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4.   VALUTAZIONE DEL LIVELLO DELLE CONOSCENZE

4.1   F AUNA

4.1.3   Rettili

Le specie di Rettili presenti nell’area di studio risultano 21, di cui due alloctone (Mauremys

caspica e Testudo marginata), per un totale di 637 segnalazioni.

Tabella 4 – Elenco specie di Rettili Nome scientifico Nome italiano

N.

segnalazioni

Mauremys caspica Mauremide caspica 1

Emys orbicularis Testuggine palustre europea 34

Trachemys scripta Testuggine palustre dalle guance rosse 3

Testudo hermanni Testuggine di Hermann 22

Testudo marginata Testuggine marginata 1

Caretta caretta Tartaruga caretta 2

Hemidactylus turcicus Geco verrucoso 27

Tarentola mauritanica Geco comune 26

Anguis fragilis Orbettino 37

Lacerta bilineata Ramarro 43

Podarcis muralis Lucertola muraiola 38

Podarcis sicula Lucertola campestre 43

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Chalcides chalcides Luscengola 62

Hierophis viridiflavus Biacco 78

Coronella austriaca Columbro liscio 13

Coronella girondica Columbro di Riccioli 6

Zamenis longissima Saettone comune 53

Elaphe quatuorlineata Cervone 39

Natrix natrix Natrice dal collare 62

Natrix tessellata Natrice tassellata 21

Vipera aspis Vipera comune 26

Le condizioni climatiche e soprattutto gli ambienti carsici abbondantemente disponibili in tutte le aree montuose della provincia determinano una relativa abbondanza delle popolazioni di gran parte di queste specie. Anche la disponibilità zone umide, purtroppo oggi sempre più a carattere relittuale, consente la presenza delle specie tipicamente acquatiche come la testuggine d’acqua dolce (Emys orbicularis) la natrice dal collare (Natrix natrix) e la natrice tassellata (Natrix tessellata)

Nonostante questa presunta relativa abbondanza, la distribuzione di gran parte delle specie non appare adeguatamente conosciuta. I dati risultano poco aggiornati e appaiono disomogenei o addirittura scarsi per alcune specie.

Aree particolarmente dense di segnalazioni sembrano essere quelle situate nella parte settentrionale della provincia a cavallo tra la pianura e i Monti Lepini, ad est del Parco dei Monti Aurunci, tra Parco dei Monti Ausoni e il Lago di Fondi e, in parte, anche nell’area del Parco Nazionale del Circeo. Queste considerazioni tuttavia, potrebbero risentire della mancanza di studi e ricerche nelle altre aree.

Per la distribuzione nella pianura pontina di quelle specie maggiormente legate agli ambienti acquatici potrebbero esistere fattori limitanti come la scomparsa e l’inquinamento di piccoli pozzi,

sorgenti, di stagni e di specchi d’acqua. Spesso gli argini divenuti «ecologicamente» maturi nel corso di decenni sono stati sostituiti da sterili opere in cemento, che non solo pregiudicano la sopravvivenza delle colonie esistenti, ma distruggono anche le basi vitali indispensabili a futuri popolamenti.

La testuggine palustre ha una distribuzione disomogenea e frammentata, tipica caratteristica di una specie minacciata. Essendo un animale molto sensibile al deterioramento del proprio habitat, può essere considerata a tutti gli effetti un "indicatore biologico".

Mentre nel passato veniva cacciata dall'uomo per scopi alimentari, oggi è principalmente minacciata dalla scomparsa/degrado del suo habitat naturale.

Risente del progressivo inquinamento delle acque, in particolare dell'immissione negli ambienti acquatici di sostanze tossiche quali i pesticidi e diserbanti. Altra rilevante minaccia è costituita dallo sfalcio sistematico della vegetazione ripariale effettuata con mezzi meccanici che uccide o ferisce gli esemplari adulti e ne distrugge i nidi. La si trova in stagni, fossati, paludi, fiumi e canali, in zone ricche di vegetazione acquatica e dove la corrente dell’acqua è più lenta e il fondale fangoso. È possibile trovarla anche in ambienti artificiali quali canali di irrigazione, laghetti nei parchi cittadini e

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in ogni habitat favorevole. Da evidenziare la competizione con la specie alloctona Trachemys scripta.

