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technologies: pratiques et perspectives YANNICK HAMON (Università di Bologna)

1. CONTESTI I cambiamenti in atto interpellano anche la didattica delle lingue

2.3 Politiche linguistiche in Italia

I diversi passaggi legislativi che hanno riguardato la scuola italiana negli ultimi anni si caratterizzano per alcune scelte anche in ambito di politiche linguistiche:

- c’è una sola lingua obbligatoria nel curricolo italiano vista la decisione, presa con la Legge 53/2003, di introdurre una sola lingua, l’inglese, obbligatoria nel curricolo degli studenti italiani dalla prima classe della primaria fino alla fine della secondaria di II grado; - la seconda lingua comunitaria è presente nella scuola italiana, ma con spazi limitati. La percentuale di studenti che, nel nostro Paese, studia due o più lingue straniere è cresciuta del

163 14,1% rispetto all’anno scolastico 2004/2005 - secondo i dati riportati dal rapporto “Cifre chiave sull'insegnamento delle lingue a scuola in Europa” del 20128. In esso il nostro Paese viene citato, con Malta, come esempio positivo per aver introdotto lo studio obbligatorio di una seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado attraverso la riforma degli ordinamenti. Secondo quanto previsto dalla Legge 53/2003, infatti, nella secondaria di I grado gli studenti hanno una seconda lingua comunitaria obbligatoria nel curricolo, oltre all’inglese. Occorre, tuttavia, ricordare che qualora i genitori ne facciano richiesta al momento dell’iscrizione alla secondaria di I grado e, a determinate condizioni9, è possibile che le due ore settimanali di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella secondaria di I grado vengano utilizzate per potenziare l’insegnamento della lingua inglese che si avvarrebbe, in questo modo, di un monte ore pari a cinque ore settimanali. Sono tanti i motivi che, purtroppo, sembrerebbero favorire questa scelta e tra questi, ci sembra di poter inserire anche il fatto che il numero di indirizzi nella scuola secondaria di II grado che prevedono di proseguire con lo studio di una seconda lingua si è notevolmente ridotto dall'anno scolastico 2010-2011 quando è entrata in vigore la riforma del secondo ciclo di istruzione. In Italia, lo studio di una seconda lingua comunitaria nella secondaria di II grado è oggi obbligatorio al liceo linguistico - dove è presente anche una terza lingua per cinque anni - e nella opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane. Si studia una seconda lingua negli istituti tecnici del settore economico (indirizzo amministrazione, marketing, finanza e indirizzo turismo) e in alcuni indirizzi del settore servizi dell’istruzione professionale (servizi socio-sanitari, servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, servizi commerciali). In un numero inferiore di casi è presente la terza lingua negli istituti tecnici e professionali;

- il CLIL: in Italia il CLIL è obbligatorio all’ultimo anno della scuola secondaria di II grado; nei licei linguistici, il CLIL è obbligatorio a partire dal terzo anno in una lingua presente nel

8 “Cifre chiave sull’insegnamento delle lingue a scuola in Europa”, pubblicato nel 2012 da Eurydice e Eurostat in collaborazione con la Commissione Europea. Il testo in italiano è disponibile online all’indirizzo http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/key_data_series/143IT.pdf

9 Il potenziamento dell’insegnamento della Lingua inglese, utilizzando anche le due ore della seconda lingua comunitaria, può realizzarsi ma in presenza di determinate condizioni. Il Regolamento per il primo ciclo d'istruzione, all'art. 5, comma 10 prevede, per la scuola secondaria di I grado, che "a richiesta delle famiglie e compatibilmente con le disponibilità di organico e l'assenza di esubero dei docenti della seconda lingua comunitaria, è introdotto l'insegnamento dell'inglese potenziato anche utilizzando le 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria o i margini di autonomia previsti". Tali condizioni sono state ribadite anche nella circolare n.25 del 29.03.2012 riguardanti gli Organici 2012/13: “L'offerta della seconda lingua comunitaria deve tener conto della presenza di docenti con contratto a tempo indeterminato nella scuola; eventuali richieste di trasformazione delle cattedre della seconda lingua comunitaria possono essere accolte dagli Uffici scolastici regionali qualora risultino prive di titolare, non vi siano nella provincia docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in attesa di sede definitiva o in soprannumero e, comunque, non si determinino situazioni di soprannumerarietà.”

