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L A SCALA DELLA PARTECIPAZIONE SECONDO “M ANUEL EUROPÉEN DE LA PARTICIPATION ” (2006) Il Manuale della Partecipazione “Manuel européen de la participation” prodotto dalla Rete

COSA SERVE PER INIZIARE

3.4.3 L A SCALA DELLA PARTECIPAZIONE SECONDO “M ANUEL EUROPÉEN DE LA PARTICIPATION ” (2006) Il Manuale della Partecipazione “Manuel européen de la participation” prodotto dalla Rete

Urbact-Partecipando217 è stato preso come modello esemplificativo internazionale, perché

gestisce la rete “Partecipando”, una delle prime che si è costituita (è stata fondata nel 2003), ma anche una di quelle che conta più partner.

Nel manuale vengono trattate diverse esperienze partecipative, appartenenti a città con cultura, condizioni economiche sociali ed organizzative diverse, che hanno messo in evidenza diverse problematiche utili all’identificazione di tre tensioni opposte, attorno alle quali si giocano le sfide della partecipazione, permettendo in tal senso una miglior comprensione della città contemporanea, passando da una sua “predizione” del futuro ad una sua regolamentazione e progettazione.

215 Ecosfera, (2001), Op. cit., pp. 20-21

216 Nei Paesi Bassi, a Rotterdam, nel 1993 si fonda il “Neighbourhood Management Company” a

Stedenwijk. È un’iniziativa fondata da due cooperative edilizie che vuole garantire un corretto ed efficiente sistema di manutenzione edilizia ed urbana dell’area, incentivare la partecipazione degli abitanti e favorire la formazione di nuove occasioni per i residenti, che, nello stesso tempo, sono i fondatori della società e i principali clienti. I risultati sono riscontrabili in una maggiore stabilità sociale del quartiere e nel miglioramento dei servizi. Ecosfera, (2001), Op. cit., pp. 49

217 AA.VV (2006) “Le défis de la participation” in "Manuel européen de la participation”, (2006),

63 C’è un ragionamento in cui si prevede una settorizzazione in livelli dei processi partecipativi218,

ma gli elementi su cui si sofferma il Manuale, sono l’introduzione e la riscoperta di nuove sfide per la partecipazione (le défis de la participation) che, se da un lato sono state introdotte da problematiche urbane e territoriali, dall’altro hanno fatto emergere principalmente tre tensioni, Inclusione ed Esclusione; Top down e Bottom up, Centralità e Marginalità.

Queste tre tensioni si combinano, e si sovrappongono, creano difficoltà ai tentativi di auto- organizzazione delle comunità ed alla risposte efficaci di politici pubblici che possono rispondere efficacemente alle nuove esigenze sociali con l’obiettivo di raggiungere un miglioramento della qualità della vita. Le possibilità di superare con successo queste sfide dipendono dalla capacità di essere al di sopra di queste tensioni sia da parte della comunità che dalla parte politicamente attiva.

Nella tensione tra Inclusione ed Esclusione, si conduce un’analisi basata sull’assunzione di un criterio valutativo che consideri la capacità, ma anche la volontà di considerare le istanze all’interno del processo dei diversi attori, senza fare distinzioni “tra "coloro che sono dentro" e "coloro che stanno all'esterno", tra chi è integrato nella città e chi è escluso della politica o dalle risorse materiali e sociali” 219.

La costruzione delle conoscenze collettive è una condizione primaria affinché si verifichi, nei processi decisionali, una partecipazione attiva e cosciente del maggior numero possibile di cittadini. Per ottenere questi risultati, è indispensabile ridefinire il rapporto tra saperi esperti e saperi comuni “traducendo” i linguaggi esperti senza perderne i loro contenuti e valorizzando in tal senso nuove forme di comunicazione sociale per ricostruire insieme lo spazio pubblico220.

L’informazione acquisisce allora un significato di costruzione di comunicazione221 sociale

accessibile, capillare ed innovativa che può portare a processi di rigenerazione urbana e sociale consentendo di partire dalle risorse piuttosto che dai problemi.

