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Le piattaforme più conosciute

2. I Social Media 1 Antropologia dei Media

2.4 Le piattaforme più conosciute

Riporto di seguito uno schema tratto dal sito Why We Post. Le piattaforme emerse dalla comparazione dei risultati dei nove ricercatori, che hanno trascorso quindici mesi sul campo, in diversi paesi del mondo, sono le stesse messe in luce dalla mia indagine etnografica che, sebbene circoscritta alla categoria degli adolescenti, ha confermato i risultati dello studio di Miller ( eccezione fatta per QQ e WeChat che sono le piattaforme più utilizzate dagli utenti cinesi).

maggiormente utilizzati. Nonostante in declino fra i giovani, Facebook è diventato di maggior interesse per gli utenti più maturi, che lo utilizzano per scambiarsi idee e parlano di questioni di carattere sociale e anche politico.

Fig. 2 Le principali piattaforme di social media

È difficile sostenere che il successo di una piattaforma dipenda dall'allineamento culturale o dal suo punto di vista tecnologico. L'antropologia si pone come fine di osservare il modo in cui una piattaforma si localizza, l'attenzione maggiore va al contenuto piuttosto che alla piattaforma; una volta che quest'ultima si popola

di contenuti locali, l'allineamento culturale segue come conseguenza.

È utile porre lo sguardo e l'attenzione sul report Digital 2019, giunto all'ottava edizione, un'indagine condotta da We Are Social, insieme a Hootsuite, piattaforma leader nel settore del social media management. Questa ricerca mostra lo scenario digitale in Italia nel 2019, con un focus soprattutto sull’utilizzo di Internet, del mobile, delle piattaforme social e dell’e-commerce. Per la mia ricerca mi soffermerò sui punti più attinenti.

Cominciamo con l'osservare quali sono le piattaforme che risultano più attive dall'indagine del 2019. YouTube, Facebook, WhatsApp, Messenger e Instagram continuano a dominare il panorama delle piattaforme social più utilizzate nel nostro paese. Vale comunque un principio di differenziazione già registrato negli anni scorsi, cioè la presenza di più profili su piattaforme diverse.

Fig. 3 Piattaforme social più utilizzate - We Are Social34

Su scala globale, nel 2018 è stato registrato un forte incremento dell’utilizzo del Web, con oltre un milione di nuovi utenti ogni giorno. La Fig. 4 ci mostra chiaramente come in Italia siano rilevanti il numero di contratti mobile, degli effettivi fruitori di Internet e dei social, ma soprattutto la presenza dei nuovi mezzi di comunicazione mobile.

Fig. 4 Quadro generale – We are social35 2.5 Utilizzo dei social media

Inoltre è stata registrata un’ulteriore crescita di utenti di piattaforme social, ora 35 milioni, +2,9% rispetto al 2018, con ben 31 milioni di persone attive da dispositivi mobili, un incremento del 3,3%.

Questi dati sono destinati a crescere ogni anno e ogni anno i social si arricchiscono di novità e di una sempre maggiore facilità e immediatezza nella loro fruibilità.

Fig. 5 Utenti attivi sui social più utilizzati36

Sono oltre 35 milioni gli italiani attivi sulle piattaforme social, 31 milioni da mobile. Un dato estremamente rilevante per la nostra indagine anche se orientato su scala nazionale. Riusciamo a renderci conto dell'utilizzo e della massiccia presenza degli smartphone, e del loro sempre più utilizzo. Rispetto all'indagine dello scorso anno, sono cambiati sia le percentuali di uso sia le modalità. Ad esempio, 6 ore e 42 minuti è il tempo che l’utente medio spende online ogni giorno, in lieve calo rispetto all'anno precedente. Un dato non rilevante tenendo conto dei nuovi utenti e del loro tempo di utilizzo rispetto ai nativi e agli esperti, che lo utilizzano anche più di cento volte al giorno. Un rapido calcolo ci porta quindi a prevedere che nel 2019 staremo complessivamente online per 1,2 miliardi di anni37.

36 Ibidem. 37 Ibidem.

L'indagine condotta nel 2019 da Telefono Azzurro e DoxaKids, Have Your Say.

Di la tua: i bambini e gli adolescenti protagonisti della sfida digitale, è basata

su un campione di seicentoundici tra bambini e adolescenti, di età compresa tra i dodici e i diciotto anni. L'indagine dimostra che lo strumento maggiormente utilizzato per stare on line è lo smartphone seguito dal computer portatile o fisso, anche se, come si evince anche dalla mia indagine, sono sempre meno utilizzati assieme ai tablet.

Tra le app utilizzate più dai ragazzi troviamo WhatsApp con una percentuale pari all’88%, in crescita del 4% rispetto allo scorso anno, in cui emergeva che l’84% dei ragazzi comunicasse con i genitori proprio attraverso questo canale. Anche YouTube appare molto popolare è utilizzato da 7 ragazzi su 10. Se tra gli adolescenti tra i quindici e i diciotto anni 8 ragazzi su 10 accedono a Instagram, il 44% preferisce navigare su Facebook, dato comunque in costante diminuzione come già segnalato anche dalla ricerca di Miller e dei suoi collaboratori. Per contro Twitter, Snapchat, Google+ e Telegram vengono utilizzati in percentuale minore.

Il boom di Instagram tra i giovani ci dice che spesso un’immagine vale più di una parola. Il 79% dei ragazzi italiani dai dodici ai diciotto anni possiede un profilo su Instagram. Tra questi, il 5% ha più di un account. I giovani tra i quindici e i diciotto anni sono i più presenti su Instagram, 83%, contro il campione compreso tra i dodici e i quattordici anni che si attesta a 62%.

Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza, più i ragazzi crescono e più la loro dipendenza dal cellulare aumenta. E anche nei momenti di pausa restano attaccati al telefono, incapaci di gestire la noia. Su questo aspetto ci soffermeremo nel prossimo capitolo. Ogni giorno passano dalle tre alle sei ore al cellulare, lo usano anche a scuola nonostante i divieti, non sanno più gestire i momenti vuoti e sono in continua attesa di una notifica per sentirsi gratificati. È la fotografia che ci consegna l’Osservatorio nazionale sull’adolescenza che ha raccolto i dati su un campione di ragazzi tra gli undici e i tredici anni e di adolescenti tra i quattordici e i diciotto anni. E se nella scuola secondaria di primo grado è solo l’8% a tirar fuori dalla cartella il cellulare, alle superiori si arriva al 59%. Alle medie, sottolinea Maura Manca presidente dell'Osservatorio e autrice del libro, già citato, I social network nell'educazione, c’è ancora un controllo da parte degli insegnanti, alle superiori sembra non esserci più alcun limite. Se fosse un uso finalizzato alla didattica saremmo di fronte a un elemento significativo ma in realtà si tratta di un uso strettamente personale. Queste percentuali sono necessarie soprattutto per capire la rilevanza che queste nuove tecnologie e applicazioni hanno nel nostro quotidiano e nel quotidiano degli adolescenti. Il punto di vista della psicoterapeuta Manca è, a mio parere, eccessivamente preoccupato, forse basato troppo sul punto di vista medico e dunque un pò parziale, per certi versi sembra di essere di fronte alla critica della scrittura di Platone. Ma di questo parleremo nell'ultimo capitolo.

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