Le testuggine di Hermann (Testudo hermanni) trova rifugio e nutrimento nelle dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, nelle pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, negli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco delle leccete e delle sugherete. Alcuni gruppi sono presenti nei querceti di roverelle e in alcuni boschi misti di querce e carpini, di frassini e pioppi bianchi. La sua presenza nella provincia è rara e limitata ad alcune aree e necessita di ulteriori indagini; sembra ancora presente nel Parco Nazionale del Circeo e nel Parco Regionale della Riviera di Ulisse. La cause della sua limitata distribuzione sono da attribuire ad una degradazione e frammentazione del suo habitat.

L’orbettino (Anguis fragilis) vive negli ambienti e nei substrati più diversi, che vanno dal terreno torboso ai suoli delle praterie aride calcaree. E' presente nelle zone non troppo umide di paludi e rive, nei boschi moderatamente soleggiati, nelle radure, ai margini delle aree boscate, nei cespugli e nelle siepi naturali, nei prati falciati solo saltuariamente, nei pascoli estensivi, nei vigneti, tra le alte erbe. Nonostante questa ampia valenza ecologica si dimostra vulnerabile a fattori di frammentazione e, tra questi, gli incendi giocano un ruolo non secondario. Si rivela importante la salvaguardia di corridoi (zone incolte, le siepi, le strisce marginali dei campi, i tratti di rive, le scarpate delle ferrovie, ecc) di collegamento tra i vari ambienti che frequenta, così da conservare una sorta di rete di percorsi sul territorio che permetta un interscambio tra le popolazioni.

La luscengola (Chalcides chalcides) è presente nelle zone erbose e umide e nei cespuglieti più freschi della macchia mediterranea. La sua presenza in provincia è limitata al Parco Nazionale del Circeo, al Parco Naturale dei Monti Aurunci, al Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Da indagare la presenza in altre aree.

L’habitat elettivo dal cervone (Elaphe quatuorlineata), specie di notevole interesse conservazionisitico, è la macchia mediterranea dal livello del mare fino agli 1000 m. Predilige il limitare di boschi, i boschi radi e soleggiati o in genere i luoghi con vegetazione sparsa, le macìe, i muretti a secco e gli edifici abbandonati. Ama gli ambienti caldi e umidi. È una specie in progressivo declino per la scomparsa degli habitat in cui vive.

La specie risulta presente nel Parco Nazionale del Circeo e nel Parco Regionale degli Aurunci. La carenza di segnalazioni su questa specie può derivare anche dalla mancanza di studi e dalla difficoltà di riconoscimento.

La natrice tassellata (Natrix tesselleta) è segnalata nel Parco Nazionale del Circeo e sul Lago di Fondi.

Recentemente segnalata nel Parco Regionale della Riviera di Ulisse. Questa specie è strettamente legata all’acqua. Solo raramente colonizza ambienti che non si trovino nelle sue immediate vicinanze.

Predilige in particolare i corsi d’acqua a flusso lento o le acque ferme, ma può essere rinvenuta anche lungo fiumi e torrenti più freddi e a flusso rapido. Il pericolo maggiore che minaccia la natrice tassellata viene dalla progressiva distruzione dei suoi habitat e, in particolare, dalla gestione della vegetazione ripariale. Da indagare la sua presenza nelle altre aree.

Il colubro liscio (Coronella austriaca) e il colubro di Riccioli (Coronella girondica) risultano specie

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particolarmente esigenti e per questo piuttosto rare non solo a scala provinciale. In molti casi una condizione essenziale alla loro sopravvivenza è la presenza di una consistente popolazione di lucertole quale fonte di cibo. La carenza di segnalazioni su queste specie può derivare anche dalla mancanza di studi e dalla difficoltà di riconoscimento. Da indagare la loro presenza nelle altre aree.

La vipera comune (Vipera aspis) è il più comune viperide italiano, vive in luoghi freschi ed assolati, prediligendo ambienti poveri di vegetazione, prati, pascoli e soprattutto pietraie. I suoi habitat naturali sono dunque vari e comprendono i boschi aperti, rocciosi e termofili, le frane e i ghiaioni.

Molto più comuni risultano invece il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), il geco comune (Tarentola mauritanica), la lucertola campestre (Podarcis sicula), la lucertola muraiola (Podarcis muralis) entrambi presenti anche in contesti fortementne antropizzati, il biacco (Hierophis viridiflavus) particolarmente legato alle varie forme di macchia mediterranea. Il saettone (Zamenis longissima) invece appare più esigente, prediligendo aree con presenza di vegetazione forestale alternata a macchie, incolti, pietraie, corsi d’acqua.

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