti non sono elementi predominanti nei disegni del Buonarroti anche se con le teste divine, ad esempio, indaga in maniera straordinaria le possibilità dell'espressione dei volti, ma questi, trattandosi di disegni finiti e curati in ogni dettaglio, non possono fare da riferimento per l'analisi del volto nella Stanza Segreta.

Essendo auspicabile prendere in consideraizone studi di figura, mi sono soffermata su uno studio in particolare, quello per Teste grottesche dello Stadel Museum di Francoforte (392) (fig.27): qui si possono riscontrare le caratteristiche della mano di Michelangelo, linee forti e determinanti disegnano dei volti molto espressivi, il chiaroscuro dove presente è

comunque incompleto ma ciò non sembra ridurre l'efficacia delle loro espressioni. Lo stesso segno incisivo si trova nel volto della Stanza Segreta che Paolo dal Poggetto associa al volto del Buonarroti e al Fauno che Michelangelo scolpì nel 1489 nel giardino di

Sia Giogio Vasari sia la biografia di Ascanio Condivi, riportano l'episodio della Testa di

Fauno: Michelangelo aveva scolpito una copia da un frammento antico, una testa appunto

di un vecchio fauno. Lorenzo il Magnifico apprezzò il lavoro, ma per schernire

bonariamente il ragazzo, lo criticò dicendogli che il suo lavoro non era verosimile, poiché i denti che si vedevano dalla bocca dischiusa erano troppo perfetti, come nessun vecchio ha. Allora il giovane tolse un dente del fauno e cavò la relativa gengiva col trapano come se fosse uscito con la radice. Il Magnifico, colpito dalla prontezza e la bontà d'animo del ragazzo decise di ospitarlo prendendolo sotto la sua protezione a Palazzo dei Medici. Il vecchio fauno nella Stanza Segreta, ha la bocca leggermente aperta ed effettivamente per i tratti dello zigomo e per la conformazione degi occhi, seppur non definiti nei particolari, lascia intendere un'intensità di sguardo riconducibile ai ritratti pervenutici del Buonarroti. È possibile quindi che Michelangelo, mentre nascosto in San Lorenzo vedeva tramontare le idee repubblicane, abbia ripreso un tema giovanile, legato a un tempo politico diverso, quello di Lorenzo de' Medici, e abbia ricordato i consigli del Magnifico, la vecchiaia del fauno, e li abbia ricondotti alla propria età ormai matura, unendo così le due figure e lasciandoci un Michelangelo-fauno.

Gamba vista da tergo

Proseguendo con lo sguardo, all'inizio della parete sinistra si può osservare una gamba vista da tergo.

Nell'ultimo libro di Paolo dal Poggetto, l'autore riconosce alcuni disegni della Stanza

Segreta come attinenti al progetto per la Resurrezione che doveva essere dipinta nella

lunetta sopra la tomba dei Magnifici e che ha interessato anche diversi disegni su carta (si veda l'evoluzione dello studio nei disegni n. 691bis del Louvre -fig. 21-, n. 12767r di Windsor Castle – fig.22- e il n. W 52r del British Museum di Londra). La gamba vista da tergo, secondo dal Poggetto, è dunque opera di Michelangelo ed in particolare si tratta dell'ingrandimento della gamba di un soldato che si può osservare nel sopracitato disegno di Windsor Castle. Si tratta senz'altro di un opera grafica del Buonarroti, la parte più viva risiede nel piede dove Michelangelo dimostra il suo amore per gli scorci, per i punti di vista complessi e la sua grande capacità, con pochi tratti, di dimostrare il movimento e la vitalità del corpo.

La pianta del piede è visibile, come anche i polpastrelli delle dita, compressi dalla posizione del piede teso sulla punta. L'ombra portata definisce il piano d'appoggio e ne determina la posizione, nei disegi cartacei non vi è testimonianza di ombre portate e per questo, come sostenne Alessandro Parronchi durante la sua visita alla Stanza Segreta “ci si trova qui davanti a un capitolo nuovo dell'opera dell'artista, Michelangelo disegnatore su muro, ben diverso – per misure, tecnica e influsso del supporto- dal Michelangelo disegnatore su carta”52.

