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Percentuale del numero degli esercizi ricettivi in Sardegna

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008) e Regione Sardegna (2008).

Il comparto alberghiero (Tabella 2.3a e 2.3b) denuncia 855 strutture per un totale di 100.924 posti letto distribuite per la maggior parte nelle province di Olbia- Tempio (270 unità), Cagliari (161) e Sassari (121). La ripartizione per categoria della ricettività mostra la prevalenza, in termini di unità, dei tre stelle (55% sul totale) e un discreto equilibrio rispetto ai posti letto tra i quattro e i tre stelle (80% dell’intera capacità). Solo il 2% circa è occupato dalle strutture a cinque stelle le quali più della metà si concentrano nella sola provincia di Olbia-Tempio; un ruolo decisamente

19Questa grande dimensione è tipica dei grandi alberghi delle località balneari del Sud d’Italia con

poco rilevante è giocato dalle strutture di categoria inferiore che insieme occupano il 22% dell’intero comparto alberghiero.

Tabella 2.3a – Distribuzione delle strutture ricettive nelle province sarde (2007)

Provincia

Alberghieri Extralberghieri Agriturismi Totale Unità P.l Unità P.l Unità P.l Unità P.l

Cagliari 161 23.427 398 13.668 100 775 659 37.870 Carbonia-Iglesias 48 2.412 95 1.974 33 334 176 4.720 Medio Campidano 32 1.673 73 592 38 313 143 2.578 Nuoro 109 9.832 146 6.989 124 1.402 379 18.223 Ogliastra 61 5.416 90 7.350 24 215 175 12.981 Oristano 53 3.373 282 7.440 119 1.408 454 12.221 Olbia-Tempio 270 38.681 261 36.669 147 1.195 678 76.545 Sassari 121 16.110 19 9.874 135 1.175 275 27.159 Sardegna 855 100.924 1.364 84.556 720 6.817 2.939 192.297

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008) e Regione Sardegna (2008).

Tabella 2.3b - Distribuzione delle strutture ricettive nelle province sarde (2007, val. %)

Provincia Alberghieri Extralberghieri Agriturismi Totale Unità P.l Unità P.l Unità P.l Unità P.l

Cagliari 18,83 23,21 29,18 16,16 13,89 11,37 22,42 19,69 Carbonia-Iglesias 5,61 2,39 6,96 2,33 4,58 4,90 5,99 2,45 Medio Campidano 3,74 1,66 5,35 0,70 5,28 4,59 4,87 1,34 Nuoro 12,75 9,74 10,70 8,27 17,22 20,57 12,90 9,48 Ogliastra 7,13 5,37 6,60 8,69 3,33 3,15 5,95 6,75 Oristano 6,20 3,34 20,67 8,80 16,53 20,65 15,45 6,36 Olbia-Tempio 31,58 38,33 19,13 43,37 20,42 17,53 23,07 39,81 Sassari 14,15 15,96 1,39 11,68 18,75 17,24 9,36 14,12 Sardegna 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008) e Regione Sardegna (2008).

Il comparto extralberghiero regionale (Tabella 2.3a) risulta costituito, invece, da 1.364 unità e 84.556 posti letto: il 73% della capacità è attribuibile ai bed&breakfast a cui seguono gli alloggi in affitto (14%), i campeggi e villaggi turistici (7%) e gli agriturismo (6%), irrilevanti le percentuali di Ostelli, Case per Ferie ed altri esercizi ricettivi che insieme occupano circa il 2%. In termini di distribuzione

territoriale esercizi e posti letto si concentrano fondamentalmente nelle province di Olbia-Tempio, Cagliari, Sassari, Oristano ed Ogliastra.

Riferendoci al comparto agrituristico, secondo i dati regionali (2008), la Sardegna denuncia, al 31.12.2007, 720 aziende per un totale di 6.817 posti letto.

Da non dimenticare il mercato delle seconde case20 che pur sfuggendo ad una

quantificazione ufficiale, risulta essere un settore considerevole dell’offerta ricettiva sarda. Per poter fare una stima delle stesse si può far riferimento al censimento della popolazione, effettuato dall’Istat nel 2001, in cui vengono indicate le case non occupate. Certamente nella Regione, considerando tutte e otto le province, la disponibilità di posti letto in alloggi privati supera nettamente la rispettiva ricettività ufficiale (Istat, 2001; Crenos, 2004). Da un’indagine realizzata per conto dell'Osservatorio Economico della Sardegna (2008), condotta dall'Osservatorio Turistico, risulta che nel 2007 il 41,9 % dei turisti in Sardegna ha soggiornato in case di proprietà o in affitto o come ospite di parenti o amici (Grafico 2.16). Un consistente flusso turistico, dunque, non si rivolge alle strutture ricettive ufficiali, ma fa ricorso a soluzioni ricettive alternative, rivolgendosi, soprattutto, ai soggiorni in case private. Secondo una stima effettuata dal Centro di programmazione della Regione Sardegna21, risulta che chi nei comuni costieri sono presenti in questo

comparto ricettivo circa 261.000 posti letto, valore circa otto volte superiore a quello del comparto alberghiero22, a testimonianza del significativo squilibrio esistente a

favore del turismo in appartamento.

20 Per seconde case si intende abitazioni adibite tipicamente a scopi di villeggiatura. In origine il

fenomeno era legato ad un turismo elitario oggi, invece, coinvolge anche classi sociali meno abbienti che considerano la seconda casa non solo come luogo per trascorrere le vacanze, ma anche come forma di investimento.

21 Il dato è stato ottenuto da elaborazioni sui dati Istat del Censimento della Popolazione 2001,

considerando 4,5 posti letto per abitazione (Regione Sardegna, 2005).

