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INFLUENZA Limitato Elevato

III.2.1 La prima capitale: Ilha de Moçambique

La crescita della popolazione su questa piccola lingua di terra, disabitata fino all’arrivo degli arabi, avvenne all’insegna dell’incontro continuo di uomini con grandi storie da raccontare, storie di avventurieri che intrapresero lunghi viaggi tra continenti, in un’epoca in cui tecnologie avanzate come le nostre non esistevano. Nel 1545 emerse da parte dei portoghesi la necessità di costruire una fortificazione che sostituisse il primo insediamento, la torre di S. Gabriele, ritenuta vulnerabile. Nel 1548 l’architetto Miguel de Arruda cominciò a progettare quella che conosciamo ancora oggi come la Fortaleza de São Sebastião affinché diventasse il fulcro centrale della vita dei portoghesi stanziati sull'isola, fungendo a livello militare come nucleo di difesa e di attacco e a livello religioso a centro propulsore della fede cristiana nei territori d'oltremare.73 La fortezza inizialmente consisteva solo in

73 La letteratura relativa la Fortaleza de São Sebastião è vasta. Per approfondimenti si consiglia G

ONÇALVES,N.S. (2011). O

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una roccaforte per le armi posta all’entrata del porto che al contempo faceva da difesa alla cappella di Nossa Senhora do Baluarte costruita tra il 1521-1522 e che ad oggi rimane l’unico esemplare di architettura maluelina esistente in Mozambico (LOBATO, 1988). Nel 1538 poi con la crescita

dell’insediamento portoghese, si costruì un ospedale regio, in seguito gestito dal corpo volontario della Misericordia (FALCONI, 2008). Per molti altri invece quell’isola rappresentava la fine della loro

libertà e l’inizio della schiavitù: Ilha de Moçambique era un avamposto commerciale per lo scambio di tessuti e perline provenienti dall’India in cambio di oro, schiavi, avorio e ebano, diretti inizialmente verso Angoche, Quelimane, Sofala, Inhambane e Lourenço Marques e procedere poi verso l’entroterra africano. Nel 1544 un tale chiamato Lourenço Marques scoprì una nuova regione del paese ricca di avorio (LOBATO, 1988), materiale richiestissimo dall'India, rafforzò i legami tra i

due continenti e rese l’isola ancora più importante, fungendo da centro di distribuzione di mercanzie di tutto l’Oceano Indiano. La nascita di una borghesia locale, ricca e attiva determinò la necessità di costruire dimore per poter gestire meglio le trattative o sostare durante il periodo dei monsoni. I portoghesi provarono ad allontanare le altre popolazioni ma l’interesse nei suoi confronti era altissima e attirò inevitabilmente anche altre popolazioni europee, tanto che tra il 1607 e il 1608 dopo numerosi attacchi, l’isola venne data alle fiamme dagli olandesi (LOBATO, 1988).

All’inizio del XVII secolo l’insediamento portoghese e cristiano sull’isola aveva l’aspetto di un villaggio: era situato a circa 500 metri di distanza dalla fortezza e la zona che li separava era campo di tiro e di esercitazioni per la guarnigione. (LIESEGANG, 1999a:48).

Il XVII secolo si aprì quindi con forti difficoltà per l’isola e la popolazione fu totalmente assorbita dai lavori di ricostruzione della città. Questo sommato alla crescita dei commerci nella Zambesia (LOBATO, 1988), determinò un periodo di grande di decadenza economica generale dell’area e del

commercio portoghese, bersaglio delle potenze europee (FALCONI, 2008), in special modo

dell’Inghilterra, che oltre a tenere il Portogallo sotto scacco per i sussidi economici che gli forniva, necessitava di un collegamento verso l’India, meta a cui anelava. Per questo nel 1628 anche la corona inglese attaccò l’isola. I sultani arabi invece attaccarono la fortezza di Mombaça e provano a risollevarsi dall’assoggettamento portoghese, cavalcando l’onda della crisi che si era estesa fino a Goa. I tentativi intrapresi per ristabilire la situazione economica, coinvolsero delle società monopolistiche: «i baneanes, mercanti indiani di religione indù, divennero i principali finanziatori dell’Estado da Índia» a cui apparteneva anche Ilha de Moçambique ma purtroppo non diedero i risultati sperati, aggravando maggiormente la situazione generale e dell’isola in particolare. Si dovette aspettare il XVIII secolo per assistere alla risalita e con il grande afflusso di capitale e persone

Coimbra; UNESCO (2009). Reabilitação da Fortaleza de São Sebastião na Ilha de Moçambique, a cura di, Eloundou L., Weydt J., Parigi, Unesco Ed., disponibile al link: http://unesdoc.unesco.org/images/0018/001868/186880por.pdf, consultato il 20.08.2018.

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circolanti con la crescita degli affari della tratta, l’isola vide il numero dei suoi abitanti aumentare considerevolmente (LOBATO, 1988; LIESEGANG, 1999a). La crescita di quel periodo pare essere

attribuibile al cambiamento politico delle riforme del Marques de Pombal che in quel periodo era a capo del governo e della sterzata liberale che la rivoluzione francese diede in generale a tutti i governi europei (LOBATO, 1988).

