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I L RUOLO DEI GIS NELLA GOVERNANCE DEL TERRITORIO

Capitolo 4. Le tecnologie dell’informazione

4.3 I L RUOLO DEI GIS NELLA GOVERNANCE DEL TERRITORIO

Il ricorso (o la fiducia) a cartografie “tradizionali” (quindi cartacee, in scala, zenitali, topologicamente esatte, di produzione prevalentemente istituzionale, ecc.) risulta in forte diminuzione293 a vantaggio di altre modalità rappresentative, che sembrano rispondere meglio

alle nuove domande di “comunicazione” e “partecipazione” 294.

289 Forester J. (1998), Op. cit., pp. 80-81 290 Forester J. (1998), Op. cit., p. 81

291 Nixon Paul G., Koutrakou Vassiliki N. (2007), “E-government in Europe: Re-booting the state”,

Routledge Taylor and Francis Group, London, New York, p. 15

292 Maiellaro N., (2001), “Il Piano Regolatore Generale: rassegna del Web-GIS nelle Amministrazioni

Comunali”, in MondoGIS n°27/2001

293 Debarbieux B., (2003), “Neuf enjeux de l’iconographie de projet et de prospective de territoire”, in

Debardieux B., Lardon S. "Le figures du projet territorial", La Tour D’Aigues, Edition de l’Aube/Datar, pp. 13-36.

294 Gli stessi autori affermano in altre pubblicazioni “La carte n’est ni malade, ni mourante. C’est la

85 Infatti offrire all’utente l’opzione della scelta del punto di vista delle rappresentazioni cartografiche, significa dover rinunciare al controllo delle rappresentazioni stesse, a vantaggio di una dinamicità e velocità nel reperimento delle informazioni richieste. Le possibilità “dinamiche” si uniscono alle potenzialità di interazione, che implicano funzioni di consultazione e interrogazione, o anche interazioni più complesse che prevedono la possibilità di esprimere giudizi, compilare questionari, in qualche maniera condizionare alcune azioni anche nei dati strutturati “a monte” delle rappresentazioni.

La staticità della elaborazione cartografica tradizionale sembra quindi renderla più rigida, meno “parlante”, inadatta ai nuovi linguaggi dinamici e ipertestuali.

In tal senso, l’obiettivo delle carte, oltre a quello di raccogliere dati, può essere quello di esporre relazioni o esprimere idee. Negli ultimi anni è emerso il ruolo chiave dei GIS (Geographic Information System), che si vanno evolvendo in strutture di dati relazionali, sempre più integrati con l’enorme mole di informazioni disponibili. Si tratta di compiere avanzamenti legati alla “cultura digitale” applicata alla progettazione e rappresentazione del territorio. Benché il dibattito in campo architettonico sia avviato da tempo295 con ormai un gran

numero di figure professionali che si occupano di problemi legati al digitale296, nella disciplina

urbanistica, specificatamente alla scala territoriale, c’è un certo ritardo297, probabilmente legato

alla maggiore complessità dei problemi che si devono affrontare.

Le specificità delle rappresentazioni iconografiche di territorio e il carattere “geometrico” del loro disegno di derivazione CAD si apre ad informazioni integrate a database relazionali complessi, gestibili in multi-utenza, in remoto, progettati per sopportare una mole di informazioni che vanno dai dati alfanumerici al pixel che compone una immagine raster: si delinea così un nuovo tipo di infrastruttura informativa, che appare più adatta, ad accogliere le esigenze delle pratiche partecipative; l’immagazzinamento e l’incrocio di dati.

Una buona governance del territorio, porta quindi al dialogo ed all’utilizzo delle nuove tecnologie, che attraverso i Sistemi informativi geografici ottimizzano non solo l’efficienza dei

réfléchir à son aggiornaments", Debarbieux, B., and Vanier, M., eds. (2002). Ce territorialités qui se dessinent. LAube/Datar, p. 187.

295 Sacchi L., Unali M., (a cura di, 2003), “Architettura e cultura digitale”. Skira Editore, Milano

296 Imperiale A., (2001), “Nuove bidimensionalità. Tensioni superficiali nell’architettura digitale”,

Testo&Immagine, Roma.

