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Possibili criticità del Net Stable Funding Ratio 1 Endogeneità della moneta (Modello di Kauko)

Kauko (2015) discute come molti regolamenti di liquidità mondiali siano stati progettati sull’ipotesi che le banche non possano essere in grado di influenzare il mercato finanziario con le loro politiche. Il requisito NSFR è normalmente soddisfatto, in linea generale, se la banca riesce a raccogliere abbastanza depositi e non concede una quantità eccessiva di prestiti. Tuttavia, secondo i sostenitori della creazione endogena del denaro, una banca avrebbe difficoltà a raccogliere depositi se altre banche non concedessero prestiti. In merito a questo filone di pensiero Kauko descrive come Badarudin (2013) abbia costruito un modello econometrico e come i meccanismi per la condizione di equilibrio fra domanda e offerta siano stati delineati da Howells (1995).

A proposito delle dinamiche interne alla banca, Kauko sostiene che se i prestiti e depositi crescessero di pari importo la provvista stabile disponibile aumenterebbe

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di più della provvista stabile obbligatoria perché i fattori percentuali ASF dei depositi sono superiori a quelli RSF dei prestiti. Pertanto, in un’economia chiusa, il requisito NSFR non dovrebbe essere obbligatorio contemporaneamente per tutte le banche. La situazione diventa più problematica in economia aperta nel caso di uno Stato in debito (situazione che andremo a spiegare più avanti con il modello). Infatti se gran parte di questo debito estero è finanziato tramite banche, il NSFR potrebbe rendere altamente instabile il mercato monetario internazionale, come nel caso di Spagna e Irlanda che, prima della crisi, usufruivano ampiamente di prestiti esteri a breve termine per finanziarsi. Piccoli shock alla fornitura di finanziamenti esteri potrebbero avere forti ripercussioni sulla liquidità interna dello Stato.

Modello di Kauko Ipotesi:

 C’è un’economia aperta con un grande numero di banche identiche per grandezza di attivo;

 Il requisito NSFR è il vincolo che limita l’importo dei prestiti (L) di ciascuna banca;

 I depositi (D) rappresentano il 100% della massa monetaria e in questa categoria vengono inclusi anche altri strumenti finanziari classificati come finanziamenti stabili (obbligazioni a lungo termine e partecipazioni in altre banche);

 Lo Stato ha un grande debito pubblico e per ridurlo vengono utilizzati prestiti a breve termine erogati da banche straniere. Ogni banca concede crediti verso la clientela nazionale che, però, non fornisce depositi sufficienti. Questa differenza (V) che si crea viene finanziata con prestiti esteri;

 Non esiste mercato interbancario a livello nazionale;

 Il denaro è endogeno e creato come sottoprodotto del prestito;

 Nessun meccanismo di riflusso Kaldoriano distrugge i saldi monetari aggiuntivi;

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 Il settore bancario è atomistico e nessuna banca prende in considerazione l’impatto del proprio prestito sull’offerta di depositi;

 Nessun soggetto prende un prestito per depositare il denaro ricevuto nella stessa banca e i flussi di pagamento al dettaglio diffondono il denaro in maniera uniforme fra le banche;

 I flussi di pagamento interbancari vengono cancellati con saldo a debito estero, cioè il debito del beneficiario diminuisce mentre il debito di chi paga aumenta;

 I fattori ASF di depositi e debito interbancario estero sono 100% e 0%;  Il fattore RSF dei prestiti è β con 0 < β < 1 e non esistono altre voci di

bilancio;

 X è uno shock esogeno;

 Nessuna ipotesi precisa sulla forma funzionale di F, salvo che 1 > F’ > 0;  Alcuni beneficiari dei prestiti bancari comprano all’estero beni utilizzando

i crediti verso le banche nazionali come denaro, riducendo così i propri depositi e aumentando il debito estero delle banche nazionali.