A fianco della gamba vista da tergo, vi è una gamba simile: ne riporta la stessa posizione e viene affiancata dalla gamba destra di una stessa ipotetica figura.

Queste altre due gambe mi sembra si possa dire non siano della mano di Michelangelo: il disegno è senz'altro più insicuro, accademico, poco vitale e porta un chiaroscuro

inconsistente, non c'è definizione dei volumi, invece sempre specificati nei chiaroscuri del Buonarroti. L'analisi verrà quindi rimandata al prossimo capitolo.

Figura femminile sdraiata

Proseguendo lungo la parete sinistra compare, non ben definita, una grande figura

femminile sdraiata: il busto sollevato si torce verso destra, il braccio destro piegato sembra voler raggiungere un volto che purtroppo non è visibile, una gamba piegata e l'altra

semidistesa ricordano la Notte vista da tergo con la posizione delle gambe inverita. I tratti sono lievi e rendono la lettura un po' difficoltosa ma ci sono degli elementi che chiaramente riconducono a Michelangelo: la resa anatomica della mano che ripropone una posizione già vista nei disegni del Buonarroti, il dito indice sollevato rispetto alle altre dita dona vitalità alla mano come nel disegno Due studi per un braccio destro teso del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (I 513[PK]) (fig.28) realizzati per il braccio di Dio della Cappella Sistina nella Creazione di Adamo53. Una posizione simile si trova anche in

disegni posteriori come gli Studi di figura per il Giudizio Universale nella Royal Collection HM Queen Elizabeth II (RCIN 912776) dove il dito si solleva meno, diminuendo la tensione, ma ruscendo a mantenere la stessa forza vitale tipica di

Michelangelo e che è presente in questa mano della Figura femminile della Stanza Segreta.

52 Polo dal Poggetto, I disegni murali di Micelangiolo scoperti sotto la Sagrestia Nuova, “Prospettiva”, 5, Aprile 1976, pp.11-46

53Carmen C. Bambach, Michelangelo divine draftsman e designer, New York,The Metropolitan Museum of art, 2017

Un altro carattere michelangiolesco che riscontro in questo disegno, in particolare nel disegno delle gambe, è la sua tipica capacià di definire le forme con poche linee pulite: forme senza chiaroscuro, un contorno senza ripensamenti che nella sua semplicità genera l'immagine con tutta la sua forza vitale rendendo chiara l'intenzione della figura.

Valga come esempio un disegno compiuto da Michelangelo proprio per lo Studio della

Notte nella Sgrestia Nuova di San Lorenzo e altri motivi anatomici conservato alla galleria

degli Uffizi a Firenze (18719 F recto) (fig.1): nel disegno più a destra, la gamba e in modo particolare il polpaccio e il piede, sono realizzati con una semplice linea che nella sua sicurezza e nella resa anatomica sembra paragonabile a quella della Stanza Segreta. Lo stesso tratto deciso è riscontrabile in un disegno già analizzato al paragrafo 2.2, Studio

per un Cristo risorto di Casa Buonarroti n. 66 Fr (fig.25), dove la mano di Michelangelo

corre sul foglio e con linee pulite disegna più possibilità posturali alla figura, in modo particolare nelle gambe.

Presupponendo quindi la paternità di Michelangelo della Figura femminile sdraiata nella

Stanza Segreta, ci si potrebbe chiedere perchè il Buonarroti si sia messo a disegnare la

statua che stava per essere completata nella Sagrestia al piano superiore.

Paolo dal Poggetto associa questo, ed altri disegni della Stanza Segreta, che vedremo in seguito, allo studio della Leda e il cigno, quadro commissionato dal Duca Alfonso di Ferrara nel Luglio 1529 e sappiamo essere pronto, anche se mai a lui consegnato, il 22 Ottobre del 1530.

Secondo Hartt invece si tratta di disegni della Notte che collega agli studi fatti per la

Vittoria della tomba di Giulio II, in particolare per quel braccio piegato che tiene il

mantello e che nella Stanza Segreta include “alcune delle pose più brillanti e audaci”, soprattutto la “grandiosa mano destra”, escludendo la possibilità di studi fatti per la Leda che ritiene fosse conclusa già nel Novembre del 152954.