164 curricolo e dal quarto in una seconda lingua. Il CLIL, ovvero l’insegnamento integrato lingua e contenuti disciplinari, è una metodologia che ha bisogno di docenti in grado di insegnare la propria disciplina attraverso una lingua straniera, tenendo conto che occorre sviluppare negli studenti non solo competenza disciplinare, ma anche competenza interculturale e linguistico-comunicativa in una lingua straniera. Tale necessità è recepita nel Regolamento per la formazione iniziale degli insegnanti10 varato pochi mesi dopo il Regolamento che riordina la scuola secondaria di secondo grado. Il percorso per la formazione di docenti CLIL è delineato nell’art. 14 del Regolamento citato. Si prevede l’attuazione di corsi di perfezionamento a cui possono accedere insegnanti in possesso di abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado e di competenze certificate nella lingua straniera corrispondenti almeno al Livello C1 del ‘Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue del Consiglio d'Europa’. I corsi, che si concludono con un esame, prevedono l'acquisizione di 60 crediti formativi comprensivi di un tirocinio di almeno 300 ore pari a 12 crediti formativi universitari. Il corso di perfezionamento ha presumibilmente la durata di un anno (circa 1500 ore). In attesa di insegnanti in possesso di una formazione iniziale specifica, la scuola italiana non ha, al momento, a disposizione docenti CLIL che abbiano usufruito di una formazione specifica secondo quanto indicato nel Regolamento per la formazione iniziale. Poiché però nei licei linguistici l’insegnamento CLIL era previsto già nell’anno scolastico 2012/2013, il MIUR aveva predisposto una procedura che avrebbe dovuto risolvere il problema della formazione dei docenti CLIL in questa fase ancora tutta transitoria: è stato, infatti, avviato il reclutamento proponendo corsi di perfezionamento ai docenti di discipline non linguistiche già in servizio, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato – purché in possesso di abilitazione – che avessero una padronanza della lingua straniera certificata almeno a livello B1. Tale formazione è stata affidata alle università.

- Il testo rivisto nel 2012 delle Indicazioni Nazionali11 nella parte riguardante le lingue comunitarie riprende, fin dal primo paragrafo, le finalità che erano già state individuate nel 2007 come proprie dell’insegnamento linguistico a scuola: “sviluppare una competenza

10 Si veda il Decreto 10.09.2010, n.249 per il Regolamento su: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalitàdella formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

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Disponibile, in diversi formati, sul sito ufficiale http://www.indicazioninazionali.it/J/. Nel presente contributo d'ora in poi si faràriferimento al testo con la dicitura di Indicazioni Nazionali. Per i riferimenti contenuti nel presente articolo si èusato il testo delle "Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione", Annali della Pubblica Istruzione, numero speciale 2012. Le Monnier.

165 plurilingue e pluriculturale”, “acquisire i primi strumenti utili ad esercitare la cittadinanza attiva”. Compare nel testo del 2012 – ed è una novità rispetto alle Indicazioni del 2007 - la distinzione tra “lingua materna” e “lingua di scolarizzazione”. Le Indicazioni fissano i traguardi di competenza e gli obiettivi da raggiungere. Per le Lingue Comunitarie vengono dati i traguardi per lo sviluppo di competenze da raggiungere al termine della scuola primaria per la prima lingua straniera con obiettivi di apprendimento fissati al termine della classe terza e della classe quinta per la scuola primaria. Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado i traguardi di competenza da raggiungere per la prima lingua sono diversi da quelli fissati per la seconda lingua straniera. Anche gli obiettivi di apprendimento fissati per il terzo anno della scuola secondaria di primo grado sono diversi tra le due lingue. I traguardi da raggiungere e gli obiettivi di apprendimento hanno carattere prescrittivo. Il modo in cui arrivare al traguardo deve essere individuato e definito dalle singole scuole nella loro autonomia. Nel dare alcune indicazioni al percorso da intraprendere, il testo afferma che “è importante che nel curricolo vengano assicurati il coordinamento orizzontale degli insegnamenti di italiano, delle due lingue straniere, delle discipline non linguistiche, sia la progressione in verticale degli obiettivi in funzione dei traguardi”. Se la terminologia adottata (“coordinamento orizzontale” e “progressione in verticale”) potrebbe farci pensare ad una soluzione meramente di tipo organizzativo le scuole, nella loro autonomia, possono scegliere modalità anche innovative per soddisfare questa esigenza di trasversalità e di integrazione che è al centro dell’educazione plurilingue;

- la Buona Scuola: il 3 settembre 2014 il Governo in carica ha affidato al Paese il documento dal titolo “La Buona Scuola”12 che è stato sottoposto a consultazione nel Paese dal 15 settembre 2014 al 15 novembre 2014. I dati della consultazione sono stati resi noti nel dicembre 2014. Quindi, è stato annunciato il progetto di integrare il testo del governo con le proposte raccolte attraverso la consultazione. Dopo settimane di dibattito alimentato anche da numerose proteste in tutto il Paese, la Camera dei Deputati ha approvato, definitivamente, in terza lettura, il 9 luglio 2015, il testo del Disegno di Legge 2994-B di “riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e di delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”: esso diventa, il 16 luglio 2015, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale legge dello Stato.

- Per quanto riguarda le lingue straniere esse sono state oggetto, durante la fase di consultazione, di una richiesta di maggiore presenza nel curricolo, anche se spesso questa

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Nel sito https://labuonascuola.gov.it è disponibile il testo integrale e la documentazione relativa alla consultazione e ai suoi esiti.

166 richiesta è stata sintetizzata, nella comunicazione data dai media, in “più inglese”. Nel testo approvato si parla, tra gli obiettivi formativi individuati come prioritari, di “valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano, nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione Europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia Content language integrated learning”.