Capitolo 3 – Trasformazione del fenomeno: vittime di tratta sessuale richiedent
3.3 La cooperativa “La Rosa Blu” di Padova nell’accoglienza di richiedenti protezione
3.3.1 Presentazione cooperativa e stato attuale dell’accoglienza
La cooperativa sociale La Rosa Blu di Padova nasce nel 1995 come forma di associazione dalla volontà di un gruppo di giovani nell’ambito dell0organizzazione di servizi di tempo libero, turismo accessibile e assistito per persone con disabilità, affiliata al Centro Turistico Acli di Padova, diventa cooperativa sociale di tipo plurimo nel 1999423.
L’entrata nell’accoglienza dei richiedenti asilo avviene nel 2016, con l’adesione e l’aggiudicazione del bando di gara424 della Prefettura di Padova che cercava enti che potessero accogliere richiedenti protezione internazionale425.
In particolare questo è potuto avvenire grazie alla collaborazione tra la cooperativa e le suore Francescane missionarie di Gesù Bambino che, spinte dalle sollecitazioni di Papa Francesco di accoglienza verso i richiedenti asilo, hanno messo a disposizione gli spazi lasciati vuoti dalla chiusura della scuola materna precedentemente gestita426. Questo ha permesso all’apertura a Febbraio 2016 in zona Forcellini, della prima struttura di accoglienza per donne sole o con minori richiedenti protezione internazionale427, in un contesto piuttosto protetto ed accogliente, importante sottolineare come questa sia stata la prima esperienza di lavoro in questo ambito sia per la cooperativa che per le operatrici che erano state assunte428.
Ad oggi l’esperienza è aumentata così come le strutture gestite, che non si limitano alla città di Padova ma vanno a interessare anche dei piccoli comuni del padovano e del vicentino. Ad oggi le strutture sono cinque, di cui quattro sono destinate all’accoglienza di donne sole o con minori e una all’accoglienza di uomini. Le zone interessate sono, oltre a 423 http://www.larosablu.com/ITA/LaRosaBlu_cat.aspx?IDcat=6&tit=Chi-Siamo/ 424 http://www.prefettura.it/FILES/allegatinews/1217/Avviso_di_aggiudicazione_definitiva_Lotto_1.pdf 425http://www.prefettura.it/FILES/allegatinews/1217/Bando%20di%20gara%20accoglienza%20migranti%20p eriodo%2001042016_31122016%20.pdf 426 http://www.larosablu.com/ITA/LaRosaBlu_pag.aspx?ID=626&tit=Francescane-missionarie-e-Rosa-Blu- insieme-a-Forcellini/
427 Che verrà denominata anche Padova 1 per poterla distinguere da quella che è stata aperta successivamente sempre nella stessa zona che verrà denominata a sua volta Padova 2
428 Si segnala ad esempio che la referente della struttura appena citata ha una formazione come psicologa con specializzazione in neuropsichiatria infantile (in particolare riabilitazione e facilitazione dello sviluppo psicomotorio di bambini con problemi motori, ritardi o autismo, fascia 0-6 anni), che non aveva mai lavorato nell’ambito dell’immigrazione, ma aveva competenze sulla vita di comunità acquisite nello svolgimento di alcuni tirocini formativi nell’ambito del disagio sociale (malati di AIDS e tossicodipendenze)
110
Padova dove è stata aperta un’altra struttura sempre in zona Forcellini, il Comune di Masi, il Comune di Pojana Maggiore e il Comune di Castegnero (la struttura è collocata nella frazione di Villaganzerla), tutti territori, ad esclusione di Padova, “vergini” cioè che non avevano mai avuto strutture che accogliessero richiedenti protezione internazionale.
Attualmente il quadro generale dei numeri delle persone accolte e delle tipologie di utenza è il seguente:
• Padova 1 – accoglie sia donne sole che donne con minori o in stato di gravidanza. Attualmente sono presenti 11 donne (10 nigeriane e 1 senegalese) e 6 minori.
Dall’apertura ad oggi sono state accolte altre 18 donne delle quali 8 hanno completato il percorso di accoglienza e hanno lasciato il centro dopo la conclusione del percorso della richiesta di protezione internazionale, mentre delle altre 10, 5 si sono allontanate volontariamente dalla struttura429 e alle altre 5 sono state revocate le misure di accoglienza.
• Padova 2 – accoglie solo donne singole. Attualmente sono presenti 7 donne, tutte di cittadinanza nigeriana. Non è ancora stata registrata alcuna uscita da questa struttura.
• Masi – accoglie solo donne singole. Attualmente sono presenti 11 donne (6 nigeriane, 3 somale e 2 donne delle Isole Comore). Dall’apertura ad oggi 2 donne si sono allontanate in maniera autonoma (ancora prima di aver formalizzato la domanda di protezione internazionale) mentre ad una sono state revocate le misure di accoglienza
• Pojana Maggiore – accoglie donne con minori. Attualmente sono presenti 5 donne con 5 minori (3 nigeriane, 1 etiope, 1 camerunense). Non sono ancora avvenute uscite dall’apertura della struttura ad oggi.
• Villaganzerla – accoglie solo uomini. Attualmente sono presenti 10 uomini (1 dalla Costa d’Avorio, 5 dalla Guinea Bissau, 5 dalla Guinea Conakry). Dall’apertura ad oggi sono uscite 5 persone
429 Il fatto che delle donne “scompaiano” dall’accoglienza senza preavviso è certamente uno dei più tipici indicatori che queste ragazze siano vittime di tratta
111
L’età delle donne accolte va dai 20 ai 30 anni, mentre quella dei minori rientra entro l’anno.
Per quanto riguarda invece il personale impiegato nell’accoglienza sono presenti, oltre alla coordinatrice di progetto, il coordinatore dell’area lavoro e integrazione e rapporto con 2 operatori per ogni struttura, tranne che per la struttura di “Padova 1” dove sono presenti 3 operatori, 5 operatori notturni, 1 psicologa con funzione di consulente e 1 supervisore.
Già da questa prima presentazione è possibile notare come la divisione dei compiti evidenzi già un’ottica che non si basa su un concetto di “prima accoglienza” che dovrebbe essere quello proprio dei CAS, infatti anche la “semplice” decisione di assegnare ad una persona il ruolo di coordinatore area lavoro e integrazione e rapporto con i territori mostra una chiara volontà di dare al progetto un’impostazione simile a quella dello SPRAR, volto alla creazione di un percorso individuale finalizzato all’autonomia. Questo è certamente possibile anche grazie al fatto di avere piccoli numeri da gestire, un bel cambio di paradigma se confrontato al tipo di accoglienza sempre sotto forma di CAS che vede alti numeri di beneficiari accolti in grandi strutture che rischiano di far passare in secondo piano il lavoro sul singolo430.