Se i motivi che spinsero Michelangelo a fare questo disegno, possono rimanere a noi sconosciuti lasciandoci così nell'incertezzza, ciò che mi sento si possa invece sostenere è che questo sia un disegno “di sua mano”.

Secondo Marco Collareta, che ha una visione della Stanza Segreta come prolungamento del fermento artistico presente al piano superiore, il disegno invece non è di Michelangelo

54 Frederick Hartt, Michelangelo, the mural drawings, and the Medici Chapel, in C.H.Smyth, Michelangelo

e può trattarsi di una copia dell'Aurora vista da tergo, “figura che sembra essere stata la statua della Sagrestia Nuova più meritevole di una menzione particolare”55, dove la visione

speculare ha indotto ad una variazione sulla postura delle gambe.

Essendo presenti variazioni posturali sia rispetto alla Notte sia all'Aurora, fatico a pensare che siano delle copie inquanto lo sforzo accademico richiesto ad un allievo a cui viene affidata la copia, è quello di ricreare più fedelmente possibile l'originale, questo si va a sommare alla qualità grafica del segno portandomi a sostenere la paternità di Michelangelo. Si tratta forse di uno studio iniziale, a partire quindi da figure somiglianti a qualcosa di già creato, che avrebbe condotto l'artista ad altre opere o semplicemente ad un pensiero su quanto fatto fino a quel momento.

Attorno a questa figura vi sono poi altri disegni in parte sovrapposti: sul ginocchio piegato della Figura femminile vi sono due caricature, volti con nasi pronunciati ed espressività esagerate che non riesco ad associare con chiarezza alla mano di Michelangelo e rimando quindi ai prossimi paragrafi.

Sovrapposta alla prima metà della gamba semi distesa, invece, è disegnata una gamba

maschile, una gamba destra di mano di Michelangelo, dove i segni sono vigorosi e

determinati, dove l'anatomia è resa in modo magistrale e che può avere riscontro in diversi studi e disegni del Maestro, in modo particolare vorrei associarlo al disegno Studio per un

crocefisso del Teylers Museum di Haarlem (A34r) (fig. 26) già trattato nel paragrafo 2.2. Il

periodo storico è con ogni probabilità lo stesso e, osservando il modo nel quale

Michelangelo ottiene l'anatomia della gamba destra, si possono osservare le similitudini del tratto e la ricerca fatta su ogni muscolo atto a determinarne i volumi. Questa gamba pare essere il primo abbozzo di una parte del grandioso disegno che interessa la parete vicino alle scale: la posizione è la stessa, solo leggermente più frontale, escluderei possa essere una copia parziale del grande disegno, di mano di qualche altro artista, oltre che per i motivi suddetti, per l'assenza dello studio anatomico nel grande disegno e che sarebbe altrimenti stata assente anche nella copia o quantomeno non abrebbe avuto questa resa, di mano tipicamente michelangiolesca.

Testa di cavallo

55 Marco Collareta, Intorno ai disegni murali della Sagrestia Nuova, in C.H.SMYTH, Michelangelo drawings, Washington 1992, pp.163-177

Spostando lo sguardo verso l'alto verso la volta della stanza, si può vedere disegnato un muso di un cavallo, non finito, descritto soprattutto nella parte anteriore della testa, le linee sono decise anche se riviste soprattutto nelle narici, ma gli elementi per giudicare questo disegno sono pochi, senz'altro il tratto è energico ed esperto, i contorni della testa del cavallo sono espressivi nella definizione dei lineamentì . Paolo dal Poggetto lo inserisce nei quattro disegni che secondo lui sono legati allo studio della Caduta di Fetonte, questo è senz'altro possibile anche se la mano di Michelangelo, a mio parere, non è così evidente.

Testa di Laocoonte – disegno per un modello in terracotta

Proseguendo con lo sguardo verso destra incontriamo per primi i capelli di una

meravigliosa testa che attribuisco decisamente alla mano di Michelangelo: si tratta della testa di Laocoonte.

