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5 La struttura interna dei pronomi clitic

5.1 Postal (1969)

Postal (1969) è stato il primo a tentare una consapevole analisi dei pronomi come articoli che prendono un nome come complemento in Struttura Profonda. Questo nome, continua Postal, è cancellato in seguito nel corso della derivazione. Naturalmente questo è vero soltanto quando il pronome non ha come complemento un sintagma nominale anche in struttura superficiale.

(35) We linguists tend to be quite parsimonious. (36) We tend to be quite parsimonious.

Sia in (35) che in (36), la forma pronominale we e il suo complemento (cancellato o meno) formano un unico costituente. Riassumendo, quindi, le forme pronominali sono, per Postal, articoli con un sintagma nominale come complemento espresso o cancellato.28

5.2

Abney (1987)

Abney rivede la proposta di Postal (1969) con la sua DP Hypothesis, secondo la quale i pronomi sono determinanti, ovvero teste funzionali appartenenti alla stessa categoria degli articoli e dei dimostrativi. Ne consegue che we linguists in (35) ha la stessa struttura sia di the linguists che di these linguists. La sua proposta che i pronomi siano determinanti è giustificata dal fatto che: (a) sono in distribuzione complementare con articoli e dimostrativi; (b) assumendo che il locus dei tratti-φ siano i determinanti e non i nomi, soltanto i pronomi sono marcati per genere e Caso nella lingua inglese. Strutture come quelle in (35), sostiene Abney, sono SD che consistono, a differenza della proposta di Postal, in una singola testa con nessun sintagma nominale vuoto come complemento.

28

Questa proposta si avvicina in modo sorprendente a quella avanzata da Apollonio Discolo nel II secolo d.C.: «it is clear that deletion of the name will put its whole syntactic function upon the article, so that the article will become nothing but a pronoun» (Householder 1981: 96) Sostiene Householder, traduttore e commentatore del testo del noto linguista di Alessandria: «This charter just misses anticipating Postal’s (1969) theory of the relation between articles and pronouns. To say that articles become pronouns by deletion of nouns is the same as saying that pronouns become articles when constructed with nouns» (Householder 1981: 96).

48

5.3 Cardinaletti (1994)

Cardinaletti (1994) propone che i pronomi forti siano caratterizzati da movimento da N a D, rappresentato in (37), qui di seguito.

(37) [SD [D pronome] [SN [N e]]]

La generazione del pronome in D non è possibile, come dimostra la non grammaticalità di frasi come quella in (38).

(38) *She calligrapher.

5.4 Cardinaletti e Starke (1999)

Per Cardinaletti e Starke (1999) i pronomi personali nelle lingue devono essere inseriti all’interno di una teoria di tripartizioni e non di bipartizioni: clitici - pronomi deboli29 - pronomi forti. Ciascuna classe condividerebbe a livello cross-linguistico le medesime proprietà, derivanti dalla struttura sottostante e non da comportamenti lessicali idiosincratici. Da un lato, i pronomi deboli e forti occuperebbero posizioni XP contrariamente ai pronomi clitici che occuperebbero posizioni X°; dall’altro, i pronomi clitici e deboli si caratterizzerebbero per una medesima restrizione relativamente a comportamenti sintattici quali, ad esempio, la coordinazione: a differenza dei pronomi forti, né i pronomi deboli né i pronomi clitici sono coordinabili.

Riassumendo, la proposta di Cardinaletti e Starke prevede che i pronomi clitici abbiano la medesima struttura interna dei sintagmi formati dai determinanti benché impoverita rispetto a quella degli SD lessicali o anche a quella dei pronomi non clitici. I pronomi forti avrebbero una struttura piena, equivalente all’SC della stringa frasale, mentre

29 È da considerarsi un pronome debole, secondo la classificazione di Cardinaletti e Starke (1999), il pronome

loro nel suo uso clitico. Tale pronome possiede, infatti, caratteristiche che lo differenziano sia dai pronomi clitici che dai pronomi forti: occorre sempre dopo la forma verbale indipendentemente che il modo del verbo sia finito o non finito; non deve essere necessariamente adiacente al verbo (cfr. Renzi et al. 2001).

49 i pronomi clitici si caratterizzerebbero per una struttura impoverita che si riduce all’SF della struttura frasale. Da questa differente struttura interna seguirebbero le diverse caratteristiche riscontrabili nei sistemi: la semplificazione morfologica sarebbe diretta conseguenza della mancanza di struttura così come l’assenza di accento di parola e di modificatori nei pronomi clitici deriverebbe da questo impoverimento della struttura che impedirebbe loro di comportarsi come “major constituents” (SC), etc. La teoria tripartita proposta da Cardinaletti e Starke riesce, quindi, a motivare le differenze che si riscontrano nei sistemi pronominali a livello distribuzionale, morfologico, semantico e prosodico.

5.5 Harris (1991, 1994)

Di fondamentale importanza all’interno della proposta morfologica risulta l’analisi dettagliata dei pronomi clitici spagnoli compiuta da Harris (1991, 1994). Quest’ultimo, rivendicando la propria piena adesione alla Morfologia Distribuita di Halle e Marantz, condivide con questa la separazione dei componenti sintattico e morfologico. La sua proposta attribuisce ai pronomi clitici, che appartengono alla categoria dei determinanti, la stessa struttura interna dei nomi e degli aggettivi. I nominali spagnoli hanno una struttura in costituenti tripartita: ogni nome consiste in una radice, seguita da un tema che a sua volta è seguito da un affisso di numero, come illustriamo in (39), qui di seguito.