218 Cfr. Pagina 56 del "Manuel européen de la participation”

219 AA.VV (2006) “Manuel européen de la participation”, Op. cit., p. 82 220 AA.VV (2006) “Manuel européen de la participation”, Ibidem

221 “Comunicazione ed informazione sono generalmente confusi nel processo di partecipazione;

l’informazione è il livello il più debole della partecipazione quando si limita a trasmettere semplicemente dei dati; al contrario, con il concetto di comunicazione si intende la messa in pratica di un programma di formazione con gli abitanti che sarà considerato come il livello più elevato della partecipazione, associata ad un senso di presa di coscienza in atto”. Nel testo originale: “Communication et information sont généralement confondus dans le processus de participation; il s’agirait de considérer que l’information est le niveau le plus faible de la participation quand elle se limite à transmettre des données; a contrario, la mise en place d’un programme de formation avec les habitants sera considéré comme le niveau le plus élevé de la participation, au sens d’une prise de conscience an acte" AA.VV (2006) “Manuel européen de la participation”, Op. cit., p. 75

64 Invece la tensione tra Top Down e Bottom Up oppone un approccio gerarchico discendente ad un approccio che parte dalle risorse e domande locali. Questa differenza si manifesta spesso in una tensione tra le istituzioni, che non hanno la capacità da un lato di raccogliere le ricchezza provenienti dalla società e dall’altro, di recepire progetti ed iniziative dalle organizzazioni sociali. Spesso queste iniziative che provengono dal basso, non riescono a svilupparsi per mancanza di sostegno da parte delle istituzioni stesse altre volte, arrivano invece ad auto-organizzarsi promuovendo nuovi approcci che si avvicinano a ideali e criteri ai quali gli abitanti aspirano individualmente e collettivamente222.

La tensione tra le aree centrali ed emarginate non corrisponde più all'opposizione tradizionale centro – periferia, dove il centro è la parte della città che offre opportunità ed una forte qualità di vita, mentre la periferia è il luogo dove sono collocate le popolazioni meno abbienti, attualmente il termine periferia risulta sempre in antitesi al concetto di centro, che rappresenta il concetto di funzione centrale223. La concentrazione di funzioni centrali in una determinata

area favorisce la formazione di centri di città, di settore, di quartiere, o aree centrali così definite in quanto luogo delle funzioni centrali. L’eccesso di funzioni centrali in una zona determina, come diretta conseguenza, il depauperamento di altre zone.

La quantità diventa negazione della qualità e la periferia si diffonde in luoghi privilegiati per la loro forte carica di naturalità nei quali si sacrificano i caratteri delle più significative componenti ambientali e del paesaggio naturale e storico culturale consolidato224.

Partendo da questi presupposti, il Manuale chiude con una sfida del legame tra partecipazione e bellezza, ossia la partecipazione non è solo un problema di processi o di procedure, indifferente ai risultati concreti, “la partecipazione è anche il metodo più efficace per garantire la qualità delle realizzazioni, degli edifici, degli spazi collettivi della città”225 costruendo in tal

senso un legame tra etica ed estetica. L’ultima sfida della partecipazione nasce proprio da questa consapevolezza: i luoghi trasformati dai cittadini nei percorsi di partecipazione, attraverso l’unione di una conoscenza esperta, coraggiosa e sperimentale con la conoscenza

222 AA.VV (2006) “Manuel européen de la participation”, Op. cit., p. 83

223 Gambino R., (1986) “Periferia e struttura urbana”, in Bazzanella L., Gianmarco C. (a cura di),

“Progettare le Periferie”, CELID, Torino

224 Deplano G., Garau C., Figus A., (2007) “Il ruolo del progetto nel recupero dei paesaggi urbani”,

Atti del convegno nazionale “Territori e città del mezzogiorno. Quante periferie? Quali politiche di governo per il territorio”, Napoli, 22 - 23 marzo 2007

225 “[...] La participation est aussi la méthode la plus efficace pour garantir la qualité des réalisations,

des édifices, des espaces collectifs, des villes [...]". AA.VV (2006) “Le défis de la participation” Op. cit., pp. 81-84

65 locale profonda e sensibile, aderiscono alla comunità dando ad essa un senso maggiore di appartenenza.