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La politica di espansione territoriale e commerciale della nazione portoghese

1.2. Il popolo lusitano come comunità viator durante l’epoca d’oro delle scoperte d’oltremare

1.2.2. La politica di espansione territoriale e commerciale della nazione portoghese

Per quasi più di un secolo la politica nazionale adottata dai sovrani portoghesi, in accordo con le principali istituzioni religiose cattoliche e con lo stesso papato, si basa essenzialmente sull’espansione coloniale nelle terre d’oltremare dell’Africa, dell’Asia e dell’America del Sud, determinando un forte sviluppo economico del Portogallo a livello internazionale. La capitale Lisbona diviene un vero e proprio centro commerciale di scambi, un eterogeneo punto d’incontro e di arrivo non solo degli stessi navigatori che intraprendono la strada del viaticum oceanico, ma anche di finanzieri, mercanti, marinai, cartografi, missionari ed editori che desiderano raggiungere le nuove terre rinvenute, sia per spirito d’avventura, sia per ragioni essenzialmente professionali. Lisbona diventa, secondo le parole dello storico portoghese Damião de Góis (1502-1574), “senhora e rainha do Oceano”66.

Come afferma Luís Filipe Barreto, il progetto di espansione coloniale segna la storia della nazione portoghese durante i secoli XV, XVI e XVII:

Os descobrimentos são a alma do Portugal renascentista. Ao longo de Quatrocentos e Quinhentos, este espaço da Europa comanda a invasão do Mundo. Vanguarda dos inícios da conquista do Mundo pela Europa, Portugal faz-se e desfaz-se nesse sentido civilizacional. Vinco e vínculo dos continentes e mares, dos homens e ideias, afirma-se como o universal transportador das mercadorias espirituais e materiais67.

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E. J. Leed, La mente del viaggiatore, op. cit., pp. 111-137.

66

Damião de Góis, Vrbis Olisiponis Descriptio per Damianum Goem Equitem Lusitanum, in qua obiter

tractantur nõ nulla de Indica nauigatione, per Graecos et Poenos et Lusitanos, diuersis temporibus inculcata, apud Andream Burge[n]sem, Eborae, 1554, disponibile in versione digitale al seguente link:

http://purl.pt/23351/3/#/8.

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Cfr. L. F. Barreto, Descobrimentos e Renascimento, op. cit., p. 53. Rimando inoltre ai contributi di Damião Peres, História dos descobrimentos portugueses, Vertente, Porto, 1991; A. H. Oliveira Marques

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Tali parole riassumono in toto lo spirito rinascimentale della nazione portoghese, che reputa il mare come “o motor que dá os mundos ao mundo”68, il meccanismo propulsore che incentiva non solo i traffici commerciali con le zone extra-continentali su iniziativa della corona o di negozianti privati, ma anche la diffusione dei canoni culturali del viator europeo, il quale introduce nei territori conquistati anche la propria religione di appartenenza, originando una vera e propria “planetarização global e total do cristianismo”69.

In seguito a tale politica di espansione coloniale da parte delle corone della Penisola Iberica, ad opera dei sovrani di Castiglia e di Portogallo, si viene a costituire, di fatti, l’istituzione del Patronato Regio, un’unione biunivoca tra il potere temporale delle due nazioni e quello spirituale della Santa Sede che delega alle due corone l’amministrazione delle chiese locali nelle aree extracontinentali scoperte a partire dal XV secolo. Tale accordo reciproco tra la corona e il papato consiste, dunque, nell’organizzazione e nella rispettiva diffusione ad ampio raggio territoriale dell’istituzione della Chiesa Cattolica nelle colonie d’oltremare, la cui occupazione politica veniva appoggiata e sostenuta dai diversi pontefici romani esigendo, al contempo, che gli stessi sovrani promuovessero un’intensa opera di evangelizzazione nei territori sottomessi in cambio di determinati diritti e doveri70. Tale compito diviene per la nazione portoghese una reale e giusta missione morale da compiere:

A aventura do Mar faz de Portugal o sucessor histórico das tribos de Israel. Somos, então, e através dos Descobrimentos, o NOVO POVO DE DEUS destinado a fazer do mundo cidade de Deus71.

A Expansão no Atlântico, in A. H. Oliveira Marques, Joel Serrão (dir.), Nova História da Expansão

Portuguesa, A Expansão Quatrocentista, Lisboa, Estampa, 1998, v. II, pp. 11-233; Aurélio de Oliveira, História dos descobrimentos e expansão portuguesa, Universidade Aberta, Lisboa, 2005.