Condizioni di equilibrio di una banca:

 Equilibrio di bilancio L − D − V = 0 (1)

 Requisito NSFR 𝛽 ∗ 𝐿 − 𝐷 = 0 (2)

 Determinazione del debito estero 𝑉 − 𝐹(𝐿) − 𝑋 = 0 (3)

Le condizioni (1) e (2) implicano:

𝐿 =

𝑉

(1−𝛽)

𝐷 =

𝑉∗𝛽 (1−𝛽)

Lo Jacobiano del sistema caratterizzato da (1), (2) e (3) è:

|𝐽| = |

1 −1 −1

𝛽 −1 0

−𝐹′ 0 1

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Rendimenti secondo la regola di Cramer:

𝜕𝐷 𝜕𝑋

= −

| 1 0 −1 𝛽 0 0 −𝐹′ −1 1 | |𝐽|

=

− 𝛽 𝛽 + 𝐹′ − 1

(6) 𝜕𝐿 𝜕𝑋

= −

| 0 −1 −1 0 −1 0 −1 0 1 | |𝐽|

=

− 1 𝛽 + 𝐹′ − 1 (7)

In un equilibrio in cui il requisito NSFR impedisce la crescita dei bilanci delle banche il debito netto estero V e lo Jacobiano (5) devono essere positivi, se uno di loro è negativo vuol dire che qualcosa di diverso dal NSFR sta limitando i prestiti. Quando (5) è positivo e (6) e (7) sono negativi, lo shock esogeno X conduce alla diminuzione dei depositi e dei crediti, ma quanto potrebbe essere forte questo impatto?

Come risultato da (6) e (7) gli aggregati monetari e creditizi dipendono in maniera infinitamente forte dallo shock esogeno X se lo Jacobiano (5) è vicino a zero. Per esempio β=0,71 e F’=0,3 non sembrano valori di parametro poco realistici ma un aumento esogeno del debito estero potrebbe causare un cambiamento 100 volte più grande nel quantitativo di equilibrio del credito. Ovviamente le banche non sarebbero in grado di ridurre i propri prestiti a una velocità infinita per contrastare il crollo del valore del denaro e dei prestiti.

Lo Jacobiano (5) può essere molto vicino a zero con valori significativi dei parametri V, L e D. F può dipendere da L in modo non lineare e se non ci fossero prestiti (L=0) ci potrebbero essere crediti esteri netti (V<0). Se i clienti delle banche spendessero principalmente sulle merci importate (F’≈1) la situazione diventerebbe molto più stabile perché (5) differirebbe in modo maggiore da zero. Il credito bancario avrebbe un impatto marginale molto debole sull’offerta di deposito del denaro.

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Secondo Kauko il problema principale del NSFR può essere il suo presupposto implicito ovvero che l’offerta di moneta sia esogena. In un’economia chiusa il manifestarsi delle problematiche legate al NSFR, sopra descritte, è altamente improbabile mentre è stato dimostrato che i requisiti regolamentari possono diventare altamente destabilizzanti in un’economia con una storia di persistenti disavanzi delle partite correnti, soprattutto con un crescente debito estero finanziato attraverso il mercato interbancario internazionale. In tali circostanze uno piccolo shock potrebbe causare una forte contrazione della quantità di equilibrio dei prestiti e depositi nell’economia. Quando le banche non soddisferanno più i requisiti concederanno meno prestiti, il che peggiorerà la situazione già problematica. In questo contesto teorico ipotizziamo che una banca vada a ridurre il suo portafoglio prestiti di un quantitativo di 100, essa riuscirebbe a ridurre la propria provvista stabile obbligatoria di 70 ma contemporaneamente si ridurrebbe la provvista stabile disponibile di un’altra banca di un importo maggiore come ad esempio 80. Se ogni banca assumesse questo comportamento nello stesso momento ogni banca sarebbe sempre più lontana dal soddisfare il requisito NSFR. Kauko conclude affermando che se ci fosse un paese con un grande debito netto estero, finanziato tramite il mercato interbancario internazionale, il requisito NSFR non dovrebbe essere introdotto perché in caso di shock negativi le conseguenze involontarie sarebbero drammatiche.