Fino alla prima metà del XVIII secolo, le reti commerciali dell’isola non si estendevano molto al di là delle rotte che collegavano il Mozambico a Goa, Daman e Diu, per lo più per il trasporto di oro e avorio (CAPELA, 1988; 1999; 2002). Furono i francesi delle isole Mascarene, in

qualità di principali armatori ed acquirenti di schiavi in Mozambico, a spingere il mercato del paese verso rotte internazionali, nonostante rimase un progetto che non si realizzò in maniera sistematica come invece è possibile affermare per le rotte orientali (CAPELA,1988;FALCONI, 2008). Alla fine del

XVIII secolo, il porto di Ilha de Moçambique divenne il principale centro di esportazione di schiavi dell’Oceano Indiano e questo stimolò la formazione di un piccolo gruppo di armatori locali i quali maturarono una capacità di interazione nel mercato transatlantico e stipularono connessioni con l’America del Sud, in particolare il Brasile, i Caraibi e altri scali intermedi durante le rotte. Il crescente interesse nei confronti del Mozambico ed in particolare dell’isola, fu grande fonte di preoccupazione per i portoghesi che temevano di poter subire ulteriori attacchi da parte di arabi, francesi o inglesi,74 a

tal punto che nella seconda metà del XVIII secolo, Lisbona decise di inviare ulteriori aiuti economici e militari che si rendessero utili nel processo di distacco del Mozambico dall’amministrazione del governo di Goa, sottoponendolo al diretto controllo della corona. La conseguente istituzione della

Capitania Geral do Estado de Moçambique nel 1752, rese Ilha de Moçambique capitale dell’Impero

Coloniale Portoghese nell’Africa Orientale nonostante la presenza portoghese in quel periodo contasse su poche signorie lungo la costa, alcune importanti feitorias nei porti delle maggiori città e il controllo di tratti commerciali sottratti al dominio delle popolazioni arabe e swahili. Fu necessario, per cui, creare una forte rete amministrativa che rafforzasse un impianto coloniale assolutamente precario. La liberalizzazione del commercio (1755) e le riforme del Marchese di Pombal, come già detto, garantirono l’inizio della risalita dell’intera colonia ma in particolare dell’isola, che divenne il crocevia delle rotte mercantili più disparate. In questo periodo si sviluppò anche l’impianto urbano e la distribuzione degli abitanti seguì uno schema di divisione preciso, caratterizzandola con una configurazione presente ancora oggi visibile. Prima dell’arrivo delle scialuppe di Vasco da Gama, il centro abitato arabo-musulmano era posizionato all’incirca in quello che oggi è il bairro Museu e

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Per un approfondimento sugli scontri esistenti tra le potenze europee nelle acque dell’Oceano Indiano e nei tentativi di conquista da parte di francesi e inglesi di Ilha de Moçambique si consiglia: CAPELA,J. (1988). «Apontamento sobre os negreiros da Ilha de Moçambique, 1900-1920» in Boletim Semestral do Arquivo Histórico de Moçambique, No. 4 especial, pp. 83-90; - (1999). «O tráfico de escravos na Ilha de Moçambique» in Ilha de Moçambique. Incontro di popoli e culture/Convergencia

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consisteva sostanzialmente in poche case in armatura e tetti inizialmente di foglie di palma, poi anch’essa in muratura. Il tentativo di eliminare la presenza araba con la loro persecuzione fu grande, favorendo una maggiore presenza delle comunità africane dell’etnia makhuwa che si fecero inizialmente intermediari commerciali con le zone dell’entroterra. Si sviluppò quindi la cidade de pedra

e cal che tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX si estese verso sud, data la necessità delle

società di commercianti e negrieri, di costruire residenze e insediarsi proprio nel nucleo abitativo antecedente, così da poter gestire gli affari in loco e personalmente. I soldi che permisero la ricostruzione dell’area edificata di Ilha de Moçambique erano i proventi dell’enorme traffico di schiavi che caratterizzò l’isola durante il XVIII secolo (CAPELA, 1988; FALCONI, 2008). La

demolizione delle vecchie case appartenenti a marinai e antichi commercianti, non creò lo spazio sufficiente per le nuove costruzioni e la popolazione insediata nell’antico bairro das Missangas, venne spostata nella zona di Marangonha fino a quel momento disabitata, usata esclusivamente per le condanne a morte dei civili (LIESEGANG, 1999a). Il resto della popolazione, per lo più di origine

africana, venne marginalizzata nella zona sud, uno spazio al di sotto del livello del mare e che prese a chiamarsi cidade de macuti per via della copertura usata per tetti fatta di rami e foglie di cocco secchi intrecciati tra loro.75 Pare che gli abitanti del bairro das Missangas furono mandati via per permettere

l’estensione della città dei coloni ma

a quel che sembra nessuna pubblicazione riguardante l’isola fa menzione di come si crearono i bairros di Mwanangonya, Esteu (Xiteu?), Litine e Quirahi. Alcune riproduzioni che mostrano la zona macuti suggeriscono che le due o tre strade principali che corrono longitudinalmente, in particolare l’attuale Avenida 25 de Julho, dovevano già esistere nella prima metà del XIX secolo, non essendo state toccate dalle cave di pietra ed essendo anche state mantenute dopo le trasformazioni avvenute intorno al 1878. (LIESEGANG, 1999a:50).

