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Le politiche educative neoliberali

2. Genere ed istruzione: le teorie

2.5 La “svolta maschile” in educazione

2.5.3 Le politiche educative neoliberali

Un contributo importante per la svolta maschile negli studi sull’educazione è arrivato dalla diffusione di politiche educative neoliberali che si basano su processi di finanziamenti elargiti sulla base dei risultati dei sistemi di accountability17.

In particolare in paesi quali il Regno unito, e in misura progressivamente crescente negli altri paesi europei, queste politiche stanno producendo un sistema strutturale di scelta nelle quali le scuole competono una con l’altra affinché gli studenti si iscrivano presso le proprie scuole (Weaver-Hightower 2003; Arnot et al 1999; Gilborn, Youdell 2000).

Nel Regno Unito, i genitori scelgono le scuole che reputano migliori e nelle quali mandare i propri figli con l’ausilio di tabelle che operano una comparazione tra le scuole: il confronto è dato dalla pubblicazione dei test standardizzati su internet e sui quotidiani. L’effetto è quello di una accentuata attenzione degli amministratori e degli insegnanti sui risultati dei test per non correre il rischio di perdere gli studenti e, infine, il proprio lavoro. Ciò ha creato un sistema di estrema attenzione agli studenti che possono raggiungere le migliori performance: nel Regno Unito, il rischio che corrono le scuole nel non rispettare alcuni standard minimi di accountability fissati dal sistema nazionale di istruzione è la definitiva chiusura (Hopkins 2008). È però questo un sistema che genera discriminazioni rispetto a specifiche categorie di alunni: dal momento che, ad esempio, le ragazze vanno meglio nelle competenze di reading, le scuole che hanno una maggiore presenza di ragazze otterranno una quantità sproporzionata di fondi e ciò potenzialmente non fa che allargare il gap nello svantaggio di genere.

L’attenzione degli studiosi e delle istituzioni scolastiche si sposta quindi sugli studenti che mostrano performance basse, che diminuiscono le prestazioni complessive della scuola e che quindi ne danneggiano l’immagine. Sono numerose le pubblicazioni ad opera di insegnanti che suggeriscono strategie per incrementare le prestazioni degli studenti maschi nelle discipline scolastiche (Epstain 1998, Noble, Bradford 2000; Head 1999; Bleach 1998)

L’introduzione e la diffusione delle politiche neoliberali dell’istruzione crea una rottura di orientamento nel concetto di pari opportunità: se tradizionalmente la prassi prestava grande attenzione alla rimozione degli ostacoli sociali per garantire eque condizioni di partenza, l’attenzione si rivolge ora in modo preponderante alla promozione dei criteri meritocrati intesi come premiazione dei meriti individuali. L’inversione di tendenza degli ultimi anni nelle politiche di istruzione dei maggiori paesi industrializzati ha creato un clima poco favorevole alle vittorie femministe sebbene non si possa parlare di un clima esplicitamente ostile (Lingard, Douglas 1999). Nel Regno Unito, la riforma è sia culturale sia ideologica: c’è enfasi sulle tre “E” – economia, efficienza, efficacia- ma una quarta “E”- equità nelle condizioni di partenza e trattamento- rimane un obiettivo di scarso rilievo (Ball 1994; Morley 1997).

In realtà, solamente in misura limitata si ha un dibattito esplicito tra le istituzioni scolastiche sul tema delle pari opportunità intesa come rimozione degli ostacoli di partenza, sul livellamento delle disuguaglianze di genere. In ogni caso tra i sostenitori della svolta maschile si assiste ad un continuum di posizioni più o meno sfumate che vanno da un attacco forte e deciso al femminismo a un più moderato dibattito sulla femminilizzazione delle istituzioni scolastiche (Weaver-Hightower 2003). I media ed, in particolare, le pubblicazioni su periodici di intrattenimento mensile, settimanale e quotidiano hanno certamente contribuito in modo

