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Se potessi beneficiare di uno sconto non indifferente per un acquisto, mostrando che sei una giovane beneficiario di aiuto sociale, ne faresti uso? Motiva

la tua risposta.

Io sì, lo userei.

Innanzitutto, come ti dicevo prima, con seicento franchi a volte non arrivi neanche a fine mese. Ad esempio io vestiti estivi non ne ho e, sinceramente, con lo sconto…shopping. Lo userei senza nessun problema.

 

16. Per concludere, potresti portarmi una tua visione / riflessione rispetto a un giovane adulto nella tua situazione?

È brutto, perché un giovane finisce un apprendistato e sogna il futuro; arrivare a ventitré anni senza un posto di lavoro e stare a casa per quattro anni di fila è pesante. Adesso io faccio il mio esempio perché comunque son giovane, a volte son lì e dico “avrò una mia vita un giorno? Sarò in pace?”.

Adesso che sto facendo lo stage, ad esempio, le mie colleghe pensavano che io ero già assunta come addetta alle cure già diplomata e tutto, ma perché veramente faccio tutto. Quando gli ho detto che sono entrata a fare lo stage perché vorrei fare l’apprendistato come addetta alle cure, sono rimaste scioccate. La prima cosa che mi hanno chiesto è stata chi è che mi paga, perché pensavano che mi pagasse la Quiete, e io ho detto “no, sono in assistenza”. Vedere tutte le loro facce scioccate, da fastidio; ma veramente, ti vien automatico di fare domande non stupide ma veramente, “avrai una vita? Finirà tutto questo incubo?”. È tutto questo. Poi vabbé, ho un collega alla Quiete e lui era in assistenza ed era rientrato a cinquant’anni a fare lo stage, a fare l’apprendistato come addetto alle cure. E pensa che prima era direttore di una filiale, un cambiamento incredibile e ha una famiglia. E con lui parlo di sta cosa perché ci è passato anche lui, si sfoga, mi sfogo, mi da consigli e tutto questo. Anche perché mi da consigli su come comportarmi, cosa fare, mi supporta anche sul luogo di stage. Infatti è stato lui a spingermi ad andare dal capo a chiedere se mi prendono per l’apprendistato oppure no. Ci diamo un po’ di coraggio così a vicenda. Però, vero, passare da direttore a entrare a cinquant’anni a fare un apprendistato, penso che siamo arrivai veramente ad un punto critico.

 

Carta d’identità

Nome: Luca12 Sesso: Maschile

Età: 25 anni Familiari: solo

Formazione: CFP13 di costruttore stradale pratico Beneficiario PA14: 2 anni

Inizio

1. Potresti raccontarmi il tuo percorso scolastico / lavorativo fino a oggi?

Dopo le medie ho provato vari apprendistati, un po’ di tutto, tutto no perché ce ne sono troppi, però un po’ variati… Appunto, dopo le medie ho fatto tre / quattro apprendistati di cui tre erano tentativi non mirati, non convinti. Anche il quarto che son finito a fare l’asfaltatore, è stato un lavoro che non mi sarei mai aspettato di fare, ma alla fine l’ho accettato e mi piaceva, ma dopo c’è stato il problema della salute, alla schiena.

Niente, adesso sono in assistenza. L’ultimo percorso scolastico che sto facendo è questo. Ah, prima la disoccupazione

2. Come sei venuto a conoscenza del Servizio e chi ti ha indirizzato?

Non mi ricordo più il nome della persona ma forse credo sia stata lei, l’operatrice di prossimità. Beh, comunque mi è stato suggerito da, ecco specificamente non mi ricordo, ma dalle persone vicine qua nel Mendrisiotto, che lavorano anche nel sociale. E quindi, niente, dato che sono di Mendrisio, il Comune è vicinissimo a tutto, mi son già recato lì anche per altre informazioni, dopo son venuto a conoscenza del servizio. Beh, l’importante è essere a conoscenza.

                                                                                                               

12 Nome fittizio.

13 CFP: certificato federale di formazione pratica. 14 PA: prestazione assistenziale.

 

Siccome non ho familiari e non ho un lavoro, perché dopo che, appunto, ho avuto problemi di salute non me l’hanno neanche calcolata come infortunio, ma come malattia (adesso non so se è giusto o sbagliato) ma dopo sono subentrati i problemi. Ho dovuto interrompere l’apprendistato nonostante abbia fatto il Diploma Cantonale e stavo finendo di fare quello Federale, ma mi hanno rubato un anno anche lì del contratto perché potevo benissimo fare i tre anni ma mi hanno attaccato i quattro di anni… e niente, dopo ho avuto sti problemi di salute, il lavoro non si trova subito, le idee non sono sempre lì oppure magari ci sono ma non c’è la possibilità, dopo il tempo passa e c’è la disoccupazione che subentra, c’è l’assistenza. È stato anche un periodo non tanto bello anche prima, anche adesso non è che sia tantissimo bello ma un pochino più soft, ma prima avevo anche altri problemi non solamente questi di salute fisica, ma anche un po’ emotiva o psichica, si potrebbe dire. Le chiamano “le ricadute” o “cadute”, nel senso, quando non sei abbastanza su con l’umore, parlando sempre di autostima o quelle robe lì. Diciamo che ti senti altro che il mondo crollarti addosso. Ti crolla addosso il famoso mondo, poi ti crolla addosso anche quel poco di briciolo di coscienza che hai, a volte anche un po’ di speranza, pazienza e inizi a perdere un po’ le staffe. Dopo ritrovi il tempo per rimetterti sul percorso. Non è che se la macchina perde l’olio o la benzina, posso mettermi in strada e gareggiare. No, devo prima tirarla fuori e metterla a posto e poi si mette di nuovo in pista. Quindi è importante la salute e non solo il lavoro.