In questo periodo vennero ricostruiti gli edifici del grande ospedale coloniale dell’isola, ancora oggi in piedi, il quale insieme alla Igreja da Saude individuavano la linea di frontiera tra le due città. Sostanzialmente l’isola venne ricostruita seguendo un impianto dualistico gerarchico, che si riproduce anche in un paesaggio umano visivamente diverso posto a due altezze sul livello del mare altrettanto diverse: al livello più basso, le comunità africane in alloggi scadenti, realizzati con materiali vegetali precari; in quello più alto, bianchi e assimilati sistemati in case resistenti e stabili.76

Come lavoratori domestici invece, i portoghesi scelsero gli indiani in quanto cristiani, i quali dopo la separazione dal governo di Goa, concorrevano a posti amministrativi, ovviamente di rango inferiore a quelli spettanti ai portoghesi (LIESEGANG, 1999a). La popolazione che dalle aree rurali del

75 Le case di macuti si dividono in due tipi, quelle di sei metri di lunghezza per quattro di larghezza e quelle di dodici per

sei a secondo dello status sociale del proprietario: una di dimensioni maggiori, corrispondeva ad individui che occupavano una posizione di maggior rilievo nella comunità, per questioni economiche e/o sociali.

76 Il perché della grande differenza di altezza sul livello del mare tra le due città dell’isola, è da imputare agli scavi

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continente si trasferì a Ilha per lavorare al soldo dei portoghesi, andò piano piano a colmare le caverne ricavate nella roccia che pian piano venne interamente utilizzata per la costruzione del forte di São Sebastião.

Figura III.1 - Mappa dell’isola del Mozambico, secolo XIX.77

Centro di propulsione di nuovi valori culturali, prodotti dall’incontro tra popoli differenti «è proprio a Ilha de Moçambique che si svilupparono le prime manifestazioni di carattere culturale e scientifico. L’isola era, in quel periodo, non solo la capitale della colonia, ma anche il luogo privilegiato dove arrivavano, di prima mano, le novità del momento […]» (SOPA, 1999:87). Le

iniziative culturali organizzate sull’isola non vennero realizzate in maniera continuativa ma pare che fu proprio qui che si ha notizia della prima rappresentazione teatrale (1856), delle prime associazioni culturali, circoli letterari e club ricreativi, il cui scopo restava per la maggiore quello filantropico. Ilha de Moçambique del XIX secolo appare dalle descrizioni dello storico Antonio Sopa una metropoli dalle dimensioni ultra ridotte, ma con tutte le cerimonie ufficiali degne di una capitale di una colonia. Polo catalizzatore e diffusore di valori culturali nuovi, grazie alle sue attività, stimola la creazione di centri ricreativi anche in altre aree del paese, nonché l’apertura di un museo e una biblioteca sull’isola. Con l’introduzione della stampa in loco, vennero pubblicati giornali e riviste, tra cui la

77 L’immagine è disponibile al link: https://delagoabayworld.wordpress.com/2012/05/28/mapa-da-ilha-de-

82 Revista Geográfica Africana che mirava a mettere da parte le questioni politiche e provava ad affrontare

altri argomenti di tipo scientifico, come storia, geografia, linguistica, etnografia, etc. che però venne pubblicata solo nel 1884. La fine del XIX secolo per differenti ragioni, segna l’inizio della decadenza di Ilha de Moçambique. Con l’apertura del canale di Suez nel 1869, la rotta mozambicana passò in secondo piano e nel 1885 a Sud del paese, a seguito della scoperta di giacimenti di oro nel Witwatersrand, iniziò la costruzione della ferrovia che avrebbe collegato il Mozambico al Sudafrica, direttamente dalla città di Lourenço Marques a Pretoria, inaugurata nel 1889. Ma le cause della decadenza furono numerose. Non riuscendo a gestire simultaneamente tutte le aree del paese, in quanto molte irraggiungibili, la corona portoghese decise di affidare a compagnie private tutti i territori settentrionali. La riorganizzazione politica e amministrativa dell’intera colonia fu il colpo finale inferto all’isola dopo la decadenza del porto e il dirottamento di tutti gli affari a sud con lo spostamento della capitale proprio a Lourenço Marques in profonda simbiosi con il Sudafrica. Pur rimanendo la seconda area di smistamento di manodopera verso il Sudafrica, Ilha de Moçambique era geograficamente e culturalmente troppo lontana dal nuovo centro della colonia per riuscire a mantenere la sua integrità. A livello urbano, dopo il 1898 l’isola non subì grandi modifiche strutturali mantenendo vivo la struttura binaria tipicamente coloniale.