68

Cfr. L. F. Barreto, Descobrimentos e Renascimento, op. cit.p. 54

69

Cfr. L. F. Barreto, Os Descobrimentos e a ordem do saber, op. cit., p. 41.

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Per approfondimenti sullo ius patronatus e le politiche adottate dalle corone di Castiglia e Portogallo in merito alle campagne di evangelizzazione e di colonizzazione cfr. António da Silva Rego, História

das missões do Padroado Português do Oriente: Índia 1500-1542, Agência Geral das Colónias, Lisboa,

1949; José Machado Lourenço, O Padroado português no Oriente, [s.n], [s.l.], 1950; Maria do Rosário de Sampaio Themudo Barata de Azevedo Cruz, A mesa da consciência e ordens: o padroado e as

perspectivas da Missionação, Universidade Católica Portuguesa, Braga, 1993; Giuseppe Marcocci, L’invenzione di un impero. Politica e cultura nel mondo portoghese (1450-1600), Carocci, Roma, 2011

e Id., A consciência de um império. Portugal e o seu mundo (Sécs. XV-XVII), Imprensa da Universidade de Coimbra, Coimbra, 2012.

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La Santa Sede adotta tali disposizioni in modo da avviare un’efficace e solida cristianizzazione di territori periferici, come quelli conquistati dagli Europei in Sudamerica, in Africa e in Asia, soprattutto per arrestare la diffusione di altre dottrine religiose, quali l’islamismo e il protestantesimo. Di fatti, nel 1452, il Pontefice Niccolò V (1397-1455) emana la Bolla Dum Diversas indirizzata esclusivamente al sovrano portoghese Afonso V (1432-1481) per riconoscere l’effettivo potere temporale da lui esercitato nelle terre d’oltremare politicamente occupate, autorizzandolo a invadere, conquistare, espugnare e soggiogare le terre degli “infedeli”, in particolar modo dei gruppi di musulmani e pagani, impossessandosi delle rispettive aree e riducendo le popolazioni native locali in perenne schiavitù. Tale disposizione pontificia sancisce la sovranità assoluta sulle genti locali, le quali devono essere convertite e istruite al Cristianesimo grazie all’operato dei missionari, appartenenti a diversi ordini, che si imbarcano nelle navi insieme a commercianti, cartografi e diplomatici per evangelizzare le terre dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica.

Simili bolle papali vengono redatte per coordinare e regolamentare il processo di conquista e di dominazione politico-commerciale dei territori colonizzati anche per i sovrani della vicina Castiglia, soprattutto per incitare la corona a promuovere un’intensa attività missionaria e di evangelizzazione. A tale proposito, citiamo la bolla papale Inter Caetera, emanata il 4 maggio 1493 da Alessandro VI (1431-1503): tale documento è di notevole importanza per la storia delle scoperte geografiche, dal momento che la sua funzione consisteva nel regolare le incessanti contese territoriali fra le due monarchie iberiche per il possedimento delle aree del Nuovo Mondo. La bolla, oltre a sancire nuovamente i doveri missionari delle due corone nelle zone d’oltremare conquistate, stabiliva come linea di confine di espansione territoriale il meridiano passante 100 leghe a ovest dell’isola di Capo Verde: le regioni situate a occidente di tale confine appartenevano alla corona spagnola, mentre quelle a oriente del meridiano spettavano al Portogallo. In seguito a tali disposizioni, l’anno successivo si arrivava alla stipula del Trattato di Tordesillas tra le due nazioni contendenti, visto che le dispute per il possedimento dei territori d’oltremare si stavano accentuando sempre più72.

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Per una panoramica completa su questo complesso quadro storico cfr. Vitorino Magalhães Godinho,

Mito e Mercadoria, Utopia e Prática de Navegar (Séculos XII-XVIII), DIFEL, Lisboa, 1990 e Id., Os descobrimentos e a economia mundial, Editorial Presença, Lisboa, 1984-1987, 4 voll.

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La stretta e solida alleanza tra potere spirituale e temporale, che si viene a istituire tra il papato e le corone di Castiglia e Portogallo durante l’epoca d’oro delle scoperte geografiche, determina una politica di espansione territoriale approvata e incentivata dalla stessa Santa Sede, la quale giustifica le spedizioni nelle aree extra-continentali allo scopo di diffondere il credo cattolico. Considerato che il Vicario di Cristo esercita la potestà papale, la Chiesa assume l’autorevole responsabilità pastorale che deve essere estesa all’intera umanità, fatto che giustifica, di conseguenza, l’organizzazione di missioni. La cristianizzazione del nuovo mondo, dunque, si fonda essenzialmente sul principio della renovatio spirituale delle terre scoperte, attraverso la conversione al cristianesimo73.