4. Negli ultimi mesi, come trascorri le tue giornate?

Cercando di occuparmi, logico, però non è facile. Negli ultimi mesi, si può dire che è più il tempo che sono a casa incollato alla tv, non ho molta interazione con le persone perché o son tutti occupati a lavorare, o disoccupati per i cavoli loro.

Quindi le giornate sarebbe bello occuparle, non dico per forza lavorando, se ci fosse il lavoro e un guadagno ben venga ma devi avere anche la compagnia per occupare le giornate perché da solo... poi qua nel Mendrisiotto, in Ticino, non c’è molto da fare per chi è a casa a far niente, è quello il fatto. O ti inventi te la tua corsetta singola o con gli amici, o vai a farti la tua biciclettata, però dopo sei in giro come un babbo e basta. Alla fine sei in giro come un cucù, ecco come passo le giornate.

 

5. Chi sono le persone con cui vivi attualmente?

Da solo.

Se vivi solo, con quale frequenza vai a trovare i tuoi zii?

Adesso, perché sono proprio veramente a corto di soldi, non posso far l’abbonamento perché non ho né la macchina perché ho la patente a Camorino, me l’hanno ritirata, e l’abbonamento che avevo è scaduto e adesso devo rinnovarlo ma siccome ho solamente due franchi per tutto il mese non posso andar su a trovarli. Loro non vengono quasi mai a Mendrisio, perché adesso è da ottobre che abito per conto mio e son ritornato a Mendrisio, loro invece abitano su a Cademario e poi adesso c’è mio zio che non sta tanto bene, ha la leucemia, quindi non usa la macchina è già bello se cammina… Poi con mia zia, lascia stare, non è che ho buoni rapporti con lei, è più una Hitler (non so di che grado) ma con una mentalità proprio bernese, ha una mentalità veramente incomparabile alla gioventù di oggi; per lei i giovani son tutti drogati, parassiti che non vogliono fare niente e basta, arriva al punto di dirmi questo. Quindi non so quanta cattiveria o durezza c’è in quella donna. Quindi la frequenza non è fissa, varia, però non è neanche né troppo di rado né troppo sovente. O al massimo li sento tramite telefono, ma ormai ognuno sta nel suo brodo.

6. Chi sono le persone che attualmente senti più vicine?

Mah, qualche amico che c’è in giro qua, che è nella mia stessa situazione ci troviamo, ci piangiamo sulla spalla. Non è che siam lì proprio a piangerci addosso, ma siam lì ad annoiarci insieme. Più che ammazzare il tempo, a volte è più il tempo che ammazza noi.

Hai detto nella tua situazione, nel senso…?

In assistenza o senza lavoro per qualche motivo, o in disoccupazione, magari nessuno di loro è in assistenza o in disoccupazione ma son comunque a casa perché magari hanno i genitori che possono aiutarli.

E cosa fai? Ci si incontra al bar, si chiacchiera, si ascolta e le giornate passano così. Uguali ogni giorno quasi. Sennò fai il giro con il cane e…non lo so. Cerchi di non annoiarti.

 

Sì, penso proprio di sì.

Parli con loro della tua situazione economica?

No, non ci parlo nemmeno, sono affari miei. Però loro sanno che non lavoro, quindi che non ho soldi. Sanno che prendo l’assistenza, logico.

8. I tuoi amici sono a conoscenza della tua situazione economica?

Sì, sì, tutti tutti. Non c’è nessuno che si salva, perché siccome ogni cosa va via per informazione e per parlare, qualsiasi cosa sia; siam fatti di parole, uno se sta zitto non concluderà mai niente, neanche parlar con una ragazza se ci vuole provare. Io di certo non vado in giro a farlo per far pubblicità, o perché mi devo sfogare o per chissà cosa, ma lo faccio perché è la realtà. Alla fine uno cosa fa? Se è a casa a far niente, di certo non dice che ha un lavoro o guadagna soldi. Io non sono uno che è capace a mentire o a cercar di dire bugie bianche, quindi son fatto così, io son la verità; parlo e basta, dico quello che c’è, quello che è. Alla fine di cosa vuoi parlare? Io parlo della mia vita, di quello che sto passando, se potessi parlare e interessarmi ad altro lo farei più che volentieri. Ormai purtroppo arriva un periodo che quando sei in difficoltà, o quando sei egoista non dico di proposito ma tutto si centra di nuovo sulla tua vita, è normale che uno parla un po’ di sé.

Io quando sono al bar con i miei amici, o con anche sconosciuti, non ho problema a dire che sono in assistenza. Non mi vergogno, anzi, non è colpa mia se sono in assistenza, per fortuna che c’è.

9. Come valuti il loro comportamento (zii e amici) in questo momento di vita