Capitolo VI - Salute e servizi di base
3. Prevenzione e servizi di prevenzione
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28. Con riferimento al proprio Commento generale n. 15 (2013) sul diritto del minorenne di godere del più alto standard di salute possibile e pren-dendo atto dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3.8, il Comitato ONU raccomanda all’Italia di:
(a) ampliare la consapevolezza dell’importanza delle vaccinazioni e garantire una copertura vaccinale contro le malattie infantili;
(b) adottare misure di sensibilizzazione per incen-tivare la pratica dell’allattamento esclusivo al seno nei primi 6 mesi di vita del neonato.
CRC/C/ITA/CO/5-6, punto 28
Screening
Lo screening neonatale offerto a tutti i neonati rap-presenta uno degli strumenti più avanzati della medi-cina preventiva, con l’obiettivo di selezionare in modo precoce e tempestivo i soggetti a rischio per alcune malattie metaboliche ereditarie, per le quali sono di-sponibili trattamenti e terapie in grado di modificare la storia naturale della malattia.
In Italia, lo screening neonatale è un’attività sanitaria
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6. SALUTE E SERVIZI DI BASE
preventiva, gratuita e obbligatoria fin dal 1992, anno in cui la Legge 104 ha previsto lo screening per tre malattie:
fenilchetonuria, ipotiroidismo congenito e fibrosi cistica12. Grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, è stato possibile allargare questo screening a un più ampio numero di malattie, con costi relativamente contenuti;
per questo si parla di screening neonatale allargato o esteso (SNE).
Dal 2016, anno di approvazione della Legge 167 lo screening neonatale obbligatorio è stato ampliato ad altre 40 malattie metaboliche ereditarie13, ed è stato inserito ufficialmente nei nuovi Livelli Essenziali di As-sistenza (LEA), con una copertura finanziaria di circa 26 milioni di euro tale da assicurarne l’obbligatorietà su tutto il territorio nazionale. Quindi, il DM 13 ottobre 2016, recante “Disposizioni per l’avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie meta-boliche ereditarie”14, ha consentito di dare avvio allo SNE per tutti i nuovi nati, con modalità uniformi per una stessa lista di patologie, e di trasferire opportune risorse economiche vincolate alle Regioni che accedo-no al Fondo Sanitario Nazionale (FSN). Si è registrato così un progressivo miglioramento della situazione nazionale; nel 2017, ultimo dato disponibile, e a Legge operativa, la copertura è salita al 78.3%15.
La Legge 167/2016 ha previsto l’istituzione di un Centro di coordinamento sugli screening neonatali (CCSN), che con il Ministero della Salute, le società scientifiche e le associazioni, ha il compito di monitorare che ci sia
12 DPCM 9 luglio 1999, “Atto di indirizzo e coordinamento alle Re-gioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano in materia di accertamenti utili alla diagnosi precoce delle malformazioni e di obbligatorietà del controllo per l’individuazione e il tempe-stivo trattamento dell’ipotiroidismo congenito, della fenilcheto-nuria e della fibrosi cistica”, Ministero della Salute, 2017: www.
salute.gov.it.
13 Legge 167/2016, “Disposizioni in materia di accertamenti dia-gnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie”, Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31 agosto 2016.
14 Decreto Ministeriale del 13 ottobre 2016, “Disposizioni per l’av-vio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie”, Gazzetta Ufficiale n. 267 del 15 novem-bre 2016.