(39) padr - e - s

radice tema affisso di numero

La scelta del tema risulta per Harris (1991) una proprietà idiosincratica della radice. La -o e la -a non sono suffissi che marcano il genere, ma appartengono al gruppo degli esponenti della classe declinazionale. Sono marker di pura forma e per questo non possiedono né significato né funzione: non obbediscono ad alcuna autorità sintattica o

50 semantica. Il genere maschile, per esempio, non è marcato in alcun modo nella lingua spagnola, né dal punto di vista lessicale, né da quello morfologico o fonologico. Il tradizionale tratto [-femminile], o qualunque altro equivalente formale, non gioca alcun ruolo nella grammatica di questa lingua. Il termine tradizionale maschile è soltanto una etichetta che si applica all’assenza di qualsivoglia manifestazione di genere femminile. La classe declinazionale definita dal suffisso -o non è marcata dal punto di vista lessicale. L’appartenenza a questa classe è assegnata tramite default, ovvero se nessun meccanismo la blocca.

Ritornando alla struttura interna dei clitici nella lingua spagnola, Harris (1991) afferma che il nodo DET ed il nodo terminale specificato con il tratto di numero [+Pl] formano un costituente nella sintassi, come illustrato in (40), qui di seguito.

(40)

DET Numero

DET Tema

Per Harris (1994), i clitici sono elementi (pro)-nominali, in opposizione agli elementi verbali. Ne consegue che i pronomi clitici spagnoli e catalani hanno la stessa morfologia interna di tutti gli altri nominali (forme non verbali). Inoltre, ribadisce Harris (1994), i marcatori di classe non sono flessioni di genere e non giocano ruoli sintattici all’interno della frase. Il costituente MC è, piuttosto, aggiunto al costituente [radice] X nel componente morfologico, dove è selezionato e dove risulta dipendente dall’inserzione di elementi del vocabolario.

La stessa struttura interna, suggerita da Harris (1991), viene riproposta e sviluppata in Harris (1994), qui di seguito illustrata in (41).

51 (41) #P30 X # X MC31 Radice

5.6

Manzini e Savoia (2007)

La proposta di Manzini e Savoia si basa sulla concezione che i pronomi clitici siano semplicemente dei sintagmi nominali e, quindi, concepisce la loro struttura interna attraverso quella stringa di categorie che, come abbiamo visto nel capitolo precedente, caratterizza sia la struttura della frase che dei sintagmi nominali. Seguendo in parte Abney (1987) e Szabolcsi (1994), Manzini e Savoia strutturano frase e sintagma nominale secondo una medesima organizzazione in categorie sintattiche. La posizione più bassa, associata al contenuto predicativo, viene etichettata come N. Troviamo, però, anche F e C, precedentemente utilizzate per la stringa frasale. Risulta ovvio, in questo contesto, che abbiamo a che fare con delle mere etichette che indicano la posizione di N in parti più alte a seconda delle proprietà di portata. Il sintagma nominale può, così, essere concepito come illustrato in (42), qui di seguito, dove i puntini di sospensione indicano la ripetizione della stringa di categorie funzionali del tipo D - R - Q - P - Loc - N.

(42) … [C … [F … [N

Manzini e Savoia passano, quindi, al confronto della propria proposta con quella di Harris: un approccio di tipo sintattico contro un approccio di tipo morfologico.

30 #P è il sintagma del Numero. 31 MC indica marcatore di classe.

52 I morfemi flessivi italiani di classe nominale -o/-a/-i/-e si uniscono alla base lessicale l di definitezza nei clitici di 3p per dare origine alla serie clitica lo/la/li/le, ciascuna forma della quale proietta la categoria F all’interno della stringa frasale. Manzini e Savoia portano molti esempi tratti dal vasto corpus empirico da loro analizzato. Scegliamo, come esemplificazione, la struttura dei dialetti sardi logudoresi, qui di seguito illustrata in (43a, b). (43) a. F F N l a b. [F l [N a]]

Alle forme come quelle in (43), caratterizzate da una base lessicale e da una flessione N, può essere unita una ulteriore flessione N, ovvero -s, con denotazione di plurale. Se (43) costituisce un costituente nominale indipendente, ne consegue che pronomi clitici come los e las avranno strutture come quelle illustrate in (44), qui di seguito.

(44) a. F F N s F N l a b. [F la [N s]]

53 Riportiamo inoltre in (45), qui di seguito, un esempio, tratto dal dialetto toscano di

Vagli di Sopra, dell’inserzione di una struttura interna di parola all’interno della stringa frasale del tipo in (42).

(45) Vagli di Sopra (Toscana)

D h Q N F N F â h F N C` â h

Manzini e Savoia (2007) propongono che sia una proprietà interna del clitico a proiettare, solitamente, la categoria sintattica nella stringa frasale. Risulta chiaro, in (45), che la posizione Q proiettata da âh non sia altro che il riflesso delle proprietà quantificazionali associate alla flessione h della testa â del clitico. Inoltre, allo stesso tempo, lo stesso clitico può proiettare la posizione N tipica dei clitici accusativi, in virtù del fatto che risulta costituito da una base lessicale nominale. Riassumendo, il caso di Vagli di

Sopra si caratterizza per la doppia possibilità di inserzione, in base alle caratteristiche interne del clitico in questione, dotato sia di proprietà quantificazionali che di proprietà nominali.

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