297 Campagna M. (2004) “Le tecnologie dell’informazione spaziale per il governo dei processi

86 processi di trasformazione e di uso del tessuto urbano ma si proiettano con decisione dai primi modelli di e-government ad alcune sperimentazioni di governance298.

Alessandro Balducci definisce la governance come “effetto di governo in una determinata area di politiche, prodotto dall’azione [fatta di proposito e non] di molti attori, ma non riconducibile direttamente ad alcuno di essi”299; la governance viene quindi descritta come orizzonte di

possibilità dell’azione pubblica, piuttosto che eclissi del pubblico, costruzione di strategie di sviluppo territoriale300.

In questo senso, appare particolarmente interessante l’interpretazione di Les Galès301, per il

quale la governance costituisce forme e stili di azioni, non rappresentando solo un processo, ma anche le modalità con cui si manifesta e si sviluppa l’efficacia della progettualità: la governance “consiste nella mobilitazione politica di attori, gruppi sociali, interessi sociali, politici ed economici” e nella capacità di rappresentarli all’esterno, a sviluppare strategie, in relazione al mercato, allo Stato, alla città, agli altri livelli di governo302.

La governance diventa quindi il prodotto di strategie locali e globali non predeterminate nelle loro relazioni, ma costruite nell’ambito di condizioni decisionali e procedurali definite in contesti spazio territoriali, entro i quali tutti gli attori dovrebbero operare per ottenere soluzioni condivise ma soprattutto ottimali per il territorio303.

Ciò significa che c’è bisogno di partire dall’analisi di concetti ed esperienze cercando di capire in che modo le nuove tecnologie possono rispondere ai limiti, alle carenze emerse e valorizzare i punti di forza. In tal senso le iniziative di good governance, e-government304 e di e-

298 Carta M. (2003), Op. cit., p. 281

299 Balducci A. (2000), “Le nuove politiche della governance urbana”, Territorio, n. 13

300 Pasqui G. (2000), “Politiche urbane, sviluppo locale e produzione di «immagini strategiche» del

cambiamento territoriale”, Territorio, n°13

301 Le Galès P. (1997), "Gouvernment et gouvernance des régions: faiblesses structurelles et nouvelles

mobilisations", in Le Galès P. e Lequesne C., (a cura di), "Les paradoxes des régions en Europe", Paris, La Decouverte.

302 “capacité à intégrer, à donner forme aux intéréts locaux, aux organisations, groupes sociaux, et

d’autre parte, e terme de capacité à les représenter à l’extèrieur, à developper des stratégies plus ou moins unifiées en relation avec le marché, l’Etat, les autres villes et niveaux de gouvernement”. Le Galès P. (1997), Op. cit.

303 Balletti F., Soppa S., (2005), “Paesaggio in evoluzione. Identificazione, interpretazione, progetto” ,

Franco Angeli, Milano pp. 103-107

304 Con il concetto di e-government si fa riferimento all’erogazione dei servizi digitali, ossia a

procedure innovative tecnico organizzative, finalizzate ad una interrelazione integrata tra procedimenti produttivi dei servizi interni delle amministrazioni pubbliche ed i cittadini. Freschi A. C., (2002), “Dall’e- government verso l’e-governance: considerazioni su diversi percorsi possibili”; Workshop “L’attuazione

87 governance305 possono coesistere nella stessa realtà urbana senza causare conflittualità ma

integrandosi perfettamente306.

In tal senso le pratiche di coinvolgimento attivo online non possono rimanere “confinate nella sfera virtuale delle relazioni” fra pubbliche amministrazioni e cittadini, ma le pratiche online e quelle convenzionali devono risultare comunicanti, non contraddittorie, permeabili; ossia devono sottrarsi dalla possibilità di creare una “virtualizzazione” della partecipazione, un incremento del digital divide, ma soprattutto tali pratiche devono impedire che la comunità si allontani dopo esse venuti a loro conoscenza perchè in tal senso risulterebbe “poi molto più difficile da recuperare”307.

4.4I

L WEB

G

IS PER L

INTERFACCIA TRA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E CITTADINI