15 SIMMESN, Rapporto tecnico sui programmi di screening neona-tale in Italia, anno 2014, 2015, 2016, 2017.
la massima uniformità sul territorio nazionale nell’ap-plicazione dei LEA e della diagnosi precoce neonatale tramite SNE. Ulteriore compito del CCSN è quello di lavorare per garantire idonei standard qualitativi del programma di SNE, ottimizzare i tempi di intervento per la presa in carico clinica e favorire l’uso efficiente delle risorse su adeguati bacini di utenza; risorse de-putate non solo all’intero percorso attuativo dello SNE, ma anche a sostenere iniziative di formazione e infor-mazione per operatori sanitari e di comunicazione alla popolazione. Nel 2018, ultimo anno disponibile, tutte le Regioni e Province Autonome, con l’eccezione della Calabria, avevano attivato i sistemi regionali SNE. In Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise, Umbria e Valle d’Aosta e nelle PA di Bolzano e Trento, il sistema SNE era attivo in convenzione con altre Regioni16. A livello nazionale erano 29 i centri clinici (in 16 Regioni), 15 i laboratori per i test di conferma diagnostica biochimi-ca e 15 quelli di conferma diagnostibiochimi-ca genetibiochimi-ca17. La Legge di Bilancio 2019 ha modificato la Legge 167/2016 ampliando lo screening neonatale esteso, con l’inserimento, oltre alle malattie metaboliche ere-ditarie, delle malattie neuromuscolari di origine gene-tica, delle immunodeficienze congenite severe e delle malattie da accumulo lisosomiale18.
Le vaccinazioni
Nel corso degli ultimi venti anni, il numero delle vac-cinazioni previste dal Piano nazionale della preven-zione vaccinale (PNPV) e con offerta attiva e gratuita sono aumentate. Nell’ultimo PNPV 2017-2019 sono 16 quelle previste per l’età pediatrica, di cui 14 per l’infan-zia (somministrazione nei primi 15 mesi di età). Molte di queste vaccinazioni erano già previste nei calendari vaccinali di singole Regioni, ma con differenze territo-riali nell’offerta gratuita.
16 Taruscio, D. et al. (2019), Screening neonatale esteso in Italia:
stato dell’arte al 30 settembre 2018, Istituto Superiore di Sanità, Roma.
3. Al Ministero della Salute e alle Regioni di dare piena attuazione al documento “Investire preco-cemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita – Documento di indirizzo per genitori, operatori sanitari e policy maker per la protezione e promozione della salute dei bambi-ni e delle generaziobambi-ni future”.
3. PREVENZIONE E SERVIZI DI PREVENZIONE
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28. Con riferimento al proprio Commento generale n. 15 (2013) sul diritto del minorenne di godere del più alto standard di salute possibile e pren-dendo atto dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3.8, il Comitato ONU raccomanda all’Italia di:
(a) ampliare la consapevolezza dell’importanza delle vaccinazioni e garantire una copertura vaccinale contro le malattie infantili;
(b) adottare misure di sensibilizzazione per incen-tivare la pratica dell’allattamento esclusivo al seno nei primi 6 mesi di vita del neonato.
CRC/C/ITA/CO/5-6, punto 28
Screening
Lo screening neonatale offerto a tutti i neonati rap-presenta uno degli strumenti più avanzati della medi-cina preventiva, con l’obiettivo di selezionare in modo precoce e tempestivo i soggetti a rischio per alcune malattie metaboliche ereditarie, per le quali sono di-sponibili trattamenti e terapie in grado di modificare la storia naturale della malattia.
In Italia, lo screening neonatale è un’attività sanitaria
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6. SALUTE E SERVIZI DI BASE
La Legge 119 del 2017 ha esteso il numero delle vacci-nazioni obbligatorie da 4 (difterite, polio, tetano, epati-te-B) a 10: oltre alle precedenti, pertosse, haemophi-lus influenzae di tipo B, morbillo, parotite, rosolia (MPR) e varicella19.Inoltre, ha introdotto l’esclusione dai servizi e dalle scuole per l’infanzia dei bambini non in regola con le vaccinazioni.
Dopo un periodo di aumento o di mantenimento di co-perture vaccinali elevate, a partire dal 2012 si era infatti osservata una loro diminuzione e, prima dell’entrata in vigore della Legge 119/2017, le percentuali di coper-tura vaccinale a 24 mesi di vita per polio e MPR risul-tavano essere rispettivamente del 93.3% e dell’87.3%.
L’ultimo aggiornamento relativo all’anno 2019 riporta un incremento di copertura vaccinale per un totale del 95% per polio e 94.5% per MPR.
Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio (usata come indicatore per le vac-cinazioni contenute nell’esavalente) supera la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, pari al 95%; mentre nel caso del morbil-lo la percentuale dei bambini vaccinati in 9 Regioni è ancora lontana da questo obiettivo20.
Desta inoltre particolare preoccupazione il potenzia-le impatto negativo che l’epidemia COVID-19 ha avu-to sulle attività dei servizi vaccinali e sulla mancata effettuazione delle vaccinazioni nei tempi previsti. Da una recente indagine è emerso che 1/3 dei genitori ha rimandato le vaccinazioni. Di questi, nel 56% dei casi il rinvio era dovuto al centro vaccinale (per la tempo-ranea sospensione delle attività e/o per la necessità di modificare l’agenda degli appuntamenti) e nel 44%
ai timori dei genitori21.Questa situazione richiede l’at-tuazione di interventi per recuperare nel minor tempo possibile le vaccinazioni non effettuate e un attento monitoraggio delle coperture.
Permangono, inoltre, alcune delle criticità sottolineate nei precedenti Rapporti: l’implementazione
dell’ana-19 Legge 1dell’ana-19 del 31 luglio 2017, “Conversione in legge, con modifi-cazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposi-zioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”.
20 Ministero della Salute, Vaccinazioni dell’età pediatrica, anno 2019 (coorte 2017); coperture a 24 mesi.
21 Indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria: http://
www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_
id=86663&fr=n.
grafe nazionale vaccinale, l’attenzione ai bambini con patologie croniche e ai gruppi a rischio che potrebbero necessitare di calendari ad hoc, il monitoraggio delle coperture degli operatori sanitari e del personale sco-lastico e l’attuazione di interventi per favorire l’accesso alle vaccinazioni e aumentare l’adesione.
A distanza di tre anni, è necessario valutare l’impatto della Legge 119/2017 sull’organizzazione dei servizi scolastici e sull’accesso ai suddetti e alle scuole per l’infanzia, nonché sull’esitazione vaccinale.
Infine, le scelte riguardanti le politiche vaccinali e di prevenzione dovrebbero essere effettuate, oltre che in base all’aderenza alle evidenze scientifiche, su sicurez-za ed efficacia nella pratica (effectiveness) dei vaccini all’insegna della partecipazione dei diversi attori e della trasparenza. A tale riguardo, appare importante l’attività del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccina-zioni (NITAG - National Immunization Technical Advi-sory Group)22, che riunisce competenze differenti (anche
“laiche”), allo scopo di fornire un supporto tecnico alla definizione delle politiche vaccinali nazionali.
Pertanto, il Gruppo CRC raccomanda:
1. Al Ministero della Salute di garantire piena at-tuazione delle leggi e l’effetat-tuazione dello SNE in modo omogeneo su tutto il territorio nazio-nale, con interventi nei contesti che mostrano maggiori criticità;
2. Al Ministero della Salute di sostenere le politi-che sulle vaccinazioni e mantenere elevata l’at-tenzione sul monitoraggio delle coperture, non-ché favorire il rafforzamento della capacità degli operatori sanitari di affrontare le preoccupazioni nei confronti della vaccinazione, in particolare informando in modo continuo e sistematico la popolazione sull’andamento del controllo delle malattie infettive mediante vaccinazione, in ter-mini di attività svolta (anagrafe vaccinale) e casi di malattia osservati, mettendo anche in atto opportuni sistemi di sorveglianza laboratoristi-ca attiva per la tipizzazione degli agenti laboratoristi-causali, al fine di valutare l’impatto delle specifiche stra-tegie vaccinali e conseguentemente migliorare
22 Ministero della Salute, DM del 24 ottobre 2018.
6. SALUTE E SERVIZI DI BASE
e uniformare gli interventi di sanità pubblica nazionale;
3. Alle Regioni di aumentare la qualità e l’efficien-za dei servizi vaccinali e di incrementare la co-pertura soprattutto per quelle Regioni che risul-tano sotto soglia.