Tra i maggiori studiosi non vi sono dubbi rispetto alla paternità, c'è stata però qualche voce contraria come ad esempio quella di Caroline Elam che l'affida alla mano del Montorsoli o Marco Collareta che richiama ad un “senso storico che vada al di là degli entusiasmi”56,

riferendosi ad altri episodi di riproduzione fedele di opere sul muro come quella avvenuta in casa Carracci proprio con il Laocoonte, non dichiarando però alternative alla mano del Buonarroti. In quest'opera grafica una mano sapiente ha creato i controni che hanno dato vita alla testa del Laocoonte, una copia fatta a memoria alla quale l'artista ha aggiunto il chiaroscuro strofinando il muro con le mani o con un panno che ha permesso la stesura diffusa del carboncino.

Che l'artista fosse di grandi capacità è indubbio e a mio parere si tratta proprio della mano del Buonarroti: come per la testa del Michelangelo-fauno, non abbiamo molti riferimenti di studio grafico per i volti che non fossero le teste divine, da considerarsi però differenti perchè disegni copleti. Sicuramente parte del chiaroscuro è andato perso, i toni di questa testa sarebbero stati più forti, il contrasto luce-ombra più intenso aumentando la vivacità dei volumi di questo volto. Il disegno è ottenuto tracciando i contorni che con tratti

vigorosi e determinati, indicano ogni piega del viso, la conformazione del naso, degli occhi che, calanti, danno l'idea della sofferenza quasi arresa di Laocoonte; con grande sapienza, all'interno di queste linee, è stato tracciato un chiaroscuro che rende ancor più evidenti le

56 Marco Collareta, Intorno ai disegni murali della Sagrestia Nuova, in C.H.SMYTH, Michelangelo drawings, Washington 1992, pp.163-177

zone d'ombre. Concordo con Paolo dal Poggetto che si tratta di un disegno d'esempio per la realizzazione del San Cosma affidata al Montorsoli; l'ombra rappresentata e i segni così forti, sembrano proprio indicazioni scultoree: non vuole essere un disegno fine a se stesso o un esercizio di memoria, mi sembra di vedere la volontà di definire l'immagine pronta per la scultura, di individuarne i volumi, le forme e le profondità.

Credo che questa testa, come anche altri profili presenti sulla stessa parete, possa essere stata uno studio per quelle sculture ancora da terminare, San Cosma e San Damiano, delle quali lo stesso Michelangelo avrebbe poi fatto i modelli di creta, quantomeno della testa e delle braccia57. Il Laocoonte potrebbe quindi essere uno studio, più approfondito di altri,

non rivolto direttamente al Montorsoli, ma utile allo stesso Buonarroti per definirne il modello.

Riferimenti grafici che servano all'analisi di questo disegno si possono individuare nelle Maschere Grottesche di qualche anno prima (si veda ad esempio il foglio di Windsor Castle RL12762r) o nelle teste divine dello stesso periodo: si tratta di disegni che aiutano ad individuare la qualità del tratto e la capacità di definire i volumi attraverso chiaroscuri più intensi, come per le maschere grottesche, o più fini e delicati come per le Teste Divine. Reputo però difficile individuare disegni cartacei che possano condurci ad identificare la mano del Maestro in quanto sono dell'idea che, come sostenuto prima, questo sia uno studio per il volto di una scultura, condizione rara nelle opere grafiche di Michelangelo; se già ai volti, in generale, non dedicava la stessa attenzione d'indagine grafica che invece aveva per le figure, per i corpi e per le gambe in modo particolare, ai volti per le sculture sembra non dedicarsi. Ma nella Stanza Segreta Michelangelo si trovò di fronte ad una condizione nuova ed insolita, fisica ed emotiva, per noi impossibile da capire e pertanto credo sia necessario accogliere ciò che non è mai stato visto fare al Buonarroti prima di quel momento, come una novità possibile, magari avente inizio e fine in quel luogo proprio per la peculiarità della situazione.