determinante ad attrarre l’attenzione del grande pubblico sugli atteggiamenti ed i comportamenti degli adolescenti. Episodi di cronaca riportati dai media e considerati da buona parte dell’opinione pubblica come devianti quali l’utilizzo di droghe, i rapporti sessuali tra teenagers, l’aumento dei suicidi e di depressioni ha portato a chiedersi come mai tutto ciò colpisca in maniera prevalente i ragazzi e solo in misura decisamente contenuta le ragazze (Pollack 1998). Le ragazze e, più in generale le donne, adottano comportamenti maggiormente protettivi della propria salute (Facchini, Ruspini 2001). Non è un fenomeno nuovo quello degli adolescenti che mettono in atto comportamenti devianti; tuttavia, se in precedenza gli adolescenti erano trattati come corpus unitario senza distinzione di genere, il contributo femminista che a lungo ha volto la sua attenzione esclusivamente alle ragazze, ha permesso di mettere in luce come i comportamenti devianti siano un fenomeno che interessi prevalentemente i giovani maschi (Mills, Lingard 1997). Una serie di pubblicazioni di matrice psicologista e destinata al grande pubblico (Sax, 2005; Pollack 1998; Sommers 2000; Gurian 2001; Biddulph) ha contribuito a sviluppare una percezione diffusa di discriminazione a sfavore dei maschi.

La scuola, così come lo è stato per il pensiero femminista, è considerato dagli stessi media il principale luogo di riproduzione delle disuguaglianze: la femminilizzazione delle istituzioni scolastiche porta i ragazzi ad essere sistematicamente svantaggiati e oppressi dalle insegnanti donne che ne rappresentano la maggioranza. Alcuni esempi che confermerebbero il sistema di discriminazioni sui ragazzi consisterebbero nel loro sistematico svantaggio in letteratura, nel maggior numero di sospensioni, espulsioni e tassi di abbandono che caratterizza maggiormente la componente maschile.

I periodici fanno presa sull’emozione popolare, possono contare su un linguaggio molto semplice e diretto e sono facilmente raggiungibile perché a larga diffusione. Le debolezze della diffusione di questo tipo di letteratura sono però numerose: innanzitutto, dal momento che l’obbiettivo primario è fare leva sul sentimento popolare per perseguire una logica di massimizzazione delle vendite, l’analisi delle differenze di genere diventa un fattore di secondo piano e subordinato alla necessità di raggiungere un pubblico il più vasto possibile. In secondo luogo l’approccio è spesso portato all’antifemminismo e alle politiche conservatrici.

Un tipo di letteratura divulgativa dalle posizioni nette e volto a difendere in modo intransigente un certo tipo di visione delle differenze di genere, esiste anche al femminile. Ciò ha portato a una vera e propria “guerra dei sessi” nella quale ognuno dei due gruppi tende a discreditare il gruppo di cui non è sostenitore.

I cambiamenti nel mercato del lavoro e le politiche di sviluppo delle nazioni18 hanno visto una crescita nella partecipazione femminile; in particolare in alcuni specifici settori tra i quali l’istruzione si parla di vera e propria femminilizzazione delle professioni.La prevalenza assoluta delle donne nelle scuole, a parere di alcuni autori, porta con sé valori e stili che non consentono ai ragazzi maschi di avere come riferimento educativo un insegnante del proprio stesso genere in grado di costituire un modello nella costruzione dell’identità (Sommers 2000; Gurian 2001). La teoria della centralità dell’insegnante è una derivazione della teoria dell’etichettamento: questa sostiene la diffusione di una cultura media tra il corpo docente che porta a discriminare specifici gruppi di studenti che non sono culturalmente deprivati ma posseggono una propria cultura diversa nelle sue manifestazioni rispetto a quella dei gruppi di studenti non penalizzati (Barone, Schizzerotto 2006; Rist 1977; Mehan 1984; Fele, Paoletti 2003). Lo scarso rendimento di specifici gruppi di studenti può essere dovuto alle attese che si hanno rispetto a questi sulla base delle proprie esperienze passate: le peggiori performance possono quindi essere riconducibili non alle caratteristiche etniche, di genere, culturali o economiche dell’ambiente di origine ma dalla risposta dell’insegnante a quelle caratteristiche (Rosenthal, Jacobson 1968a, 1968b).