22 Laboratorio territoriale per la progettazione integrata Olbia-Tempio: valore ottenuto da

Grafico 2.16 – Distribuzione dei turisti per struttura nel 2007 (val.%)

44%

42%

11% 3% Strutture alberghiere

Soggiorno in case private Strutture extra

alberghiere Altro

Fonte: Osservatorio Turistico Regionale (2008).

Certamente questa forma ricettiva può essere considerata dalle amministrazioni locali positivamente come risorsa utile per lo sviluppo socio- economico, ma anche negativamente come causa di degrado territoriale ed ambientale (Guizzardi, 2004). In generale, per quel che riguarda la ricaduta economica del settore, la spesa turistica effettuata anche per lo stesso genera tre tipi di effetti: quelli economici diretti, che hanno un effetto immediato sull’economia di un paese; quelli indiretti, relativi a beni e servizi di cui hanno bisogno le aziende e, infine, gli effetti economici indotti, dovuti al fatto che la spesa turistica, diretta ed indiretta, crea localmente un maggiore livello di reddito. Altri effetti positivi sono sicuramente l’aumento significativo del livello di occupazione nel settore edile e il coinvolgimento di diverse figure professionali quali, fabbri, idraulici, falegnami etc. Parallelamente agli effetti positivi troviamo quelli negativi, dovuti principalmente ad una fruizione turistica caratterizzata da una forte stagionalità. Da un lato, quindi, la costruzione di seconde case impone ai comuni un rilevante sforzo finanziario in termini di realizzazione d’infrastrutture necessarie al miglior funzionamento delle stesse, dall’altro esse sono utilizzate solo per brevi periodi dell’anno23. Ancora, la

consistenza dei flussi turistici richiede notevoli quantità di acqua sia per uso domestico, sia per l’irrigazione di giardini, spazi comuni, campi da golf, impianti

23 Si pensi alla costruzione e manutenzione di strade, parcheggi, rete elettrica e fognaria, impianti

sportivi: questo è un serio problema, specialmente in Sardegna, dove periodi di forte siccità creano serie difficoltà ai settori agricolo e pastorale e di conseguenza alla produzione locale. Non è poi da dimenticare il dato statistico che rileva come il comparto delle seconde case si ponga in forte concorrenza con le strutture ricettive ufficiali: queste ultime, di certo, svolgono la loro attività in condizioni molto più svantaggiose perché sostengono diversi costi gestionali e un maggior carico fiscale (Leccis, 1999).

Per quel che riguarda, invece, la domanda, distinta in arrivi e presenze, i dati rivelano che le strutture sarde hanno accolto 2.356.152 turisti che hanno prodotto 12.248.442 pernottamenti ufficiali; ogni singolo turista si è quindi trattenuto sull’isola in media 5 giorni. La crescita del numero dei visitatori in entrambi i comparti ricettivi è positiva ed in linea con il Centro-Nord e la media italiana in generale. Osservando la distribuzione territoriale della domanda si rileva che le presenze si polarizzano in Gallura (Provincia Olbia-Tempio) e nelle province dove significativa è l’organizzazione turistica delle coste come quelle di Cagliari, Sassari e Nuoro (Tabella 2.4): circa la metà della componente straniera si concentra in Gallura, l’altra si distribuisce nelle altre tre su citate province.

Tabella 2.4 – Arrivi e presenze nel 2007 in Sardegna

Provincia

Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Cagliari 426.901 2.041.934 157.114 800.222 584.015 2.842.156 Carbonia-Iglesias 44.265 192.950 11.961 34.014 56.226 226.964 Medio Campidano 34.250 133.533 9.205 31.228 43.455 164.761 Nuoro 116.589 768.659 78.602 413.704 195.191 1.182.363 Ogliastra 77.919 514.472 36.015 184.172 113.934 698.644 Oristano 79957 282246 39284 123500 119.241 405.746 Olbia-Tempio 534.515 3.451.055 296.711 1.606.195 831.226 5.057.250 Sassari 230211 917214 182653 753344 412.864 1.670.558 Sardegna 1.544.607 8.302.063 811.545 3.946.379 2.356.152 12.248.442 Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008).

Il sistema ricettivo sardo denuncia un basso indice di utilizzazione annuale di poco più di due mesi (Tabella 2.5). Il valore di questo indicatore assume una valenza particolarmente bassa nelle province di Oristano (33gg) e in quella di Carbonia – Iglesias (48gg); valori più elevati li troviamo solamente nel cagliaritano (75gg) per il peso che riveste la stessa città capoluogo.

Tabella 2.5 – Indice di utilizzazione annuale delle strutture ricettive (2007)

Provincia IUA (gg) Cagliari 75 Carbonia-Iglesias 48 Medio Campidano 64 Nuoro 65 Ogliastra 54 Oristano 33 Olbia-Tempio 66 Sassari 62 Sardegna 64

Fonte: elaborazione da Province Sardegna (2008).

Volendo qui sintetizzare l’andamento del turismo in Sardegna dal 1950 ad oggi analizzando i dati relativi agli arrivi con l’interpolazione di una sola

esponenziale: (Grafico 2.17) si nota come la stessa sembri

interpolare meglio i punti sperimentali alti piuttosto che quelli bassi, probabilmente ciò è dovuto al fatto che il metodo dei minimi quadrati minimizza la somma dei quadrati degli scarti e non la differenza percentuale. Da questa analisi si deduce comunque un tasso di crescita medio annuo pari al 4%.

Grafico 2.17 – Interpolazione con un’unica esponenziale degli arrivi dei