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Attualmente, almeno in Europa, una delle principali minacce alla conservazione della biodiversità e alla sopravvivenza di specie in pericolo di estinzione, sia a livello locale che globale, è rappresentata dal processo di frammentazione degli habitat naturali e semi-naturali. Tale processo, che si attua principalmente mediante il consumo di suolo con opere di infrastrutturazione o edificazione, non ha conosciuto sosta dal dopoguerra ad oggi e, al contrario, appare negli ultimi anni in forte incremento.

Le conseguenze per le specie animali, vegetali e per gli habitat naturali sono gravissime perché oltre ad una riduzione via via crescente del numero degli individui o della superficie occupata nelle aree direttamente coinvolte dalle trasformazioni, si assiste ad un processo di isolamento delle popolazioni residue che vedono così sempre più ridotte le possibilità di scambio genetico, necessario per la loro evoluzione e per l’adattamento al proprio ambiente. In molti casi poi la frammentazione degli habitat naturali o semi-naturali si traduce in un danno immediato alle specie qualora impedisca a queste di poter svolgere completamente il ciclo vitale. Costituiscono chiari esempi di quanto appena detto le molte opere idrauliche, quali ad esempio briglie e paratoie, che non permettono alla grande maggioranza dei pesci di spostarsi liberamente nel corso d’acqua. Per alcune specie, che necessitano di habitat diversi nei vari periodi dell’anno, questo si traduce quasi sempre nella loro scomparsa dai corsi d’acqua alterati. Analogamente, le infrastrutture viarie oltre a costituire una barriera, più o meno impermeabile, al libero passaggio degli animali costituisce anche un fattore di mortalità diretta che può essere molto

significativo per alcune di queste (es. riccio, piccoli roditori, istrice, puzzola, tasso, varie specie di rettili e anfibi).

Figura 1 - Uno scoiattolo ucciso dal traffico veicolare. Pur essendo comune nel resto del Lazio, questa specie risulta estinta nella Provincia di Latina dagli anni ’80 del secolo scorso, proprio per la scarsa idoneità e l’isolamento degli ecosistemi forestali.

Le specie sensibili alla frammentazione mostrano difficoltà a disperdersi attraverso aree non idonee dal punto di vista ecologico. Per mantenere vitali le popolazioni di specie sensibili di una regione deve essere attuata un’adeguata pianificazione alla scala di paesaggio. In questo senso, appare opportuno evidenziare la necessità che la pianificazione di ambiti territoriali funzionali alle dinamiche e al mantenimento delle vitalità di molte specie sensibili utilizzi il concetto di connettività a scala di paesaggio più che quello di corridoio tra specifici siti.

La scarsa connettività, che condiziona oggi ampi settori del territorio provinciale di Latina, ha origini lontane e caratterizza anche ambiti che solo in apparenza non sembrano essere interessati dal problema.

Pagina6 Figura 2 – Disegno anonimo del 1704 raffigurante

Fondi e la campagna circostante. Si noti la fitta reti di siepi caratterizzante il tessuto agricolo e, in contrapposizione, la pressoché assenza di vegetazione forestale sui rilievi degli Ausoni-Aurunci.

Basti pensare alle superfici forestali che coprono quasi completamente le pendici montuose e collinari della Catena del Volsci (Monti Lepini, Ausoni e Aurunci) ma che da un punto di vista qualitativo molto spesso risultano fortemente degradate da secoli di sfruttamento, incendi e pascolo. Per molte specie di flora e fauna tipica degli habitat forestali maturi, tali boschi non costituiscono ambienti idonei e sono perciò relegate ad ambiti ristretti di carattere relittuale o sono del tutto scomparse.

La pianificazione di rete ecologica si pone dunque l’obiettivo, sotto uno stretto profilo di conservazione della natura, di mantenere o ripristinare un adeguato grado di connettività fra popolazioni biologiche in paesaggi frammentati, con ricadute anche su livelli superiori di organizzazione della biodiversità e sui processi ecologici in generale (Battisti, 2004).

Le reti ecologiche dovrebbero pertanto essere (Reggiani et al., 2001):

 multispecifiche, definite per un gruppo eterogeneo di specie sensibili alla

frammentazione e ai disturbi a scala di paesaggio

 multiscalari, rapportate a differenti scale geografiche in relazioni alle necessità delle specie prese a riferimento;

 multiobiettivo, ovvero avere obiettivi multipli di conservazione per distinguerli dagli Action plans dedicate a singoli componenti ambientali;

 multidisciplinari, per relazionarsi con le discipline ecologiche, urbanistiche e socio-economiche

 dinamiche, per adattarsi ai cambiamenti ambientali che possono intervenire su ampie scale temporali in modo da assicurare che le popolazioni possono rispondere ad essi in modo adattativo

 qualificate, definite con priorità oggettive e con una qualificazione degli ambiti in funzione degli obiettivi scelti.

La presente relazione illustra i lavori di redazione delle reti ecologiche della Provincia di Latina con particolare riferimento ai seguenti ambiti geografici, così come definiti in sede di convenzione: “Monti Aurunci – Rio Santa Croce – Promontorio di Gianola” e “Parco Nazionale del Circeo – Monti Ausoni, Aurunci e Lepini”.

La metodologia adottata si compone di 16 fasi, non tutte in stretta successione cronologica, descritte ognuna in un capitolo della presente relazione.

Le fasi sono le seguenti:

1- Definizione dell’area di indagine

2- Sistemazione della raccolta dati/delle conoscenze acquisite

3- Valutazione del livello delle conoscenze 4- Uso del Suolo

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5- Realizzazione del Geodatabase dei dati naturalistici (specie e habitat)

6- Distribuzione reale di specie e habitat 7- Fisionomia della vegetazione forestale 8- Vegetazione potenziale

9- Individuazione delle specie target 10- Modelli di idoneità ambientale e

struttura della rete ecologica.

11- Caratterizzazione dei corsi d’acqua 12- Criticità reali

13- Criticità potenziali

14- Individuazione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni

15- Studio di fattibilità di almeno 2 interventi di riqualificazione di aree di collegamento funzionale

16- Comunicazione e mediazione sociale

Allegato alla presente relazione viene riportato anche il seguente elenco di tavole.

In formato digitale (shape files e pdf) elaborate tutte in scala 1:10.000 e restituite in scala 1:75.000 per facilità di lettura:

A. Uso del Suolo

B. Mappe di distribuzione reale di specie e habitat

C. Fisionomia della vegetazione forestale D. Vegetazione potenziale

E. Screening dei corsi d’acqua: stato e pressione antropica

F. Struttura della rete ecologica per le specie focali di ambito forestale

G. Carta delle criticità reali H. Carta delle criticità potenziali

In formato cartaceo e digitale (shape files e pdf):

1. Carta delle strategie: Ambito Forestale (scala 1:75.000)

2. Carta delle strategie: Ambito Agricolo (scala 1:75.000)

3. Carta delle strategie: Ambito delle Zone umide (scala 1:75.000)

4.

Studio di di fattibilità: Intervento di Riqualificazione del Fiume Sisto-Ninfa (scala 1:10.000)

5.

Studio di di fattibilità: Intervento di Riqualificazione del Fiume Amaseno (scala 1:5.000)

6.

Studio di di fattibilità: Intervento di Riqualificazione dei Canali di Bonifica della Pianura Pontina (scala 1:12.000)

7.

Studio di di fattibilità: Intervento di Riqualificazione dei Canali della Piana di Fondi (scala 1:7.500)

8.

Studio di di fattibilità: Intervento di Riqualificazione del Rio S.Croce (scala 1:5.000)

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