Testa virile di profilo – disegno per un modello in terracotta

Lasciando la testa del Laocoonte si incontra subito alla sua destra, un profilo virile: il naso

57 Giorgio Vasari, La vita di Michelangelo, nelle redazioni del 1551 e del 1568, a cura di P. Barocchi, Milano-Napoli, 1962

affilato, la fronte corrugata, i capelli mossi come la barba che cade lunga, lo sguardo vivace conferisce al profilo un aspetto furbo e intelligente con un leggero sorriso sulle labbra che ne aumenta la dolcezza; ha l'aspetto di un saggio.

La mano che con tanta chiarezza definisce lo spirito di questo profilo non può che essere di Michelangelo, è una mano sicura che senza definire nel dettaglio il viso, ne esprime tutta l'intensità emotiva; credo che la capacità di dare vita ad un volto senza contesto, senza quindi la possibilità di capire l'azione nella quale si trova, sia la stessa dimostrata nel Laocoonte. È la stessa bravura di cui si può godere osservando le Teste Divine, prendendo ad esempio Cleopatra di Casa Buonarroti (2 F recto) (fig.29), nelle quali Michelangelo dimostrò la perfezione della resa dell'incarnato in ogni suo meticoloso dettagalio, nei particolari delle acconciature, dei copricapo, con un chiaroscuro così raffinato da rendere vellutata l'immagine; ma quello che colpisce rivelando la grandezza del genio è l'utilizzo delle abilità tecniche per definire i caratteri emotivi delle figure, i volti e gli sguardi come specchi dell'anima, il corpo, i muscoli, i nervi e tutte le componenti del corpo che volgono ad esplicare una condizione sentimentale, un desiderio d'azione, un'intenzione.

Questa caratteristica della grafica di Michelangelo interessa soprattutto i volti, siano essi disegnati, scolpiti o dipinti, ed interessa anche i volti della Stanza Segreta.

Come già accennato, penso che lungo questa parete vi sia uno studio, un'indagine delle possibilità dei volti di Cosma e Damiano che, essendo fratelli non sarebbero stati molto diversi fra loro.

Questa testa virile di profilo, che è stata analizzata da Paolo dal Poggetto nel 197658

mettendo in luce le analogie con il cartone del Profeta Zaccaria, e che viene classificata come “Abbozzi per le Teste Divine” nel 201259, preferisco inserirla in un percorso che

avrebbe condotto Michelangelo alla modellazione delle teste in terracotta dei due santi. Le tre teste a cui mi riferisco sono quella appena analizzata, quella del Laocoonte, e una terza (Fig.XII) che pare essere un primo abbozzo presente sulla medesima parete, nell'imbotte della seconda finestra e che quindi tratterò fra breve. Senz'altro, fra quelle studiate sui muri della Stanza Segreta, Michelangelo utilizzò quella del Laocoonte per S. Cosma e non escluderei abbia tratto il volto di S. Damiano dal profilo virile: rimane impossibile fare un

58 Polo dal Poggetto, I disegni murali di Micelangiolo scoperti sotto la Sagrestia Nuova, “Prospettiva”, 5, Aprile 1976, pp.11-46

59 Paolo dal Poggetto Michelangelo la “stanza segreta”, i disegni murali nella Sagrestia Nuova di San

confronto diretto fra il disegno e l'opera finita inquanto i modelli in terracotta non sono giunti fino a noi e la scultura, in ogni caso, è stata realizzata da Raffaello da Montelupo.

Studio di gambe di profilo

Adiacente al profilo virile vi è uno studio di gambe, di grandi dimensioni, che copre in altezza quasi l'intera parete: un profilo nel quale la gamba destra, tesa, sostiene il peso del corpo e la sinistra si flette leggermente; questa posa avrebbe permesso al busto di creare una curva sinuosa, posizione tipica della scultura classica che nell'epoca rinascimentale venne ampiamente riproposta. Purtroppo il disegno è alterato dalle sgocciolature nere che si confondono a volte con i tratti a carboncino; nonostante questo, prendendo le distanze da quanto sostenuto da Frederick Hartt60 che ritiene sia un'opera di un allievo, mi sembra di

poter dire che anche qui Michelangelo pose le sue mani e il suo ingegno. I tratti che delineano le gambe sono sicuri, il chiaroscuro anche se rovinato dallo stato della parete, è

Documenti correlati