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2. I Social Media 1 Antropologia dei Media

2.6 Relazioni online e offline

La dicotomia online e offline resta una modalità primaria secondo cui le persone in tutto il mondo intendono i media digitali e ne fanno esperienza. Offline si riferisce alla natura strettamente privata della socialità, mentre online è inteso come la faccia pubblica di internet. Ad esempio la maggior parte degli utenti intende l'invio di una foto via WhatsApp agli amici più stretti come un azione

offline. La linea di demarcazione in alcuni contesti è molto esigua. Il concetto di framing che deriva dall'analisi di Erving Goffman38 dell'azione sociale è utile a

questa relazione tra i due termini. Negli studi sui mezzi di comunicazione di massa, in sociologia e psicologia il termine framing si riferisce a un processo inevitabile di influenza selettiva sulla percezione dei significati, che un individuo attribuisce a parole o frasi. Il framing definisce la confezione di un elemento di retorica in modo da incoraggiare certe interpretazioni e scoraggiarne altre. I mass media o specifici movimenti politici o sociali, ma anche determinate organizzazioni, possono stabilire dei frame correlati all'uso dei

media stessi. Il framing aiuta a posizionare il confine, con la specificazione delle

regole e delle aspettative che guidano il comportamento. Dovremmo considerare l'online e l'offline come due frame diversi della nostra quotidianità, ma possiamo considerarli complementari. Due frame che si combinano e si integrano vicendevolmente e forniscono una rappresentazione più completa della persona

38 Cfr. Erving Goffman, (1959), Presentation of Self in Everyday Life, New York: Doubleday, tr. it. La vita

e delle sue relazioni. Piattaforme diverse o differenti account permettono agli utenti di collocare i loro contatti in categorie diverse, un modo questo per utilizzare i social media per separare i propri network sociali.

Interessante è accennare alla prospettiva e alla lettura che il filosofo e sociologo polacco, Zygmunt Bauman, fa della modernità analizzando anche la tematica in questione. La modernità è liquida come un mondo destrutturato che non ha forma propria, assume quella del recipiente che lo contiene39. Esattamente come

la nostra vita online che restituisce identità liquide e mobili perché affrancate da autorità e istituzioni che condizionano l’identità nella vita offline. Le persone passano in media sette ore e mezza davanti a uno schermo, praticamente la metà del tempo di veglia. Tra il tempo online e quello offline non c’è una divisone netta, ma saltelliamo continuamente da una dimensione all’altra. Un tempo che dunque diventa fluido e sfuma i confini tra tempo libero e lavorativo. Questa contaminazione ha delle inevitabili e forti ripercussioni sulle nostre relazioni, da quelle sentimentali a quelle lavorative. Alcuni modi di fare della vita online vengono traslati nella vita offline, rendendo i rapporti più fragili, superficiali e fluidi perché mutano di status con grande facilità. Questo è dovuto alla praticità d'uso delle relazioni. Bauman, in uno degli incontri di Meet the Media Guru, giornate dedicate alla cultura digitale e all’innovazione, sostiene quanto segue «You move your fingers to add friends and move the same fingers to break a relationship. It's easy. In your offline life is more difficult40».

39 Cfr. Zigmunt Bauman, Modernità liquida, Editori Laterza, Bari, 2011. 40 https://www.ninjamarketing.it/2013/10/15/zygmunt-bauman-mmguru/

Bisogna ricordarsi e tenere presente che quello che facciamo agevolmente

online, grazie a uno smartphone, si ripercuote nella nostra vita offline. E così la

facilità con cui compiamo un’azione online è pari alla difficoltà che avremo nel recuperare offline gli eventuali danni provocati.

Bauman ha proposto una riflessione sulla vita moderna, tra online e offline, evidenziando le implicazioni più critiche della rivoluzione digitale. Egi sostiene che non sempre la migrazione della nostra vita online si traduce in un effettivo potenziamento. Anzi, spesso ci troviamo nella paradossale situazione di non sapere utilizzare al meglio la nuova libertà conquistata. La teoria di Bauman è però chiara: la sua posizione critica è dettata non dagli strumenti digitali in sé, bensì dal modo in cui vengono utilizzati. Internet, sostiene il sociologo, non s’insinua dentro di noi, ci mostra solo ciò che sta dentro di noi. I dispositivi tecnologici si limitano a rendere più o meno realistici i nostri desideri e più o meno veloce ed efficace la nostra ricerca. Solo la coesistenza di pubblico,

online, e privato, offline, garantisce all’individuo una condizione di vita

sostenibile e sana. Bauman tratta i concetti di superficializzazione delle informazioni e della comunicazione e di fragilizzazione dei rapporti umani. Rispetto ad altri critici e scettici della rete, egli articola il messaggio sottolineando come i pericoli legati alla crescente rilevanza di quello che avviene in tempo reale e nella dimensione online della vita non siano il portato delle tecnologie digitali in sé, bensì le conseguenze dello stile di vita moderno. Il vivere attuale tende a eliminare dalle nostre vite ogni esperienza spiacevole,

faticosa o sconveniente. Bauman sostiene che l’adattamento alle condizioni create da Internet e dall’era digitale renda l’attenzione fragile e soprattutto incostante, incapace di concentrasi a lungo, allenata sì a navigare senza spingersi mai in profondità. Un esempio sono i messaggi elettronici, brevi e semplici, in modo da comunicare tutto il loro contenuto prima che l’attenzione si esaurisca. Da lunghe lettere si è passati a brevi e-mail fino ai messaggi ancora più ristretti dello smartphone. Bauman sintetizza e evidenzia alcuni punti, a mio avviso essenziali alla comprensione della modernità e al modo di rapportarsi all'online. È da puntualizzare l'interesse che Bauman ha per il dinamismo tecnologico che ci circonda sempre tenendo presente il nostro Io.

Chiudo citando una nota frase, dal tono dantesco, dell'autore polacco presente nelle prime pagine del suo famoso scritto Modernità liquida « Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità fluida»41. La metafora della liquidità, da lui coniata, racconta l’epoca

attuale individualizzata, privatizzata, incerta, flessibile, vulnerabile, nella quale a una libertà senza precedenti fanno da contraltare una gioia ambigua e un desiderio impossibile da saziare.

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